Sempre grazie al WonderCon 2011 di San Francisco, la Marvel inizia a sbottonarsi sugli ultimi progetti destinati al circuito televisivo internazionale.
Tramite la pagina di Facebook di Komixjam abbiamo già avuto modo di vedere le premiere delle versioni americane delle serie annunciate. I prodotti sono stati creati dal gruppo giapponese Madhouse e sono stati proposti in prima visione solo sul circuito nipponico.
E giunto il momento però anche per l’America (e forse per il resto del mondo di seguito) di vedere se gli sforzi prodotti da Madhouse su personaggi così tanto amati dagli americani, ha dato i suoi frutti.


E’ ormai da un pò di tempo che continuo a chiedermi se Tony Stark riuscirà a guadagnarsi il perdono di noi lettori o se cadrà in un baratro sempre più profondo nel quale sarà il grande capro espiatorio contro cui noi lettori ci scaglieremo ogni qual volta ci sarà una cosa storta nel Marvel Universe. Sicuramente è innegabile che l’ascesa di Iron Man al potere è cominciata con Extremis, firmata Warren Ellis, storia nella quale il vendicatore dorato ha per la prima volta avuto un vero potere e non era più solamente un uomo in armatura. Successivamente abbiamo assistito sia agli eventi che durante Civil War sono culminati con la dipartita di Capitan America e con l’approvazione dell’atto di registrazione, facendo diventare Tony la figura centrale della casa della idee. Prima capo dei Potenti Vendicatori, poi direttore dello SHIELD e figura di collegamento tra la comunità super eroistica e gli esseri umani. Alla fine dei conti però il nostro “amico” si è fatto fregare dagli Skrull che proprio sotto il suo naso hanno cominciato l’infiltrazione che ha portato al recentissimo Secret Invasion. Le colpe di Tony sono ormai note a tutti, visto che le sue scelte non hanno sempre brillato per genialità, ed infine ci ha condotto per mano all’era di Norman Osborn ovvero il Dark Reign che sta pian piano distruggendo quanto di eroico rimaneva all’interno dell’universo Marvel.
Credo che ormai nessuno abbia dubbi sulla valitdità di Warren Ellis come scrittore, le sue gestioni di testate molto difficili sia per la Marvel sia per altre case lo hanno consacrato come uno degli scrittori più interessanti degli ultimi anni. Ma la vera prova della maturità è arrivata quando gli sono stati affidati gli X-Men. Con la sua story arc, Ghost Box, viene trattato un tema abbastanza spinoso
La notizia era nell’aria già da un pò di tempo, una delle serie di culto di quello che abbiamo già definito come il fumetto impegnato avrà fine ad Ottobre. Warren Ellis porrà la conclusione a Planetary col numero ventisette, cosa che era già stata annunciata, ma la gestazione dell’albo è stata insolitamente lunga a causa degli enormi impegni dei due autori, Ellis appunto e John Cassaday. Lo stesso Cassaday è stato impegnato a ritmi serratissimi su tantissime serie della DC Comics ed al momento è uno dei disegnatori più rischiesti dell’intero panorama mondiale. L’ultimo albo della serie, dobbiamo subito precisare, sarà semplicemente un epilogo che nulla aggiungerà alla trama già conclusa col numero ventisei. La serie che ha come protagonisti Elijah Snow, Jakita Wagner e The Drummer rappresenta la sublimazione del genio del comics moderno.
Ultimamente il mercato dei comics sta cominciando a prendere una piega precisa con l’invenzione e talvolta reinvenzione di serie che gli scrittori più abili si divertono a inventare da capo piuttosto che creare di sana pianta. Questa cosa accade per Mark Millar, per J.M. Straczynski ed anche per diversi altri autori, per esempio Garth Ennis. Ma noi come ci relazioniamo con queste opere? I lettori spesso hanno una tradizione che dura sin dall’infanzia e quindi si rimane legati a testate classiche da Batman a Spiderman, passando per i Vendicatori o Superman e via discorrendo, e queste nuove opere? Talvolta queste rappresentano un enorme salto e spesso l’apprezzamento dipende anche dall’età che il lettore ha al momento della pubblicazione. Per esempio a suo tempo io ero troppo piccolo per leggere la prima edizione del Sandman di Neil Gaiman o di The Invisibles di Grant Morrison, e
Mark Millar è uno di quegli autori che ha saputo catturare il pubblico sin dai suoi esordì e col passare del tempo si è procurato sempre un maggior numero di sostenitori, persino su serie in declino come i discussissimi Fantastici Quattro. La prima vera consacrazione di Millar avviene con Authority che eredità dal genio di Warren Ellis e porta avanti con un estro ed una genialità che lo pone nel pantheon degli autori memorabili. Quindi passa alla Marvel e contribuisce in maniera fondamentale a quello che è uno dei progetti più letti degli ultimi anni, ovvero quello dell’Ultimate Universe. Oggi Millar è un autore maturo che ha lanciato il suo primo progetto originale, Kick-Ass, con i disegni di
Spesso capita nel mondo dei Comics che la bontà di una serie sia legata a doppio filo allo sceneggiatore che ne è al comando e di conseguenza quando abbiamo notizie del cambio al timone di una testata capitano spesso momenti di grande esaltazione o di altrettanto grande delusione. Naturalmente anche il tenore grafico di una serie ha un certo peso specifico, e talvolta anche preponderante, basti pensare che alcuni autori diventano un vero e proprio simbolo all’interno di una testata, tanto che spesso ci leghiamo all’immagine che ci viene data dal nostro disegnatore preferito per questo o quel personaggio. Così proprio oggi Ign ha lanciato un articolo nel quale ci dice chi sarebbe interessante scrivesse/disegnasse quella o quell’altra serie.