Spesso e volentieri mi sono chiesta: ma è mai possibile che un fumetto sia davvero horror? Insomma, senza sulla togliere a dylan dog, per me un fumetto non ha tutti gli ingredienti che occorrono per fare paura. Innanzitutto, non ha un sottofondo musicale, e senza quello, almeno per quello che mi riguarda, gran parte dell’effetto “paura” se ne va a farsi benedire.
Detto questo, si potrebbe aprire una disquisizione du cosa sia, in ognuno di noi, a scatenare la paura che un buon horror dovrebbe comunque far provare a tutti. Ma non credo proprio sia questa la sede, capitemi, o il buon dena mi manda a lucidare le scarpe del resto dello staff… 😀
Dicevo, appunto, che questo manga, intitolato apunto Shiki, appartiene al filone dei manga horror. Da qui tutto il blaterio di cui sopra. Di che cosa parla questo manga? In realtà la trama è piuttosto banale, è pur vero che qualsiasi fan del genere mi confermerà che non sanno più cosa inventarsi e ripropongono sempre la solita minestra sempre più riscaldata, ma in formati diversi. Insomma, questa cosa del manga horror per me è abbastanza una novità. Trovo molto più logica la scelta di farne un anime, dove almeno tra musiche, colori, voci e quant’altro si può avere un coinvolgimento a 360° di chi guarda.
Il manga parla di