Kazé e lo scandaloso doppiaggio italiano

 C’era una volta la nobile scuola dei doppiatori italiani, una tradizione che, al di là di adattamenti più o meno felici, ha sempre fatto egregiamente la sua parte dando anzi quel valore aggiunto alle opere straniere che giungevano in Italia. Ma nell’epoca in cui “delocalizzare” sembra essere la parola d’ordine per ogni azienda, anche la lingua e le voci italiane secondo Kazé possono tranquillamente essere affidate ad uno studio di Montrouge, nel nord della Francia, con la sfacciata presunzione che tutto questo sia più che normale. Purtroppo quando si fanno i conti con il risultato finale ci si accorge che qualcosa non va.

Come i più sapranno, Kazé è l’editore francese che fa capo a Viz Media Europe, l’etichetta di cui sono proprietari i colossi giapponesi Shueisha e Shogakukan, ma che ha esteso le proprie mire anche ai marcati italiano, inglese e tedesco. Mentre in Francia la casa editrice fondata da Cédric Littardi opera sin dal 1994, in Italia il debutto è avvenuto nel 2009 passando da titoli importanti come i film di Bleach, La ragazza che saltava nel tempo e le opere di Makoto Shinkai, realizzando prodotti “poveri” rispetto alle relative controparti francofone, ma tutto sommato godibili e con ottimi doppiaggi. Tutto questo fino a quando si è deciso di abbandonare gli studi italiani e chi ha avuto la sfortuna di comprare Mardock Scramble – The First Compression, Black Lagoon OAV (Roberta’s Blood Trail) e Il Viaggio Verso Agartha – Children Who Chase Lost Voices si è trovato di fronte a qualcosa di veramente indecente. In ogni forum o blog è ormai divenuto simbolo emblematico della vicenda questo video

[youtube YcnOVx1vo4o]

Tralasciando le operazioni di traduzione e adattamento, anch’esse non eccelse perché fatte in alcuni punti in maniera maccheronica dal francese, ciò che naturalmente colpisce è il doppiaggio quasi a livelli amatoriali: oltre ad essere evidente una fastidiosa inflessione francese, la cosa che più sconcerta è la totale incapacità di recitazione dei doppiatori e gli insensati abbinamenti voci/personaggi, fra cui spicca certamente la scelta per la voce di Revy.

Se teniamo conto che questo, a differenza dei fansub, dovrebbe essere fatto un lavoro fatto da professionisti e che ogni cofanetto costa non poco (31,50 € per Black Lagoon) ci rendiamo conto che chi ha acquistato questi titoli ha subito un grave danno e quindi il minimo che la casa editrice avrebbe potuto fare sarebbe stato ammettere il disastro, fare ammenda, scusarsi e cercare di venire incontro in ogni modo ai propri clienti che giustamente hanno mostrato il loro disappunto su forum, Amazon, ma soprattutto sulle pagina Facebook della casa editrice.
La reazione di Kazé è stata inizialmente quella di lasciare un messaggio di circostanza:

Salve,

Abbiamo ricevuto i vostri feedback e vorremmo presentare le nostre scuse per il doppiaggio e i sottotitoli dei seguenti prodotti:

Il Viaggio Verso Agartha
Black Lagoon – Oav
Mardock Scramble – The First Compression

Abbiamo mandato un rapporto che raccoglie i commenti della community al settore competente per risolvere questi problemi.

Grazie per i vostri messaggi, la vostra opinione è importante per noi.

Seguito però poi da:

Il rapporto completo delle vostre legittime lamentele è stato mandato ai settori di produzione e vendite. Stiamo attualmente verificando la situazione interrogando i nostri studi di doppiaggio italiani e il nostro studio di doppiaggio francese che dovrebbe, in teoria, lavorare con doppiatori italiani. Fate però attenzione al fatto che non parliamo italiano e quando uno studio italiano ci dice “Ok, possiamo farlo”, noi ci fidiamo, allo stesso modo in cui ci fidiamo quando il nostro studio francese ci dice “Ok gli attori sono italiani”. La vostra campagna “che cos’è successo” dovrebbe essere rivolta anche a quegli studi, non credete?

In questo comunicato si evince chiaramente un atteggiamento infantile di chi non ha intenzione di assumersi responsabilità ed una evidente mancanza di professionalità. Chi presenta i titoli al pubblico è Kazé e a lei spetta il compito di scegliere i propri collaboratori e controllarne l’operato. Ammettere tranquillamente di non essere in grado di verificare la qualità del prodotto finale prima di immetterlo sul mercato è la definizione enciclopedica di incompetenza. È comprensibile dunque che le rimostranze degli italiani siano continuate sulla pagina Facebook della casa editrice, almeno fino a quando, con un colpo da maestro degno di un falso guaritore colto sul fatto, l’editore si è dato alla latitanza rendendo la propria pagina inaccessibile, ma solo dall’Italia.

 Tutta la vicenda lascia basiti e ci si chiede perché abbandonare una strada collaudata e funzionante come quella dello studio di doppiaggio italiano per affidarsi invece ad uno francese di cui si ignorano i pessimi risultati ed anzi si reagisce pure in maniera poco corretta alle legittime critiche degli acquirenti. La verità è che dietro questa scelta c’è la volontà di ridurre i costi: invece di realizzare due edizioni, una per il mercato francese e una per il mercato italiano si è fatta una sola edizione con doppio audio (oltre a quello giapponese) ma soprattutto si è affidato allo stesso studio di doppiaggio francese sia l’adattamento francese che quello italiano. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e a voler aggiungere la beffa oltre al danno c’è la considerazione che comunque i prodotti Kazé hanno in media un prezzo più elevato rispetto a quelli proposti dalle concorrenti italiane.

In conclusione se come me eravate orientati ad acquistare un titolo come l’ultimo lavoro di Makoto Shinkai, Hoshi o ou kodomo, vi consiglio caldamente di pensarci su due volte.

Fonte [AMF]