morti misteriose…

  • Questo topic ha 12 risposte, 5 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 14 anni, 5 mesi fa da Anonimo.
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  • #628214
    tappoxxl
    Membro

    da pochi giorni l’opinione pubblica si sta occupando del caso “stefano cucchi”….inserisco una breve cronaca della vicenda by “il messaggero”…..
    [SPOILER]
    Il fermo. Stefano Cucchi, 31 anni, tossicodipendente, viene arrestato nelle prime ore della notte di venerdì 16 ottobre dai carabinieri. L’accusa: detenzione e spaccio di droga. L’uomo, appena quarantatrè chili di peso, viene portato nella caserma “Tor Sapienza” dell’Arma in attesa del processo per direttissima, previsto per la mattina successiva. Non si sente bene. All’alba viene chiamata un’ambulanza. Un infermiere del “118” si avvicina alla cella dove sta passando la notte: Cucchi dice di non avere nulla e di non volere il ricovero.

    Il processo. Il piccolo spacciatore viene giudicato per direttissima. È la mattina di venerdì 16. Lo assiste un avvocato d’ufficio, Giorgio Rocca. Né il legale, né il giudice, né il pm notano lesioni. L’imputato afferma di essere sieropositivo. Il magistrato, Maria Inzitari, convalida il fermo e ordina l’arresto. Cucchi se ne va camminando sulle sue gambe. Viene affidato dai carabinieri alla Polizia Penitenziaria diretto a Regina Coeli.

    In carcere. La permanenza di Cucchi a Regina Coeli dura poco. Il medico del carcere, dopo aver constatato fratture a una vertebra e all’osso sacro, lo manda per una visita al “Fatebenefratelli”. Anche lì l’uomo rifiuta il ricovero. Torna in prigione a via della Lungara. Ma il direttore del centro clinico ne ordina il trasferimento al reparto detenuti dell’ospedale “Pertini” a Pietralata.

    La fine in ospedale. I genitori, informati, corrono al “Pertini”. Ma i medici non danno risposte, trincerandosi dietro il fatto che nel reparto vigono le regole di un carcere. I sanitari, al momento del ricovero, non notano segni di percosse. L’emocromo non fa pensare a emorragie interne. Una radiografia conferma le fratture, non recentissime.

    Da lunedì 19 Cucchi rifiuta il cibo, l’acqua e le cure. Pazzesco o meno, i dottori, legge alla mano, non ordinano l’alimentazione coatta. Alle sei del mattino di giovedì 22 ottobre il detenuto ha una crisi cardiaca che si rivelerà fatale.[/SPOILER]

    ora la mia domanda è questa……può un ragazzo di 31 anni morire in così poco tempo?…..l’autopsia ha escluso traumi interni…ma le foto rilasciate dai genitori mostrano un corpo tumefatto e pieno di lividi…..allego un video di un intervista alla sorella di stefano cucchi….

    YouTube – Stefano Cucchi, morto di carcere

    personalmente credo che stefano cucchi sia l’ennesima vittima di abusi di potere….come il meno famoso federico aldrovandi….ragazzi uccisi da poliziotti o carabinieri che si sfogano sulla pelle della gente che hanno giurato di proteggere!!……ditemi cosa pensate di questa storia….e cosa pensate riguardo al lavoro svolto dalle polizie italiane…..anche ricordando episodi come il g8….o le cariche contro i manifestanti del “no tav”…..o quelle contro le persone che non volevano le discariche a meno di 1000 metri da casa(come dice la legge)……spero rispondiate numerosi!!

    #740814
    Anonimo
    Ospite

    i lividi non provano niente dopo la morte, in base allo stato di salute, e al tipo di morte, possono evidenziarsi lividi che non dipendono necessariamente da traumi(per mia sfortuna di morti ne ho visti tanti, ecco perchè sono ferrato, anche se non conosco la basa scentifica) questo cmq non toglie, che gli abusi ci siano stati, o che l’esito della autopsia sia stato falsato….chi vivrà vedrà….se davvero ci sono stati gli abusi, verrà fuori…

    #740857
    Zero
    Membro

    Io non sono tanto sicuro che la verità verrà fuori col tempo: non dimentichiamo che ci troviamo in Italia, anche se mi dispiace sempre dirlo…

    #740858
    WakaSempai11
    Membro

    Io non sono tanto sicuro che la verità verrà fuori col tempo: non dimentichiamo che ci troviamo in Italia, anche se mi dispiace sempre dirlo…

    Concordo con te pienamente…..

    #741000
    peppo_93
    Membro

    E’ una MERDA non puoi UCCIDERE un ragazzo per uno sfogo di rabbia. Abusi del genere in america sono molto celebri, ma non per questo avvengono solo lì. E’ l’ennesimo caso, scusate ma sono un esperto oramai, in cui l’italia apre gli occhi solo dopo un caso shock. NON si può arrivare a questi casi limite per fare qualcosa. Sono problemi che non nascono da un giorno all’altro questi. E la vittima era un ragazzo italiano, pensate cosa gli avrebbero fatto se fosse stato straniero o omosessuale.
    Domanda: ma gli 8 grammi di droga che gli sono stati trovati addosso di cos’erano?

    E la questione solleva un altro problema: ma la giustizia in italia, sia amministrativa che effettiva, ha un controllo decente o ogniuno fa quello che gli pare?

    Ma dopotutto siamo in italia…

    #741006
    tappoxxl
    Membro

    OGNUNO fa come gli pare…..cmq la droga trovata addosso al ragazzo era erba, ma non ti saprei dire se erano 8 grammi…perchè mi pare di aver sentito che ne aveva 20 addosso…e non so quanto sia il limite massimo consentito dalla legge per l’uso personale….cmq resta il fatto che è una vergogna che i poliziotti vengano lasciati liberi di fare queste porcherie……o che vengano muniti di una pistola senza un controllo psicologico accurato….mio padre è un vigile urbano a roma e quando sta in divisa deve portare la pistola……non gli hanno mai fatto un test psicologico per vedere se era un potenziale assassino o psicopatico o che cazzo ne so!?!……poi in più al poligono invece di andarci spesso, ce li mandano una volta l’anno…e in più l’istruttore gli insegna a correggere la mira perchè la pistola che hanno ha il mirino calibrato male…e se devi sparare a un bersaglio devi mirare più a sinistra….immaginatevi in una fase concitata un vigile urbano che non ha mai sparato e che deve pensare di mirare più a sinistra del mirino!!!???………..cmq mio padre è il tipo che preferisce correre appresso ai criminali e dargli due schiaffoni quando li prende…come fece con uno zingaro che investi un suo collega….chiudo la parentesi su quel laziale di mio padre….peppo c’è da dire che in america quando avvengono pestaggi clamorosi i poliziotti vengono subito sospesi e indagati e il processo si conclude in pochissimo tempo….in italia invece placanica(uccise carlo giuliani) e spaccarotella(uccise gabriele sandri) hanno continuato a fare servizio per un pò di tempo….il primo poi è stato licenziato(come giusto che sia), il secondo credo sia sospeso in attesa di giudizio…..(chi ne sa di più mi corregga se ho sbagliato)….

    #741017
    Anonimo
    Ospite

    attenzione a sparare certe sentenze….

    1. ancora non sappiamo con certezza cosa è successo

    2. liberi cosa?? c’è un inchiesta per verificare cosa è realmente successo, nel frattempo i poliziotti, sono ancora li, non sono scappati,e se verranno ritenuti colpevoli, andranno in galera, non sono ne i primi e ne gli ultimi che finiscono così….

    #741021
    tappoxxl
    Membro

    non ho sparato nessuna sentenza(ma credo che ti riferissi a peppo)…..io dico “lasciati liberi di fare queste porcherie” perchè chi dovrebbe vigilare sui nostri vigilanti lascia passare anche il più piccolo episodio…mio padre mi ha raccontato molti episodi di suoi colleghi che commettevano delle assurdità e gli veniva lasciato passare tutto……e mi racconta di come carabinieri e polizia(almeno a roma) si sentano dei cow-boys(non tutti, ma buona parte)….io non ho mai detto che sono scappati….dico solo che un tutore della legge che viene accusato di un qualche reato deve essere sospeso dal servizio…..stessa cosa dovrebbereo fare i politici, ma non succede quasi mai…….cmq mastro io provo profondo rispetto per le forze dell’ordine, perchè vedo alcuni agenti che sono veramente impeccabili nel loro lavoro e so che per quel misero stipendio rischiano anche la vita……ma quando vedo scene del genere mi chiedo perchè gente così venga presa per fare un lavoro tanto importante….

    #741024
    Anonimo
    Ospite

    sulla selezione hai ragione….

    quando ero nell’esercito, ho rischiato la vita diverse volte, e sempre per colpa di qualche mio collega minkione, che maneggiava il fucile come se fosse una pistoletta ad acqua…

    in kosovo, tutti i militari italiani morti sono morti per “incidenti casalinghi” nessuno è stato ucciso dai nemici….

    però va anche detto che molte volte VOI(e tu sai a chi i riferisco) se uno fa una rapina e uccide persone, siete portati a giustificarli, perchè è colpa della società, della crisi, aveva figli poverino…..alle forze dell’ordine non si perdona nulla (caso capranica-giuliani al g8 docet) io questo cucchi non lo conoscevo, ma magari era un esagitato e la botte(se ci sono state) magari se l’è pure cercate col lanternino….la mia è un ipotesi, la nfaccenda ad oggi la conoscono soloi diretti interessati….per cui io, non prendo le parti di nessuno…..

    #741027
    tappoxxl
    Membro

    ti ripeto che io porto profondo rispetto per le forze dell’ordine e quando i miei amici(dei centri sociali) mi dicono cose tipo:”guardia infame aspettati le lame”….oppure”andiamo allo stadio almeno li sfonnamo”…..mi viene una rabbia fottuta, perchè parlano di aggredire chi tutti i giorni rischia di essere ammazzato da un qualsiasi idiota con una pistola….il caso giuliani l’ho tirato in ballo solo per il fatto che capranica ha sparato, ma sono consapevole del fatto che se vieni accerchiato da 200 coglioni con estintori e spranghe ti caghi sotto…..capisco la paura che ha provato, ma non arrivo a concepire il tirare fuori la pistola….come non arrivo a concepire giuliani che va ad attaccare una camionetta isolata dei carabinieri con un estintore di un metro e a volto coperto……per me chi è andato a genova vestito con caschi e fantomatiche armature di gommapiuma doveva essere fermato prima di manifestare….perchè uno vestito così sa già che andrà a fare casini……dall’altra parte però i carabinieri e poliziotti erano guidati da idioti che davano ordini idioti e che non hanno capito un cazzo su come contenere i casini dei manifestanti…..c’è da dire che i poliziotti erano divisi in due gruppi: i “fascisti” che volevano ammazzare di manganellate i manifestanti “comunisti” e i giovani mandati la per fare numero, che si sono cagati sotto davanti alle cariche di 2000 persone armate di sassi e spranghe e che nel dubbio menavano manganellate a destra e sinistra (non concepisco il primo tipo di poliziotti, ma capisco il secondo genere)………purtroppo(per la polizia italiana) sono stato in irlanda e ho visto la polizia comportarsi in modo impeccabile….non lasciavano sgarrare nessuno e io credo sia giustissimo così….la polizia deve essere scelta in maniera intelligente e deve essere seguita psicologicamente nel corso degli anni di lavoro….e se sgarra, a seconda dello sbaglio commesso, le punizioni devono essere eseguite con fermezza……..p.s.quando parlo di polizia intendo ogni forza di polizia italiana: carabinieri, polizia di stato, finanza, e le varie polizie locali e municipali…..chiunque sia addetto all’ordine pubblico!!

    #741062
    old boy
    Membro

    la violenza delle autorità è un fatto accertato e non solo in italia, il caso in questione non ci sono molte certezze tuttavia state certi che se anche vi è una condanna non andranno in galera come è successo per il caso aldrovardi.
    la cosa peggiore non è il pestaggio, ma lo scudo che si forma tra i componenti dell’arma, le autorità giudiziarie e quelle politiche, pronte sempre a difendersi anche nell’indefendibile,

    #741097
    Anonimo
    Ospite

    beh…come sostenevo all’inizio…avete sparato contro le forze dell’ordine troppo in fretta….
    ad oggi la verità dice che i dubbi maggiori sono sull’ospedale….infatti è stato denunciato dalla famiglia…

    #628215
    tappoxxl
    Membro

    inserisco un articolo dal blog di carlo vulpio…..[SPOILER]L’assassinio di Stefano Cucchi è stato definito, non senza ragione, “pena di morte all’italiana”. Ma una “pena” viene in qualche modo comminata con una sentenza alla fine di un processo, persino se si tratta di un processo farsa.

    L’assassinio di Stefano, invece, a essere precisi, è la “licenza di uccidere” che alcuni banditi travestiti da poliziotti o da carabinieri, con sempre maggiore frequenza, si autoattribuiscono.

    Uccidono sottraendo allo Stato il monopolio punitivo, senza processo e senza sentenza, e nonostante l’ordinamento giuridico ripudi la pena di morte.

    Figuriamoci cosa accadrebbe, è l’interrogativo che sorge spontaneo e sul quale tutti dovremmo riflettere, se in qualche piega dell’ordinamento, magari in maniera surrettizia, si nascondesse la previsione di poter irrogare una qualche forma di “pena di morte”, o peggio, di poter esercitare impunemente – in quanto protetti da un articolo di legge, un comma, un inciso, un allegato, un protocollo – il “diritto” di sopprimere la vita altrui, insomma cosa accadrebbe se fosse una norma a prevedere la “licenza di uccidere”.

    Non meravigliatevi, ma purtroppo quella norma, quella “clausola” oggi esiste. E si trova nel fatidico Trattato di Lisbona, da ultimo approvato con referendum anche dall’Irlanda.
    Ma prima di scovarla e di denunciarla (ma come ci è finita dentro il Trattato di Lisbona senza che nessuno se ne sia accorto?), affinché venga cancellata, andiamo per un attimo a ritroso nel tempo e, assieme alla fine di Stefano, ricordiamo i casi simili degli ultimi anni. I più eclatanti, o almeno quelli più noti, perché hanno avuto la “fortuna” di finire sui giornali.
    Vedremo che come hanno ucciso Stefano Cucchi, così hanno fatto fuori anche “gli altri”. E allo stesso modo potrebbero eliminare chiunque, soprattutto se forti di una norma che lo preveda.

    Il 14 ottobre 2007, Aldo Bianzino, 44 anni, falegname, finisce in carcere a Capanne, Perugia, per aver coltivato qualche pianta di marijuana. Pestato a morte, ne uscirà cadavere. Il processo, dopo mille difficoltà, è riuscito a partire ed è tutt’ora in corso, nonostante il pm Petrazzini avesse chiesto l’archiviazione del caso.

    Il 25 settembre 2005, a Ferrara, Federico Aldrovandi, 18 anni, fermato per strada dalla polizia per un controllo, viene ammazzato a manganellate.

    Il 6 luglio 2009, per l’omicidio di Federico quattro poliziotti – Monica Segatto, Paolo Forlani, Enzo Pontani, Luca Pollastri – sono stati condannati a tre anni e sei mesi di reclusione per “eccesso colposo nell’omicidio”. Grazie all’indulto del 2006, non hanno scontato un solo giorno di carcere. Dei quattro, oggi non si hanno notizie. Cos’ha fatto il ministero dell’Interno, li ha radiati, sospesi, trasferiti o premiati?

    L’11 luglio 2003 viene ucciso nel carcere di Livorno, dov’era rinchiuso per un furto, Marcello Lonzi, 28 anni. Il pm Roberto Pennisi dice che Marcello è morto per infarto e chiede l’archiviazione del caso. La madre del ragazzo denuncia il pm e il caso (con l’imputazione di omicidio per due agenti penitenziari e un detenuto) viene riaperto nel 2006.

    La sera del 19 marzo 1999, a Matera, Angelo Raffaele De Palo, 31 anni, viene arrestato per oltraggio a pubblico ufficiale e accompagnato in Questura, dove viene ucciso a craniate contro il muro. Per omicidio preterintenzionale l’ispettore di polizia Francesco Ambrosino viene condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

    Il 7 ottobre 1997, Francesco Romeo, 28 anni, viene pestato con bastoni e manganelli nel carcere di Reggio Calabria fino a perdere la vita. In un procedimento pieno di punti oscuri e di domande lasciate senza risposta, il pm Roberto Pennisi (lo stesso di Livorno) chiede l’assoluzione di 19 dei 21 imputati (agenti penitenziari) perché avrebbero reso le loro dichiarazioni in assenza dei legali.

    E ora torniamo alla “licenza di uccidere” contenuta nel Trattato di Lisbona. Nel quale sono state assorbite pari pari non una, ma due norme “mortuarie”.

    La prima norma “mortuaria” è l’articolo 2 della Convenzione europea sui diritti umani (CEDU) approvata dal Consiglio d’Europa nel 1950 (il Consiglio d’Europa nasce nel 1949 per promuovere la democrazia e i diritti umani, conta 47 Stati membri ed è organizzazione diversa dall’Unione Europea).

    L’articolo 2 della CEDU si legge in fretta:

    “Paragrafo 1. Il diritto alla vita di ciascuno sarà protetto dalla legge. Nessuno sarà intenzionalmente privato della sua vita eccetto che in esecuzione di una sentenza di un tribunale che faccia seguito a una condanna che preveda legalmente quella pena. Paragrafo 2. La privazione della vita non sarà considerata una violazione di questo articolo quando essa risulti dall’uso della forza in condizioni assolutamente necessarie:
    a) In difesa di una qualunque persona soggetta a violenza illegale;
    b) Al fine di eseguire un arresto legale o di prevenire la fuga di una persona legalmente detenuta;
    c) Nel corso di un’azione legale intrapresa per sedare una rivolta o una insurrezione”.
    E’ vero che questo articolo venne scritto sessant’anni fa, quando ancora diversi Paesi prevedevano la pena di morte nei rispettivi ordinamenti, ma è altrettanto vero che va rivisto al più presto, anche perché qui si tratta di riconoscere il potere di “privazione della vita” non al boia che esegua una sentenza, ma a chi in quel momento (un ufficiale di polizia, per esempio) giudica di essere di fronte a una rivolta o a una insurrezione – di cui tra l’altro la CEDU non fornisce alcuna nozione – e ordina di sparare. Insomma, 10, 100, 1000 possibili repliche di “Bolzaneto” e del G8 di Genova, edizione 2001.
    La seconda norma “mortuaria” si trova nascosta all’interno del “memorandum esplicativo” del protocollo numero 6, poi diventato numero 11, approvato sempre dal Consiglio d’Europa nel 1983.
    Quel protocollo numero 6 è stato oggi ratificato da tutti gli Stati membri del medesimo Consiglio d’Europa, eccetto la Russia. Dice l’articolo 1 (Abolizione della pena di morte) del protocollo numero 6: ”La pena di morte è abolita. Nessuno può essere condannato a tale pena, o giustiziato”.
    Bene.
    Però, subito dopo, c’è l’articolo 2 (Pena di morte in tempo di guerra), che dice: “Uno Stato può introdurre la pena di morte nella sua legislazione rispetto ad atti commessi in tempo di guerra o di imminente minaccia di guerra; tale pena verrà applicata solo nei casi previsti dalla legge e in accordo con le sue norme”.
    Queste due “cosine” (articolo 2 della CEDU e articolo 2 del protocollo numero 6) sono un pericolosissimo cavallo di Troia per i diritti umani e per la promessa di democrazia dell’Europa unita, e vanno subito abrogati da ogni convenzione o trattato, tanto più da quelli che hanno l’aspirazione di diventare base di “costituzioni” europee.
    La cosa migliore che si può dunque fare, immediatamente, dopo l’assassinio di Stefano Cucchi, è asciugarsi le lacrime, poiché gli occhi lucidi non aiutano a leggere.
    Invece, se riusciremo a leggere, nonostante il profondo dolore e il grande smarrimento, potremo tener viva la vicenda di Stefano e di tutti gli altri crepati in corpo a manganellate e bastonate chiedendo a tutti i parlamentari europei di correre ai ripari e di cancellare la “licenza di uccidere” contenuta nel Trattato di Lisbona.[/SPOILER]

    ….mi pare grave la situazione qui raccontata!

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