Approfondimento – l’industria e l’economia nell’animazione (2)

di Regola 5

 

Vi ricordate di me? La settimana scorsa ho iniziato a occuparmi di un argomento spinoso e complicato, ovvero, su come funziona l’industria dell’animazione. Se non avete letto la prima parte vi consiglio di farlo (la trovate in fondo tra gli articoli correlati), in modo che le cose che vi spiegherò oggi, scendendo un pò più nel dettaglio, non siano incomprensibili. Purtroppo per voi, non abbiamo ancora finito di parlare di soldi.

Vi ho mostrato questo grafico la settimana scorsa sapendo di doverci tornare in modo da permettervi di diventare famigliari con esso. Da questo potete tranquillamente capire che i soldi stanziati dai vari sponsor non vanno tutti direttamente allo studio di produzione… anzi, si potrebbe dire che questi riceve come fondi per avviare il progetto una cifra infima rispetto a quanto denaro viene messo in circolo.. ricordate come ogni episodio arrivava a costare mediamente 110/120mila Euro? Bene, mediamente, allo studio di produzione arrivano circa 80mila Euro per avviare i lavori, in pratica una somma che non basta neppure per realizzare il primo episodio. Tutti i soldi stanziati dagli sponsor nella prima fase dei lavori vengono utilizzati soprattutto per finanziare le compagnie pubblicitarie e quelle che si occupano del merchandising vario, per pagare i diritti di copyright: questo vuol dire, però, che lo studio di animazione non possiede accesso ai diritti del prodotto che si appresta ad animare, e quindi non riceve nessun beneficio dalle vendite di mechandising, in senso stretto. È vero che le vendite di merchandising aiutano a finanziare progetti e a creare capitale per sponsorizzarne di nuovi, quindi anche a mantenere attivi i vari studi di produzione, ma che per certi versi questi devono investire ingenti fondi direttamente nella produzione. Fondi che non torneranno prima della messa in circolazione dei BluRay o dei DVD, che per legge devono uscire tre mesi dopo la prima messa in onda: su questo complesso meccanismo torneremo più avanti, tenete presente, inoltre, che lo studio di animazione, in quanto subordinato secondo contratto alle compagnie di diffusione (reti televisive perlopiù) non ha accesso ai diritti di copyright ma solamente al consenso di usare i vari elementi per produrre la serie anime. In pratica, comprare action figures, fumetti, poster, cd musicali.. tutto tranne i dischi contenenti gli episodi, aiuta quest’industria ma non direttamente lo studio di produzione. Questo meccanismo, che definirei infernale, vale per quasi il 90% delle produzioni animate.

Quanto paga lavorare come animatore?

Ma continuiamo con il nostro anime ipotetico, speranzosi che sia un successo… dopo aver ricevuto il consenso dell’autore, possono iniziare i lavori: il compito principale del regista è controllare tutte le fasi della realizzazione per far si che il risultato finale sia quanto più simile a quello promesso. È assurdo come, in qualche modo, le cose tendano ad andare male o a complicarsi nel corso della produzione, e ce lo confermano anche gli inciampi e le pubbliche ammende fatte da registi e studi famosi e rispettati; purtroppo, così come i mangaka, i produttori di anime hanno delle scadenze e devono consegnare i nastri contenenti gli episodi in tempo per la trasmissione (pare che ci siano stati casi di corse rocambolesche e consegne all’ultimo minuto di nastri completati giusto in tempo). Vi posso fare due esempi recentissimi: il diciottessimo episodio di Psycho-Pass, che per la scarsa qualità dei disegni e delle animazioni in alcuni punti il regista Shioya Naoyoshi ha sentito di dover fare le sue pubbliche scuse ai fan tramite Twitter; altro caso il quinto episodio di Shingeki no Kyojin, che è stato consegnato incompleto ad alcuni studi televisivi, seguito sempre da un appello su Twitter del regista mirato ad assumere staff per la serie. È innegabile che la produzione di questo anime abbia incontrato qualche problema, e che lo studio Production I.G. abbia dato il massimo per risolvere gli imprevisti incontrati: ne è la prova la puntata di ricapitolazione trasmessa. Oggigiorno questo tipo di episodi vengono prodotti sempre meno, e non è comune vederne per le serie composte da 25 episodi: si tratta di uno stratagemma utilizzato per guadagnare una settimana di tempo (l’assemblamento di una puntata di recap è un’operazione molto semplice). Tanti sono gli errori possibili che si possono riscontrare durante la realizzazione di un anime, alcuni di essi possono essere causati dalla negligenza delle persone che vi lavorano, e dei loro supervisori, altre volte possono essere problemi causati anche dai stretti tempi in cui si devono montare gli episodi (le scadenze, ricordate?), purtroppo, qualunque sia la causa se il prodotto che viene fuori è scadente a prendersene la responsabilità sarà il regista, il cui compito era proprio quello di dirigere e supervisionare tutto il lavoro. E negligenze gravi possono creare una macchia indelebile nel loro curriculum. I registi ci mettono la faccia, per questo tante volte fondano i loro studi di produzione, che tante volte, di fronte a pessimi lavori possono passare per innocenti utilizzando se stessi come capri espiatori. È anche per questo che, tra lo staff addetto alla produzione dell’anime, il regista è quello che viene pagato di più, anche se certe volte si limitano veramente solo alla supervisione.

Esempi di errori che non si notano subito…

Assumere un regista, oggi come oggi, significa tante cose: dovendo gestire i lavori in prima persona, le loro scelte in fatto di staff possono essere prioritarie. Mentre doppiatori e interpreti delle sigle televisive possono essere scelti in seguito a determinate dinamiche di casting che non staremo qui ad analizzare (sappiate però che nessuno studio ha la libertà di proporre liberamente a un doppiatore un contratto senza affrontare lotte interminabili con manager e pubblicitari vari), i registi hanno spesso sceneggiatori e animatori con cui hanno già lavorato e si trovano in perfetta armonia. Ci sono casi famosi, Hideaki Anno lavorò come animatore per Miyazaki, e la fiducia del secondo nel primo è tale che lo ha nominato come possibile candidato alla regia di un ipotetico sequel di Nausicaa; Shin Osuma della Silver Link, studio nato nel 2007 (e che vanta titoli come Baka to Test, Watamote e Kokoro Connect) era un assistente di Akiyuki Shinbo, regista visionario che si è occupato di Madoka e delle Monogatari; come nel mondo del fumetto, anche in quello dell’animazione è possibile tessere complicate tele di interconnessioni tra maestri e allievi, che a un certo punto si emancipano e iniziano a mettere in pratica quello che hanno appreso. A volte assumere uno sceneggiatore significa portarsi dietro anche il suo staff, poichè la produzione di alcuni episodi può procedere in parallelo e produrre due storyboard contemporaneamente non è un’operazione semplice: questi capi-sceneggiatori funzionano come supervisori mentre i loro collaboratori scrivono i vari episodi (spesso si dividono i compiti) ma certe volte è effettivamente possibile riscontrare il tocco di una persona inesperta, che con scelte fuori luogo ha alterato alcuni contenuti. I capo-sceneggiatori sono a volte così impegnati a tenere in piedi la visione d’insieme che rischiano di dover lasciar correre (le scadenze, sempre quelle) quando notano incongruenze, cose che il pubblico potrebbe attaccare come buchi di sceneggiatura o errori, quando sono troppo attaccati a una versione cartacea. L’animazione è una realtà con le sue complesse dinamiche, e non sempre è possibile fare le cose rimanendo fedeli alle opere di origine. Altre volte gli errori vengono fatti dallo staff che si occupa delle animazioni, dai coloristi, dai fonici… ce ne sono tantissimi, anche in serie di studi rispettabilissimi (me ne fece notare una Kirisuto in un anime Kyoto Animation poco tempo fa) perchè l’errore umano è sempre in agguato. Ne ho parlato tanto nella rubrica de Gli Inguardabili, ma credo si debba ricordare sempre che a volte esistono cause di forza maggiore che impediscono a uno studio di ricominciare la produzione di una scena da zero: ciò che non potrò perdonare mai, sia chiaro, sono gli errori di sceneggiatura.

Notare la porta.

A questo punto possiamo immaginare che la serie venga trasmessa… come ben sapete i lavori iniziano all’incirca 6 mesi prima (dipende quanto il progetto è grosso), se la serie viene rimandata è un sicuro danno economico: d’altronde sono altri soldi che dovranno essere spesi, e i ritardi non aiutano a mantenere una buona reputazione, per questo si preferisce rimandare solo quei prodotti che saranno sicuramente fonte di guadagni. Ma a questo punto, sebbene possano cominciare a circolare yen, come vi ho già spiegato lo studio di produzione non ne vede molti: i soldi cominceranno ad arrivare quando inizierà la distribuzione dei BlueRay (e dei DVD, ma è un mercato morente). Per quelle serie invece pensate appositamente per un pubblico più giovane (bambini per intenderci) a dare introiti sarà la vendita del merchandising prodotto e rilasciato insieme alla serie animata. Gli anime di Pokemon, Yu-gi-oh! e di tanti altri marchi famosi nel mondo della giocattoleria, non hanno incassi ingenti legati alla vendita di dischi bensì a quella dei prodotti dedicati. La compagnia che ha prodotto l’anime infatti potrebbe essere finanziata dall’azienda che detiene i diritti del giocattolo (e quindi subordinata anche a essa), che potrebbe essersi lanciata nel mondo dell’animazione in cerca di pubblicità. Lo studio, a meno che non si vedrà condividere parte degli introiti derivanti da queste vendite parallele, non vedrà uno yen fino all’uscita dei suddetti dischi… emittenti televisive? Se è vero che questi possono, per certi titoli pagare dai 150 ai 400 Euro per episodio, in caso di repliche o trasmissione su reti locali, non bisogna dimenticare che la Commissione Esecutiva ha preventivamente pagato la rete televisiva per riservare lo spazio per la trasmissione dell’episodio (e gli eventuali spot televisivi).

Immagini riciclate per risparmiare.

Il mercato del BluRay in Giappone è regolato da leggi che in quanto occidentali non ci è dato afferrare tanto facilmente, il costo di un singolo volume, che contiene di media due episodi (e quindi per le serie più brevi si tratta di comprarne sei o sette) è esorbitante: tra i 70 e i 100 Euro per le edizioni con contenuti aggiuntivi particolari. Questo vuol dire che una serie di tredici episodi (quindi sette volumi) venuta a costare allo studio di produzione un milione e mezzo di Euro, per permettere di andare in pari deve vendere all’incirca 21mila copie… 3mila copie per volume BlueRay. (In caso di serie lunghe sei mesi basta raddoppiare questi valori, si dovrebbero vendere sempre all’incirca 3mila copie a volume, ma nelle serie che durano due stagioni possono cambiare alcuni costi, come l’acquisto di spazi televisivi, spot e cartelloni pubblicitari, in seguito a flessioni nell’economia e cambiamenti del mercato; qui ci si dovrebbe infilare nelle dinamiche televisive, e non ho mai trovato troppe informazioni a riguardo). Questo vuol dire anche che all’incirca il 70% dei progetti di animazione chiude con un bilancio in attivo (basta controllare le classifiche vendite) considerando che il prezzo dei dischi rimane stabile per un periodo di due anni, tempo in cui una serie ha fruttato guadagni allo studio di produzione. Il prodotto infatti continua a vendere nel tempo sebbene meno rispetto alle prime settimane, e questi investitori si sono abituati a ragionare in modo abbastanza lungimirante sui loro investimenti. Ovviamente i primi soldi che arrivano non sono guadagno puro: prima bisogna ripagare tutte le persone che vi hanno lavorato, l’azienda che ha prodotto e distribuito i BD, rendere i soldi a eventuali sponsor che hanno aiutato nella raccolta dei fondi, l’autore o la casa che possiede i diritti anche si prendono una fetta… in pratica potremmo dire che Puella Magi Madoka Magica sta realmente fruttando denaro solo da qualche mese allo studio Shaft.

Eccovi un pò di dati vendita di alcune serie del 2012: Sword Art Online (20-25mila copie circa vendute a volume), Jojo The Animation 2012 (tra le 12-15mila copie circa a volume, che fa ben sperare per una prossima serie), Psycho Pass (tra le 5-6mila copie circa a volume) ma la vera gallina dalle uova d’oro si rivelò essere Girls Und Panzer, che vendeva anche 33mila copie a volume. Tenete presente che il primo volume vende sempre di più, probabilmente perchè molti decidono di “provare” il prodotto prima di acquistare tutta la serie. Il primo volume BluRay dell’anime del momento, Shingeki no Kyojin, stando ai dati attualmente in possesso ha venduto all’incirca 37mila copie nella prima settimana di uscita, quindi negli anni questo numero è destinato ad aumentare (credo si sia stabilizzato intorno a 44mila nella quinta settimana): leggere questi dati, settimana dopo settimana, potrebbe essere noioso ma per certi versi è uno dei modi migliori per scoprire con un certo anticipo quali serie hanno la possibilità di vedersi realizzato un sequel, o quali sono stati i prodotti più apprezzati dai fan giapponesi, poichè i dati di ascolto televisivo (e dei vari forum) forniscono valori pressochè inconsistenti (d’altronde, gli anime più visti sono One Piece, Detective Conan e svariati show per bambini di cui non conosco neppure la trama, e sono dati che per comprendere l’attuale mercato non mi aiutano molto). Come dicevo questo mercato ha delle leggi tutte sue: per quale ragione questi prodotti che vengono definiti come beni di lusso (e costano come tali) registrano tali vendite solo in Giappone? Le motivazioni sono diverse, e sono da ricercare soprattutto in quelle che sono precise dinamiche culturali giapponesi, ma le vedremo la prossima volta.

 

Commenti (5)

  1. Gran bell’articolo,come anche quello precedente. Continua cos� che � molto interessante.

  2. davvero interessante, ma dove si possono trovare queste classifiche di vendite?

    1. Io le seguo su Anime News Network, che le pubblica settimanalmente.

      1. Grazie mille 😉

  3. Mazza che bordello di prezzo! °_O Ora capisco anche qui qualche cosetta! XD
    Vabbé, sull’ animazione riciclata non spariamo sulla croce rossa. Negli anni 60 e 70 era la regola! XD
    Inutile. Questo disegno moderno mi sta veramente sulle balle. XD

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