Caso “My Anime Manga”: l’ultima parola spetta a Dynit

 Ultimamente è emerso un caso abbastanza importante riguardante il mondo degli anime, vicenda che posa l’occhio sull’ormai deceduto sito My Anime Manga il quale è risultato essere uno dei tanti siti pirata che attanagliano la rete, giustamente chiuso una volta per tutte. In questi giorni ed a proposito di questa storia, è arrivata su Punto Informatico, una considerazione da parte di Dynit all’intera questione che, secondo me, contiene qualche punto che in un modo o nell’altro ci tocca (sia come lettori che come blogger) e quindi perchè non parlarne un pò?

Direi comunque di cominciare con due parole riguardo al sito sopracitato ed alla vicenda svoltasi qualche settimana fa: dopo numerose segnalazioni da parte dello staff Dynit, ma anche di altre case editrici della stessa natura, si è arrivati a far chiudere il sito MyAnimeManga, responsabile della distribuzione di copie pirata di DvD, CD ed altro sul mondo di anime in genere. Un vero danno insomma a case come quella di Dynit che vedeva i propri contenuti (o contenuti simili) venduti ad 1/4 del prezzo, rimasterizzati illegalmente.Fino a qui direi che è tutto più che giusto, personalmente sono contento di vedere la giustizia in azione, soprattutto quando dei truffatori operano in un settore che già di suo non brilla in fatto di giri di denaro, perciò tanto di cappello allo staff che ha continuato la propria causa e che non ha fermato le segnalazioni.

A questo punto arriva una sorta di resoconto/considerazione, sempre dalla casa editrice italiana, sulla rivista Punto Informatico che vi riporto così come l’ho trovata sul sito:

Il sito era noto e monitorato dalle Forze dell’Ordine – conferma la squadra TLC della PolPost di Milano – e offriva download a pagamento attraverso una ricarica su carta di debito intestata ad un terzo soggetto. Il sito stesso era registrato sotto mentite spoglie, ma tramite le consuete procedure di indagine siamo riusciti a rintracciarlo. Facendo seguito alle quattro denunce, la Procura di Milano ha stralciato a Bari l’inchiesta visto che al momento l’unico indagato risulta residente a Bari”.

Secondo quanto riportato dagli investigatori, sarebbero però almeno due le persone coinvolte nelle operazioni illegali: “I cantinari – prosegue la PolPost – così li chiamiamo in gergo, erano almeno una coppia: uno era il titolare della carta ricaricabile, l’altro il soggetto che mandava in giro i DVD”. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 2.600 supporti già pronti per la vendita, oltre a tre sistemi di masterizzazione: i danni per i distributori, secondo le Forze dell’Ordine, sarebbero cospicui.

Secondo Mometti, la perdita subita dalle aziende coinvolte non sarebbe soltanto pecuniaria: “Ci sono anche altri siti che fanno streaming e downloading dei nostri titoli, ma in questo caso venivano messi in vendita DVD masterizzati copiati dagli originali con tanto di copertina. A prima vista potevano quasi sembrare un titolo stampato da noi, ma di qualità minore: un danno di immagine oltre che economico”. Quantificare una cifra al momento sembra difficile, ci dice, ma considerato che ogni disco veniva venduto a 5 euro contro i 20 di prezzo medio di copertina, moltiplicando questa cifra per almeno 2.600 supporti il totale cresce notevolmente.

Le chiediamo se non sarebbe possibile accorciare la forbice tra il prezzo degli originali e quello delle copie contraffatte per diminuire l’appetibilità per il pubblico della pirateria: “È quasi impossibile – spiega a Punto Informatico – Per noi ci sono dei costi fissi come l’acquisto dei diritti, che è la parte più impegnativa, poi ci sono la traduzione, l’adattamento, il doppiaggio, il lavoro interno. C’è la SIAE da pagare, è tutto collegato: col mercato di oggi è impossibile praticare prezzi differenti, anche se cerchiamo di arrivare in edicola con titoli di qualche anno fa anche con offerte da 9, o anche 5 euro”.

Non sarebbe possibile contrastare questi fenomeni anche con offerte concorrenziali magari in streaming o download? “A fare certe scelte siamo quasi costretti dalla pirateria: di cose online ce ne sono molte, e ne nascono sempre di più – racconta a Punto Informatico – Lì dove riusciamo proviamo a far qualcosa, questo sito sequestrato era forse il più importante: comunque le aziende ci stanno pensando, e presto speriamo di riuscire ad offrire qualcosa che convinca le persone a scaricare, ma a farlo in modo giusto”.

Che il giro d’affari attorno a queste attività illegali sia importante lo conferma anche la Polizia Postale: “Tutti questi siti che offrono streaming hanno un sacco di pubblicità accostata ai video: per scovarli occorrono attività di indagine complesse, ma non è così difficile andarli a individuare. Noi monitoriamo la rete e quando individuiamo un caso in cui il lucro è notevole, quando si parla di pagamento per fruire di un servizio, interveniamo per fermare quelle attività in cui il reato è evidente”.

Naturalmente poi ci sono le segnalazioni presentate da FAPAV o da altri soggetti coinvolti che fanno scattare immediatamente i controlli: “Effettuiamo un monitoraggio per individuare coloro che ci lucrano”. Perseguire ogni violazione sarebbe probabilmente impossibile, ci spiegano, ma viene data ovviamente priorità ai casi in cui qualcuno agisce per far soldi senza escludere la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Forse è preferibile individuare e fermare chi produce per vendere, piuttosto che il singolo ragazzo che condivide un paio di brani online.

E i distributori come vedono invece quei fenomeni in crescita che vanno sotto il nome di fansub? “Per noi rimane un elemento di disturbo – spiega a Punto Informatico Mometti – che in qualche modo comunque inquina il mercato: concludere l’acquisto di una licenza non è sempre immediato, e c’è il rischio che se le persone hanno già visto un titolo poi non siano disposte a comprare il DVD in seguito”.

Il mercato, spiega a Punto Informatico, è tenuto in piedi da aziende come Dynit e altre che acquistano in modo regolare una licenza e poi provvedono a rendere disponibile un titolo sul mercato italiano con tutto quello che comporta: “Seguiamo una prassi per lavorare in modo serio e onesto: la crisi che ha colpito il nostro settore non è certo aiutata da questi fenomeni, anche se una fetta di appassionati autentici resta comunque sempre interessata ai nostri prodotti anche se già conosce la storia”.

Per quanti invece avessero scoperto una passione e un talento per l’adattamento, la porta per passare al lato chiaro della traduzione è sempre aperta: “Siamo sempre in cerca di persone che hanno voglia di lavorare – conclude Mometti – Ci è impossibile assumere tutti, ma diamo sempre un’occhiata ai curriculum che ci mandano attraverso il nostro sito: cerchiamo sempre di dare una possibilità a tutti

Secondo me i punti interessanti, di cui vorrei sentire i vostri pareri, sono essenzialmente 2. Sul costo dei Dvd e la pirateria non mi esprimo, in quanto ne abbiamo già parlato tempo indietro e poi non c’è molto da dire! Molto più interessante è il discorso che viene fatto sui fansub, dove viene appunto detto che sono un piccolo fenomeno, seppur in crescita, che inquina il mercato. Secondo voi questa pratica è così deleteria per le tasche delle case editrici? Io non so cosa rispondere francamente, nel mio piccolo mi ricompro spesso e volentieri cose che ho visto subbate su internet una volta che escono doppiate o raccolte in Dvd; è pur vero però che c’è gente che questo non lo fa e quindi va a ledere sicuramente e in qualche modo, chi vive e lavora in questo settore. Forse il fansub non sarebbe così problematico se da parte loro ci fossero proposte che meriterebbero veramente di non guardare un episodio subbato ma comprarlo dalla Dynit o chi per essa. Comunque non so cosa dire, mi trovo un pò spiazzato.

Ultima cosa e poi vi lascio, riguarda la coda della “dichiarazione” dove si parla di subber e traduttori; trovo molto bello che le porte di una casa  come Dynit siano sempre aperte a gente che ha la passione della traduzione e vorrebbe un lavoro in questo settore. Bisogna poi vedere quanto effettivamente questo sia vero, però sapere che la possibilità c’è, seppur piccola, mi sembra un buon inizio. A questo punto non ci rimane che archiviare il caso, nell’attesa che qualche altro sito infame venga finalmente chiuso!

[Fonte: comicsblog]