Credo che ormai nessuno abbia dubbi sulla valitdità di Warren Ellis come scrittore, le sue gestioni di testate molto difficili sia per la Marvel sia per altre case lo hanno consacrato come uno degli scrittori più interessanti degli ultimi anni. Ma la vera prova della maturità è arrivata quando gli sono stati affidati gli X-Men. Con la sua story arc, Ghost Box, viene trattato un tema abbastanza spinoso per le conseguenze che può avere sulla continuity se non è maneggiato con la dovuta cautela, e stiamo parlando di mondi paralleli. Sicuramente Ellis ha una buona dimestichezza con questo genere di storie visti i suoi trascorsi sulle pagine di Authority e c’è da scommettere che non cadrà in errori grossolani nè corriamo il rischio di vedere qualche residuo nella nostra realtà. Intanto però pare che la lentezza nel disegno del nostro connazionale di Simone Bianchi abbia dato spazio ad alcuni divertenti capitoli dedicati a dei mondi paralleli che ci hanno regalato anche una versione Steampunk degli uomini X. La prima nota positiva della nuova gestione di Astonishing X-Men è quella del ritorno di Tempesta che ha contribuito a dare una scossa al gruppo, mentre è stata mantenuta la presenza fissa di Corazza, tuttavia ancora molti dubbi permangono sul nuovo potere di Wolverine, l’ubiquità; è infatti quanto meno divertente vedere Logan girare su almeno tre testate contemporaneamente e le cose si faranno anche più divertenti non appena X-Force comincerà il suo viaggio nel tempo. Comunque questa prima run di storie sembra interessante e riporta gli X-Men su un piano diverso da quello nel quale erano stati portati, forse per certi versi troppo rinchiuso in sé stesso, che tendeva ad occuparsi meno del lato umano dei mutanti facendoli diventare in qualche modo una vera e propria razza a sè, troppo distaccata dal genere umano. Mentre probabilmente la vera forza degli X-Men era rappresentata anche dal fatto che erano degli eroi che vagavano nell’ombra e nonostante avessero salvato la terra in diverse occasioni non avevano mai avuto quella qualifica di eroi che meritatamente gli sarebbe spettata. Per quanto riguarda il comparto grafico c’è una vera e propria rivoluzione gestita da Bianchi sui costumi che abbiamo potuto vedere ben illustrata su X-Men Premiere, ma naturalmente il suo stile non accontenta tutti, alcuni lo ritengono ancora acerbo e forse non hanno tutti i torti, perchè in qualche tavola sembra mancare della necessaria esperienza per gestire al meglio molti personaggi, tuttavia rimane comunque un comparto grafico di buon livello. Sicuramente la nuova gestione merita di essere letta almeno per capire se può o meno incontrare il gusto personale, visto che la firma sulla sceneggiatura rimane una garanzia.
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