To Aru Kagaku no Railgun S – Recensione Anime

di Regola Commenta

 

Quest’oggi per le serie in corso trattiamo un titolo con una storia complessa, che necessita di dovute introduzioni che potranno sembrarvi noiose, ma per certi versi indispensabili. Approcciarsi alla visione di To Aru Kagaku no Railgun S (Un certo Railgun scientifico S) senza avere una precisa cognizione di cosa questa serie sia può comprometterne la visione. Si tratta infatti del secondo adattamento animato dello spin-off di To Aru Majutsu no Index (Un certo indice magico) il cui manga viene anche pubblicato in Italia da Star Comics: è necessario pertanto ordinare un pò le idee. (Da questo momento in poi mi riferirò alle serie come Index e Railgun.)

Index nasce come una light novel nel 2004, ideata dalla mente di Kazuma Kamachi e pubblicata dalla ASCII Media works è attualmente nel suo secondo corso narrativo, ha ispirato un manga e due serie animate (2008 e 2011) e dipinge un mondo dove esper e maghi sono coinvolti in una lotta per il controllo del mondo, quando essi sono solamente le due facce della stessa medaglia: tornerò in maniera approfondita su Index nei prossimi mesi, nello spazio Riflettori su… Nel 2007 inizia il manga di Railgun, e nel 2009 viene prodotta la prima serie animata: lo spin-off è incentrato su Misaka Mikoto, la Railgun, una delle esper più potenti della Città Accademia dove i personaggi vivono. Le motivazioni che hanno portato alla creazione di questo altro corso sono legate al successo del personaggio (Misaka è probabilmente il personaggio più amato della serie, è anche il mio preferito) e la necessità di presentare e spiegare un’altra faccia di questo polimorfico mondo. Il problema è che hanno leggermente pasticciato con la cronologia: i fatti della prima serie di Railgun avvengono prima di Index, ma per certi aspetti è necessario vederla dopo questa (perchè alcune realtà della Città Accademia sono spiegate in Index) e comunque prima della seconda serie di Index. Con Railgun S Nagao Tatsuyuki (il regista) non si smentisce, e continua ad arricchire la storia riempiendo i buchi; questa seconda serie infatti va a trattare il Sister’s Act, la parte in cui Misaka è centrale in Index: si ricollega quindi alla serie madre mostrandoci una storia che già conosciamo ma da un altro punto di vista. Gli anime sono entrambi prodotti dallo studio J.C. Staff.

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Quando lessi che la seconda serie di Railgun avrebbe trattato un aspetto della saga che conoscevo già ho avuto qualche timore: quell’aspetto troppo da prequel mi spaventava, perchè la prima serie è indubbiamente di elevata qualità, al punto tale che molti fan, tra cui anche il sottoscritto, continuano a preferire Railgun a Index, a causa della presenza di un fastidiosissimo personaggio nella serie madre, la piccola Index, e per la pesante monotonia degli scontri nella seconda serie che Kamijo Touma gestisce e chiude sempre allo stesso modo. Eppure ho avuto fede, perchè conosco la serie: Railgun è un anime che a differenza di quelli del suo stesso genere punta a costruire uno scenario presentando in ordine sparso ma comunque ordinato i svariati elementi della trama, per poi affrontarli e chiuderli nelle battute finali. È stata necessaria un pò di pazienza soltanto, e dopo una decina di episodi, dei ventiquattro annunciati, anche Railgun S ha cominciato a ingranare, e se mi permettete di dirlo, in grande stile.

Con l’introduzione del team mercenario Item, e il combattimento contro di loro in cui Misaka resta coinvolta (che dura tre episodi!) ci hanno mostrato una delle sequenze action più belle degli ultimi tempi, persino superiori a quelle di Sword Art Online, che avevano il difetto di essere troppo brevi. Tre episodi in cui i personaggi si prendono a calci e pugni, piazzano trappole, si lanciano battutine e cercano di sopraffare l’avversario in ogni aspetto, intelligenza e forza: potei finalmente mettermi il cuore in pace perchè è diventato ovvio che la serie è sublime sotto ogni aspetto (animazione, trama, musiche…). Al punto tale che non mi dispiacerebbe neppure che Railgun S vada a ripercorrere gli eventi raccontati nel Sister Act di Index, e lo scontro tra Kamijo Touma e Accelerator venisse rianimato con la cura, il dettaglio e lo stile mostrato fin’ora (superiore a quello delle precedenti serie). Non penso si tratti di un’eventualità tanto lontana dalla realtà, perchè per quanto sia possibile arricchire la questione di particolari riguardanti il punto di vista di Misaka, portare avanti il Sister’s Act significa necessariamente coinvolgere Touma; secondariamente, sarebbe sicuramente qualcosa che rivedrei volentieri essendo quel pezzo della storia uno dei migliori della saga. I primi episodi ci hanno mostrato Misaka sprofondare nell’abisso, affrontare la disperazione e l’impotenza provata dalla consapevolezza di non poter impedire il massacro delle Sisters, le sue migliaia di cloni prodotte per un assurdo e sanguinolento esperimento (troverete anche violenza in Railgun), presto o tardi però dovrà apparire quella luce che indica la fine del tunnel, ed essa corrisponde proprio con la mano (proprio quella mano che compie miracoli) che Touma tenderà a Misaka caricandosi tutti i suoi problemi e risolvendoli nella sua personale maniera. Perchè Touma non sa niente del peso che Misaka porta, ma decide comunque di prenderlo per se.

Non nasconderò quanto mi sta piacendo questa serie, più di altre che mi hanno conquistato e di cui vi ho già parlato (Hataraku Maou-sama, Haiyore! Nyaruko-san W, Henneko e Suisei no Gargantia), ma che io avessi preferenze strane, e guardassi a titoli diversi da quelli che principalmente riscuotono successo e attenzione è oramai un dato di fatto ben conosciuto. Ma può andar bene anche così, dopotutto qui su Komixjam già si trattano Aku no Hana e Shingeki no Kyojin, il mio ruolo è un pò quello di “parlarvi del resto“. E in questo “resto” c’è Railgun S, che però come potete aver intuito dall’introduzione richiede parecchia attenzione e parecchio tempo per essere visto (come dicevo, la visione deve necessariamente seguire la prima serie di Index e la prima di Railgun, per un totale di 48 episodi). In definitiva, tutto questo lascia ben sperare per una terza serie di Index, sperando sia migliore della fallimentare seconda.

 

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