L’Eremita porcello (approfondimento 2) – Sulle tracce di Naruto (16)

 Prima di partire con l’articolo, ho una notizia da darvi (viste le tante richieste): questa settimana torna la tripla recensione di Ciampax! Vi consiglio di non perderla.

Continuiamo ora con l’approfondimento sui tre ninja Leggendari della Foglia, partendo col primo focus singolo: parliamo come da titolo del grande Jiraya.

Nello scorso articolo ho notato che ci sono molte opinioni contrastanti, questo non può che farmi piacere e confermare una cosa: Jiraya è un personaggio incredibilmente ambiguo e particolare.
Per analizzarne la figura ovviamente conviene partire dalla sua infanzia e dalle sue esperienze con il Team Sarutobi. Nei vari flashback che vediamo, Jiraya si mostra estremamente simile a Naruto come ruolo nel gruppo, è l’elemento distrurbante che mina l’equilibrio del gruppo sia per abilità che per condotta: è il più debole del gruppo inizialmente, oltre ad essere il più immaturo.
Ci sono però delle sostanziali differenze con Naruto, sono queste a renderlo così interessante: Jiraya non ha un sogno particolare, non è mosso da un ideale nè dall’ambizione, agisce in modo spontaneo e libero da pregiudizio, è un ragazzino semplice.
Questo è il motivo princpale della sua grandezza: nella sua semplicità progredisce, si impegna in quello che trova giusto ogni volta che la vita gli mette di fronte un problema, più diventa abile più sente delle responsabilità, è proprio in gioventù che trova il suo scopo.

La vita di Jiraya cambia dal momento in cui il Saggio dei Rospi gli racconta della profezia, essa sarà costantemente impegnata nella ricerca. Chi debba trovare non gli è dato a sapere, ma lui sente comunque l’onere e l’onore di adempiere al suo destino e cercare, in questo trova un’obbiettivo e per questo motivo comincia il suo eterno viaggio, metafora della sua personalità spensierata: come la sua mente vaga alla ricerca di idee pazze o di un sollazzo passeggero, così il suo viaggio nel mondo lo porta a combattere nukenin pericolosi o ad indagare per il suo paese, missioni piuttosto serie e di una certa importanza.
Prima di continuare, vorrei riproporvi il pensieri che Jiraya esprime prima di morire: in poche righe prende coscienza di tutta la sua vita, è un momento catartico.

“Ho fallito? Nel mondo dei Ninja è più importante il modo in cui si muore che quello in cui si vive. Il valore dei ninja è determinato da che cosa hanno fatto prima di morire, non da come hanno vissuto la loro vita. Ora che ci penso, la mia vita è costellata di errori. Non sono mai riuscito a conquistare Tsunade.. non ho potuto fermare il mio amico.. nè proteggere il mio maestro ed il mio allievo. In confronto alle imprese realizzate dagli Hokage.. ciò che ho fatto in vita è insignificante. Avrei voluto morire come un Hokage. In un romanzo il finale decide tutto. Anche gli errori sono suggestivi! Ho sempre vissuto credendo che quelle dure prove mi facessero crescere.. e così facendo.. avrei compiuto un’impresa così importante da cancellare tutti i miei sbagli.. eppure è questo il mio finale?”

Il nostro Eremita si pone una domanda, proprio quella che ho cercato di introdurre nel precedente articolo: Jiraya ha fallito?
Non è facile rispondere, tanti fattori contribuiscono a dare una visione completamente positiva e vincente di questo personaggio (che non ho alcun dubbio a definire il mio preferito), ma vorrei cercare di essere quanto più obbiettivo, sdoppiando la domanda precedente: Jiraya era un fallito? Oppure ha fallito? Sono due domande ben distinte: la prima si riferisce al suo carattere ed alla sua indole, non solo alla sua giovinezza ma alla sua intera vita ed a tutte le sue esperienze personali; l’altra domanda si rivolge ad un preciso istante, o piuttosto al momento in cui si concretizza la sua esistenza ed il suo scopo ultimo.

Alla prima domanda io rispondo in modo affermativo, Jiraya come personaggio è un fallito. Lo dice lui stesso, le sue gesta sono indegne di un Hokage, guerrieri leggendari in grado di difendere da soli un intero paese (Hiruzen e Tsunade) oppure fondarlo (Hashirama), ninja che riescono ad opporsi ad intere squadre inseguitrici nemiche (Tobirama), a combattere alla pari contro un intero battaglione avversario o a fermare addirittura il più potente dei Cercoteri (Minato). Di fronte alla loro, la vita di Jiraya è effettivamente insignificante e piena di fallimenti.

Jiraya però è un personaggio che punta molto in alto nella sua semplicità: si è sempre trovato di fronte a dilemmi insormontabili ed obbiettivi impossibili. Il suo più grande sogno, un mondo di vera pace, sembrerebbe pura utopia, Nagato inizialmente non è stato intaccato da questa pia illusione. Però Ero-Sennin (Eremita Porcello, come era solito chiamarlo Naruto) ha perseguito questo ideale fino alla morte ed in questo non ha fallito: il suo lascito è germogliato, il suo sacrificio non è stato vano, la sua scommessa ha pagato. Possiamo dire che Jiraya ha salvato Konoha e forse il mondo intero: l’ha fatto in modo indiretto allenando e guidando Naruto e Nagato, l’ha fatto personalmente non esitando neppure di fronte a morte certa cercando di carpire il segreto di Pain, la sua perseveranza è stata un’eredità preziosa.
Penso di poter dire che Jiraya è stato un fallito tutta la vita, ma non ha fallito nel momento in cui essa si è decisa e questo ha senz’altro riabilitato un’intera esistenza di sconfitte.

Per finire l’approfondimento, vorrei segnalarvi alcuine tecniche comparse nel manga ma che non vengono spiegate se non nei databook ufficiali, davvero preziosi in questi casi.
Jiraya si dimostra uno dei personaggi più eclettici del manga, capace di usare di tutto, dal Taijutsu dei Rospi a Ninjutsu di Fuoco e Olio, fino allo sfruttare i Genjutsu di Fukasaku e Shima o le Kekkai sue e dei suoi rospi.

Barriera: prigione della rana zucca” (“Kekkai: Gama Hyoro”): con questa tecnica Jiraya evoca una piccola rana chiamata appunto “Rana Zucca” e viene risucchiato al suo interno assieme al nemico. Una volta nello stomaco dell’animale, gli acidi corrosivi attaccano l’avversario distruggendolo. Tutto l’ambiente viene controllato da Jiraiya. Questo è il rospo con cui Jiraya cattura ed invia alla Foglia il Regno Animale di Pain, che sarà poi analizzato da Shizune.

Fantoccio d’ombra della rana piatta” (“Gamadaira Kageayatsuri no Jutsu”): tecnica che permette di nascondersi nell’ombra di qualcuno e manovrarlo, lo stesso principio che regola il controllo dell’Ombra del clan Nara (probabilmente sono entrambe tecniche di “elemento Ombra”). La differenza sta proprio nel fatto che Jiraya scompare dentro l’ombra stessa senza apparentemente esporre alcun punto debole.

Tecnica del nascondiglio della rana” (“Gamagakure no Jutsu”): tecnica di infiltrazione che Jiraya utilizza per entrare nell’ipersorvegliato Paese della Pioggia (verrà localizzato solo grazie alla “Tecnica del controllo della pioggia” di Pain). Questo rospo nuotatore è in grado (probabilmente tramite delle abilità spaziotemporali) di ingoiare masse enormi rispetto alla propria e di nasconderne completamente il chakra. Jiraya utilizzarà questo rospo anche per inviare uno dei due ninja del Paese della Pioggia che aveva precedentemente catturato: questo consentirà a Inoichi di scoprire il collegamento tra Pain e Nagato.