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  • in risposta a: X-Men L’inizio #856517
    Toshi
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    A me è piaciuto di più le origini di Wolverine che questo film. Forse sarà perché le origini di Wolverine avevano più azione, più colpi di scena, più mordente.
    Comunque è bello vedere quando Magneto e il professor X lavoravano insieme. Certo gli potevano dedicare un po più di scene, ma va bene così.

    in risposta a: Quali sono i vostri mangaka preferiti? #852811
    Toshi
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    Tsutomu Nihei e Norihiro Yagi.

    in risposta a: Deadman Wonderland #852712
    Toshi
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    Visto anche io il secondo. Spero che nei prossimi episodi vedremo qualcosa di meglio di questa dog race, parlando sotto un punto di vista dell’azione.

    in risposta a: Deadman Wonderland #852509
    Toshi
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    Io preferivo che il protagonista avesse davvero ucciso tutti i suoi compagni. Sarebbe stato un personaggio più complesso. Inoltre l’ambientazione poteva essere un pò più dark, ma non fa niente.
    Domani dovrebbe uscire il secondo episodio.

    in risposta a: Claymore #847690
    Toshi
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    Classificare una tipologia di manga in base a dove vien pubblicato penso sia ridicolo. DeathNote è stato stampato su Shounen Jump ma è tutto tranne che Shonen…
    Ed a prescindere da questo, un’analisi critica su quanto si legge, sui contenuti e sulla tipologia dell’opera proposta non guasta mai, altrimenti dovrei considerare AKIRA allo stesso livello dei TELETUBBIES, posti a fianco nella sezione ‘animazione’ della FNAC….

    Death note può benissimo essere visto da bambini di 11 anni in su. La fascia d’età dove va più forte è quella adolescenziale. E in effetti non è che sia poi tanto maturo, ha marcate caratteristiche shonen che macchiano la trama (per uno che cerca qualcosa in più ovviamente).

    Claymore non ha le classiche caratteristiche da shonen, però lo è per la leggerezza della storia. Yagi si mantiene nel margine dell’accettabilità. A me va bene così perchè in un manga non cerco la violenza nuda e cruda, che poi rischierebbe di essere solo accessoria. Forse claymore poteva essere più maturo magari nelle caratterizzazioni dei personaggi, nella loro crescita, nell’evolversi della trama, e sarebbe stato un seinen perfetto. Comunque io parlo da grande stimatore di questo manga, è uno dei miei preferiti. In stanza ho anche un poster gigante di Claire.

    in risposta a: gantz #845073
    Toshi
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    Anzu Yamasaki me la potevo risparmiare? Per piacere, il ragazzino che rimane impressionato da Kato gli promette addirittura che la riporterà in vita per lui. Lei si sacrifica per non farlo uccidere da Nurarihyon! Non capisco che parametri usi per definire ‘importante’ o meno un personaggio…

    Perfetto, ora possiamo anche levarla.

    Ora vorrei tanto sapere la spiegazione per la frase dell’ultimo capitolo. Magari le cose si fanno più interessanti.

    in risposta a: gantz #844063
    Toshi
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    6 è un numero eccessivo. Non voglio saper cosa ne pensi delle resurgo di
    Il ‘vecchio pelato’ sia morto definitivamente (almeno per ora… E nulla sembra far intendere che sia ovvia la sua rinascita). Anzu Yamasaki mi sembrava tutt’altro che una comparsa, eppure è rimasta uccisa anche lei… (e probabilmente verrà resuscitata, ma fino ad ora…). Izumi è morto (e probabilmente non verrà nemmeno riportato in vita). Mi ero dimenticato di Sakurai che muore ma viene resuscitato, ma il suo maestro Sakata invece no (ma chissà se verrà resuscitato, anche se pare non essere un pensiero ricorrente in Sakurai, distratto da Katastrophe e Tonkotsu). Infine Kishimoto è un personaggio sì importante ma che è sparita letteralmente dal manga da innumerevoli capitoli, sottolineando come l’impressione che il solo personaggio principale par essere davvero solo Kei Kurono sopra di tutti, mentre tutti gli altri rimangono comunque sempre ad estremo rischio (al contrario di moltissimi altri manga). Torno inoltre a ricordare che l’opzione di rivitalizzazione, di copia, di resurgo (come la vogliamo chiamare) è esplicita sin da subito, nelle fasi iniziali della storia, al contrario delle sfere del drago, ad esempio, che prevedono un generico desiderio. La resurgo è una eventualità contemplata proprio nel meccanismo di GANTZ, così come in un videogame è normale che si abbia un’altra possibilità: tenando conto anche di questo l’opzione non è stata per nulla inflazionata.

    Izumi lo possiamo considerare un villain. Il vecchio per il solo fatto che è vecchio era destinato a morire fin dall’inizio. Anzi, è vissuto anche troppo. Anzu yamasaki te la potevi risparmiare tra i personaggi importanti.
    Comunque il paragone con lo shonen che ha fatto la storia dei manga non è una mossa molto azzeccata. Non mi sembrerebbe una mossa azzeccata nemmeno paragonarlo agli shonen in generale.

    Ma in fondo da come la storia è illustrata fino a questo punto par già ipotizzabile che questo si riconduca al fatto che i Gantz siano macchinari-estensione di una presenza divina con una probabile onnipotenza, funzionando, tramite i Gantz come una sorta di computer, facendo quindi degli umani dei file perfettamente replicabili senza problematiche.

    Si, e poi arriva l’eva 01 con la lancia di longinus e il mondo finisce. Seriamente parlando, io invece spero in una spiegazione finale più, come dire, fantascientifica; dove magari ci viene mostrato come l’uomo per la scienza è solo un esperimento (buttando giù un ipotesi).

    Comunque la mia prima ipotesi sul clone non è poi tanto assurda, basta vederla con un ottica diversa.
    Kei kurono all’inizio era un semplice ragazzo un pò sfigato, poi diventa forte figo e si mette con la idol che tutto il Giappone desidera. Il genere di storie che appaga i lettori. L’unico intoppo era tae, allora risolviamo il problema sdoppiando kei. Anche io ho sempre preferito che si mettava con reika invece di tae, e quando si è sdoppiato la cosa mi ha fatto piacere. Però non si può negare che la cosa è un pò forzata.

    in risposta a: gantz #844036
    Toshi
    Membro

    Eccessivo? Prima di tutto vorrei ricordare a chiunque veda questo avvenimento come un elemento che accomuna a molti altri manga che l’opzione (non so trovare un termine più appropriato in questo caso) di resuscitare qualcuno è prevista praticamente sin dall’inizio: è una delle funzioni di GANTZ che trova un’assoluta coerenza con l’attività semidivina che dimostra avere questo ‘essere-macchinario’. Tornando al termine ‘eccessivo’ vorrei indicare come questo sia un vizio mentale più che un’analisi oggettiva di quanto accaduto nel manga: [SPOILER]che io ricordi sono stati riportati in vita Kei Kishimoto, Masaru Kato, Joichiro Nishi ed infine per due volte Kei Kurono. Quattro personaggi. Se facciamo un rapporto con quanti sono comparsi e defunti non mi pare una media così alta, soprattutto tenendo conto non solo, continuo a sottolineare, che l’opzione di resurgo sia prevista da sempre all’interno del manga, ma vorrei far notare anche come in realtà Kishimoto sia stata replicata in maniera ‘spontanea ed ambigua’ mentre Kurono per via delle implicazioni sentimentali: entrambi i casi comunque sono repliche e non vere e proprie resurrezioni, cosa che già dovrebbe distinguere da molti altri manga (e non solo). Infine vorrei indicare un esempio sì eccessivo di resurrezioni del tutto gratuito ed immotivato (se non riscattare personaggi amati dai fan e soprattutto una morale ridicolmente banale e buonista): quella di Pein in .[/SPOILER]

    Io ne conto 6. 6 è un numero eccessivo, se consideriamo che, levando nishi, sono tutte resurrezioni di personaggi importanti. Che l’autore mi fa morire continuamente personaggi apparizioni non mi cambia niente. E la replica di kei, non me ne far parlare, sembra sia stata fatta solo per la scena di sesso tra lui e reika. Ma se non vogliamo essere così esagerati possiamo dire che è una bassa trovata per far seguire al protagonista due vicende importanti contemporaneamente.

    in risposta a: gantz #843994
    Toshi
    Membro

    Gantz a mio modesto parere è un manga che va del tutto svelato man mano nella lettura, del tutto scorrevole, ed i pochi baloon presenti non devono ingannare sulla qualità dell’opera (e noto che molti qui sono stati molto attenti nel fruire criticamente di quanto leggevano) e le motivazioni vorrei provare a darle passando ad elencare le caratteristiche principali che secondo me la denotano all’interno della mia personale analisi: tutte si originano da una chiave comune ovvero l’estrema crudità ed esplicità delle scene, dei pensieri, di tutto quel che chiunque potrebbe comprendere in un fumetto. Tutto, dalla nudità, alle risposte dei personaggi, alle loro reazioni agli eventi, alle mutilazioni, alle morti, ai risvolti narrativi è connotato da un’autenticità tale da rendere paradossalmente realistico qualcosa che destabilizza totalmente la realtà diegetica in cui i personaggi sono inseriti. Non vi sono pensieri particolarmente complessi e articolati: spesso sono le piccole frasi e le azioni a parlare ed a dirigere la vicenda orientandola verso una realtà su cui il lettore sbatte come un autotreno in piena corsa. Il diffidente egoismo e l’infondata misantropia iniziale del protagonista è qualcosa che dovrebbe farlo apparire come un antieroe che solitamente siamo abituati a trovare nel genere americano, eppure manca quell’elemento ‘kawaii’ o ‘cool’ tipico del versante, rispettivamente, nipponico, che statunitense. Insomma, Kei Kurono non è per niente figo: anzi, è detestabile e talmente neutro che quasi stupisce che sia il protagonista del fumetto, eppure sembra proprio uno dei tanti ragazzini che potremmo incontrare ogni giorno per strada o anche no, dato che magari non escono di casa se non per andar a scuola (quando ci vanno): al contrario di moltissimi personaggi dal taglio ‘tsundere’ Kurono ha una naturale trasformazione nel corso del fumetto che lo giustifica come effettivo protagonista. Questo percorso è coerente con gli eventi che obbligano a questa crescita che non solo è ovvia per via dell’età del ragazzo ma anche perchè non appare per nulla forzata, così come nulla è effettivamente forzato: effettivi colpi di scena sono rarissimi e spesso talmente scontati. Il tutto è una progressiva scoperta, come quella di Jennifer Lopez nei panni della scenziata che esplora la mente del serial killer in “The Cell”.
    L’altro elemento è, come anticipato, strettamente legato a quanto qui detto e riguarda ovviamente una caratteristica spessissimo immancabile nelle serie giapponesi quanto in quelle americane: il fanservice. Anche in questo caso le nudità assumono un sapore del tutto diverso… In tinta con lo stato (inizialmente) immatura del protagonista: qui la nudità non si accosta a situazioni ecchi, simpaticamente imbarazzanti al limite del ridicolo in una sfera di goliardica malizia. In GANTZ la nudità è cruda come tutto il resto, volendo forse distinguere l’approccio al tema del nudo e dell’erotico che Oku Hiroya s’è trovato a trattare inizialmente come molti altri autori (tra cui, ad esempio, Ogure Ito…), e si accosta più che ad un contesto di scoperta sessuale ludica, a quella imbarazzante e quasi squallida fase puberale dove gli ormoni scatenano nel protagonista maschile non solo pulsioni irrefrenabili che trovano dubbio sfogo ma soprattutto coinvolgono un sentimento immaturo e che a fatica si farà largo in un manga saturo di assoluta ed impietosa violenza. Molti personaggi appaiono e scompaiono nella narrazione (con alcuni rarissimi ritorni) come comparse proprio per quella legge di autenticità per la quale in un ‘ambiente ostile’ nuovo per loro sarà fatale nel caso non credano e non sfruttino le conoscenze di coloro che, machiavellicamente, per fortuna o per merito si sono guadagnati la sopravvivenza. Insomma, moltissime persone, nel manga, muoiono, come mosche.
    Va sottolineato, infine, come Oku Hiroya sia un estimatore dell’arte occidentale e dell’Italia, trovando una forte somiglianza, in questo, ad altri colleghi come ad esempio Hirohiko Araki (ispiratore di moltissimi altri mangaka, maestro del fumetto nipponico come Go Nagai, Akira Toriyama ed altri): evidenti sono le citazioni e le influenze dell’arte moderna e contemporanea, da quella rinascimentale alle avanguardie storiche di primo Novecento come il futurismo e soprattutto il surrealismo (nella creazione di creature mostruose e non solo), ma anche di Giger.
    La serie, non essendo ancora ultimata ma entrata nella sua fase finale non è ancora giudicabile in maniera consona, essendo al momento ancora in una fase di dissipazione dei dubbi che però ne svelano altri in moto accelerato che necessita al più presto di raggiungere il climax per poi sancire la necessaria conclusione. La mia impressione è comunque che l’autore non avesse del tutto chiaro come motivare e spiegare tutto ciò che ha imbastito sulle sue tavole, ma per me ha già raggiunto un grande traguardo ottenendo di per sè un manga che si distingue da molti altri… Poi, come scrisse La Zia sul blog, GANTZ probabilmente è un manga che o lo ami o lo odi… Un’estremizzazione ma in effetti per la sua particolarità si potrebbe definire così.

    No, direi di no, gantz non è il genere di manga che si ama o si odia, visto che offre parecchie vie di mezzo. Infatti gantz può piacere sia a chi cerca solo mazzate e un po di erotismo, sia per chi cerca qualcosa di più maturo.
    Per quanto riguarda i pochi baloon, io non li ho proprio accusati. Sarà che sono un grande appassionato delle opere di nihei, e dopo aver letto Blame tutti gli altri manga ti sembreranno fin troppo discorsivi.
    Il nudo poi sarà crudo nel fumetto ma non nelle immagini pre-capitolo, che fungono un pò da pubblicità ingannevole. Ho sempre sperato di vedere le ragazze con quelle tute da combattimento così succinte anche nella storia, ma niente.
    Sebbene è un manga dove i personaggi muoiono, non direi che raramente ritornano, visto che il numero di resuscitazioni è stato eccessivo. Anche se una spiegazione per esse forse ce l’ha data il nostro caro amico Sakata.

    in risposta a: classifica vendite manga #837508
    Toshi
    Membro

    Concludo, visto l’intervento dei mod, che Mozart attualmente ha sicuramente meno fan di Shakira, poi ho usato Mozart in maniera utopica, sarebbe stato più corretto usare qualche giovane talento contemporaneo.
    Come ci sono i prodotti di puro merchandising, come dici tu nella musica e nel cinema, io trovo che ce ne siano anche nel mondo dei manga.
    Sono un sostenitore delle cose di nicchia, indipendenti, che cercano di non sottostare all’andamento del sistema, fine.

    One piece però non è un opera di puro merchandising. Lo potrebbero essere i manga di code geass, di evangelion, oppure tutti quegli anime ecchi che sfornano, giusto per farti qualche esempio. Poi non ti pensare che inoue è tanto indipendente dall’andamento del sistema, altrimenti non ci campava con i manga. E vagabond non è un opera tanto di nicchia, anzi è apprezzatissima in tutto il mondo, e non solo per la sua bellezza.

    Se vogliamo parlare della classifica e tornare it, a me fanno cagare quasi tutti i manga più venduti, in special modo naruto e one piece. Ma se uno vuole fare un ragionamento davvero obiettivo non può dire che tecnicamente one piece è scarso solo perché siamo cresciuti e cerchiamo qualcosa di più maturo.

    in risposta a: classifica vendite manga #837442
    Toshi
    Membro

    Sulla seconda parte diciamo le stesse cose, non ho detto che vende=merda ma che vende=semplice.

    Beh, se posso dire una cosa Mozart sono 250 anni che vende la sua musica. Shakira solo 20. E tra 50 anni nessuno si ricorderà più di Shakira, ma continueranno a comprare Mozart. Secondo il tuo discorso Shakira dovrebbe essere migliore tecnicamente di Mozart perché vende di meno XD

    Scusate questa piccola parentesi, era giusto per un po di lol.

    Se vogliamo fare un discorso di qualità dei manga, non è una cosa facile. Non si può essere completamente obiettivi, è impossibile. Io conosco a grandi linee vagabond e one piece, e credo che un esperto critico di manga li metterebbe sullo stesso piano, qualitativamente parlando. Uno può ribattere che vagabond è più maturo, esprime tematiche più profonde i disegni sono perfetti e bla bla bla. Però la domanda che dobbiamo porci è: l’autore cosa vuole esprimerci con quest’opera? Vuole esprimere questo, questo e questo. Ed è riuscito a trasmetterlo al lettore?
    Ora, se il mio obiettivo è realizzare un manga di intrattenimento adatto a tutti, dove ci piazzo dei messaggi semplici che voglio trasmettere al lettore, e ci riseco molto bene, allora il mio manga è tecnicamente molto buono.
    Se il mio obiettivo è creare un manga maturo con contenuti maturi, e magari non esce molto bene, il mio lavoro sarà tecnicamente più basso rispetto ad un manga di puro intrattenimento.
    I criteri di giudizio di un manga sono molto ampi: fascia di età, coerenza nelle idee, genere, disegni, sviluppo della trama, continuità.
    Poi mi sembra ovvio che se il mio manga è indirizzato a 200 persone avrò più vendite di uno che realizza un manga indirizzato a 50 persone. Del resto non ti puoi aspettare che un bambino di 12 anni, che non ha mai letto niente in vita sua, si legge vagabond invece di one piece.
    E non ti pensare che fare un manga in grado di soddisfare tutte le fasce di età sia più facile che realizzare un opera matura.
    Poi ovviamente esistono quei prodotti di puro merchandising come i cinepanettoni o justin bieber che si vendono come si venderebbero un nuovo paio di scarpe o un nuovo tipo di cereali. Quelli sono altri casi.

    in risposta a: high school of dead #837434
    Toshi
    Membro

    In un blog ho trovato questa recensione\critica del manga-anime in questione.
    Mi ha colpito particolarmente … ditemi un po’ che ne pensate.
    Occhio che è il testo è bello lungo :asd:
    [SPOILER]Meglio chiarire subito le cose: questa serie farà la storia degli anime moderni giapponesi e se ne parlerà a lungo. Anche se probabilmente non imporrà nuovi standards non verrà dimenticata così facilmente, perché ha dei punti di forza da un punto di vista meramente stilistico che non possono essere scardinati.
    Detto tutto questo da me, che ho odiato questa serie, suona non strano, ma stranissimo; ma prima che parliate di sindrome di Stoccolma (c), vi spiegherò le ragioni per cui ho accettato gli spunti interessanti di Highschool of the Dead.
    Partiamo dal presupposto che io odio qualunque cosa con gli zombie. Zombie non nel senso di “mostri non morti fantasy a caso”, ma proprio gli zombie come definiti in titoli come Resident Evil o i vari film à-la Alba dei morti viventi, etc. Aggiungiamo che il genere gore mi rende totalmente indifferente e non mi fa provare alcuna sensazione. Se ho su Steam left4dead 1 e 2 è solo perché la modalità co-op con degli amici in cuffia mi fa dimenticare l’oppressione claustrofobica di qualunque filone “survival horror“.
    Questa premessa mi fa ricadere quindi nel genere di pubblico che sin dall’inizio non dovrebbe avere alcun interesse a vedere HOTD, eppure per ragioni di critica, bisogna essere obiettivi e non fare la parte dei bambini immaturi scartando le cose a priori.
    La storia di HOTD è scarsa: riciclata da innumerevoli fonti cinematografiche e di media in genere, e addirittura da noti videogiochi recenti, scopiazzati pari pari. Molte scene sono improbabili anche per un film in celluloide. Tutto dà di già visto.
    I personaggi sono di una mediocrità talmente scandalosa da non provare assolutamente alcun affetto o odio nei loro confronti. Anche Shidou, che dalla sapiente regia viene reso totalmente urticante ed irritante al pubblico, scorre via con molta facilità ed indifferenza. I 2 personaggi principali sono di un’antipatia unica, e Marina Inoue doppia -secondo me- uno dei personaggi peggiori della sua carriera.
    Qualunque elemento dei contenuti, quindi, è un cliché continuo. Praticamente se qualcuno fosse interessato ad un continuo elenco e slide show di cliché sul genere e di altri anime giapponici, gli basterebbe vedere questa serie per essere soddisfatto, dato che ne è totalmente cancrenizzata dalla prima all’ultima molecola.
    L’adattamento di MADHOUSE è pieno di buchi. Capitoli di manga tirati, ristretti all’inverosimile, espansi, tagliati, modificati, il tutto in modo da far rientrare una manciata di volumi del manga originale in 12 striminziti episodi. La storia owiamente non si avvicina neanche alla conclusione, che già viene troncata. Ma credo di sapere la ragione!
    Dopo sta descrizione di questa serie che a sto punto sembra un abominio, cosa c’è di salvabile?
    In questi tempi di crisi, evidentemente non si poteva andare oltre i 12 episodi! Questa serie è stata fortunata abbastanza da avere un budget altissimo: MADHOUSE quasi non ha badato a spese. Chara-design di altissima qualità, animazioni ottime, spesso aiutate da intelligenti scene in grafica in 3d, ottimo uso di colori, righe nere per ricalcare la drammaticità dei disegni, seiyuu dai grandi nomi, ottima colonna sonora, canzoni di OP e ED potenti ed adeguate, gran belle inquadrature da “videogioco” e non ho davvero mai notato scene di qualità scadente e posticcia come spessissimo avviene nelle serie MADHOUSE. E sarebbero finiti i fondi destinati a questo progetto? probabile: addirittura hanno usato metà dell’ep4 come filler di ricapitolazione degli ep precedenti. LOL!
    Il vero punto di forza di HOTD è però la regia. Scadente a mio parere circa negli ultimi 4 episodi (a causa di una penosa gestione nell’anime delle pagine del manga), nei primi 8/9 si scatena! Gli eventi sono concatenati in maniera tanto studiata, con transizioni perfette, che i 24 minuti di ogni episodio volano letteralmente. Quando si vede la sigla finale sembra che siano passati 5 minuti! In qualche modo, tutta la povertà e la scarsezza dei contenuti viene ripagata da bombardamenti costanti di tensione e suspence degna dei thriller cinematografici. In alcune fini di episodio mi è capitato di voler istantaneamente andare all’ep successivo per la carica adrenalinica che la regia sapientemente scatena nel pubblico. Tutto questo mi fa pensare che all’autore di questa storia non gliene fregasse niente dei contenuti, ma avesse solo voluto dimostrare con forza invadente la sua incredibile capacità di strabiliare il pubblico con contenuti che non costituiscono altro che una mera scusa. E con questo mi ricollego al punto successivo.
    HOTD ha un’altro elemento che ha scosso non solo i fan e gli spettatori, ma anche ha mosso severissime critiche di casa giapponese. Questo fattore è una sorta di totale menefreghismo nei confronti delle regole morali dettate da fantomatiche consuetudini mediatiche. MADHOUSE ha faticato non poco nel cercare di adattare alla TV tutto questa forza presente nel manga che io, in manera molto filosofica, definirò Violenza Visiva Totale.
    Partendo dalla quantità di spropositato e ingiustificato splatter gratuito, addirittura AT-X (la tv più liberale che ha mandato in onda HOTD) non ha potuto fare a meno di censurare alcune scene di particolare gore con noiosi bagliori neri o di repentini e CASUALI cambi di scena improvvisi. Pezzi di corpi spezzati, sangue, morsi, accoltellamenti, schiacciamenti, decapitazioni, schifo vario, tutto invade la visione in un modo in cui tutto si basa su questo, lasciando a margine il resto. Poi pausa, per riprendere in seguito con una nuova scena.
    Ancora, molti discutono sulla presenza eccessiva di cosiddetto “fanservice”. Io ritengo che qui non si possa più parlare del semplice fanservice che ormai vediamo nel 90% delle serie anime, quello direi che è tutt’un’altra cosa. Qui il “fanservice” altro non è che la seconda manifestazione di violenza visiva che pervade lo schermo, senza alcun precedente (gli hentai non vengono trasmessi in TV). E’ interessantissimo notare come ogni inquadratura di mutande, sederi, seni, gambe, corpi seminudi, vestiti stracciati o superaderenti, lingerie varia etc etc, sia assurdamente forzata sempre in momenti in cui o non se ne sente alcun bisogno o viene eccessivamente abusata oltre misura fino a diventare “violenta” appunto come le scene di spezzettamento o di massacro di cui si parlava prima. Praticamente i nostri cari autori, sbattendosene di qualunque limite (nel manga, nell’anime molto viene tagliato e/o molto minimizzato) fa un uso spropositato di questa sorta di costante violenza erotica che, senza QUASI mai sfociare nel pornografico, pervade qualunque ambito. Dico quasi mai perché nell’ep11 c’è una scena in cui sostanzialmente abbiamo un’orgia tra studenti, indignando l’opinione pubblica giappa del settore nonchè facendo incacchiare non poco le tv trasmettenti.
    L’abuso sregolamentato dei corpi femminili è costante, e non solo ad opera degli uomini o di “Loro“, ma anche addirittura delle armi (come si nota in certe scene)!!!! Questa sorta di grottesca irrealtà però ha un valore di notevole importanza e che dà spazio a diverse riflessioni.
    Infine è chiaro che molto di più nel manga, di cui l’anime non costituisce che un’ombra, il nostro caro Sato-sensei altro non abbia realizzato che una plateale dimostrazione delle sue capacità, utilizzando strumenti più che efficaci per sorprendere e trascinare il pubblico in questa sorta di esaltazione della follia e dell’irrazionalità dominata dalla violenza, utilizzando un contesto banale e copiato altrove.
    Non solo! Pare che tutta la parte della villa protetta del clan Takagi altro non sia che un’allegoria con tanto di critica politica ai partiti neofascisti giapponesi contemporanei, da cui quei personaggi ne traggono i comportamenti, dichiarandone in modo simbolico anche il loro fallimento finale.
    HOTD è il parco giochi dei suoi autori, che si divertono pretestuosamente a fare quello che vogliono senza pensare al resto. Il modo in cui lo fanno però non ha precedenti. Addirittura si mettono a fare critica politica, uccidono il presidente degli USA nell’AirForceOne, scatenano una guerra nucleare, ammazzano centinaia di milioni di persone, e fanno finire il mondo…[/SPOILER]

    Beh, se si impressiona per l’alta presenza di sesso e violenza in questo anime forse ne ha visti pochi, non che io ne abbia visti molti, però quei due fattori non mi hanno colpito così tanto. Possiamo dire che questo tizio è molto bravo ad esaltare aspetti che possiamo definire semplicemente commerciali. Poi più che critica a partiti neofascisti sembra che l’autore li appoggia. Se poi le gesta eroiche che vengono mostrate le interpreta come: “fallimento finale”, allora abbiamo un modo diverso di vedere le cose.

    in risposta a: Man-ga #837427
    Toshi
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    . Devil May Cry non mi ha mai preso più di tanto, sarà perché non ho mai giocato con il titolo per Playstation.

    Se avessi giocato al gioco non sarebbe cambiato molto il tuo giudizio. Anzi, potrebbe pure peggiorare :rovatfl:

    Forse seguirò una serie su man-ga solo se si decidono a mandare in onda casshern sins.

    in risposta a: Il preferito #813630
    Toshi
    Membro

    Se parliamo solo di shonen il mio preferito è Claymore. Tutti gli altri che ho letto sono di livello medio/basso.

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