In questi giorni la TEPCO, società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, pare stia compiendo un grande passo in avanti nella stabilizzazione delle condizioni in cui versano i suoi reattori. Pare infatti, che abbia messo a punto un sistema per il riciclo dell’acqua radioattiva che da mesi ormai si accumula nei reattori e che si riversa in mare provocando un inquinamento radioattivo nocivo alla flora e alla fauna marina. Dopo i vani tentativi compiuti in questi mesi, pare proprio che i tecnici siano riusciti ad ideare un sistema di filtraggio e depurazione delle acque radioattive. Acque che poi verranno riutilizzate per tenere sotto controlla la temperatura dei reattori. Notizia positiva questa, che però non pareggia il conto con quelle negative che finora ci sono giunte dalla centrale giapponese.
Il consigliere del primo ministro giapponese, Goshi Hosono , ha così commentato: “È un gigantesco passo in avanti. Questo è fondamentale per due aspetti. In primo luogo, il sistema risolve il problema dell’acqua contaminata, che ha dato serie preoccupazioni a tutto il mondo. In secondo luogo, permetterà un raffreddamento stabile dei reattori”.
La speranza riposta in questo dispositivo è molta. Tutti credono, ma soprattutto sperano, che l’installazione di questa nuova tecnologia possa aiutare a mantenere la promessa di stabilizzare la centrale entro gennaio 2012. Giusto in tempo per la fine del mondo.
Questo sistema di riciclo delle acque radioattive utilizza una tecnologia sviluppata dai francesi del gruppo Areva e dalla Kurion, in mano agli americani. Progettato per tollerare circa 1200 tonnellate di acqua contaminata al giorno, il nuovo dispositivo, dovrà ripulire le circa 250.000 tonnellate stimate da TEPCO, che si sono accumulate nei mesi.
Da Fukushima arrivano notizie dei primi controlli a tappeto sulla contaminazione degli abitanti. Pochi giorni fa sono state ritrovate tracce di contaminazione da radiazioni nelle urine di alcune persone sottoposte a controllo. Ai bambini vengono distribuiti dei misuratori di radiazioni per controllare il livello di sicurezza dell’ambiente che li circonda. È in progetto il controllo totale degli abitanti delle zone a rischio. Si parla di circa due milioni di persone. Speriamo che tutto vada a finire bene, sia per gli abitanti che per chi ogni giorno lavora nella centrale di Fukushima.
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