Quando ero un pargolo (e si parla di più di venti anni fa) ricordo che andavo spesso a casa di mio nonno per avere la possibilità di leggere i fumetti (principalmente italiani) che lui e mio zio compravano: Tex, Zagor e altri eroi le cui gesta sono rimaste nella storia. Un bel giorno, spulciando tra le cataste di albi presenti negli scaffali dove mio zio li riponeva (a quel tempo non tutti avevano la corretta idea di cosa volesse dire collezionare fumetti!) trovai un albo particolare che mi incuriosì. In copertina, un’auto di Formula 1 (per me erano tutte Ferrari a quel tempo!) nel pieno di un testa-coda spettacolare lungo la curva di una strada costiera a strapiombo sul mare (e già di per sé l’immagine aveva un che di avveneristico), e un uomo, dal volto sorridente, inguainato in una tuta da pilota, il casco poggiato ai suoi piedi, in una posa che ricordava tanto il più sbruffone James Bond 007 che al tempo faceva faville al cinema. Non ricordo il titolo della storia, ciò che ricordo è che lessi l’albo in due giorni (non ero ancora un divoratore di fumetti come oggi) e rimasi affascinato dalla trama: un assassino misterioso, il mondo delle corse clandestine, una donzella in pericolo e questo pilota, metà divo del cinema, metà cavaliere di ventura, che sfidava tutto e tutti per arrivare alla verità. Un mix di azione e intrigo ben narrato, se pensiamo al fatto che la storia fosse del 1978 e venisse pubblicata, in Italia, nel 1988 (ai tempi in cui personaggi come Largo Winch o XIII facevano la loro comparsa sulle pagine di Lanciostory!), dove l’unico, indiscusso protagonista di intrighi era all’epoca il ladro mascherato Diabolik.
Naruto in edizione speciale con La Gazzetta dello Sport
Naruto ha rappresentato per la generazione degli anni 2000 quello che Dragon Ball è stato per i ragazzi italiani degli anni ’90. Masashi Kishimoto ha creato per loro una storia ricca di colpi di scena che li ha accompagnati per quasi quindici anni, da quando il manga prima e la serie animata poi sono sbarcati … Leggi tutto