Sempre grazie al WonderCon 2011 di San Francisco, la Marvel inizia a sbottonarsi sugli ultimi progetti destinati al circuito televisivo internazionale.
Tramite la pagina di Facebook di Komixjam abbiamo già avuto modo di vedere le premiere delle versioni americane delle serie annunciate. I prodotti sono stati creati dal gruppo giapponese Madhouse e sono stati proposti in prima visione solo sul circuito nipponico.
E giunto il momento però anche per l’America (e forse per il resto del mondo di seguito) di vedere se gli sforzi prodotti da Madhouse su personaggi così tanto amati dagli americani, ha dato i suoi frutti.



Paperinik e Super-Pippo non sono più soli.
Le due serie All Star edite dalla Dc hanno riscosso grandissimo successo tra i lettori, e benchè All Star Superman sia stata osannata anche dalla critica, stessa sorte non è toccata ad All Star Batman. Infatti il racconto dedicato alle primissime avventure di Batman e Robin ha suscitato da subito più di una perplessita nei critici che non hanno esitato a definire un mito come Frank Miller un autore che non avesse più niente da dire, e che ci racconta un Bruce Wayne più simile a Wolverine che non al cavaliere oscuro. Sinceramente non trovo che l’opera sia da stroncare, anzi devo dire che lo spaccato di vita del pipistrello che ci viene raccontato da Miller, accompagnato dalle matite di un sempre più maestoso Jim Lee,
Probabilmente al lettore più smaliziato di comics targati Marvel questo titolo può suscitare il ricordo di una miniserie che ha riscosso alterni pareri ed ha avuto una pubblicazione particolarmente travagliata, Wolverine: The End, ma questa volta sembra siamo davanti a qualcosa di radicalmente diverso. Tutti abbiamo sempre dato per scontato che il buon vecchio Wolverine fosse praticamente immortale, sia perchè lo abbiamo visto resistere alle situazioni più disparate, con e senza scheletro adamantino, sia perchè a quanto pare ha anche una sorta di protezione di origine mistica. Pare però che la Marvel abbia deciso di smentire questa nostra ennesima convinzione o almeno è quello che potrebbe apparire dando una prima occhiata a questa sollicit che ci viene proposta sul sito ufficiale.
Credo che ormai nessuno abbia dubbi sulla valitdità di Warren Ellis come scrittore, le sue gestioni di testate molto difficili sia per la Marvel sia per altre case lo hanno consacrato come uno degli scrittori più interessanti degli ultimi anni. Ma la vera prova della maturità è arrivata quando gli sono stati affidati gli X-Men. Con la sua story arc, Ghost Box, viene trattato un tema abbastanza spinoso
Dopo aver letto il primo numero di X-Men Forever non posso che essere piacevolmente colpito dalla gestione di questo arco narrativo che credo farà la felicità di tutti i nostalgici delle vecchie storie degli uomini X. La storia riprende da dove Chris Claremont l’aveva lasciata e la sua verve narrativa per i mutanti non è cambiata di una virgola. I personaggi nelle sue mani sembrano rivivere una seconda giovinezza e, sebbene la storia sia ancora lungi da avere una trama particolarmente intrigante, le dinamiche di gruppo riescono a farci sentire subito a casa ed a ritrovare quegli X-Men che tanto successo hanno avuto negli anni novanta. La prima cosa che salta immediatamente all’occhio è il rapporto ancora più ambiguo di quanto non ricordassi tra Jean Grey e Wolverine che sembra sul punto