Marvel Now! – Savage Wolverine

Un saluto a tutti i lettori di Komixjam! Continuano imperterriti(o giù di li) gli appuntamenti con i numeri uno di Marvel Now!, e scrivere quello di oggi è stato particolarmente difficile… sul perchè, ci arriviamo.

Come avrete intuito dal titolo, oggi si parla di Wolverine, complice anche il film uscito nelle sale (che il sottoscritto andrà a vedere sabato, con poche aspettative ma con la sua solita bocca buona).

Il mutante con gli artigli vede dedicarsi una nuova testata, intitolata Savage Wolverine. Testi e disegni di Frank Cho, artista noto per…le maggiorate. Che si tratti della sua serie indipendente ‘Liberty Meadows’,

di Shanna la Diavolessa,

serie che tra l’altro conteneva alcune scene di nudo integrale della suddetta e che fu per questo censurata

o di Ultron,

Proprio quello, il robot storica nemesi dei Vendicatori, qui in versione  Sabrina Salerno

le figure femminili disegnate da Cho hanno sempre quelle due marce in più (e siamo ben oltre la quinta, se capite cosa intendo).

E anche questa testata non fa eccezione: si chiama ‘Savage’, è ambientata nella Terra Selvaggia (un territorio dell’Antartide rimasto fermo alla preistoria ispirato al ‘Mondo Nuovo’ di Huxley), la disegna Frank Cho, quindi vuol dire due cose, sostanzialmente:

Scene di botte con dinosauri ed altri animali misteriosi (nessuna tigre con la maschera, per ora), indubbiamente ben rese e di sicuro il punto di forza della testata

E il ritorno di una delle ‘bamboline’ preferite dal disegnatore:

Shanna la Diavolessa, appunto. Per la cronaca, è la moglie del tarzanide Ka-Zar, senza nessun potere ma con doti atletiche e di sopravvivenza oltre la norma. Si notano subito dopo gli occhi azzurri.

Ed ovviamente tutto l’albo è un susseguirsi di scene a metà tra la storica rivista Heavy Metal e un film di Alvaro Vitali.

A parte questo, la storia (di cui possiamo leggere due capitoli sul numero 1 di Wolverine uscito questo mese) è abbastanza semplice e di facile lettura; rimane da vedere quale sia il motore degli eventi proposti, e il ruolo di un terzo personaggio, il quasi omonimo dell’autore Amadeus Cho.

Devo dire che questa scena mi ha strappato una risata: lei che dice a Logan che se lo immaginava più alto…più simile ad un certo Hugh Jackman.

Parlavo ad inizio articolo che ho avuto delle difficoltà, con questo Savage Wolverine.
Come noterete, ho evitato di mettere le mie impressioni personali nella recensione. Questo perchè, senza girarci attorno, la storia non mi è piaciuta.
E non perchè reputi la storia poco originale, o perchè non ami lo stile grafico, o trovi il fanservice stucchevole, o le caratterizzazioni dei personaggi siano un tantino bidimensionali. Ma perchè sono un fan del personaggio. Se non lo fossi stato, se non avessi letto le storie di Wolverine che ho letto, questa mi avrebbe senz’altro aggradato, tanto è vero che la consiglierei a chi di Logan ha letto poco.

Questo perchè il canadese con gli artigli è comparso in troppe storie. In troppi gruppi, in troppe testate. E al pari di altri personaggi che hanno avuto una sovraesposizione simile (L’Uomo Ragno su tutti), Wolverine è diventato una macchietta. Che dice le solite frasi fatte, estrae gli artigli con il solito Snikt!, viene ferito e guarisce, fa quelle azioni da duro e poi va a scolarsi una birra.

In un gruppo, una macchietta del genere può rimanere sullo sfondo, magari lasciando spazio ad altri, e la storia la porti a casa. Ma in una serie stand-alone, una macchietta può solo fare la macchietta. E per evitare una cosa del genere l’autore si deve impegnare, caratterizzando il personaggio, facendolo essere più di uno stereotipo (lo hanno fatto Rick Remender in X-Force o Jason Aaron , ad esempio). Oppure curare tutto il resto, magari mettendo una costruzione logica che attiri il lettore (lo ha fatto Mark Millar con la seconda parte di ‘Nemico Pubblico’, tanto per dirne una),  che lo faccia riflettere o stupire.

Con dei personaggi nuovi, o poco usati, è molto più semplice: ti basta presentare quel character, dando modo al lettore di conoscere le sue reazioni e i suoi pensieri: non si conoscono, ergo sono inaspettati.
Ma quando conosci già tutto (il carattere di Wolverine in fondo è quello, e non si può prescindere da esso) la lettura procede piatta, a scanso di una trama intessuta come si deve.

In poche parole, quando devi usare un personaggio molto sfruttato, una storia deve essere più che perfetta. E ‘Savage Wolverine’, nonostante sia ben disegnata (se non vi pesa troppo il fanservice) e abbia tutte le scene d’azione al posto giusto, non lo è (al pari di molte altre avventure dell’X-Man più famoso). Ed un vecchio fan del personaggio come me può solo leggerla, metterla sullo scaffale dicendo ‘niente di che’, per non riprenderla più e, subito dopo, riaprire la sua vecchia copia di ‘Lupo Ferito’.

Questa storia, che considero una delle più belle mai scritte su Wolverine. Oro Puro.

In definitiva, ve la consiglio se volete una lettura fumettistica senza impegno (o se vi piacciono le biondone con un bikini leopardato), oppure se avete voglia di storie senza infamia e senza lode sul personaggio.

Questa è la variant cover del noto zozzone disegnatore Milo Manara, che sorprendentemente riesce ad essere meno zozza dei normali disegni.

Gli appuntamenti con Marvel Now! vi salutano, e vi danno appuntamento a settembre!