Collegamento in Corso… Problemi in Linea e non…

di Regola Commenta

Salve a tutti e benvenuti all’appuntamento settimanale con Collegamento in Corso, e come avete potuto leggere qui sopra in quest’analisi approfondita potreste trovare svariati elementi spoiler quindi siete avvertiti, se non avete visto ancora le serie di .hack, Accel World o Sword Art Online procedete a vostro rischio e pericolo!

Dopo la presentazione dei personaggi principali e delle varie serie è arrivato il momento di affrontare uno degli elementi più importanti di questa mia analisi, detto in parole povere, come gli eventi all’interno del gioco influenzano la vita reale dei personaggi, e viceversa. Il momento per parlarne è anche propizio, anche per il punto in cui SAO è arrivato. Terminata la saga di Aincraid, con i personaggi fuori da un mondo virtuale, compaiono i primi elementi della “vita privata” di Kirito e Asuna (avete visto l’episodio 15, vero?).

Come primo passo è fondamentale operare una divisione di come le varie serie trattano questa dinamica: mentre in .hack e SAO vengono trasportati in un mondo virtuale problemi reali, in Accel il processo è opposto, sono i problemi vissuti come Burst Linker a influenzare la vita quotidiana dei personaggi. Si tratta d’altronde di una caratteristica tipica in storie dove i personaggi finiscono a far parte di una sorta di èlite, (che lo sia o meno, i Burst Linker si sentono sicuramente più importanti o fortunati delle persone che non hanno accesso all’Accel World), in cui ogni evento o azione nella propria vita viene propriamente riletto in base alle necessità del gruppo sociale raggiunto: Arita e soci passano parecchio del loro tempo anche solo a parlare della loro doppia vita e a pianificare le loro azioni, anche per il rischio che si corre, esponendosi troppo nella vita reale, di perdere il privilegio dell’accelerazione (di cui parleremo bene più avanti). Basti pensare, per avere un’idea ancora più chiara e distinta, al Burst Linker Seiji Nomi: attraverso alcuni stratagemmi questi individua e ricatta altri Burst Linkers, sfruttandoli a suo vantaggio nei due mondi, quello virtuale e quello reale.

Nomi, il cattivo della seconda parte di Accel World. Seconda parte che come saprete ha riscosso meno successo rispetto alla prima.

Molti sono gli spunti che ci offrono le serie .hack per discutere di un tema del genere. Ne prendo in esame due in particolare, quelli legati ai personaggi di Bear e BT.

Di Bear, o Ryo Sakuma, non conosciamo il motivo preciso per cui gioca a The World, ma dalla sua storia personale e dal suo carattere è possibile farsene un’idea abbastanza precisa. Scrittore di successo, vive una condizione famigliare di contrasto con la moglie e il figlio, il quale lo contatta esclusivamente per ricevere denaro (arrivando a contattarlo addirittura nel gioco). Questa situazione genera sicuramente frustrazione, per questo motivo in gioco Bear cerca di essere una persona disponibile e proattiva nell’aiutare le persone, prendendosi a cuore soprattutto la condizione di Tsukasa. Ha spesso comportamenti da genitore, essendo anche la persona più matura (sia di età che di personalità) presente nel gruppo, quasi volesse riparare a errori commessi nei confronti di suo figlio.

Bear e Tsukasa.

BT è uno dei personaggi più strani della serie SIGN, anche per la sua tendenza ad agire e tenersi per la maggior parte del tempo al di fuori del gruppo che viene a costituirsi. Anche lei, come Bear si approccia a The World con alle spalle una vita sentimentale insoddisfacente: di bell’aspetto, questa sua caratteristica sembra averle remato contro e allontanata da uomini verso cui avrebbe potuto sentirsi sentimentalmente attratta, per cui si approccia al mondo virtuale nella speranza di stringere quei rapporti umani di cui sente la necessità (considerando questo anche più importante del gioco stesso). Purtroppo, come spesso accade in questi casi, a causa degli atteggiamenti distaccati che mostra fallisce anche nella realtà virtuale, inoltre nella prima parte della serie ha difficoltà anche solo rapportarsi con le persone più giovani di lei. Quando stringe un’amicizia in gioco, o si sente attratta da una persona, BT propone un incontro nella vita reale: è ciò che fa con Crim ma questi, intenzionato a tenere separati la vita reale e The World rifiuta. Lo shock sarà tale che BT impiegherà diversi giorni a riprendersi, prendendo anche in considerazione di abbandonare il gioco.

 

Nella prima parte di SAO, Aincraid, i personaggi non hanno tempo di preoccuparsi troppo dei loro problemi nella vita reale, dovendo sistemare un problema ben più grande. Ma una volta finita la prima saga le cose iniziano a cambiare, cominceranno a comparire elementi della vita reale dei vari personaggi, soprattutto di Kirito e Asuna. Senza andare troppo lontano, spulciando le novel, già nel quindicesimo episodio (uscito la settimana scorsa) ci è stato detto molto su Kirito e presentato un personaggio nuovo, sua sorella Suguha, sebbene sia apparsa all’inzio del primo episodio per qualche istante. Suguha è chiaramente innamorata di Kirito: tuttavia come scopriamo in quest’episodio il protagonista è stato adottato da sua zia, si tratta pertanto del tipico rapporto amoroso tra cugini, tuttavia unilaterale poichè nel cuore di Kirito vi è posto solo per Asuna. Ovviamente sappiamo tutti quello che succederà: Suguha seguirà Kirito nel prossimo gioco, Alfheim Online. (Il matrimonio tra cugini è un tema presente in molti manga sentimentali, spesso vi sono personaggi protagonisti con un/a cugino/a che ha promesso di sposare, da come ne parlano in questi manga sembrerebbe essere perfettamente legale).

Suguha Kirigaya.

Eppure guardando attentamente i vari elementi fin’ora presentati è possibile scorgerne uno che accomuna le tre opere,  in comune anche con la tematica dell’evasione presentata qualche settimana fa: mi riferisco alla possibilità che vengono percepite dalle persone con l’accesso a nuove realtà (virtuali in questo caso) di cambiare la propria vita e la propria personalità (spesso la prima fonte dei propri problemi). Ma la personalità non è qualcosa che si cambia facilmente, e queste persone finiscono per “indossare delle maschere” e niente più, finendo vittima di se stesse e di quegli stessi comportamenti che volevano evitare. È questo un fenomeno a cui molti hanno assistito, non solamente i videogiocatori, poichè ciò tende a ripetersi con l’ingresso in qualunque gruppo sociale. È anche vero che molte persone al giorno d’oggi non riescono ancora a mettere sullo stesso piano quelle che sono le relazioni sociali reali (nelle scuole, nei prati, nelle piazze e nei locali…) con quelle che avvengono di fronte allo schermo di un personal computer, dopotutto la realtà dei social network è storicamente molto recente; si potrebbe facilmente criticare la ricerca di interazioni in ambienti non esattamente progettati per questo etichettandola come “sciocca” e “infantile”. Ma allo stesso tempo in molti sappiamo cosa vuol dire essere parte di una comunità in rete (e magari anche in una gilda in qualche gioco), e abbiamo stretto amicizia con persone che probabilmente non incontreremo mai: nemmeno ci sogniamo di svalorizzare queste esperienze.

Una cosa che personalmente vedo in molti personaggi di queste serie (soprattutto del filone .hack e SAO) è quella che a volte è stata definita come la malattia dell’uomo occidentale: la depressione. Si tratta di un disturbo in cui cronicamente il tono dell’umore è basso (sottolineo cronicamente perchè l’umore tende ad alzarsi e abbassarsi in tutte le persone, diventa patologico quando questi cali di umore sono più frequenti e danneggiano la qualità della vita) che ha come caratteristica quasi comune un’errata percezione delle proprie capacità personali, solitamente sottovalutate. Ma uno dei meccanismi più deleteri della depressione è lo sviluppo della convizione di meritare la propria condizione, di doversene occupare personalmente ma di non avere comunque nessuna possibilità di risolverla: per fortuna in queste storie si assiste spesso a un lieto fine, in cui i personaggi crescono e affrontano i propri problemi avvalendosi anche dell’aiuto di altre persone. Arita incarna perfettamente questa mia descrizione, Kirito invece ha più elementi in comune con i sociopatici, ma sono Bear e BT, i due personaggi centrali in questa mia descrizione che mi permettono di presentare l’esempio più vivido e concreto (si sa, per i protagonisti è sempre tutto facile).

Uno dei momenti più tristi di SIGN, in cui Crim rifiuta l’offerta di BT.

Cala il sipario anche questa settimana su Collegamento in Corso, e anticipo che dalla prossima settimana inizierò ad analizzare gli elementi più “tecnici” presenti nella varie serie, per tornare più avanti sulle considerazioni sociali.

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