Bentrovati, utenti di Komixjam e lettori di passaggio, affezionati alle opere dei tre maestri Kishimoto, Oda e Kubo. E’ ormai un bel po’ di tempo che questa rubrica (dal lontano articolo Naruto, One Piece, Bleach: considerazioni su One Piece, che tante polemiche aveva suscitato) non faceva capolino tra le pagine di questo blog, a causa di impegni del sottoscritto. Ma come vi avevo promesso ad inizio anno, ho intenzione di ritornare a scrivere, in maniera puntuale, su questo blog che amo con tutto me stesso, ed eccoci qui, nuovamente, a parlare delle tre opere che vanno per la maggiore!
Ovviamente, per “ricominciare” c’era bisogno di scegliere un argomento adeguato: sulle prime avevo pensato di discutere di qualche fatto “linguistico” (che so che vi piace tanto!) o, in extremis, di fare qualche considerazione sulle storie attualmente in corso. Tuttavia, rileggendo il primo di questi articoli (Naruto, One Piece, Bleach: la genialità degli autori) ho pensato che una degna “celebrazione” del riavvio di questa rubrica dovesse essere incentrata su un argomento relativo all’ideazione, scrittura, impostazione della storia di queste tre opere: il difficile era trovare un buon argomento in questo vasto mare! Avrei potuto parlare del disegno, delle scelte stilistiche, del perché questi tre autori abbiano pensato proprio di trattare gli argomenti Ninja-pirati-shinigami (credo che se sapessi una cosa del genere, automaticamente sarei a conoscenza di tutte e tre le storie nel complesso!): in soccorso mi è venuta la conclusione della prima parte dell’anime di Bleach (puntata 310) da me visionato in questi ultimi mesi e che mi ha fatto riflettere attentamente sulle strane, contorte, intime relazioni che ci sono tra i vari personaggi. Non scenderò nel dettaglio, analizzandole una ad una (altrimenti qua non finiamo l’articolo neanche con 5565693652856956 parole!) però cercherò di dare un “assaggio” di quanto forti siano tali aspetti nello sviluppo della storia dei tre manga.
Iniziamo con quello che reputo il meno attento a sviscerare le relazioni intercorrenti tra i personaggi: con mio dispiacere, esso è “One Piece”. Il manga di Oda, sotto questo aspetto, è uno “shonen” fatto e finito: non tanto perché le tipologie di relazioni, quando vengono eviscerate, risultino banali (non lo sono mai!) o “stereotipate” (ecco, in questa direzione la cosa risulta già più veritiera!), ma perché il nostro caro Odacchi preferisce (a torto o a ragione) concentrarsi sulla storia e sulla sua evoluzione. Ne risulta, come ovvia conseguenza, che le relazioni intercorrenti tra i vari protagonisti/antagonisti/comparse sono stereotipate in alcuni casi, per permettere di poter incanalare la discussione in una certa direzione, oppure inserite per rendere la storia più “avvincente” e godibile. Facciamo due esempi che, a mio parere, rappresentano, appieno, le due tipologie: la relazione Nico Robin-CP9 e l’amore incommensurabile che Hancock prova per Rufy. Nel primo caso, Oda aveva intenzione di fornirci alcune fondamentali notizie relative ai 100 anni di buio, alle armi ancestrali, allo stesso potere della Marina e suggerirci che dietro questa facciata di Buoni=Marina VS Cattivi=Pirati si celasse qualcosa di molto più profondo: il modo migliore era quello di identificare un personaggio già di per sé ambiguo con il fulcro attorno al quale far ruotare una girandola di eventi che avrebbero scatenato una serie di “rivelazioni” una dopo l’altra. E in questo, la costruzione di Nico Robin e del suo modo di relazionarsi al resto del mondo (attenzione, non la caratterizzazione del personaggio, che è un’altra cosa!) risulta abbastanza uno stereotipo. D’altra parte, invece, l’introduzione della “folle storia d’amore” per il protagonista, in un manga dove il protagonista stesso, ancor più di un certo Son Goku, pensa solo a menare pugni e mangiare, risulta sicuramente un “cliché” ma permette, alla storia, di avvalersi di un nuovo “punto di forza” che possa attirare nuovi lettori (o seguaci, se mi passate il termine) dando per la prima volta l’idea che, oltre a tutto quello di cui si è sempre discusso possa esserci (forse) anche dell’altro. Ribadisco un concetto: con questo non voglio dire che Oda sia incapace di gestire i personaggi o le loro correlazioni; quello che affermo è che sicuramente, in questo manga, non sono i rapporti tra i personaggi (o almeno non totalmente) a scandire l’incedere degli avvenimenti: del resto, se ci pensate un attimo, sin dall’inizio lo scopo ultimo del protagonista è divenire Re dei Pirati, e questo a prescindere dalla ciurma, dagli eventi che lo vedono protagonista, dalle amicizie/alleanze che si creano o dalla morte di parenti vari (la morte di Ace, alla fine, è solo uno stimolo a procedere e poco vale a modificare il corso della storia).
Al secondo posto nella classifica si piazza, certamente, Naruto: in questo manga sono proprio le forti relazioni che il protagonista ha con i vari compagni/colleghi/alleati/nemici a dettare lo scorrere delle vicende e a farci vedere una evoluzione della storia e del personaggio. Tuttavia, anche qui Kishimoto si trattiene e, a volte, stereotipa alcune situazioni: mentre buona parte dei sentimenti che legano Naruto agli altri personaggi risultano ben definiti e, in alcuni casi, anche abbastanza originali, buona parte dei legami che tengono insieme le vicende comuni degli altri personaggi risultano più “deboli” e “tipici” da manga shonen. Prendiamo ad esempio la relazione Naruto-Sakura-Sasuke: essa sarebbe anche “innovativa”, sotto certi punti di vista, legata al parallelismo di alcune vicende che vedono protagonisti i due “uomini” della situazione nella loro infanzia, se non ci fosse il “terzo incomodo” Sakura. La sua presenza pone questo intricato triangolo su un duplice rapporto legato ad un conflitto di collaborazione/responsabilità da una parte contrapposto a quello di amicizia/amore dall’altra: anche con questi cliché, tuttavia, a differenza del manga di Oda dove una simile cose neanche potrebbe essere presa in considerazione, il trigono tra i tre “protantagonisti” risulta un motore fondamentale per una serie di vicende che hanno addirittura portato allo scoppio di una guerra (certo non direttamente, ma lo squilibrio del baricentro tra questi tre personaggi a dato vita ad una serie di conseguenze che hanno portato, inevitabilmente, alla nascita di schieramenti ed alleanze che prima neanche si sarebbero potute immaginare). In questo senso Naruto, nonostante alcuni fatti “fondamentali” per il prosieguo della storia dipendano da “realtà storiche e culturali” già presenti nell’opera stessa (e che spingono gli eventi al pari di ciò che accade in One Piece), è molto più fortemente legato al fatto che determinate relazioni di amicizia/amore/odio possano mutare, da un momento all’altro, l’evolversi della storia: e in questo, la cosa ha anche più senso, dal momento che le scelte dei vari Ninja possono, al pari del doppio gioco degli agenti segreti in un’opera di spionaggio, segnare l’ascesa al potere o la caduta di un personaggio.
Infine veniamo al manga di Kubo: questo è, sicuramente, quello in cui il complesso di relazioni intercorrenti tra i personaggi determina, a priori, lo svolgersi della storia. A conferma di questo fatto sta, ad esempio, proprio la saga appena conclusa: per qualche motivo Ginjou aveva ricevuto un qualche potere dalla Soul Society (relazione fulbringer-shinigami) che in qualche modo aveva perso o, meglio, era mutato, costringendolo a stringere un qualche altro tipo di rapporto con gli altri fullbringer (relazione fulbringer-fullbringer) fino ad arrivare a stringere una forma di accordo con Ichigo (relazione fullbringer-Ichigo) il quale si ritrova, suo malgrado (ma ormai lo sapevamo) ad essere nuovamente una sorta di pedina nelle mani della Soul Society stessa (relazione Ichigo-shinigami) e che, a questo punto, pare volersi definitivamente fidare dello Shinigami delegato di Karakura. Se non vi basta questo complesso di relazioni, pensate a questo fatto: in One Piece, nella maggior parte dei casi, gli scontri avvengono solo perché, in qualche modo, qualcuno pesta un callo a qualcun altro, in un’ottica tipicamente shonen, e solo in alcuni casi ci sono “conflitti” dettati da situazioni più profonde (e che, ora come ora, mi fanno pensare di potersi ricondurre tutte alle conseguenze dei 100 anni di buio). In Naruto, al di là del desiderio di vendetta o di “liberazione” dovuto a sottili contrasti o legami tra i personaggi, buona parte degli scontri (guerra compresa) dipendono (come nella realtà) da relazioni di carattere politico/economico e di mantenimento di equilibri. In Bleach, invece, lo stesso scontro a Karakura dipende da una girandola di motivazioni: certo, quella principale è la sconfitta di Aizen, ma molti degli shinigami si muovo anche per “desideri” personali (la vendetta di Toushiro, la voglia di eccellere di Soi-Fon, il desiderio di combattere di Ikkaku, l’ostinazione per la perdita di una persona fidata di Komamura, Hisagi, Matsumoto, Kira ecc.) e sono questi, alla fine, a dettare l’evolversi dello scontro, molto più che i poteri dei vari personaggi. Un’ultima osservazione riguarda i rapporti “amorosi”: in One Piece, tolta questo forte ascendente che ha Rufy sulle donne (Hancock prima, Shiraoshi ora), nessun altro personaggio femminile, Nami e Robin in primis, mostrano alcuna forma di “passione” verso altri membri del gruppo o altri personaggi; allo stesso modo, in Naruto le relazioni in questo senso sono per la maggior parte suggerite (vedi Shikamaru/Temari o quella, anche se più evidente, Asuma/Kurenai), per gran parte “stereotipate” (la rivalità in amore Sakura/Ino) e solo in un caso (che a mio parere risulta memorabile) rivelate esplicitamente (io quel “Ti Amo” che Hinata urla a Naruto me lo ricordo come una delle cose più “reali” mai lette in un manga!). In Bleach, invece, anche se nessuno ha mai detto a qualcun altro quanto lo ami, le cose risultano molto più evidenti ed ingarbugliate: tralasciando lo strano quadrato amoroso Ichigo-Inoue-Rukia-Renji, che è la cosa più evidente di tutte, si potrebbero spendere molte parole sull’amore “lesbico”, neanche tanto velato, che Soi-Fon mostra verso Yoruichi, o, se volete, le stesse strane relazioni di amicizia che quest’ultima manifesta sia nei confronti di Urahara che di Byakuya Kuchiki (come dite? sto velatamente dando della “ragazza facile” a Yoruichi-san? Non mi permetterei mai, anzi… ce ne fossero donne come lei nel mondo!).
Bene, a questo punto mi fermo qui: il mio discorso in questa sede voleva essere solo un “assaggio” e sono certo che porterà ad una accesa e lunga discussione che potremo continuare, molto volentieri, in dettaglio in un prossimo futuro. Credo che per il primo appuntamento del nuovo anno e per il ritorno in auge di questa rubrica, circa 1700 parole possano bastare, che ne dite? Io vi saluto e vi do appuntamento alla settimana prossima… ma prima di lasciarvi, vi pongo una domanda: di cosa vorreste che parlassi in futuro?
ningen 29 Gennaio 2012 il 20:14
Bell’articolo, secondo me hai analizzato perfettamente, il modo in cui le relazioni vengono gestite nei tre manga.
Certo, che se devo dire la mia, questa quasi “asessualit�”, che hanno i personaggi di Op, Naruto e Bleach, sembra troppo innaturale, ed � una cosa che invece in manga seinen(senza andare a finire negli hentai), come Berserk ad esempio (il rapporto Gatsu-Caska ad esempio), risulta molto meno mercata se non del tutto assente.
E’ vero che stiamo parlando di shonen, ma cacchio Naruto che rimane insensibile di fronte alle parole di Hinata, mi � sembrato troppo irreale, cosi come con Rufy ed Hancock, anzi forse anche pi� accentuato in questo caso…
bluclaudino 29 Gennaio 2012 il 20:25
Per prima cosa rispondo alla tua domanda: che articolo vorrei? Ad esempio uno sullo tile di disegno, io davvero non capisco quello incasinato di Oda e trovo Kubo molto molto bravo ma poco originale, hanno praticamente tutti gli stessi lineamenti..
Venendo all’articolo: direi che hai analizzato bene la situazione..
OP: ci sono sen’altro relazioni importantissime che saranno obbligatoriamente sviluppate (Rufy-Dragon, Rufy-Smoker, Garp/Sengoku-Shiki, Rufy-Coby) ma tra tante la maggior parte fa solo da sfondo alla successione di eventi “generali” soffermandosi poco sul “particolare”..
Naruto: quasi la stessa cosa per Naruto, rispetto a OP presenta secondo me tematiche meno stereotipate (anche solo i team di Konoha, o la successione tra Kage) ma alcuni rapporti fondamentali o molto importanti vengono accantonati: basta vedere il rapporto Naruto-Jiraya che purtroppo non abbiamo vissuto “di persona” (come quello Ace Rufy del resto) o quello Naruto-Hinata, o ancora quello appena accennato Kakashi-Obito o ancora Kakashi-Rin e Rin-Obito (che alla fine, sono sicuro, si riveler� similissimo a quello Naru-Sasu-Saku 😉 )..
La differenza tra i due sta solo qui secondo me, se OP si basa su legami molto semplicizzati (Barbanera ad esempio, da dove arriva? Chi �? Dove va? Che cippa centra con barbabianca e perch� lo ha preso con se? Shanks come lo ha incontrato e conosciuto?) Naruto prende relazioni abbastanza originali, anche se a vole molto archetipe (tipo Rikudou-Uchiha/Senju), ma le sviluppa poco, questo � comunque giustificato dal fatto che sono shonen, sarebbero decisamente meno godibili se fossero pi� approfondite cose simili..
Erik91 30 Gennaio 2012 il 09:43
Ma allora non sono l’unico che non capisce il disegno incasinato di OP =D
Fauno 1 Febbraio 2012 il 05:35
Mah…Io invece spesso non capisco Bleach…
Yachiru 29 Gennaio 2012 il 20:46
complimenti hai fatto una descrizione accurata e interessante.
Prendendo in considerazione questri 3 manga di certo hai ragione, l’unica cosa che volevo dire era che per� in fondo esistono shonen dove questi rapporti sono anche costruiti meglio secondo me, per esempio in fullmetal alchemist dove la scenetta tra winry e ed mi � sembrata pi� reale del “ti amo” di hinata.. Ma � solo una mia opinione ovviamente!XD
Ciampax 29 Gennaio 2012 il 21:53
Perch�, tu FMA lo classifichi ancora come Shonen? Io ho cominciato a rapportarmici come fosse un seinen sin dalla morte di Hughes!
Hitchcock 29 Gennaio 2012 il 21:47
Bleach � pessimo. Lo dico da suo accanito lettore. Ichigo ha la sola colpa di essere disegnato da Kubo, che lo ha reso uno dei personaggi pi� apatici e passivi della storia. Gli esempi sono tanti, un esempio � il fatto che sia tormentato dalla morte della madre, al punto da ritenersi responsabile, eppure il suo rapporto con gli hollow � identico a quello di tutti gli altri shinigami, uccide i mostri brutti e morta l�. Si poteva ficcare uno struggente conflitto interiore fra l’ichigo che vuole sterminarli e quello che razionalmente li ritiene vittime fattesi carnefici e quindi non cos� facilmente giudicabili qualche accenno in tal senso c’� stato, ma non molto, quando � spuntato il fratello di Inoue. In ogni caso questo � un esempio banale. Altri possono essere :
ichigo, perch� mi hai salvato dall’esecuzione nel seireitei?
un po’ perch� mi girava, e poi tipo te lo dovevo…
che si replica con Inoue,anche se l� � gi� pi� convinto.
Poi c’� il fatto che il paradiso � stile giappone feudale, controllato da una dittatura militare in cui la gente muore di nuovo per la fame (in genere) e la cosa non lo colpisce particolarmente, se avesse deciso di affrontare il gotei per creare un vero paradiso Tite avrebbe potuto fare una saga molto pi� sensata delle ultime 3 o 4.
Aizen, come ha giustamente sottolineato Ciampax quando ha detto che sono le relazioni a mandare avanti bleach, � il motore del 90% della storia, eppure per quello che ci � dato sapere ha fatto tutto questo casino per un puro attacco di megalomania.
Ci sarebbe la questione relativa al mondo interiore degli shinigami, che sarebbe un buon momento per un po’ di introspezione interiore, eppure le poche volte che viene mostrato si cazzeggia alla grande, come quando Zangetsu gioca ad affari tuoi, dai forza ichigo, che se trovi la zampakuto oltre che i poteri shinigami ti porti anche il culo a casa…
Con un simile protagonista il sistema di personaggi � quel che �, un esempio � Chad: tecnicamente lui e ichigo sono migliori amici, ma � solo un’impressione, non si riesce a capire in maniera diretta, vuoi per il fatto che sono tutti e due monache da clausura quando si tratta di esprimere sentimenti, ma ci sono mille escamotage narrativi per ovviare al problema. Spesso quando vari personaggi interagiscono lo fanno in maniera rissosa e violenta, insultandosi, la met� dei capitani del gotei tratta ichigo come uno straccio, l’altra met� non ci parla nemmeno, c’� qualche rara eccezione ma quelle ci sono sempre. Il punto a cui voglio arrivare � che se da un lato � vero che in Bleach l’elemento umano teoricamente guida lo sviluppo degli eventi, in realt� � palese che Tite adatta di volta in volta le relazioni in maniera da ottenere l’effetto voluto. Il finale dell’ultima saga � emblematico: i fullbringer si amano, tutti, lo hanno sempre fatto.
In merito alla tua domanda Ciampax, io qualche idea ce l’avrei: le gag, pi� specificatamente il fatto che se da un lato sono un ottimo stacco alla narrazione, spesso tolgono patos, impedendo di raggiungere un vero climax. Non � facile da sviluppare come argomento, ma � una questione che generalmente non viene mai trattata.
zor(r)o 30 Gennaio 2012 il 01:58
trovo il tuo commento all’articolo d grande interesse: complimenti!
t giuro ke in effetti nn avevo mai pensato al fatto ke in bleach tutta quanta la storia, sino ad ora, si � retta sulle azioni del cattivo aizen; e ke in effetti ha fatto tutto quello ke ha fatto solo x un attacco di megalomania..
Morzan 30 Gennaio 2012 il 14:25
Concordo in strapieno. Fatto sta che il complesso di relazioni � gestito in maniera veramente casuale (ma io l’ho sempre detto che Kubo � un autore totalmente random). Il caso pi� emblematico secondo me � quello di Ishida.
Kurotsuchi Mayuri, simpaticissimo capitano della 12ma compagnia, ha confessato di aver sterminato migliaia di Quincy, torturandoli, bruciandone i figli e facendoci esperimenti in ogni maniera possibile immaginabile. Non solo, se pure questo non bastava ha pure ammazzato e violentato il nonno di Ishida che per quest’ultimo era pi� caro del padre.
Ora, non so voi, ma a me se una persona facesse una cosa simile lo appenderei ad un chiodo e lo sforacchierei di frecce dalla mattina alla sera.
Invece ishida che fa’? dopo il primo combattimento, quando lo rincontra all’Hueco Mundo contro Aporro Szayel ci ride, ci scherza, ci fa le scenette comiche… Insomma sono amiconi! Molto sensato…
Questo � uno dei tanti esempi ma ne potrei tirar fuori mille altri: Tousen, Renji, Aizen, Gin, ecc. ecc.
bluclaudino 30 Gennaio 2012 il 15:02
Hai presente Askeladd-Thorfinn? Ecco, � simile, solo che Ishida non fa un cazzo mentre Thorfinn ha uno scopo e per esso si gioco la vita.. BLEACH fuffa..
Morzan 30 Gennaio 2012 il 18:03
Ho presente, ma in realt� � mille volte peggio. Pi� o meno ishida paragona la tortura e lo sterminio di centinaia di persone al versare una birra sui pantaloni: “Mass�, che vuoi che sia, capita a tutti!”
Akat-Suki 31 Gennaio 2012 il 12:58
Anzi ,direi che Ishida dovrebbe odiarlo molto di pi� …
ningen 30 Gennaio 2012 il 17:48
Aggiungo che in Bleach, ci sono innumerevoli personaggi inutili (Chad e Renji sono gli esempi calzanti), poco approfonditi (molti capitani ad esempio come Kyoraku e Ukitake), e alcuni proprio insopportabili (Hitsugaya mi sta sulle balle in una maniera allucinante).
Fauno 1 Febbraio 2012 il 03:52
Ahahahahah…Ma come fai a dire che questi personaggi siano inutili?! Dai! Non uno di quelli da te citati sono inutili!
Sia Chad che Renji nella prima saga hanno avuto un ruolo cardine, Kyoraku e Ukitake non sono poco approfonditi ma velati da un alone di mistero, proprio l’ultimo capitolo uscito avrebbe dovuto fartelo capire! Questa � una differenza sostanziale! Infine Hitsugaya…Beh, se ti sta sulle balle non ci si pu� far nulla… 😆
ningen 2 Febbraio 2012 il 13:09
Chad non combina una cippa dall’inizio, di solito viene usato per fare vedere quanto potenti sono gli avversari di Ichigo.
Renji invece, ha la spacconagine di sentirsi forte e figo, ma poi se si va a guardare, perde tutte gli scontri a cui prende parte, anche lui inutile alla fine, e tral’altro Kubo mi sa che era un p� confuso su questo personaggio, e non sapeva all’inizio se farne un cattivo, o un buono come poi � diventato (quando cerca Rukia insieme a Byakuya, vuole ucciderla, ma poi la va a salvare :pinch: ).
Per quanto riguarda i capitani non approfonditi, posso parlare per quanto ho visto nell’anime.
Per Hitsugaya � proprio odio, invece…
Morzan 30 Gennaio 2012 il 14:40
Comunque per quanto riguarda il<discorso delle relazioni tra i personaggi (non so se intendevate relazioni amorose, io intendevo relazioni nel senso pi� generale del termine):
Bleach come ha gi� detto giustamente e abbondantemente Hitchock non ha un vero sistema di relazioni: esse sono funzionali al raggiungimento di uno scopo, e basta. Sono casuali e spesso Kubo di contraddice da solo. Tra tutti direi che � il peggiore.
OP � al secondo posto. Soprattutto vediamo i Mugiwara che ridono e scherzano tra di loro, ma tirando le somme direi che il loro rapporto di amicizia sia dovuto a niente pi� che al fatto di combattere insieme e ritorvarsi sulla stessa nave. Alla fin fine il loro rapporto non viene mai approfondito.
Naruto invece si sofferma molto sulle relazioni tra i personaggi… anche troppo per i miei gusti (diciamocelo, che due palle Naruto con sto "sasuke sasuke!"). Come tutte le cose ci vuole la giusta dose per tutto, mai esagerare n� da una parte n� dall'altra
Hitchcock 30 Gennaio 2012 il 21:32
nel caso di naruto e sasuke l’approfondimento era per cos� dire dovuto, visto che era il La per tutta la crisi dei valori dei due, Sasuke da un lato prova un senso di inferiorit� nei confronti del compagno che era abituato a guardare dall’alto in basso, e ci�, accompagnato dall’incontro con itachi, causa la sua fuga dal villaggio, d’altro canto l’attaccamento di naruto per l’amico � emblematico del suo attaccamento al passato: naruto perde durante tutto shippuden, un pezzo alla volta, quelle certezze infantili che lo avevano accompagnato, Sasuke � il simbolo stesso del suo idiliaco passato perduto, da questo si spiega l’attaccamento che ha per l’amico, a cui si contrappone il naruto maturo, quello che in maniera disillusa � pronto ad uccidere Sasuke, in quanto comprende che � cambiato irreversibilmente. Kishi l’ha tirata molto per le lunghe, per� quantomeno ha dato una buona motivazione all’agire dei personaggi.
Tanuki chin 31 Gennaio 2012 il 01:07
Hitchcock ce la sa! bravo Hitchcock!ne hai azzeccate due su due. :tongue:
NicoGuitar 31 Gennaio 2012 il 20:42
Complimenti per l’articolo 😀 …secondo me prima di stilare una classifica da lettore bisogna capire il punto di vista di Ciampax…com’� gi� stato detto ci sono tipologie diverse di relazioni che raggiungono il top in tutti e tre i manga. Per quanto riguarda l’analisi dell’articolo sono pienamente d’accordo. Io personalmente per� ammiro la figura dei Mugiwara…un gruppo di persone con storia e ambizioni molto diverse, che per� si ritrovano uniti sotto un’unica bandiera grazie alla fiducia che solo un personaggio come Rufy riesce a dare e ispirare. Un gruppo di amici nel quale ognuno � perfettamente indipendente, non � mai un peso e cerca sempre di migliorare per il bene di tutti gli altri compagni…la comitiva perfetta 😀 il mio sogno sociale nascosto. Per quanto riguarda Ichigo credo che sia un personaggio davvero ben caratterizzato…il suo modo di fare, di pensare…la mente sempre rivolta ai sentimenti altrui, costituiscono l’ingranaggio perfetto per far funzionare la fitta rete di relazioni creata da Kubo. In Naruto c’� un qualcosa di simile alla figuro di Rufy…il personaggio che ispira fiducia e che fa da esempio: sebbene Naruto sia affidabile, non credo che i legami formatisi siano equiparabili a quelli di OP, se non uno: quello con Gaara (il che non � cosa da poco, poich� condiziona numerosi eventi futuri come ha accennato Ciampax). Inoltre apprezzo in Bleach il fatto che Ichigo non sia (ancora per poco probabilmente) il modello definitivo da tutto il mondo intero, e resti pur sempre un ragazzino (possibilmente da manovrare) agli occhi della Soul Society…in fondo personaggi come Kyoraku, Kisuke, Ukitake, e Yamamoto hanno un arsenale di esperienza, abilit�, saggezza tale da rendere ridicolo un possibile Ichigo simbolo e idolo del mondo intero. Complimenti ancora per l’articolo e alla prossima!
Finrod 1 Febbraio 2012 il 10:25
Commento molto interessante, anche se non concordo del tutto con op. E’ vero che il rapporto tra i membri dei mugi non sia del tutto approfondito e complesso, ma credo che questo “deficit” sia controbilanciato da relazioni umane estremamente complesse nei fb: vedi il rapporto di obbligazione tra Sanji e Zef, Nami e gli abitanti del villaggio, ecc. E’ come se, a voler bilanciare la linearit� dei rapporti tra i membri della ciurma (la climax si � avuta solo a enies lobby, ma sempre di una qualit� molto semplice: sei nostra compagna e ti verremo sempre e ovunque e comunque a salvare) Oda abbia voluto indagare maggiormente le relazioni dei personaggi con le persone pi� importanti del loro passato. Ma questo � ovviamente visibile solo nei fb, e nel presente della narrazione lo si pui� notare solo nella caratterizzazione “interna” del personaggio che, come tu styesso hai affermato, � tutto sommato buona. In ogni caso complimenti ancora per l’articolo.
taccido 2 Febbraio 2012 il 12:28
Complimenti per l’articolo, veramente molto interessante, tendenzialmente sono daccordo con te, sopratutto considerando che stiamo parlando di 3 shonen, quindi teoricamente limitati nell’affrontare determinate tematiche (sessualita’ – morte etc..).
Partendo dal presupposto che dovrebbe essere il lettore ad immedesimarsi nel racconto e non il contrario, quindi a contestualizzare le storie e personaggi, personalmente trovo totalmente sovravallutato OP, i personaggi mi sembrano “SCHIAVI” della storia e incapaci di viverla, cosi’ che le relazioni tra di loro risultino totalmente acerbe. In bleach invece a mio dire abbiamo quanto meno delle relazioni piu’ o meno velate che implicano un piccolo adattamente alla trama narrativa (che di per se a mio parare e’ troppo complessa, cioe’ quale e’ lo scopo? ). Infine in Naruto, credo che tutta quanta la storia sia incentrata sui rapporti personali tra il protagonista e il mondo che lo circonda (lasciamo da parte la cacata dell’anime), sin dal primo numero fino all’ultimo uscito in JAP, i temi sono sempre stati “amicizia, lealta’, amore, morte, fratellanza” e sopratutto “crescita”. La cosa che piu’ mi piace di questo fumetto che per quanto sia un mondo “fantasioso”, il protagonista sebbene abbia un’indole molto forte, nel corso della storia si evolve e cresce prioprio come persona reale, non mi stupirebbe che Naruto cominci una love-story (ci sono parecchi indizzi che me lo fanno pensare ma non voglio spoilerare) proprio perche’ e’ nell’eta’ giusta per cominciarla.
Tornando alla domanda che hai fatto, mi piacerebbe molto un approfondimento dei stili di disegni da quello incasinato di Oda a quello minimalista e molto particolareggiato, quasi “pubblicitario” di Kobo.
Erik91 2 Febbraio 2012 il 13:22
Guardiamo se al quarto tentativo mi stampa il mio commento :angry: allora io per prossimi articoli ti do queste mie idee prendili solo come consiglio:
*lo scorrere del tempo nei tre manga
*il salto temporale dei tre manga (ex. i due anni di One Piece o i tre di Naruto)
*i sogni (intesi come obbiettivi di vita non quelli quando uno dorme :sleeping: ) e come essi condizionano la storia
*le vendite dei volumi al di fuori del Giappone (una mia grande curiosit� se fai l’articolo diventi il mio eroe :w00t: )
Erik91 2 Febbraio 2012 il 19:22
Inoltre potresti anche scrivere un articolo su quando e come immagini la fine dei tre manga (ad oggi solo su One Piece sembra si sappia quando finir� ovvero al numero 1000) :ermm: