Oreimo 2 – l’analisi della conclusione

di Regola 11

 

Tra moglie e marito non mettere il dito” dicono in molti, riferendosi spesso a coppie di persone che non sono sposate, ma che insieme starebbero benissimo. Ma il matrimonio non c’entra niente, siamo qui a parlare della fine di Oreimo, uno dei seinen romantici, di stampo harem, di maggior successo degli ultimi anni: è finita la novel, è finito l’anime, manca solo un piccolo paragrafo che verrà distribuito insieme al primo volume Blu-ray, ma è possibile calare il sipario in modo definitivo. E se mi sono convinto ad affrontare la serie anche io dopo che Kirisuto ha recensito la seconda serie e parlato molto della prima è probabilmente dovuto a una necessità di esprimere una riflessione, e chiarire un’opinione (nel tipico linguaggio prolisso che mi contraddistingue).

Non sono un fan di Oreimo: se dovessi indicare una serie degli ultimi anni di questo genere di cui sono appassionato, sceglierei le Monogatari, poi forse Haganai (la cui seconda serie mi ha veramente colto alla sprovvista). Il mio primo incontro con Oreimo non è stato dei migliori, ero spiazzato da alcuni elementi, e abbandonai la serie per tornarci durante la trasmissione della seconda, dopo essere stato influenzato da Kirisuto. Poi mi sono “appassionato” all’intreccio, ai personaggi… ma episodio dopo episodio mi sentivo nei confronti della storia nel modo possibile solo a quelle persone che hanno una sorella minore: diamine, mi dissi, perchè riesco perfettamente a capire come si sente Kyosuke ad avere una sorellina indisponente come Kirino?! Per essere una storia frutto di fantasia poi, l’intreccio mi è sembrato esageratamente verosimile in alcuni punti, e quindi mi sono associato ad altri che ragionavano e speculavano sul finale. Il finale è esattamente quello che doveva essere, benvenuti nel mondo degli harem, dei finali aperti, dei protagonisti indecisi o inconcludenti. I giapponesi non sanno terminare le loro storie (di norma), l’ho imparato a mie spese in questi anni, ed è forse per questo che riesco a prendere le cose con un pò più di filosofia. Eppure tante persone a litigare, infiammare forum e chat con discussioni su incesti, presunte e reali responsabilità, o lamentele perchè dopo tutti questi anni ci si è sentiti presi in giro. Diamine, penso che la metà dei fan di Oreimo lo seguissero per vedere come si sviluppava il rapporto tra Kirino e Kyosuke, ed arrivati alla fine, quando finalmente l’autore decide di dare ai suoi fan quello che vogliono senza sapere di volerlo, ecco che prendono vita polemiche. Dannate polemiche.

Si, Monogatari.

Perchè tutti abbiamo pensato al peggio, durante le ultime battute, come penso alcuni siano stati rassicurati dalla rivelazione degli ultimi cinque minuti: certe volte è veramente uno scherzo, ed è possibile rilassarsi perchè non è stato realmente toccato il tema scottante che tanto ci spaventa, perchè in grado di far tremare le fondamenta stesse della nostra cultura: l’incesto. Si tratta di uno dei temi più difficili da affrontare in ogni ambito;  penso inoltre che la parole di Manami siano le più adatte e attinenti per descriverlo; quando qualcosa può turbare a tal punto il nostro essere non è sbagliato condannare, ma se le connotazioni culturali influenzano profondamente il modo di vivere e vedere il mondo è anche vero che è difficile con i nostri canoni morali (storicamente differenti da quelli orientali) approcciarci con facilità ad Oreimo.

I Giapponesi hanno una cultura diversa, e sebbene condannino anche loro questi comportamenti è vero che esistono i cosiddetti “siscon“, persone che provano attrazione per una o più sorelle (reali o no) che può essere, ma non necessariamente, anche di natura sessuale. Si tratta comunque di persone che nella maggior parte dei casi non toccherebbero con un dito le loro sorelle reali: in Giappone è molto forte il sentimento privato delle proprie perversioni, e i rischi che questi corrono rivelando la propria natura possono essere anche più gravi di quelli affrontati in occidente, dove per certe cose (meno per altre) abbiamo una mentalità più “aperta“. Ma mentre in Giappone il fenomeno dei siscon viene additato e attaccato, usato da non-giapponesi per indicare quanto “malata” sia quella cultura, ricordo che tali misfatti sono più comuni da noi di quanto si possa immaginare… certo, molto meno comuni di quanto potevano esserlo una quarantina di anni fa, quando il nostro paese era ancora ancorato a canoni culturali tipici di società agricole. E non possiamo sapere esattamente quanto comuni perchè nella maggior parte dei casi sono violenze, crimini contro l’individuo e la società, che vengono taciuti e non denunciati (io sono andato a parlare, e spettegolare, con un pò di persone avanti negli anni per farmi un’idea). Ma torniamo a Oreimo.

E non dimentichiamo la parte degli eroge…

Per me Oreimo è la storia di quattro imbecilli e una povera vittima. Gli imbecilli sono Kyousuke, Kirino, Kuroneko e Manami, mentre la povera vittima è Ayase; gli altri personaggi hanno un ruolo pressochè periferico nella trama, oppure sono abbastanza furbi da tenersi fuori da una situazione che fin dalle sue premesse non promette nulla di buono. Se poi vogliamo essere sintetici, la storia gira intorno a tre personaggi (Kyosuke, Kirino e Manami) che si incontrano alla fine dopo una trentina di episodi in cui viene allestito, pezzo dopo pezzo, il ring dello scontro finale.

Il boss finale.

Kuroneko: rimane, per certi versi il mio personaggio preferito della serie, ma come molti spettatori non sono riuscito in alcun modo a giustificare il suo operato. Neppure prendendo in considerazione il suo sogno di una “famiglia felice” è possibile perdonare quello che ha fatto a Kyosuke, per quanto i suoi sentimenti nei confronti del protagonista possano essere stati reali. Kuroneko lascia Kyosuke senza una motivazione reale o apparente, per un suo capriccio, e come è ben conscia fin dal principio il suo egoismo sarà la sua condanna. E ribadisco, egoismo, quell’atteggiamento che porta le persone a credersi più saggi, migliori, e ad agire in maniera crudele con la scusa che sarà la cosa migliore per il futuro: proprio come fanno i genitori per i loro figli. Mi spiace Kuroneko, non sei ne la loro madre, ne la loro sorella o tutrice, e la sicurezza che Kyosuke l’avrebbe realmente portata all’altare è solo la minore delle sue sofferenze; eppure, egoista fino in fondo, si concede il lusso di piangere sul latte che lei stessa ha versato.

La situazione che coinvolge i due fratelli e Manami invece è più articolata, eppure molto semplice (piccola curiosità: quando vidi per la prima volta un’immagine di Oreimo scambiai Manami per il classico shota-kun, essendo il sottoscritto appena uscito dalla visione di Baka to Test). Non trovo corretto lo schierarsi dalla parte di uno dei personaggi, perchè ritengono ognuno abbia la sua dose di colpa: mantengo la mia solità neutralità e non mi schiero con nessuno di questi tre personaggi, ma mi permetto di condannarli tutti. L’errore di Manami, forse inconsapevole, originato dalla presunzione di credersi matura quando poco più che una bimbetta delle elementari, è stato quello di intromettersi fin dall’inizio in una faccenda che non la riguardava, che era il rapporto tra Kyosuke e Kirino. Non è sbagliato per una bambina di quell’età essere attaccata in modo che può apparire anche morboso a un famigliare, un genitore o un fratello, è una cosa perfettamente normale e fa parte del processo che porta alla formazione di un’identità: mettendosi in mezzo Manami spezza il rapporto tra i due fratelli e rende impossibile a Kirino crescere e sviluppare un’immagine realistica di suo fratello maggiore, cosa che sarebbe accaduta in modo naturale (notare come Kyosuke si stava già allontanando dalla sorellina). Manami paga questo errore perdendo definitivamente il suo amico d’infanzia, il suo primo amore, alla fine della serie; lo paga probabilmente troppo caro, ma avrebbe dovuto capire che Kyosuke non sarebbe mai finito fra le sue braccia fin dall’inizio. Manami il personaggio più maturo della serie? Forse quello più responsabile… e la responsabilità non è indice maturità, è semplicemente essere fedeli alle aspettative di quelle persone che ti ritengono essere un adulto. Se volete si potrebbe dire che la responsabilità è qualcosa di “sociale“, la maturità invece è “personale“. Eppure questa responsabilità rende Manami la persona che, dopotutto, ha ragione quando da la sua opinione (da un punto di vista razionale e non emotivo), ed essendo l’unica che non deve niente a Kyosuke può permettersi di parlare senza doversi sentire un’ingrata. Non ci vuole un genio per capire che una storia d’amore (non l’amarsi, che può essere semplice volersi bene) fra due consanguinei è qualcosa di “disgustoso“. Probabilmente molti saranno stati contenti di vederla piangere di fronte a Kyosuke, ma in quella scena non vedevo tristezza quanto tanta, ma tanta delusione, negli occhi di Manami. (Quello sguardo che è peggio dell’odio, perchè fa male ad entrambi.)

Che Kirino abbia sofferto la perdita della figura del fratello maggiore è un fatto: lo stesso “periodo di prova come innamorati” è la scelta che incosciamente, probabilmente, ha fatto per superare questa perdita (un noto austriaco, una volta, sostenne che la mente umana si sforza di ritrovarsi nelle stesse situazioni che l’hanno traumatizzata al solo scopo di superarle una volta per tutte). Ciò non toglie però che Kirino abbia a sua volta delle sue colpe: viziata, permalosa, esigente, violenta… ma soprattutto affamata di amore e considerazione, di quella fame che non si sazierà mai, tipica di chi si è visto privare di affetti durante l’infanzia. Ciliegina sulla torta è anche consapevole di esserlo. E cosa fa Kirino per rimediare a questa mancanza di affetto? Assolutamente niente, si abbandona “metaforicamente” tra le braccia del fratello che si darà da fare per sistemare tutto per la sua principessina. Fratello al quale fino alla fine non sono stati riconosciuti i meriti, fratello talmente meraviglioso che pur di accontentare la sua sorellina respinge, una dopo l’altra, quattro ragazze da sogno. Kirino poteva fermarsi in qualunque momento, e fare per la prima volta qualcosa per suo fratello, invece si lascia trascinare fino alla fine in un epilogo che, al giorno d’oggi, non vede nessuno felice. Neppure Kirino, perchè quella fame non è stata saziata, poichè alla fine ha dominato quella responsabilità di cui parlavo sopra. Ma essere immaturi è una colpa?

In questo caso si. I personaggi sono immaturi (poco più di adolescenti senza esperienza nella vita, tutto sommato è giusto che sia così) ma non ciechi, e vedono chiaramente le cose davanti a loro, decidendo consapevolmente di ignorarle. E Kyosuke è proprio questo, l’individuo che pur di non vedere si acceca, di fronte alle necessità degli altri che superano sempre in importanza le sue: ne ho visti tanti di protagonisti masochisti, ma vi assicuro che questo li batte tutti. Kyosuke non ha un’identità ben formata, e la causa, ovviamente, sono Manami e Kirino che da quando è nato gli impongono di essere in qualche modo a loro gradito; così alla fine decide di dichiararsi alla sua sorellina, perchè questo sentimento deve trovare espressione, e tutto va bene: lo scherzo, la recita, termina Kirino è “soddisfatta” e Kyosuke rimane solo, a riflettere sulla sua storia, continuando a convincere se stesso e la sua sorellina che dopo il patto l’amore è terminato, quando invece lo tormenterà per il resto della sua vita, perchè come persona è stato irrimediabilmente plasmato dai desideri di Kirino. A un certo punto gli altri devono essere messi da parte, e bisogna essere caritatevoli con se stessi, bisogna crollare e lasciare che sia qualcun’altro a sbrogliarsela per aiutare chi lamenta di non riuscire ad alzarsi senza averci nemmeno provato. La colpa di Kyosuke è di aver negato se stesso, la sua sofferenza, i sorrisi e le lacrime che gli spettavano, e di conseguenza, anche la realtà dei fatti.

E in tutto questo c’è Ayase, coinvolta da Kyosuke, Kirino e Manami (anche se dopo il discorso finale con Kyosuke la teoria che sia stata lei a spingere la idol nella braccia del protagonista ha perso parte del suo mordente) in una situazione complicata, con i suoi sentimenti reali per la sua migliore amica e il suo stupido fratello maggiore. Ayase si ritrova a giocare a carte scoperte, e a perdere, a soffrire per colpa dell’egoismo di altri, ritrovandosi senza una spalla su cui piangere e sfogarsi (manca un personaggio neutrale a cui Ayase possa rivolgersi). Fondamentalmente, quella di accettare i sentimenti di Ayase, era per Kyosuke l’ultima occasione per potersi salvare, anche perchè sono convinto che questi sarebbe stato capace di amare qualunque ragazza che gli si fosse dichiarata purchè riuscisse a sostituirne l’immagine con quella della sorella (d’altronde si fidanza con Kuroneko quando Kirino è lontana, in cerca di consolazione). Kanako non rientra nelle mie speculazioni, personaggio di sfondo nell’anime la cui dichiarazione poteva tranquillamente essere evitata (ma bisogna essere coerenti con la tipologia harem); Saori, la persona veramente “matura”, si tiene fuori da queste questioni, in quanto essendo in debito con Kyosuke non riesce a parlargli come dovrebbe fare un adulto; e sono contento per Sena, che si fidanza e vivrà felice e contenta con lo shota-kun amante delle tette.

(Nota bene: Ayase fa riferimento allo stereotipo yandere, e negli eroge classici questo tipo di personaggi e le loro route vanno evitate!)

Il punto più triste di questa tragedia.

La serie è finita nell’unico modo in cui poteva e doveva, con un groppo in gola, con lacrime, con menzogne, imbrogli e rammarichi; è finita e non è stato coronato il sogno d’amore di nessuno, perchè la protagonista ha vinto.

Commenti (11)

  1. Recensione divina,hai messo alla luce cose che io non avevo notato !
    Kuroneko soprattutto (il mio personaggio preferito) che ha gettato al vento la sua relazione per nulla ,in quanto senza quel piano kirino non l’avrebbe avuta vinta ma credo che questo possa sia riconducibile ” allo zampino dei mangaka”;

    1. Contento che sia piaciuta 🙂

  2. Bella recensione! Ho seguito tutta la serie insieme ai tuoi articoli, e devo dire che mi � piaciuta (tranne un po’ il finale dato che tifavo Kuroneko, ma gia dalla LN si sapeva che doveva andare a finire cosi).
    Meno male non sei uno di quelli che ritiene Manami come “la migliore tra tutte” o come “essere perfetto” come fanno tanti… soprattutto dopo aversi sparato nei piedi da sola e il ridurre Kyosuke a un essere mediocre… non riesco a capire come la gente l’adori tanto.

    Del resto � stato una bella visione (ancora, tranne il finale) ma altamente evitabile.

    1. Grazie! (Comunque ad occuparsi della serie � stato Kirisuto, io mi sono intromesso sul finale)

      Il caso di Manami: quanti hanno notato che i sostenitori di questo personaggio sono tutti Kirino-haters? Non so se questo sia stata una mossa geniale orchestrata dall’autore, o abbia semplicemente cavalcato l’entusiasmo della fandom, ma credo che fin dalle prime battute, quando c’erano poche informazioni, sia stato molto un immedesimarsi in due parti incompatibili (ma sar� poi vero? Kirino e Manami, picchiandosi, riescono infine a trovarsi e affrontarsi: nella vita non si deve essere per forza amici, ma almeno sul finale si sono chiarite… pi� di quanto lo abbiano fatto altri!)

      Se c’� una cosa che non ho mai amato fare � stato mettere su piani troppo diversi i personaggi di una storia: possono piacermi o no, ma voglio sempre fidarmi dell’autore e continuare a pensare che, siano essi figure positive o negative, sono comunque necessarie perch� la storia sia quello che abbiamo conosciuto. Certo, a volte anche io perdo le staffe e abbandono… ma � perfettamente normale!

  3. Scusate ma anche a voi e’ parso che i personaggi fossero tutti finti? vuoti di umanita’? perche’ mi sembra che lautore chiunque esso sia qbbia creato una trama in cui i sentimenti dei personaggi siano sati PIEGATI alla trama?

    Agiscono tutti in modo molto forzato almeno a me e’ sembrato…

    1. Da come ne parlo la mia risposta � scontata, l’intreccio, e i personaggi, mi son parsi tutti verosimili.

  4. Ma sono l’unico che tifava per i siscon T.T

  5. Per quanto mi riguarda il finale � assurdo. Insomma, Kyousuke perde tutto mentre la sorella non rinuncia a niente ed � soddisfatta.
    Io tifavo per Ayase fin dall’inizio. Era chiaro fin dal primo incontro con Kyou che avrebbe sviluppato in seguito un’interesse per lui, e il fatto che gli chieda pi� volte consigli e aiuto riguardo la sua amica dimostra l’ammirazione per ci� che Kyou fa per Kirino.
    Il personaggio di Manami nonostante la razionalit� e l’aver esposto a Kyou e Kirino la realt� delle, � troppo piatta e insistente con la storia della normalit�. Poi l’aver spinto i due in questo incesto durante il primo confronto con Kirino – che � la causa scatenante del rapporto anormale dei due fratelli – non gioca a suo favore come personaggio.
    Kuroneko non mi dispiaceva, ma speravo si sarebbero lasciati per fare spazio ad Ayase.
    Kirino, beh… non so cosa dire sul suo personaggio. Sono rimasto un po’ deluso.
    Kyousuke mi � piaciuto fino a quando non ha deciso di impuntarsi sulla relazione con la sorella.

    Non sarebbe stato meglio un amore platonico?

  6. scusate un osservazione. Nella prima stagione, purtroppo non ricordo in quale episodio, il loro padre di rivela a Kyousuke che questi non ha nessun legame di sangue con Kirino, perch� i loro genitori si sono conosciuti che avevano entrambi un figlio.
    il padre con Kyousuke e la madre con Kirino.
    Non ricordo bene se era tutto uno scherzo, ma ho bene impresso questo ricordo della prima stagione

    1. Guarda.. ho la serie ancora fresca in mente e non mi risulta vi sia nessun accenno a una storia del genere.

      1. sicuramente hai ragione tu, altrimenti non vedrei il senso di come � proseguita.
        detto questo voglio farti i complimenti per la recensione. Davvero ottima, mi trovo d’accordo con tutto.

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