Era da tempo che volevo mettere per iscritto alcune mie osservazioni sui tre manga che risultano, senza dubbio, i più noti e più famosi nel mondo, se non altro per le stime di vendita (o, se volete, per la percentuale di download scan… ma questo è un altro discorso!). Sin dalla traduzione di One Piece 598, il primo del “nuovo corso”, e ancor più dopo il titolo di apertura di One Piece 601, mi ero ripromesso di dare le mie personali impressioni su questo nuovo inizio e sulle possibili scelte (giuste o sbagliate) che Oda avrebbe potuto fare. Ma poi è accaduto qualcosa che mi ha fatto cambiare idea e attendere. I più arguti tra voi, alla luce del titolo di questo articolo, dedurranno che tale attesa è stata dettata dal “salto temporale” che ha visto spostare di 16 mesi in avanti anche le vicende di Bleach… ma a questo punto mi potreste chiedere: “E Naruto che centra?”.
Effettivamente il manga di Kishimoto il suo bel salto, di ben 3 anni, lo ha fatto nel lontano capitolo 245 (più di 250 capitoli or sono) ed ultimamente di salti temporali, visto il rapido e sequenziale susseguirsi degli eventi, non è che ce ne siano stati. Eppure anche Naruto ha fatto, nella mia ottica, un salto non da poco: è cambiata notevolmente la struttura della narrazione. Mi spiego.
Se nella prima parte il manga di Kishimoto ha sempre visto, nella sua quasi totalità, protagonista Naruto e il suo team, con rarissimi cambi di prospettiva (anche se c’è stata sempre molta coralità), nella seconda parte (quella che potremmo definire “Shippuden“) fino a poco tempo fa abbiamo seguito quasi sempre le vicende legate principalmente a Naruto o al suo antagonista Sasuke, vivendo i loro scontri e le loro vite, con qualche rara eccezione, di cui l’esempio più eclatante è legato allo scontro Jiraiya-Pain. E’ proprio a partire da questa vicenda che la prospettiva della narrazione muta: dal momento in cui sono state poste le basi per la Grande Guerra dei Ninja, più e più volte Kishimoto ci ha fatto seguire vicende diverse, narrando per alcuni capitoli scontri tra personaggi che, a dirla tutta, sono apparsi dall’oggi al domani, ma che ci vengono presentati quasi fossero elementi fondamentali della narrazione che, fino a questo momento, sono rimasti nell’ombra. Sia ben chiaro, questo cambio di registro non mi da per niente fastidio, anzi: trovo la scelta di iniziare a narrare su più fronti, soprattutto ora che la vicenda si fa più “caotica” a causa dello scontro imminente, un tocco di classe degno del più grande degli sceneggiatori.
Ritornando al discorso di apertura, comunque, ecco che ci troviamo in una situazione alquanto strana: negli ultimi mesi, tutti e tre i manga di punta di Weekly Shonen Jump hanno effettuato un salto narrativo non da poco, da una parte richiedendo un restyling dei personaggi, dall’altra imponendo l’introduzione di nuove figure, probabilmente determinanti nella storia che ci sarà da qui alla fine. Per evitare di rendere questo articolo troppo lungo e pesante, e magari dare l’impressione di volermi eleggere a giudice unico e definitivo per le storie di cui sto parlando, vorrei soffermarmi solo su alcuni aspetti fondamentali che, al momento, ritengo essere il motore primario per il prosieguo delle vicende dei tre manga: in seguito mi piacerebbe continuare questa discussione coinvolgendo anche voi utenti e sfruttando, se fosse possibile, eventuali commenti che vorrete lasciare a questo articolo. Detto questo, passiamo subito a parlare, nuovamente, di Naruto.
Naruto, la Guerra e i nuovi personaggi. Come dicevo prima, il punto fondamentale in questa parte del manga è la possibilità (e la capacità) di passare da un tema narrativo ad un altro, introducendo nuovi personaggi (fate caso che, dal momento della “Riunione” dei kage ad oggi, in ogni capitolo appare gente nuova!) e rendendoli “protagonisti” per un mese (fino ad ora non si sono mai superati i 5 capitoli) delle vicende di quest’opera. Questa scelta mi da un’ulteriore prova di una cosa che ho sempre pensato sin dal momento in cui ho iniziato a leggere Naruto: Kishimoto ha non solo ben presente quale sia la storia di base e cosa debba accadere, ma secondo il mio parere ha lì con se una tonnellata di quaderni ricchi di appunti, schizzi, idee, sulla base dei quali costruisce non solo il tema portante, ma anche tutte le ministorie secondarie. L’idea che Kishimoto abbia progettato e sceneggiato praticamente tutto, fin nel minimo dettaglio, risulta ancor più evidente, per quanto mi riguarda, dall’introduzione repentina non solo dei Kage e degli esponenti più importanti degli altri villaggi, ma anche e soprattutto da questa serie di “ritorni” dovuti alla tecnica di Kabuto. So che molti di voi storceranno il naso, eppure io trovo l’idea di contrapporre un esercito di “zombie” a quello di vivi e nuovi personaggi, una trovata stilistica davvero geniale. D’altro canto, se pensate al personaggio di Madara, non poteva fare altrimenti: il vecchio Uchiha è un personaggio di per se fuori dal tempo, legato ad un passato e ad un mondo ormai decaduto e sorpassato. Le sue stesse mire di potere suonano un po’ come quelle dei vecchi “villains” da comic americano degli anni 60: uno di quelli, per intenderci, che invece di sparare un colpo in fronte al suo nemico legato come un salame, sta li per due ore a raccontargli della sua infanzia, di come la mamma lo picchiasse e di come questo fatto lo ha portato a costruire la bomba che sterminerà la razza umana!
One Piece, lo Haki e i Roja. So che magari vi aspettavate una discussione su questo salto temporale, tuttavia reputo che il vero “salto” fatto dal manga di Eichiiro Oda in questa fase sia legato allo spostare l’attenzione su questo “nuovo” potere (relativamente visto che la prima volta che lo vediamo all’opera è nel capitolo 1, quando Shanks salva la pellaccia del piccolo Rufy!) e sull’importanza che esso può avere se contrapposto ai poteri dei frutti di categoria Roja. Mi sono sempre posto il problema seguente: un Roja è un potere di tipo “elementale”? (Non saprei trovare un altro termine, al momento). Voglio dire, abbiamo quasi sempre visto Roja collegati agli elementi (fulmine/elettricità, ghiaccio, fuoco, oscurità) e poi appare questo potere di “lava”. E allora mi sono detto: vuoi vedere che più che elementi veri e proprio, i Roja rappresentino delle “realtà naturali” ben definite (come roccia e vento) e che i vari Roja siano un possibile legame tra questi? Pensate al “ghiaccio” di Aokiji: potrebbe essere benissimo un miscuglio tra “acqua” e “freddo”, il primo un elemento, il secondo una ben determinata condizione fisica, fusi tra loro; allo stesso modo il potere di “lava” di Akainu può essere una lega tra “roccia” e “fuoco” (oppure “caldo”, se vi va di paragonarlo all’altro Ammiraglio). In questa ottica, ecco che il potere dello “Haki” (uso l’articolo “lo” perché l’acca è sonora e non muta!) assume un significato per me molto importante: se da una parte sembra una sorta di potere ESP, una specie di forza psichica con cui entrare in contatto con l’essenza delle cose (e di cui forse il massimo esponente è stato Roger?), dall’altro potrebbe essere una forma di energia insita negli esseri viventi in grado di permettere al “portatore” di scindere la forza elementale dei Roja e, così, contrastarla. Credo che la comprensione ultima dell’effettivo significato di questi due poteri si rivelerà, in questo viaggio nel Nuovo Mondo, il cardine attorno al quale le vicende di questo manga si dipaneranno, con la spiegazione, mi auguro a breve, di quello che per me resta il punto cruciale di tutta la storia: i 100 anni di buio!
Bleach, il salto e la verità sulla famiglia Kurosaki. Ecco, anche il salto temporale di questo manga mi lascia alquanto perplesso. Mentre in Naruto e One Piece viene detto esplicitamente qualcosa del tipo: “Bene cari lettori, siamo giunti fin qui raccontandovi una serie di eventi. E il momento di andare avanti e proseguire questa storia“, in Bleach tutto ciò non è così evidente. Infatti, sia Naruto che One Piece segnano (l’uno con la “fuga” di Sasuke e lo scontro tra questi e Naruto, l’altro con la morte di Barbabianca ed Ace e con la presa di coscienza di divenire più forti) una separazione netta tra il prima e dopo, Bleach si mantiene molto più sul vago. Per prima cosa, proprio questo manga che ha sempre posto, come tema principale, quello di “aumentare la propria forza per salvare il mondo e vincere le battaglie” (un po’ alla Dragonball, se volete), non termina con una dichiarazione del tipo “Alleniamoci e diventiamo più forti” ma, anzi, vede il protagonista perdere il suo potere e il nemico essere sconfitto a metà (potete dire tutto ciò che volete, ma l’unico Aizen innocuo è l’Aizen ridotto a pezzettini piccoli piccoli!). Inoltre, più che chiudere un ciclo, lascia che questo rimanga in sospeso, come se ancora questa storia non fosse conclusa: vero che Gin e Tousen sono morti, vero che l’Hueco Mundo è stato praticamente annientato, tuttavia rimangano ancora dei punti interrogativi che, a mio parere, sono proprio legati a questi fatti. Chi è davvero Aizen? Perché ha architettato tutto questo? Cosa centra l’Hueco Mundo con lui e, soprattutto, con Ichigo? Chi è davvero Isshin Kurosaki? Credo che sia questa, forse più di tutte, la vera domanda da porsi e a cui cercare di dare una risposta! Mi auguro solo che, presto, tornino quei 90 capitoli del Pendolo che ancora restano da narrare… e che finalmente la verità su Ichigo venga svelata!
Bene, a questo punto io mi fermo qui. Spero che vogliate commentare e, se volete, anche confutare le mie idee. Vi ripeto, sono solo impressioni personali e possono essere, ovviamente, totalmente errate. Mi farebbe piacere, tuttavia, che da questo momento in poi si aprisse un dibattito anche qui sul blog, oltre che sul forum, su queste tre opere. E mi auguro di vedervi partecipi come nelle discussioni al forum!
P.S.: per chi è interessato, ecco le sezioni del forum in cui si discute di queste tre opere: Naruto, One Piece, Bleach. Mi auguro che veniate a discutere numerosi!