L’Eremita porcello (approfondimento 2) – Sulle tracce di Naruto (16)

di bluclaudino 25

 Prima di partire con l’articolo, ho una notizia da darvi (viste le tante richieste): questa settimana torna la tripla recensione di Ciampax! Vi consiglio di non perderla.

Continuiamo ora con l’approfondimento sui tre ninja Leggendari della Foglia, partendo col primo focus singolo: parliamo come da titolo del grande Jiraya.

Nello scorso articolo ho notato che ci sono molte opinioni contrastanti, questo non può che farmi piacere e confermare una cosa: Jiraya è un personaggio incredibilmente ambiguo e particolare.
Per analizzarne la figura ovviamente conviene partire dalla sua infanzia e dalle sue esperienze con il Team Sarutobi. Nei vari flashback che vediamo, Jiraya si mostra estremamente simile a Naruto come ruolo nel gruppo, è l’elemento distrurbante che mina l’equilibrio del gruppo sia per abilità che per condotta: è il più debole del gruppo inizialmente, oltre ad essere il più immaturo.
Ci sono però delle sostanziali differenze con Naruto, sono queste a renderlo così interessante: Jiraya non ha un sogno particolare, non è mosso da un ideale nè dall’ambizione, agisce in modo spontaneo e libero da pregiudizio, è un ragazzino semplice.
Questo è il motivo princpale della sua grandezza: nella sua semplicità progredisce, si impegna in quello che trova giusto ogni volta che la vita gli mette di fronte un problema, più diventa abile più sente delle responsabilità, è proprio in gioventù che trova il suo scopo.

La vita di Jiraya cambia dal momento in cui il Saggio dei Rospi gli racconta della profezia, essa sarà costantemente impegnata nella ricerca. Chi debba trovare non gli è dato a sapere, ma lui sente comunque l’onere e l’onore di adempiere al suo destino e cercare, in questo trova un’obbiettivo e per questo motivo comincia il suo eterno viaggio, metafora della sua personalità spensierata: come la sua mente vaga alla ricerca di idee pazze o di un sollazzo passeggero, così il suo viaggio nel mondo lo porta a combattere nukenin pericolosi o ad indagare per il suo paese, missioni piuttosto serie e di una certa importanza.
Prima di continuare, vorrei riproporvi il pensieri che Jiraya esprime prima di morire: in poche righe prende coscienza di tutta la sua vita, è un momento catartico.

“Ho fallito? Nel mondo dei Ninja è più importante il modo in cui si muore che quello in cui si vive. Il valore dei ninja è determinato da che cosa hanno fatto prima di morire, non da come hanno vissuto la loro vita. Ora che ci penso, la mia vita è costellata di errori. Non sono mai riuscito a conquistare Tsunade.. non ho potuto fermare il mio amico.. nè proteggere il mio maestro ed il mio allievo. In confronto alle imprese realizzate dagli Hokage.. ciò che ho fatto in vita è insignificante. Avrei voluto morire come un Hokage. In un romanzo il finale decide tutto. Anche gli errori sono suggestivi! Ho sempre vissuto credendo che quelle dure prove mi facessero crescere.. e così facendo.. avrei compiuto un’impresa così importante da cancellare tutti i miei sbagli.. eppure è questo il mio finale?”

Il nostro Eremita si pone una domanda, proprio quella che ho cercato di introdurre nel precedente articolo: Jiraya ha fallito?
Non è facile rispondere, tanti fattori contribuiscono a dare una visione completamente positiva e vincente di questo personaggio (che non ho alcun dubbio a definire il mio preferito), ma vorrei cercare di essere quanto più obbiettivo, sdoppiando la domanda precedente: Jiraya era un fallito? Oppure ha fallito? Sono due domande ben distinte: la prima si riferisce al suo carattere ed alla sua indole, non solo alla sua giovinezza ma alla sua intera vita ed a tutte le sue esperienze personali; l’altra domanda si rivolge ad un preciso istante, o piuttosto al momento in cui si concretizza la sua esistenza ed il suo scopo ultimo.

Alla prima domanda io rispondo in modo affermativo, Jiraya come personaggio è un fallito. Lo dice lui stesso, le sue gesta sono indegne di un Hokage, guerrieri leggendari in grado di difendere da soli un intero paese (Hiruzen e Tsunade) oppure fondarlo (Hashirama), ninja che riescono ad opporsi ad intere squadre inseguitrici nemiche (Tobirama), a combattere alla pari contro un intero battaglione avversario o a fermare addirittura il più potente dei Cercoteri (Minato). Di fronte alla loro, la vita di Jiraya è effettivamente insignificante e piena di fallimenti.

Jiraya però è un personaggio che punta molto in alto nella sua semplicità: si è sempre trovato di fronte a dilemmi insormontabili ed obbiettivi impossibili. Il suo più grande sogno, un mondo di vera pace, sembrerebbe pura utopia, Nagato inizialmente non è stato intaccato da questa pia illusione. Però Ero-Sennin (Eremita Porcello, come era solito chiamarlo Naruto) ha perseguito questo ideale fino alla morte ed in questo non ha fallito: il suo lascito è germogliato, il suo sacrificio non è stato vano, la sua scommessa ha pagato. Possiamo dire che Jiraya ha salvato Konoha e forse il mondo intero: l’ha fatto in modo indiretto allenando e guidando Naruto e Nagato, l’ha fatto personalmente non esitando neppure di fronte a morte certa cercando di carpire il segreto di Pain, la sua perseveranza è stata un’eredità preziosa.
Penso di poter dire che Jiraya è stato un fallito tutta la vita, ma non ha fallito nel momento in cui essa si è decisa e questo ha senz’altro riabilitato un’intera esistenza di sconfitte.

Per finire l’approfondimento, vorrei segnalarvi alcuine tecniche comparse nel manga ma che non vengono spiegate se non nei databook ufficiali, davvero preziosi in questi casi.
Jiraya si dimostra uno dei personaggi più eclettici del manga, capace di usare di tutto, dal Taijutsu dei Rospi a Ninjutsu di Fuoco e Olio, fino allo sfruttare i Genjutsu di Fukasaku e Shima o le Kekkai sue e dei suoi rospi.

Barriera: prigione della rana zucca” (“Kekkai: Gama Hyoro”): con questa tecnica Jiraya evoca una piccola rana chiamata appunto “Rana Zucca” e viene risucchiato al suo interno assieme al nemico. Una volta nello stomaco dell’animale, gli acidi corrosivi attaccano l’avversario distruggendolo. Tutto l’ambiente viene controllato da Jiraiya. Questo è il rospo con cui Jiraya cattura ed invia alla Foglia il Regno Animale di Pain, che sarà poi analizzato da Shizune.

Fantoccio d’ombra della rana piatta” (“Gamadaira Kageayatsuri no Jutsu”): tecnica che permette di nascondersi nell’ombra di qualcuno e manovrarlo, lo stesso principio che regola il controllo dell’Ombra del clan Nara (probabilmente sono entrambe tecniche di “elemento Ombra”). La differenza sta proprio nel fatto che Jiraya scompare dentro l’ombra stessa senza apparentemente esporre alcun punto debole.

Tecnica del nascondiglio della rana” (“Gamagakure no Jutsu”): tecnica di infiltrazione che Jiraya utilizza per entrare nell’ipersorvegliato Paese della Pioggia (verrà localizzato solo grazie alla “Tecnica del controllo della pioggia” di Pain). Questo rospo nuotatore è in grado (probabilmente tramite delle abilità spaziotemporali) di ingoiare masse enormi rispetto alla propria e di nasconderne completamente il chakra. Jiraya utilizzarà questo rospo anche per inviare uno dei due ninja del Paese della Pioggia che aveva precedentemente catturato: questo consentirà a Inoichi di scoprire il collegamento tra Pain e Nagato.

Commenti (25)

  1. Grande blu, ti meriti un 10 solo per il titolo ahah
    Apparte gli scherzi, bell’inquadratura del personaggio che anche secondo me � un fallito ma non ha fallito nell’adempiere alla sua missione.

  2. naruto ha un grande pregio secondo me, quello di far emozionare come pochi…e l’ultimo istante di vita di jiraya(per me) ha raggiunto una delle vette pi� alte

    �Ho fallito? Nel mondo dei Ninja � pi� importante il modo in cui si muore che quello in cui si vive. Il valore dei ninja � determinato da che cosa hanno fatto prima di morire, non da come hanno vissuto la loro vita. Ora che ci penso, la mia vita � costellata di errori. Non sono mai riuscito a conquistare Tsunade.. non ho potuto fermare il mio amico.. n� proteggere il mio maestro ed il mio allievo. In confronto alle imprese realizzate dagli Hokage.. ci� che ho fatto in vita � insignificante. Avrei voluto morire come un Hokage. In un romanzo il finale decide tutto. Anche gli errori sono suggestivi! Ho sempre vissuto credendo che quelle dure prove mi facessero crescere.. e cos� facendo.. avrei compiuto un�impresa cos� importante da cancellare tutti i miei sbagli.. eppure � questo il mio finale?�

    :cwy: :cwy:

    Bell’articolo Blu :biggrin:

    1. Vuoi mettere la frase che dice prima di morire, anzi, quando il suo cuore riprende a battere dopo che era gi� morto: “Non arrendermi… Era questa la vera scelta che dovevo fare!”? Ogni volta che la rileggo… :cwy:

  3. Ottimo articolo, soprattutto la prima parte e relativo finale :biggrin:
    “Penso di poter dire che Jiraya � stato un fallito tutta la vita, ma non ha fallito nel momento in cui essa si � decisa”: un riassunto perfetto 😉

  4. Uno dei pochi personaggi di Naruto, peccato che quella *** della profezia abbia rovinato tutto.

  5. Bell’analisi del personaggio di Jiraiya. Verissimo, per tutta la vita � stato un fallito (anche se era comunque uno dei pi� forti ninja esistenti) perch� non ha compiuto alcuna impresa eroica, mentre con ci� che compie al momento della morte riesce a salvare il mondo dei ninja e, sono convinto, anche a cambiarlo affidando a Naruto questo compito, il quale riuscir� a portavi la pace che Jiraiya sperava di vedere! Forse per� in questo si pu� dire che abbia “vinto” contro Orochimaru: questo � stato “ucciso” dal suo allievo che se n’� servito per diventare pi� forte quando era proprio Orochimaru a volersi solo servire di Sasuke, mentre Jiraiya al suo allievo ha affidato il futuro e si � sacrificato con la certezza che avrebbe continuato da dove lui ha lasciato… Ed a questo proposito non vedo l’ora dell’articolo incentrato su Orochimaru 🙂

    1. Quoto, avevo espresso lo stesso pensiero nello scorso articolo. Nel “rapporto” con i propri discepoli Orociok ha fallito di brutto, essendo alla fine vittima del suo stesso servirsi degli altri per i propri scopi, con Sasukkio che lo uccide, mentre Jiraya ha trasmesso i propri ideali a Naruto e alla fine anche a Nagato, anche se solo alla fine se ne � reso conto. Ecco dove sta il trionfo di Jiraya, ed il fallimento di Orociok. Mettiamoci pure che Jiraya sar� sempre ricordato da tutti come un personaggio che si sacrifica per un bene superiore, mentre Orociok � odiato da tutti, anche da Kabuto che volendo poteva riportarlo in vita (alla luce di quanto abbiamo appreso negli ultimi capitoli) ma non l’ha fatto. Pi� fallimento di cosi :tongue:

      1. Va anche detto che Orochimaru non voleva trasmettere niente. Voleva allevare i ninja solo perch� essi diventassero degni di essere i suoi corpi o per i suoi esperimenti. Non inculchi niente ad una cavia

      2. Si, ma intendevo che ha fallito nel suo scopo principale, cio� impossersarsi di Sasukkio, anzi alla fine � Sasukkio che lo usa e lo sfrutta esattamente come voleva fare lui con Sasukkio. Insomma beffato da Sasukkio… Non pu� esistere beffa pi� grande :biggrin:

      3. Sinceramente, Orochimaru era uno dei migliori cattivi, Kishi l’ ha propio ridotto malissimo.

      4. Rallegrati, perch� adesso � tornato in vita in modo assurdo :sick:

      5. Purtroppo ningen non sei iscritto sul forum (vero?) perch� li abbiamo analizzato e capito benissimo la situazione, e Kishi ha mantenuto coerenza con quanto fatto in precedenza.. oltre a citare altre celebri “resurrezioni” 😉

      6. Una volta se non sbaglio ero iscritto (parliamo del vecchio sito), ma per pigrizia non ho mai visto se l’iscrizione � ancora valida, o no (suppongo di no) :biggrin:
        Cmq sar� coerente quanto volete (ammesso che sia coerente…), ma questa trovata di Kishimoto non l’ho gradita ugualmente. Un p� di tempo fa ne avevamo pure parlato, se ti ricordi, di una possibile resurrezione di Orociok. Alla fine i serpenteli scampati all’amaterasu che avevi ipotizzato non c’entravano nulla :biggrin: , anche se onestamente era una trovata migliore di questa usata da Kishimoto imho. Boh io rimango perplesso, ma non solo per questo, ma anche per altre trovate un p� fastidiose…
        A quali celebri resurrezioni ti riferisci?

      7. Quella pi� evidente � la resurrezione di Voldemort.. il suo vecchio “allievo” prende un pezzo del suo corpo e lo utilizza come carne su cui richiamare la sua anima..
        La citazione pi� velata ma pi� profonda � al Buddhismo.. Pi� che Resurrezione o Reincarnazione, sarebbe [ed �] una rinascita, da uno dei tanti “semi” che egli ha seminato in vita.. Nel Buddhismo c’� qualcosa di molto simile relativo alla rinascita ed al karma (prova a leggere qualcosa, ma su Wikipedia � spiegato in modo abbastanza osceno, io ho un libricino sul Buddhismo molto carino, si chiama “La Via del Buddha nella tradizione tibetana”.. devo ancora finirlo XD).
        In questo caso ovviamente il tutto � trasposto in un manga ma il messaggio � abbastanza chiaro secondo me: Orochimaru rinasce da uno dei “segni” che ha lasciato in vita, tutti i segni hanno la sua personalit� e tutti sono in grado di ospitare la sua anima, ma tutti hanno la sua coscienza passata.
        Secondo me Kishi non deve nemmeno giustificare questa cosa: ricordo Anko che nella foresta della morte sente la presenza di Orochimaru tramite il segno (similmente agli Horcrux nei film di HP che per�, mi dicono, nei libri non hanno questo comportamento), Sakon dice a Sasuke che il segno si mangia la tua personalit�.. Secondo me, semplicemente, quando Orochimaru marchia qualcuno col segno maledetto trasferisce in esso un po’ del suo chakra Eremitico e della sua personalit� (come fanno Minato e Kushina con Naruto prima di morire) e questo chakra, come un cancro, cerca di divorare l’anima dell’ospite.. Sasuke e Juugo hanno semplicemente usato la “carne” di Orochimaru (attaccata a Kabuto) come tramite per trasmigrare l’anima di Orochimaru..

        Ok, capisco che non si capir� niente, ma ti assicuro che a me sembra tutto chiaro ^^: un entrata in scena in grande stile sarebbe stata pi� spettacolare e sicuramente pi� facile, ma sinceramente anche meno elegante.. io ho trovato molto bella la “compostezza” della sua rinascita 😉

      8. Voldemort? Non c’� da stupirsi allora perch� non abbia colto la citazione, visto che odio Harry potter :biggrin: Per me rimane una forzatura, e tutto il discorso sulla spada Totsuka e tutto il resto dove lo mettiamo? Ti giuro che quando Sasukkio ha detto che voleva incontrare Orociok mi aspettavo che trovasse una specie di esperimento fatto da Kabuto col DNA del famoso serpentello scappato (sempre che sia realmente scappato a questo punto :tongue: ), quindi una specie di mostrillo con la coscienza di Orociok, dentro una grande teca di vetro (e non sto scherzando). Sarebbe stata sempre una forzatura ma l’avrei gradita di pi�
        Ps Ora sono reiscritto al forum.

  6. Bell’articolo complimenti davvero mi � davvero piaciuta la parte sul fatto che il personaggio pu� essere considerato un fallito, ottimo il modo in cui lo hai analizzato :w00t: OT Finalmente gli articoli di Ciampax tornano 😆

  7. Ben fatto blu, ottimo articolo, per un grande personaggio come Jiraya. Come avevo gi� detto lo scorso articolo lo scontro tra Jiraya e Pain lo considero uno dei vertici del manga. Scontro emozionante fino alla fine, con molta tattica, che spesso invece manca ad altri scontri anche prestigiosi, e un finale commuovente come pochi, anzi posso dire che � il pi� commuovente di tutto il manga :cwy:
    Jiraya grande personaggio c’� poco da fare…

  8. Bell’articolo. Sopratutto per quanto riguarda la differenza tra l’essere un fallito e l’aver fallito. Complimenti :cheerful:

  9. Non sono d’accordo sul fatto che abbia allevato bene Nagato. Okay, gli ha fatto il sermone sulla pace nel mondo e ha riposto fiducia in lui (perch� proprio Nagato poi, perch� aveva il rinnegan?)… e poi lo lascia abbandonato a s� stesso dopo avergli insegnato solo tecniche basilari. Perch� non se lo � portato dietro? Era solo un bambino, poteva fare lo sforzo di guidarlo almeno fino alla maggiore et� :ninja:

    Quoto Duke Francis riguardo la faccenda della profezia: va bene che -come si dice nell’articolo- Jiraiya non aveva uno scopo nella vita e quello che il vecchio rospo gli ha consigliato gli andava bene, ma la sua eccessiva fiducia nella profezia lo ha portato a commettere leggerezze imperdonabili!

    Capitolo 541, Raikage vs Naruto. Qui si scopre il motivo per cui il Raikage non prendeva sul serio le parole di Naruto e Minato: perch� aveva sentito da Jiraiya che Minato doveva essere “il bambino prescelto” e “il salvatore del mondo”, ma quando Minato � morto nel tentativo di fermare la volpe il Raikage � rimasto deluso e quindi ha smesso di credere in queste favole( non mi sto inventando niente, guardate http://www.narutobase.net/manga/Naruto/541/9 )

    Insomma alla fine Jiraiya ha creato pi� ostacoli che agevolazioni :whistle:

  10. Forse il migliore articolo mai letto in questo sito… Jiraiya � il perno di Naruto, qualunque cosa raggiunger� Naruto in futuro essa sar� sempre merito primo di Jiraiya, colui che ha cambiato il mondo.

  11. Innanzitutto voglio farti i complimenti per l’articolo, sia per come � sviluppato che per le questioni che ha sollevato. Il fatto che si sia d’accordo o meno sulle conclusioni non � importante ai fini della valutazione, almeno per quanto mi riguarda.

    Sulla questione centrale, ovvero Jiraya � / ha fallito, la penso in maniera diametralmente opposta alla tua, eppure utilizzerei delle argomentazioni molto simili alle tue. Cerco comunque di spiegarti perch�.
    Parto dalla tua definizione, sulla quale sono parzialmente d’accordo: “essere un fallito” � un’espressione che fa riferimento al carattere e all’indole, mentre “avere fallito” fa riferimento ad un preciso istante della propria vita. Aggiungerei che l’ “avere fallito” � un qualcosa che pu� riguardare molteplici episodi della propria esistenza, non necessariamente uno. In parole povere, l’ “essere un fallito” fa riferimento, appunto, a ci� che si �, quindi � una condizione indipendente dall’esito delle proprie azioni, al netto dell’influenza che questo esito pu� avere sulla propria personalit�. L’ “avere fallito”, invece, fa esattamente riferimento a ci� che si fa, e l’unico giudice di questa verit� non pu� che essere l’esito stesso delle proprie azioni.

    Questa distinzione per� � incompleta, e la dimostrazione la si pu� avere rispondendo a questa domanda: una persona che fallisce TUTTI gli obiettivi che si � posta, non rinunciando mai, per�, a battersi come un leone e a dare il sangue per ci� in cui crede, pu� essere definita “un fallito”? Oppure � semplicemente una persona che HA fallito, molteplici volte, d’accordo, ma mostrando comunque un’indole che di certo non pu� essere associata a quella parola? Riformulo la domanda in altro modo, per riagganciarmi alla distinzione iniziale: l’ “essere un fallito” � una condizione totalmente indipendente dalle conseguenze delle proprie azioni? Oppure c’� un punto in cui le due cose sono legate?

    Io credo che le due cose siano legate. Un individuo che fallisce tutti gli obiettivi che si � posto nella propria vita � un fallito, indipendentemente dall’indole o dal carattere con i quali li ha affrontati: in altre parole, indipendentemente da ci� che �. In questo mio ragionamento c’� un’apparente incongruenza: prima ho detto che “essere un fallito” � un qualcosa che fa riferimento a ci� che si �, sposando, anche se parzialmente, la tua tesi; ora ho detto che “essere un fallito” � un qualcosa che pu� essere indipendente da ci� che si �. Come si conciliano le due cose?

    Io credo che per oltrepassare il limite che c’� tra l’essere un fallito e il non esserlo sia sufficiente una singola azione: puoi aver fallito tutti gli obiettivi della tua vita tranne uno, ma se il PESO di quell’unico obiettivo che hai raggiunto � talmente grande da oscurare i numerosi fallimenti non si pu� essere definiti come “falliti”. Ed il peso di un’azione � tanto pi� grande quanto pi� 1) � coerente con i principi di chi ha compiuto quell’azione; 2) � in grado di esaltare i valori che ne hanno ispirato la realizzazione, valori che possono essere esaltati a tal punto da essere addirittura trasmessi anche ad altre persone, ad esempio i propri allievi, e diventare la loro stella polare. Leggendo tra le righe � proprio questo il pensiero di Jiraya nel momento in cui afferma che, per un ninja, � pi� importante il modo in cui si muore che il modo in cui si vive: il peso di quel singolo momento pu� essere talmente grande da rendere insignificanti tutti i pesi che ci sono nell’altro piatto della bilancia e che si sono accumulati nell’arco di una vita.

    E’ questo secondo me il fattore determinante nel definire una persona fallita o meno: metti le azioni della sua vita sui due piatti della bilancia, quello del fallimento e quello della realizzazione, e vedi, alla fine, da che parte la bilancia pende. In generale, credo sia ragionevole dare una definizione solo quando la bilancia pende decisamente da un lato (per ricollegarmi al discorso di prima, se una persona fallisce sempre i pesi vanno tutti su un piatto, indipendentemente da quali siano gli ideali, i principi, l’indole ecc. Quindi una persona che HA sempre fallito �, tautologicamente, una persona fallita).
    Ovviamente si tratta di una semplificazione che non tiene conto di molti altri fattori (in primis la percezione che si pu� avere all’esterno di un fallimento o di una riuscita), ma credo che renda abbastanza l’idea.

    Quindi Jiraya � un fallito che ha compiuto un grande gesto o un grande che ha fallito molte volte?

    Rispondo brevemente cos�: io penso che Jiraya possa AVERE fallito nel conquistare Tsunade, nel proteggere Hiruzen, nell’aiutare Orochimaru e nell’indirizzare Nagato (soprattutto queste ultime due), ma “ha perseguito il suo ideale fino alla morte”, “il suo lascito � germogliato” ed “ha salvato Konoha e forse il mondo intero”.
    Uso le tue stesse parole per farti capire come, nel caso di Jiraya, credo che la bilancia penda da un lato, e lo faccia in maniera anche piuttosto marcata 🙂

    1. Sono contento che ci siano opinioni discordanti, � il bello di questo personaggio ed io volevo proprio dare l’input per le vostre considerazioni 😉
      La discordanza tra la mia opinione e la tua � l’idea differente che abbiamo sulla riabilitazione del personaggio.

      – Secondo me una sola azione non pu� riscattare un personaggio: il suo carattere, il suo modo d’essere, queste sono innate e non si possono cambiare. Jiraya dimostra di non avere il piglio del capo ed il carisma del vincente. Al contrario, pu� essere rivalutata la considerazione per le sue azioni, che restano fallimentari ma bilanciate da un unico grande gesto.

      – Secondo te una singola, grande azione non riesce a recuperare/bilanciare la credibilit� di tutte le altre, mentre al contrario redime l’uomo. Diciamo che la tua � una versione pi� “cristiana”, la promessa sincera [ed in punto di morte] che salva l’anima. Non so l’hai pensata in questo modo :p Io non sono molto favorevole ad una cosa simile, altrimenti tutte le sconfitte che ha subito non avrebbero il potente significato che secondo me (e forse anche secondo Kishi viste le parole di Jiraya) possiedono.

      Io preferisco un fallito che vince una volta sola ma in grande stile. Tu preferisci un vincente che perde per tutta la vita.
      Sono due visioni opposte ed egualmente valide 🙂 Chiss� cos’aveva in mente Kishi..

      Paradossalmente, le nostre opinioni potrebbero essere vere entrambe: se [come dici tu] le azioni riabilitano l’uomo, ma esse sono lo specchio di ci� che una persona � [come dico io], allora Jiraya potrebbe essere stato un vincente che si � dovuto trovare di fronte l’ostacolo pi� duro per potersi finalmente affermare come tale.

  12. io non ho capito una cosa, perche orocibuto non lo resuscita?

  13. ➡ #22 bluclaudino

    Beh Jiraya � un personaggio di grandissimo spessore, e se ci sono discussioni di questo tipo secondo me � segno che il mangaka � stato veramente bravo nel costruirlo (e che l’articolo sul personaggio � ben riuscito, perch� no :-D)

    Il fatto che una determinata azione venga compiuta in punto di morte secondo me non � affatto decisivo: quell’ “unico gesto” di cui parlavo pu� essere compiuto in una qualunque fase della propria vita ed avere un peso tale da far passare in secondo piano fallimenti passati e, guardando tutto a posteriori, futuri. Io non attribuisco all’ultimo gesto un peso intrinsecamente maggiore rispetto agli altri; ne riconosco per� la peculiarit�, perch� � la volont� di definire il significato della vita che sta per concludersi, e di lasciarne una testimonianza, a diventare il motore pi� potente della propria azione. Questo pu� accadere anche in altri momenti della propria vita, non c’� dubbio, ma in punto di morte � molto difficile che accada diversamente. (Ovviamente a patto che si sia coscienti che l’azione che si sta per compiere sia l’ultima – ma non c’� bisogno di specificarlo, nei manga succede sempre. Te l’immagini Madara che muore per un ictus??? :mrgreen: – ).
    Se l’ultimo atto diventa il pi� importante non � perch� � l’ultimo, ma perch� chi lo compie, sapendo che � l’ultimo, decide di farne l’emblema della propria esistenza. Per questo motivo penso che l’ultimo gesto sia molto pi� emblematico di ci� che si � piuttosto di ci� che si � fatto; e quindi un’eventuale rivalutazione (non redenzione, sono ateo 🙂 ) conseguente non pu� che riguardare la persona, piuttosto che le sue azioni.

    Che poi, come dici tu (ma lo dico anche io! :-P) le azioni siano lo specchio della persona che le compie � indubbio.

    Sull’ultimo paragrafo sono d’accordo, riassume abbastanza fedelmente il mio pensiero: se il tuo ideale pi� grande � la pace � inevitabile andare incontro ad una serie di fallimenti. Questo non fa di te un fallito, almeno non nel momento in cui il tuo ideale viene raggiunto e/o tramandato.

    PS: per completare l’ultimo argomento ti faccio un’osservazione un po’ generica ma che in linea di principio ritengo valida, ci possono essere delle eccezioni ma l’esempio di Jiraya non rientra tra queste: sai secondo me dove sta la differenza tra un perdente che vince una volta ed un vincente che perde sempre tranne che in un caso? Sta proprio nell’ideale. Sta negli ambiti in cui ottieni le sconfitte o la vittoria. Se vinci realizzando quello che per te � l’ideale pi� grande, le altre sono sconfitte secondarie, seppur dolorosissime e importanti. Su questo credo che siamo d’accordo: Jiraya non avrebbe mai barattato la pace del mondo ninja per la redenzione di Orochimaru o l’amore (???) di Tsunade 🙂

    1. La conclusione pi� ovvia a cui siamo arrivati �: Kishi ha volontariamente (ed evidentemente) dipinto Jiraya come un fallito per poi fanre risaltare tutte le contraddizioni nel momento in cui il suo disegno di compie ed in cui vince per davvero.

      Resta il fatto che in Naruto si � sempre dato grande peso alle azioni in punto di morte (lo dice anche Jiraya nel suo requiem): Itachi che muore nel sacrificio pi� totale e devastante (salvo poi avere una seconda chance), Kisame che si suicida per il suo “sogno”, Hiruzen, Minato.. Sono in tanti ad essere morti per il proprio ideale.. La differenza sta nel loro background: tutti questi avevano dimostrato indubbie qualit�, erano dei vincenti assoluti senza alcun dubbio.
      Jiraya invece � costantemente raffigurato come una persona che non � in grado di soddisfare le proprie ambizioni, questo per un solo motivo: non ha mai avuto l’occasione di realizzare il suo sogno (che viene “scoperto” non in giovent� ma maturando proprio grazie alle sconfitte), che � imparagonabile a quello di chiunque altro, nemmeno Naruto eguaglia le sue aspirazioni. Questa occasione l’ha sfruttata quandi gli si � posta, se vogliamo ha vinto il 100% delle battaglie che ha “voluto” davvero. Ci� non toglie che le altre le ha perse miseramente, probabilmente solo perch� la sua ambizione in quei casi non era matura (e con questo, non voglio assolutamente dire che se avesse avuto l’opportunit� di dare la propria vita per Minato non l’avrebbe data).

      “Il segreto � come si muore” diceva Dan Brown (nell’unica frase che mi � rimasta impressa de “Il simbolo perduto” XD) e io concordo con questa banale (ma non per questo meno calzante) frase..

      P.s. riguardo il tuo p.s. devo farti un appunto: quale differenza c’� tra un perdente che vince una volta sola nella vita, o un vincente che perde sempre tranne un’unica volta? Sono la stessa cosa XD Solo che un vincente, per definizione, non pu� perdere sempre tranne una volta 😉 ..� per questo che ho definito Jiraya come un fallito, non perch� lo sia “volontariamente” o per propri demeriti, ma solo perch� non ha trovato stimoli sufficienti che lo spingessero a dare tutto per qualcosa: dalla pi� semplice delle menti, il pi� semplice e quindi apparentemente irrealizzabile dei sogni.
      Questo � il vero paradosso di Jiraya secondo me: Orochimaru per quanto ambizioso e lungimirante non potr� mai eguagliare le impossibili aspirazioni di Jiraya, e per questo bench� sia un vincente non potr� mai realizzarsi e quindi fallir� miseramente e ripetutamente (come � successo fin’ora).

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