Come promesso la scorsa settimana, eccoci qui, stavolta, a parlare dei vari personaggi al contorno, i co-protagonisti ufficiali delle storie dei tre Manga “principe” del Weekly Shonen Jump. Vi avviso sin da ora che questa discussione si articolerà in 4 parti: in questo primo appuntamento discuteremo del gruppo, alquanto eterogeneo (se non altro per i poteri) dei compagni dello Shinigami dai capelli arancioni; nel prossimo analizzeremo la composizione della ciurma pirata più atipica della storia; infine riserverò ben 2 appuntamenti a discutere dell’allegro gruppo di ninja della Foglia. Dietro questa suddivisione (e il motivo per cui a Naruto concederò due puntate della rubrica) c’è una ragione ben precisa: per quanto mi riguarda, ho sempre visto i “gruppi” che ruotano attorno ai protagonisti di Bleach e One Piece abbastanza definiti e “completi” (se mi passate il termine). Intendo dire che, per quanto ci siano varie “acquisizioni e perdite” di tanto in tanto, sia Ichigo che Rufy sanno di poter contare su un certo numero di individui bene definiti che, salvo casi eccezionali, restano sempre quelli. Con Naruto invece trovo che le cose siano molto differenti: sebbene ci sia tutta la faccenda dei team e delle squadre, sebbene fondamentalmente si possa dire che Naruto è attorniato principalmente da 4 persone (ma non vi dico ora a chi mi riferisco), la coralità dei personaggi in questo manga è molto più profonda di quanto non lo sia negli altri (ovviamente spesso per motivi di strutturazione delle storie). Ecco quindi il motivo della mia scelta: per cui bando alle ciance, ed andiamo a conoscere (o riscoprire, se preferite) i compagni di corsa dello shinigami numero 15!
Yasutora Sado (泰虎 茶渡) – Il gigante buono della compagnia, detto anche Chad (チャド- Chado) dagli amici più intimi (quindi probabilmente non più di 4 persone!). Devo dire che questo è il mio personaggio preferito in Bleach: buono, generoso, disposto al sacrificio per aiutare gli altri (e in modo particolare quello scansafatiche del protagonista verso il quale nutre una stima senza paragoni!), Chad è il prototipo delle “spalle” cordiali, attente, che rimangono sufficientemente in “luce” fino a che qualcuno con più carisma non tende ad oscurare la loro presenza. Credo che, insieme alla reale identità di Isshin Kurosaki, il mistero che avvolge il potere di questo personaggio sia quello che maggiormente mi intriga in Bleach: abbiamo potuto vedere già entrambi gli arti superiori del nostro trasformarsi in quelle che sembrano la “difesa” perfetta e l’arma di “attacco” perfetta (dove l’ho già visto un tizio con simili doti? Come dite? Shiryu il Dragone dei CDZ? Solo perché aveva uno scudo infrangibile – che si rompeva per uno sputo! – e un pugno che rivoltava il corso delle cascate? Può essere!); non mi sembrerebbe strano che in futuro anche le sue gambe, il torace e la testa non assumano una forma “metafisica” che mostri la realtà della discendenza di Chad. Io di mio sono convinto di una cosa: il nostro ha a che fare con l’Inferno, non a caso, l’unica volta che è apparso il “portale” del regno degli inferi, è stato nel capitolo/episodio in cui fa la sua prima comparsa il nostro simpatico personaggio!
Uryū Ishida (石田 雨竜) – Ricordate, nella scorsa puntata, quando dicevo che Ichigo, più che il capo dei classici gruppi con quintetto, sembra il secondo un po’ defilato e schivo? Ecco, questo qui invece incarna, contemporaneamente, sia il ruolo del capo bello e piacione, sia quello del quattrocchi ragazzino rompiscatole! Badate bene: il Quincy è un personaggio geniale nella saga di Bleach, poiché mette in luce la non “perfezione morale” degli Shinigami. E’ vero che essi, quali esseri “divini” (intesi come spirituali) dovrebbero essere gli unici ad occuparsi di faccende ultraterrene, ma è anche vero che proibire a priori a degli umani di “aiutarli” nel loro compito (e gli umani ne avrebbero tutto il diritto, risultando le prede preferite degli Hollow), e addirittura procedere al loro sterminio solo per farli stare al loro posto ricorda alcune “repressioni” storiche di quelle che fanno rabbrividire. Una cosa che mi piace molto di Ishida è la sua freddezza in battaglia: la capacità di stratega con cui affronta gli scontri lo rendono un avversario temibile. Tuttavia, odio il suo eccessivo senso del “doverci riuscire”: certo non raggiunge i livelli dei membri della undicesima compagnia, però a causa di questa sua completa dedizione alla vittoria più di una volta ci ha rimesso qualcosa (i poteri, un braccio, e via discorrendo!). Ciononostante Ishida è in perfetto equilibrio tra l’assoluta pacatezza di Chad e la totale sregolatezza di Ichigo, per cui mi aspetto, in futuro, una crescita, dal punto di vista della forza, di questo personaggio che potrebbe, in qualche modo, mediare le energie dei suoi due compagni.
Rukia Kuchiki (朽木 ルキア) – Il primo shinigami apparso in Bleach a mio parere risulta anche quello più emblematico. Rukia è un personaggio spezzato in tre parti: una che vorrebbe rendere il “fratello” orgoglioso di lei; la seconda che cerca di fare del suo meglio per sopperire ai problemi (e ce ne sono) della tredicesima compagnia; la terza infine che, dal momento in cui ha ceduto il suo potere ad Ichigo, si chiede quanto tutto ciò sia stato giusto e se, invece, non avrebbe dovuto cercare di affrontare diversamente la situazione di quel primo capitolo. Rukia è dolce, malinconica, severa e stupida allo stesso tempo: è l’esempio di una bambina che ha dovuto “imparare” a crescere prima del normale, che non ha potuto attraversare tutte le fasi dello sviluppo psicologico e che si è trovata, d’un tratto, adulta suo malgrado. Doveri, oneri, responsabilità, il peso di un nome che le sta stretto a tal punto da soffocarla, la “colpa” di aver permesso ad Aizen di scatenare quella che poteva essere una catastrofe (e che magari ancora potrebbe scoppiare… ma di questo ne parliamo un’altra volta!); una sorta di infatuazione, che nemmeno lei riesce a spiegarsi, sia verso il suo “amico” d’infanzia Renji che verso la persona a cui deve la vita, Ichigo; un rispetto oltremisura per individui che, da un giorno all’altro, sono diventati “amici veri”, di quelli che si contano sulla punta delle dita e che sono sempre lì quando ne hai bisogno (tanto che rischiano la vita per evitare che ti mozzino la testa): Rukia è la più reale tra tutti i personaggi di questo manga, la più vera, quella che meglio rappresenta, credo, l’immenso miscuglio di sentimenti contrastanti che si agitano nell’animo umano.
Orihime Inoue (井上 織姫) – Ritorniamo per un attimo al paragone dei team da 5 elementi di cui parlavamo prima a proposito di Ishida. Secondo voi Inoue quale dei 5 rappresenta? La Strafiga che si t@§#a il capo direte voi! Sbagliato. Quella è molto più simile a Rukia (e per certi versi anche a Chad, ma sorvoliamo su ulteriori commenti al riguardo). E allora chi rimane? Bingo: il ciccione complessato! Vi fa ridere la cosa? E invece, se ci pensate bene, Orihime è davvero molto simile a questa figura: sempre molto “geisha” (nel senso che sarebbe capace di farsi prendere a sberle pur di rendere felici gli altri a suo discapito), introversa, complessata (appunto), talmente insicura da farsi fare a pezzi, l’unica volta che lo ha usato, il suo unico strumento di attacco. Eppure questo è un altro personaggio che nasconde un mistero mica da poco: mi sono sempre domandato se quei fermagli avessero i loro “poteri” sin da prima di esserle stati regalati, o se abbiano subito una qualche modifica a causa di qualche “potere latente” dentro la ragazza. Diciamocelo: la capacità di “negare” il tempo e lo spazio è qualcosa di già visto, magari sotto altri nomi o aspetti, ma il fatto che lo possegga una persona come Orihime lo rende un mistero alquanto particolare. Sono sicuro che Inoue è destinata a compiere una qualche azione determinante sia per Ichigo che per il resto del mondo degli Shinigami… ma al momento, brancolo nel buio più totale. Suggerimenti?
Renji Abarai (阿散井 恋次) – Molti di voi non condivideranno l’idea di aver messo questo personaggio nella cerchia fondamentale dei “compagni di lotta” di Ichigo. Molti altri invece saranno d’accordo con me (spero, altrimenti questo sarà il più grosso “epic fail” dai tempi in cui Caino ha scassato la capa ad Abele!). Io trovo che senza Renji molto di Bleach non avrebbe avuto quella forza comunicativa che abbiamo potuto apprezzare nel corso degli anni: il rosso vice della sesta compagnia è in stretto legame con il protagonista, in un mix di affinità/contraddizioni che li lega come le due facce di una stessa medaglia. La stessa irruenza e la stessa dedizione; la stessa voglia di superare i limiti e ricevere la forza per combattere ogni nemico; lo stesso desiderio di emergere contro chi si trova un gradino sopra di loro. Ma poi ci sono anche le differenze: la sregolatezza di Ichigo opposta alla disciplina “militare” di Renji; la mancanza di protagonismo del primo contro l’egocentrismo del secondo; la visione pseudo-pessimistica del mondo dell’arancione opposta al fondamentale ottimismo e serenità d’animo del rosso. Tutto questo fa di Renji il perfetto metro di giudizio per valutare Ichigo: volendo ricorrere sempre all’analogia del tema dei 5, Renji rappresenta una versione “positiva” del secondo, meno schivo, meno freddo, più propenso a mettersi in luce ed aiutare, tuttavia a modo suo comunque distaccato e alla costante ricerca di una “rivelazione” da ottenere come eremita in un viaggio solitario, più che disposto a vivere una “serena” vita di gruppo. Chiudo questa puntata con una domanda: ma perché, tra tutti i possibili Bankai, lui ha un babbuino?
Alla prossima settimana gente, in cui parleremo della ciurma di pirati creati da Eichiiro Oda. Vi aspetto!