Age Of Ultron 6 – La Recensione

di Rorschach Commenta

Con imperdonabile ritardo, mi accingo a parlarvi dell’ultimo capitolo del crossoverone Marvel Age of Ultron. Testi di Brian Michael Bendis, disegni di artisti vari.

Come al solito, vi prego di evitare spoiler di qualsiasi tipo, ma non sul proseguo della trama perchè è già bella che finita, ma sugli eventi futuri Marvel, che in Italia si devono ancora vedere. Pena, la solita cancellazione del commento. Una seconda comunicazione di servizio: recensirò gli altri grossi eventi Marvel (come Infinity o Battaglia dell’Atomo) in una delle mie rubriche tipiche del giovedì (che si accosterà a C Per Cartoni ed a ReteFumetti), dal provvisorio titolo ‘Il Crossoverone’. Ed ora, andiamo a incominciare.

 

https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=UQLyLr3cxLw

 

 

 

 

L’ultimo capitolo di un grande evento solitamente ha il duplice ruolo di chiudere la vicenda che si è sviluppata, e di presentare lo status quo che si andrà a creare nei mesi successivi (e per far vendere le nuove testate). Age of Ultron non fa eccezione e segue il medesimo canovaccio:  da un lato la questione Ultron viene risolta con un codice preimpiantato e con una battaglia tanto rapida quanto d’impatto, e dall’altro vengono messe le basi per un nuovo status quo.

Lo scontro finale con Ultron vale tutto l’albo.

I viaggi nel tempo carpiati di Wolverine, infatti, hanno sconvolto il continuum spazio-temporale in maniera irreversibile, ed ora (per l’ennesima volta) nulla sarà come prima. Questo si traduce, in ultima analisi, in una nuova serie vendicativa (Avengers A.I.), un personaggio di un’altra casa editrice (Angela della Image) che entra nell’Universo Marvel…e sopratutto una cosa che in effetti non era mai successa prima.

Le conseguenze di Age of Ultron, infatti, si ripercuotono anche sull’altro Universo Marvel, quello in cui si può osare e dove un eroe morto rimane morto: l’Universo Ultimate Nella persona di Miles Morales, l’Uomo Ragno dell’Universo Ultimate, assistiamo a qualcosa che potrebbe  non solo sconvolgere lo status quo ma distruggerlo del tutto.

Si tratta della fine dell’Universo Ultimate? Lo scopriremo nella saga Cataclysm.

Questo, in definitiva,  era Age of Ultron. La seconda parte dell’albo, per la cronaca, contiene una gradevolissima storia su Hank Pym, molto riflessiva e molto ben riuscita (ed è scritta da Mark Waid, vorrei vedere).  Ora, dare un giudizio alla saga nella sua interezza è oltremodo complesso  perchè in questo caso vanno analizzati più aspetti per contestualizzarla al meglio.

Il continuum che si sfalda

Il primo è il tipo di struttura narrativa, vale a dire l’eventone con la sua serie regolare ed i vari tie-in, che la Marvel usa fin dai tempi di Vendicatori Divisi, non a caso la prima saga a firma di Bendis. Ecco, questa struttura comincia a mostrare un pò i suoi punti deboli: se compro un numero speciale, mi aspetto di base una storia speciale…e se questa non è all’altezza delle mie aspettative, se dovesse essere anche un filo meno di quel che auspicavo, farò presto ad essere deluso. Quindi, per avere una struttura narrativa del genere, la storia deve essere un dannato capolavoro, o quantomeno coinvolgere svariate testate. Va bene per Civil War, va bene per House of M(anche se questa saga era favorita dal fatto che il meccanismo narrativo era agli inizi), va bene per Secret Invasion. Ma Age of Ultron aveva pochissimi tie-in, e come abbiamo visto l’occasione del capolavoro se la gioca a metà saga(su questo ci torneremo). L’avessimo letta sulla testata regolare degli Avengers, o come cross-over vecchio stile tra tutte le testate relative ai Vendicatori, la storia avrebbe avuto tutto un altro sapore.

Il secondo è l’autore della storia. Age of Ultron, infatti, rappresenta la storia di commiato di Brian Michael Bendis dal mondo dei Vendicatori, di cui ha sceneggiato le storie per dieci anni. E può risultare abbastanza ovvio di come Bendis avesse in mente di chiudere la serie:  con un cattivo più mefistofelico che mai  che spazza via gli eroi. Se si legge la storia fino a metà, suona perfettamente come un addio deflagrante dell’autore ai suoi personaggi. Purtroppo, questi personaggi che devono comunque continuare ad esistere, perchè si sta sempre parlando di un fumetto supereroistico mainstream…da qui una spiegazione sulla conclusione non all’altezza della premessa.

Il terzo punto di vista è la storia stessa. Come detto poco fa, si tratta di fumetto supereroistico mainstream. E quando ci sono troppe morti, troppi scoinvolgimenti, è fin troppo logico pensare che avverrà qualcosa che ripristinerà lo status quo (con gli ovvi cambiamenti di nulla sarà più come prima,  e magari un cambio di costume per l’Uomo Ragno). E forse Age of Ultron è un pò troppo audace per il mainstream. Sia a livello di premesse della storia, sia a livello di stile: la storia, infatti, impone il modo di pensare del suo autore agli altri autori. In altre parole, ora qualsiasi altra persona che scriverà sulla Marvel dovrà tenere conto di quanto detto da Bendis sui viaggi temporali e sul continuum: dovrà piegarsi ed adattare le proprie scelte in base a quanto detto. Con buona pace della libertà di espressione. Per dire, capolavori come Giorni di un futuro passato, che si basavano sul concetto della ‘realtà alternativa nei viaggi temporali’, se fossero stati pensati dopo Age of Ultron non sarebbero potuti uscire. Personalmente credo che il difetto della saga (che, beninteso, considero un capolavoro fino a metà e comunque una storia godibile fino alla fine) sia questo: i pesanti paletti che un autore, andandosene da una serie, pone ai suoi successori. E limitare la fantasia delle persone in un opera che fa della fantasia il suo essere principale è sbagliato, da qualsiasi punto di vista lo si veda.

In ogni caso, lo spettacolo degli eroi deve andare avanti… e noi saremo qui a vedere come continuerà.

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