Iron Man 2 e la Marvel “Movie” Age

 Nel 1961, Stan Lieber (meglio noto al pubblico con il cognome “americanizzato” Lee) e Jack Kurtzeberg (all’anagrafe dei fumettari americani noto come Kirby), unendosi in un grande e geniale sforzo creativo volto a superare l’idea della DC Comics di creare una testa i cui protagonisti fossero supereroi riuniti in gruppo (la Justice League of America) diedero vita a quello che si può definire il primo vero “supergruppo” della storia: i Fantastici Quattro. Iniziava così quella che è universalmente nota come la Marvel Age del comic americano, quella che tutt’ora impazza in tutto il mondo e che ci ha fatto conoscere personaggi come Spiderman, i vari X-men e ultimo, ma non ultimo, proprio il protagonista dall’armatura gialla e cremisi del film uscito nelle sale italiane il 30 aprile.

Già con il primo film, Iron Man aveva posto le basi per qualcosa che, si sapeva, prima o poi sarebbe accaduto: creare un “Universo Marvel” che fosse a sé stante dagli altri e che si dipanasse nelle varie pellicole cinematografiche, così come l’universo Marvel classico (battezzato Terra 616) o quello della nuova linea editoriale Ultimate (Terra 1610 o Ultimaverso) ormai portano avanti da tanti anni. Prima di parlare di questo, però, vorrei presentarvi la pellicola in questione.

Se mi chiedessero “questo film ti è piaciuto?” risponderei certamente di sì, ma dovrei dar voce a due differenti linee di pensiero: quella del Marvel-fan, e quella dello spettatore ignaro dell’esistenza di più di 50 anni di storie con protagonista l’uomo di ferro. E allora lascio che siano loro a parlarvi…

MARVEL FAN: Cavolo che film. E’ meraviglioso vedere tante cose insieme: si parte dalla saga del “Diavolo nella Bottiglia”, passando per la “Guerra delle armature”, senza tralasciare l’innovazione dell’armatura, dei differenti modelli, dell’introduzione dell’amico/alleato War Machine, della presenza sempre più pressante dello S.H.I.E.L.D., della Vedova Nera, di una delle nemesi dell’eroe, il cattivissimo Whiplash, e dell’ipocrita e senza scrupoli antagonista di Tony Stark, Justin Hammer. Un film che, in due ore e poco più, riesce a mettere in scena circa 20 anni di storie di Iron Man, senza tralasciare niente, nessun particolare, nessuna idea che nel corso dei decenni gli sceneggiatori della Marvel hanno inserito nei fumetti dell’uomo di ferro.

SPETTATORE IGNARO: indubbiamente un bel film. Ma in certi momenti troppo veloce e confusionario. La sensazione è quella che mancassero circa 15 minuti di piccole scene che avrebbero permesso di comprendere meglio certi passaggi, certi punti, certe situazioni che, magari quello sfegatato vicino a me ha capito completamente, ma che a me hanno lasciato dei piccoli punti interrogativi.

Bene, dopo avere sentito le due voci del popolo (e avervi svelato indirettamente che sono sostanzialmente schizofrenico), passiamo ad un giudizio sugli attori: ottimo come sempre Robert Downey Jr. nel ruolo di Stark/Iron Man, completamente e totalmente calato nella parte, sia quando si tratta di fare il playboy scavezzacollo, che l’eroe sofferente. Una Gwyneth Paltrow meno presente del precedente capitolo, ma sempre molto apprezzabile. Mickey Rourke nel ruolo di Whiplash risulta molto convincente, però forse eccessivamente “bullo di quartiere” rispetto alla caratterizzazione di “vendicatore maledetto” del fumetto. Passabile l’interpretazione di Don Cheadle nel doppio ruolo del colonello Rhodes e di War Machines (con l’armatura nera recita decisamente meglio), ma fa rimpiangere l’eccellente interpretazione del suo predecessore Terrence Howard. Il regista Favreau, nel ruolo di Happy Hogan riesce sempre a farmi sbellicare dalle risate. Ma chi mi ha veramente lasciato di stucco sono i due attori che interpretano i due personaggi dello S.H.I.E.L.D. più gettonati del momento. Vedere Samuel L.Jackson, nel ruolo del Nick Fury di colore a cui Millar ed Hitch si sono ispirati per creare il Nick Fury dell’universo Ultimate da i brividi: si ha la sensazione che le pagine del fumetto abbiano preso vita e si siano materializzate! E vogliamo parlare di natasha Romanoff, alias “Vedova Nera”? Ero perplesso quando scoprii che il ruolo era stato affidato a Scarlett Johanson… ma dopo averla vista in azione (e soprattutto fasciata nella sua elegante tutina in latex) mi sono ricreduto: Scarlett è una Vedova Nera perfetta, anche lei molto simile alla sua controparte Ultimate.
Stendo invece un velo pietoso all’interpretazione di Sam Rockwell (attore che in realtà amo profondamente): il suo Justin Hammer è lontano anni luce dall’originale (sia quello di Terra 616 che 1610), troppo bambinesco, troppo una “copia mal riuscita” del protagonista Stark. Hammer è molto più subdolo, stupido e ambizioso, mentre quello sullo schermo sembra lo scimmiottamento di un super-cattivo da telefilm di serie B.

A questo punto, è doveroso riprendere il discorso da dove avevamo iniziato. Questo film, come tanti anni or sono fece la maxi saga cross-over di “Guerre Segrete” (quella in cui, per inciso, l’Uomo Ragno ottiene il costume Nero), segna definitivamente l’avvento del cross-over anche al cinema. Certo, già ne “L’Incredibile Hulk” interpretato da Edward Norton c’era quella fantomatica scena finale in cui Tony Stark incontra il Generale Ross per parlare del “Progetto Vendicatori”, e ancora prima, lo stesso finale di Iron Man, in cui Stark, tornando a casa, si ritrova nel salotto Fury che gli dice “Dobbiamo parlare”, faceva presagire ad un imminente cross-over cinematografico. Ma in questo secondo film, la presenza sempre più effettiva dello S.H.I.E.L.D. nella vita del protagonista, il continuo riferirsi di Tony e Nick al “supergruppo di eroi”, la cartella bianca con i documenti riguardanti la “Avengers Initiative” (e il fatto che si sia usato il termine Initiative, piuttosto che “project” o simili fa pensare che, magari, ci sarà un qualche riferimento alle vicende di Civil War o, rimanendo in tema Ultimates, di Ultimatum?) sono una conferma che stiamo per entrare nella Marvel Age del cinema! Tra l’altro, a breve usciranno nuovi titoli quali “Thor” (nel 2011), “Capitan America” (sempre 2011, o inizi del 2012) e infine, cosa che si vocifera sin dall’uscita del primo Iron Man, “I Vendicatori” (fine 2012)… ma di questo parleremo un’altra volta.

Infine, un ultimo avviso: se ancora non avete visto il film (o se l’avete fatto e siete usciti dalla sala mentre scorreva il rullo con le scritte verdi dei titoli di coda), vi consiglio di rimanere inchiodati alla poltrona fino a che non passeranno tutti i marchi di produzione del film. I 30 secondi di filmato che seguono (e che concludono Iron Man 2) rappresentano un finale davvero… “Fulminante”!

Ci sentiamo alla prossima gente e, dal momento che scrivere di più avrebbe reso questo articolo lungo 4 pagine di blog, vi invito a commentare il film con noi.