Sogni (quelli che si fanno la notte)

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  • #993660
    bluclaudino
    Partecipante

    Io una volta ho sognato di essere un pianeta :look: O meglio: fluttuavo nello spazio ed avevo una forza gravitazionale su larga scala, tutta mia :ahsisi: Freud direbbe che mi sento grasso.. io dico che la giandella pre-nanna ha aiutato :asd:

    #993662

    Io una volta ho sognato di essere un pianeta :look: O meglio: fluttuavo nello spazio ed avevo una forza gravitazionale su larga scala, tutta mia :ahsisi: Freud direbbe che mi sento grasso.. io dico che la giandella pre-nanna ha aiutato :asd:

    Che cazzo è la giandella? Ha a che fare coi tre quartini di prima? 😀

    #993663
    bluclaudino
    Partecipante

    Che cazzo è la giandella? Ha a che fare coi tre quartini di prima? 😀

    Eh, più o meno :asd: L’effetto è simile, l’assunzione è per vie differenti :ahsisi: E no, non parlo delle supposte alcoliche :asd:

    #993665
    SilverSoul
    Membro

    Una volta ero in treno e mi sono addormentata. Ho sognato di essere nell’antica Roma e di essere sdraiata su un triclinio; vicino a me c’era un paggio, e gli dissi: “suonami qualcosa che delizi le mie orecchie, oltre che al palato”, e lui si caricò in spalla un prosciutto crudo e iniziò a tagliarne delle fette con l’archetto di un violino come se lo stesse suonando. Mi sono svegliata ridendo e allarmando tutta la carrozza.

    #993675

    Eh, più o meno :asd: L’effetto è simile, l’assunzione è per vie differenti :ahsisi: E no, non parlo delle supposte alcoliche :asd:

    Mmmmh… la gangiandella? 😀

    Una volta ero in treno e mi sono addormentata. Ho sognato di essere nell’antica Roma e di essere sdraiata su un triclinio; vicino a me c’era un paggio, e gli dissi: “suonami qualcosa che delizi le mie orecchie, oltre che al palato”, e lui si caricò in spalla un prosciutto crudo e iniziò a tagliarne delle fette con l’archetto di un violino come se lo stesse suonando. Mi sono svegliata ridendo e allarmando tutta la carrozza.

    Wow :asd: ricorda molto il sogno di una nostra vecchia utente

    http://www.komixjam.it/forum/off-topic/2878-sogni-quelli-che-si-fanno-la-notte-8.html#post369940

    [SPOILER]:prrr:[/SPOILER]

    Comunque, rileggendoli, devo dire che sono veramente notevoli 😀

    Allora, ecco il sogno.

    PREMESSA: il sogno è del 2009 o giù di lì, quindi “Mario” di Maccio Capatonda non era ancora iniziato. Lo specifico perché oggi l’ho riletto dopo un sacco di tempo e c’è una frase che mi ha strappato una grossa risata 😀

    E’ giorno e sto guidando, per andare non so dove. Ad un certo punto la macchina va in riserva e vado in una pseudo stazione di servizio con le pompe in mezzo alla strada. Mentre faccio rifornimento sono sovrappensiero, e solo dopo qualche secondo mi accorgo che il bocchettone che sto usando non è quello della benzina, non è quello del gasolio ma quello della merda di elefante. Mentre bestemmio mi passa davanti un francese, dice qualcosa e si butta nel laghetto che c’è là dietro. È notte. Il tizio fa i 100 e i 200 dorso. Poi comincia a fare i 1500 stile libero, andando da una sponda all’altra del laghetto, che è minuscolo (un 20 metri di diametro, anche meno), circolare e con le papere. Ad un certo punto mi chiede aiuto perché sta per annegare. Io gli faccio il gesto dell’ombrello e lui muore. Dopo è giorno e c’è il funerale. Il laghetto per l’occasione è stato prosciugato e, sempre per l’occasione, c’è un tizio col casco che fa le acrobazie con una mountain bike tra le sponde del laghetto, urlando cose in francese. Anche lui è francese. Un ragazzino che sta lì vicino si prende una biciclettata in faccia e diventa rosso dalla vergogna, mentre il francese continua a fare le acrobazie e a urlare. Io vengo arrestato per omicidio perché dai palazzi di fronte al laghetto un napoletano con la panza e la canottiera sporca di sugo dice di aver visto tutto, perché “era notte ma non era buio”. I carabinieri ( :asd: ) gli credono perché “c’era bel tempo” e mi arrestano. Prima di essere ammanettato inizio a prendere in giro il napoletano dicendo ” ‘a pizza, uè, uè” e lui fa una specie di balletto, girando su se stesso e muovendo la mano destra come per svitare una lampadina, dicendo “uè, uè, uè”. Mi ritrovo in una cella con un letto a castello e insieme ad un giamaicano che fuma, ride e parla col muro. Il sogno finisce con me che gli chiedo “ma sei coglione?” e con lui che ride.

    #993676
    bluclaudino
    Partecipante

    Mmmmh… la gangiandella? 😀

    Esatto :ahsisi:

    Allora, ecco il sogno.

    PREMESSA: il sogno è del 2009 o giù di lì, quindi “Mario” di Maccio Capatonda non era ancora iniziato. Lo specifico perché oggi l’ho riletto dopo un sacco di tempo e c’è una frase che mi ha strappato una grossa risata 😀

    E’ giorno e sto guidando, per andare non so dove. Ad un certo punto la macchina va in riserva e vado in una pseudo stazione di servizio con le pompe in mezzo alla strada. Mentre faccio rifornimento sono sovrappensiero, e solo dopo qualche secondo mi accorgo che il bocchettone che sto usando non è quello della benzina, non è quello del gasolio ma quello della merda di elefante. Mentre bestemmio mi passa davanti un francese, dice qualcosa e si butta nel laghetto che c’è là dietro. È notte. Il tizio fa i 100 e i 200 dorso. Poi comincia a fare i 1500 stile libero, andando da una sponda all’altra del laghetto, che è minuscolo (un 20 metri di diametro, anche meno), circolare e con le papere. Ad un certo punto mi chiede aiuto perché sta per annegare. Io gli faccio il gesto dell’ombrello e lui muore. Dopo è giorno e c’è il funerale. Il laghetto per l’occasione è stato prosciugato e, sempre per l’occasione, c’è un tizio col casco che fa le acrobazie con una mountain bike tra le sponde del laghetto, urlando cose in francese. Anche lui è francese. Un ragazzino che sta lì vicino si prende una biciclettata in faccia e diventa rosso dalla vergogna, mentre il francese continua a fare le acrobazie e a urlare. Io vengo arrestato per omicidio perché dai palazzi di fronte al laghetto un napoletano con la panza e la canottiera sporca di sugo dice di aver visto tutto, perché “era notte ma non era buio”. I carabinieri ( :asd: ) gli credono perché “c’era bel tempo” e mi arrestano. Prima di essere ammanettato inizio a prendere in giro il napoletano dicendo ” ‘a pizza, uè, uè” e lui fa una specie di balletto, girando su se stesso e muovendo la mano destra come per svitare una lampadina, dicendo “uè, uè, uè”. Mi ritrovo in una cella con un letto a castello e insieme ad un giamaicano che fuma, ride e parla col muro. Il sogno finisce con me che gli chiedo “ma sei coglione?” e con lui che ride.

    Sto ridendo come un cretino :laugh: Cioè cose a caso random a più non posso, roba che Freud si sarebbe suicidato se lo avesse sentito :asd:

    #993682
    Gilles Villeneuve
    Partecipante

    Ero in un evento a Napoli, una maratona di cui ricordo solo la parte finale sulla costa. In realtà, sapevo d’essere a Napoli, ma quella zona era immaginaria.
    Correva una mia amica, mentre io e un mio amico laureato in filosofia l’accompagnavamo camminando/passeggiando durante la gara, di fianco a lei.
    Arriviamo sulla costa e c’è un edificio. Qui sembra più una fiera che una maratona. Ci fermiamo e ci sediamo a dei tavolini come se volessimo fare un break e mangiare qualcosa.
    Siamo noi 3 e altri amici del mioamico, non li conosco. Siamo vicini alla finestra.
    Poi mi accorgo che ai tavolini subito dietro la finestra c’è Julia Roberts che mangia avidamente un panino, ma con la sua solita eleganza.
    Io resto stupito dalla sua presenza e lo dico ai miei amici. Uno di loro mi passa un i-pad per farle una foto, ma io rifiuto perché non voglio romperle le scatole e poi è troppo grosso e si noterebbe. Poi noto che lei ha capito tutto e con gesti ed espressioni facciali mi fa capire che è disponibilissima dopo aver mangiato a farsi tutte le foto che vogliamo e sarebbe venuta lei da noi. Io sono contentissimo, poi il sogno riparte da fuori la sala.
    So che c’è pure Olga Kurylenko e vado in giro per cercarla ma non la trovo. In giro ci sono un sacco di ragazzi e ragazze come ad una fiera del fumetto, io riesco pure a volare per essere più veloce, ma non c’è.
    Così palpo le tettone a delle biondone a caso :asd: una di queste è un politico giovane coetanea di Napoli (non scrivo oltre perché è un forum libero 😀 ) che conobbi ad un convegno al Maschio Angioino :laugh:
    Fine sogno

    #993689
    SilverSoul
    Membro

    Mmmmh… la gangiandella? 😀

    Wow :asd: ricorda molto il sogno di una nostra vecchia utente

    http://www.komixjam.it/forum/off-topic/2878-sogni-quelli-che-si-fanno-la-notte-8.html#post369940

    [SPOILER]:prrr:[/SPOILER]

    Ohibò, chiedo umilmente venia! La memoria mi giuoca brutti scherzi 🙁

    #993737

    Sto ridendo come un cretino :laugh: Cioè cose a caso random a più non posso, roba che Freud si sarebbe suicidato se lo avesse sentito :asd:

    Tipo :asd: è uno dei sogni più strani che abbia mai fatto, sicuramente il più non-sense :asd:

    #996031
    Gilles Villeneuve
    Partecipante

    sono passati 2 giorni e non ricordo bene

    in sostanza mi sono ritrovato nel villaggio degli hobbit o qualcosa di moooolto simile con tanto prato verde e collinette delicate. C’era George Clooney che era uno hobbit ed era discriminato da tutti, per questo io mi sentivo il dovere di difenderlo e proteggerlo. Insieme a noi c’erano altri hobbit e qualche esserino strano.
    Poi stavano per arrivare dei mostri non troppo inquietanti e abbiamo deciso di ripararci in una abitazione di legno molto elegante e carina. Non ricordo il resto.

    #996133

    Azz, ma io dovevo ricopiare il sogno :doh:

    ———- Post added at 23:09 ———- Previous post was at 22:50 ———-

    PS: povero George :asd:

    —-

    Ok, ora l’ho corretto e l’ho reso leggibile :asd: risale a circa un mesetto fa. È un sogno strano per i miei standard perché è lungo, ha un abbozzo di trama (anche avvincente se vogliamo) e sembra avere una certa “logica”, nel senso che i pensieri fatti nel sogno, compresi i vari ragionamenti, sono tutti molto realistici. Peccato che alla fine si perde. Comunque eccolo, dovrò dividerlo in due parti perché è troppo lungo.

    Se provate a calarvi nella parte e a ricreare le immagini nella vostra mente penso che vi sarà più facile apprezzarlo. Stavo pensando di disegnarvi una mappa ma forse non ce n’è bisogno 😀

    1/2

    Sto guardando in TV la pubblicità di uno sceneggiato ambientato in parte in Italia e in parte in Francia. I paesaggi mostrati sono meravigliosi: pianure sterminate e di un verde vivissimo, punteggiate da ville enormi se non, addirittura, da regge. C’è anche una ferrovia su cui scorre un treno a vapore. Ad un certo punto mi ritrovo in uno di questi posti, a camminare in salita lungo una strada sterrata. Costeggio una villa, dopodiché raggiungo un bosco. Continuo a camminare, sempre in salita, ed all’uscita del bosco mi ritrovo in una piccola cittadina francese. Sembra una cittadina di media grandezza: è accogliente, ordinatissima e pulita, ogni balcone è pieno di fiori e coloratissimo e le case hanno un aspetto rustico, sembrano costruite in pietra e non col cemento. Sono su un ponticino nella parte alta della città. Non molto in lontananza si vede il mare, più precisamente un’insenatura, grande e con un porto. Il panorama è davvero mozzafiato e mi ricorda un po’ quello di Napoli nella sua classica immagine da cartolina. Faccio un respiro profondo e mi sposto lentamente verso l’interno del paese, sulla mia sinistra, sempre camminando sul ponticino, lungo un muretto, e sempre con lo sguardo rivolto verso il mare.

    Più in là c’è una fermata dell’autobus e a quel punto noto una cosa strana: vicino alla pensilina, e spostate qualche centimetro più avanti rispetto alla stessa, ci sono due lastre di vetro, attaccate l’una all’altra (). Poggiano per terra su un piccolo rilievo in plastica, una sorta di guida tipo quella delle zanzariere. Mi avvicino, seguo questa guida con lo sguardo e noto che da un lato prosegue verso l’interno del paese, dall’altro prosegue verso il bosco, immettendosi in un sentiero perpendicolare alla strada che avevo percorso io inizialmente. Solo a quel punto mi accorgo che sulla mia destra, dalla parte opposta a quella del paesino, c’è un fiume, non enorme ma neanche piccolissimo, che nel tratto visibile scorre parallelamente al ponticino e al sentiero, per poi scendere e scomparire dalla visuale. Ad un altezza di poco superiore a quella del ponticino c’è un salto con una piccola cascata, alta sì e no un metro.

    Realizzo che il rilievo davanti alla pensilina è una sorta di binario per le lastre di vetro che sono davanti a me. Rivolgo nuovamente lo sguardo alle lastre ed in trasparenza vedo il golfo retrostante. Nell’immagine che vedo c’è però qualcosa di strano, anche se non riesco immediatamente a capire cosa. Ad un certo punto mi rendo conto che guardando il golfo attraverso le lastre non si vede il muretto. Non solo: non si vedono neanche le poche case costruite davanti al golfo. Mi chiedo quale diavolo di illusione ottica siano in grado di produrre quei vetri, ma non riesco a comprenderlo. Allora decido di spostarli: li prendo e mi dirigo verso il sentiero, una cinquantina di metri più in là. Arrivato in corrispondenza della cascata poggio le lastre per terra e decido di guardarci attraverso in direzione della cascata. Quello che vedo stavolta è una macchina dei vigili del fuoco con dentro un cadavere che sporge col busto dal finestrino destro. La testa è completamente insanguinata e la faccia è rivolta verso il basso. Per scrupolo provo a guardare spostando i vetri e la macchina non c’è. Non so perché ma nel sogno io so che la persona non è morta per un incidente ma è stata uccisa. Di conseguenza mi allarmo parecchio, ma sono indeciso sul da farsi, perché in realtà quel morto non c’è ed andare dalla polizia sarebbe inutile. Allora decido di indagare, per cercare di capire cosa diavolo succede, perchè attraverso i vetri non vedo cose che ci sono e al contempo vedo cose che non ci sono. Mi viene un’intuizione e decido di verificarla: quindi riprendo le lastre e mi dirigo nuovamente verso il ponte. Lo supero e mi ritrovo all’inizio del paesino. A sinistra (ore 9-10) ci sono degli edifici, idem sulla destra (ore 2), dove le case delimitano una curva. Davanti a me (ore 12) c’è una stradina in salita costeggiata da alcuni alberi, un po’ come il sentiero che ho percorso inizialmente. A ore 11 c’è un’autostrada a 6 corsie che immette direttamente nel paesino, in una strada con una rotonda che evidentemente prosegue dietro gli edifici che ci sono a ore 2, passando perpendicolarmente alla direzione del sentiero (prima che questo cominci). Fra gli edifici ad ore 9 c’è, a piano terra, una pizzeria. Fuori dalla pizzeria c’è un cuoco che mi guarda in modo molto sospetto. Io comunque decido di rivolgermi a lui: poso le lastre e mi dirigo verso la pizzeria. Cominciamo a parlare un inglese molto basic, a stento ci capiamo. Io gli indico la cascata e ricordo di avergli detto “car in the river”. Lui mi dice più volte “no”, facendo di no con la testa. Allora mi rendo conto che l’ipotesi che avevo elaborato era sbagliata, ma non del tutto: io avevo ipotizzato che attraverso le lastre si vedessero i vari luoghi com’erano in passato. Ecco perché non c’era il muretto ed ecco perché non c’erano le case. In realtà attraverso le lastre si vedono i vari luoghi come sono in un tempo diverso dal presente, com’erano in passato e come saranno in futuro. Visto che in passato nel fiume non ci sono state macchine, vuol dire che l’omicidio deve ancora avvenire. Decido quindi di rivolgermi alla gendarmeria (): è vero che non c’è stato nessun assassinio, ma forse la mia segnalazione può aiutare ad evitarlo. Prendo le lastre e decido di andare in cerca della gendarmeria. La mia intenzione è quella di fare la curva a destra e di addentrarmi nel paesino. Ma noto che sotto gli edifici sulla sinistra ci sono altre 2-3 persone che mi fissano senza dire nulla. Mi sento un po’ in imbarazzo. Mi avvio comunque verso destra ma anche in quella strada, appena mi si apre la visuale, scorgo diverse persone fissarmi in silenzio. Allora, senza cambiare direzione visto che non mi sono ancora immesso nella curva, decido di attraversare la strada e di proseguire dritto verso la strada alberata. Tra e me penso che è meglio stare un attimo calmi, valutare attentamente i pro e i contro e poi decidere sul da farsi. Il mio tragitto è un susseguirsi di se e di ma: mi chiedo se ho fatto bene a prendere le lastre di vetro e mi rispondo che ormai la cazzata era fatta, e che non potevo permettermi di rimetterle al loro posto perché se fossero “partite” sui binari non le avrei trovate più, mentre dovevo mostrare ai gendarmi che vicino alla cascata ci sarà un cadavere. Un altro dubbio che mi assaliva era: e se poi pensano che io possa essere coinvolto nell’omicidio? Se vado in gendarmeria a dire che ci sarà un morto sicuramente penseranno che io in qualche modo c’entri qualcosa. Nel frattempo il sentiero che stavo percorrendo era lo stesso che avevo percorso inizialmente, con la stessa distesa di verde e la stessa villa sul lato sinistro (). Ad un certo punto decido di fermarmi e di sedermi un attimo per terra. Appoggio i vetri sul muro della villa e mi siedo per terra continuando a riflettere sul da farsi. Ad un certo punto, guardando il vetro, scorgo la sagoma della mia testa in controluce, col sole dietro, e mi chiedo cosa avrei visto se mi fossi guardato attraverso i vetri. Prendo in considerazione l’ipotesi di usare le vetrine dei negozi come specchio, ma mi ritornano in mente gli sguardi dei negozianti e decido di lasciar perdere. Mentre sono assorto in questi pensieri sbuca da dietro la villa una macchina, che percorre la strada in discesa andando velocissima e sobbalzando. Sembra la macchinina di un cartone animato. E’ la macchina dei gendarmi ed è la stessa macchina che vidi attraverso il vetro ().

    #996167

    2/2

    Dentro la macchina, che ha il finestrino di destra aperto, ci sono un uomo (alla guida) ed una donna, che è quella che vedo attraverso il finestrino. Ha i capelli ricci, neri e di media lunghezza, la pelle olivastra ed è vestita come il cadavere che ho visto attraverso il vetro, ovvero una divisa blu con una striscia gialla fosforescente sul lato (). Sento distintamente la donna dire all’uomo, in italiano “dobbiamo recuperarle in fretta”. A quel punto realizzo che l’uomo che sta guidando è quello che verrà ucciso () e decido di tornare in paese. Non so se portare con me le lastre di vetro o cominciare a correre seguendo la macchina. Faccio rapidissimamente delle valutazioni, e cioè: la cascata è tutto sommato vicina, non penso che l’omicidio possa avvenire in così poco tempo, di giorno, in mezzo alle case; anche se arrivo in paese qualche minuto prima potrebbe non cambiare nulla; se lasciassi qui le lastre rischierei di non trovarle e di non poter dimostrare più nulla; se portassi le lastre con me ci metterei di più ad arrivare, ma se trovassi quei due gendarmi, che forse si stanno recando dov’erano inizialmente le lastre, potrei mettere in guardia quello che stava alla guida o al limite riconsegnare le lastre, prima di diventare a tutti gli effetti un ricercato. Allora prendo le lastre e mi incammino verso il paese, camminando abbastanza spedito. Giungo nuovamente sul ponticino e alla fine dello stesso, poco prima del sentiero e davanti alla salita che ho fatto all’inizio, ci sono una serie di gazebo messi uno accanto all’altro. Era un ufficio di non so bene che cosa. Davanti a questi gazebo c’erano dei tavoli di plastica con delle sedie (tipo bar), con 7-8 persone sedute. Ridevano, scherzavano, parlavano ad alta voce e facevano un sacco di casino. Mi sembravano molto diversi dai tipi silenziosi e sospetti che avevo visto in precedenza. Erano a lavoro ma in quel preciso istante non avevano nulla da fare. Abbastanza sollevato decido di rivolgermi a loro, nella consapevolezza (nata non si sa dove) che era il posto giusto in cui andare a parlare. Poso le lastre davanti alla fermata dell’autobus, dov’erano inizialmente, e mi avvicino ai gazebo, che ostruivano la visuale della cascata. Cercavo distrattamente di guardare la cascata tra gli spazi vuoti, ma la situazione mi sembrava tranquilla e sembrava non esserci nessuna macchina. Mi avvicino ad un gruppo di ragazzi e inizio a parlare in inglese, cercando di spiegare che dovevo dire loro una cosa strana ma molto importante. Ricordo che nel gruppetto c’era un ragazzo con i capelli lisci, biondi e gli occhiali, abbastanza pienotto, ed una ragazza bellissima, con i capelli lunghi e castani, gli occhi castani ed un sorriso stupendo. E’ con lei che parlo, e si mostra molto disponibile ad ascoltare. Mentre parliamo sento il ragazzo biondo dire a bassa voce una cosa in italiano ad un altro dei ragazzi che erano lì. Io lo guardo un po’ stranito. La ragazza se ne accorge e mi chiede “sei italiano?” () e quasi in contemporanea si azionano i binari con le lastre di vetro, che iniziano a scorrere nella direzione in cui ci troviamo noi. Io le rispondo di sì, e le chiedo perché parlassero in italiano, prestando attenzione contemporaneamente anche alle lastre di vetro. Lei mi risponde “qui siamo al confine con l’Italia, si parla sia italiano che francese”.

    Poi è suonata la sveglia. Ho provato a riaddormentarmi per riacchiappare il sogno ma niente :-\

    #997703
    Gilles Villeneuve
    Partecipante

    1) Sto dormendo e mi sveglio, da fuori le coperte vedo qualcosa che c’è sotto. Le sollevo e trovo la testa mozzata di una ragazza che lavora con me. Tale alessia, con cui non ho nessun problema. Mi spavento e chiamo i miei genitori perché non so che fare e per informarli. Fine sogno.
    Sembra la scena del Padrino :asd:

    2) Ho una Audi A4, mi affaccio al balcone e la ammiro nel mio giardino. Blu scura, non recente ma di una decina d’anni fa. Una cosa modesta :asd: ma sempre bella ed elegante. Già progettiamo di andare in estate alla casa al mare con quella, così si sta comodi durante il viaggio. Poi ti svegli e ti rendi conto che era solo un sogno. Una tristezza…

    3) Sono fra la folla sul set del nuovo film di Oliver Stone con protagonista Di Caprio. E’ un film d’azione ambientato a Venezia (non ci sono mai stato nella realtà, ma so che è quella), ricordo una scena in cui un’auto sportiva sfreccia dietro dei portici, degli archi…
    Ho tanta voglia di farmi una foto con Stone, ma non so perché riesco a farne una con Di Caprio. E ci resto un po’ male

    #627655
    Gilles Villeneuve
    Partecipante

    1) Sto dormendo e mi sveglio, da fuori le coperte vedo qualcosa che c’è sotto. Le sollevo e trovo la testa mozzata di una ragazza che lavora con me. Tale alessia, con cui non ho nessun problema. Mi spavento e chiamo i miei genitori perché non so che fare e per informarli. Fine sogno.
    Sembra la scena del Padrino

    2) Ho una Audi A4, mi affaccio al balcone e la ammiro nel mio giardino. Blu scura, non recente ma di una decina d’anni fa. Una cosa modesta ma sempre bella ed elegante. Già progettiamo di andare in estate alla casa al mare con quella, così si sta comodi durante il viaggio. Poi ti svegli e ti rendi conto che era solo un sogno. Una tristezza…

    3) Sono fra la folla sul set del nuovo film di Oliver Stone con protagonista Di Caprio. E’ un film d’azione ambientato a Venezia (non ci sono mai stato nella realtà, ma so che è quella), ricordo una scena in cui un’auto sportiva sfreccia dietro dei portici, degli archi…
    Ho tanta voglia di farmi una foto con Stone, ma non so perché riesco a farne una con Di Caprio. E ci resto un po’ male

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