Recensione Anime – Kamisama Hajimemashita

di Regola Commenta

Salve a tutti, buon sabato e benvenuti all’appuntamento fisso con gli anime in corso attualmente in Giappone: c’è tanta carne al fuoco, come molti di voi sapranno, pertanto io, il mesto Regola, anche questa settimana ho deciso di bissare l’appuntamento con l’intenzione, in tempi brevi, di presentarvi le serie migliori attualmente trasmesse. E ovviamente, se le state guardando come sto facendo io, potete facilmente immaginare quali mancano all’appello.

Quest’oggi voglio presentarvi una serie orientata al pubblico femminile, Kamisama Hajimemashita, conosciuto all’estero anche come “Kamisama Kiss”, tratta da un manga in corso di Julietta Suzuki (si firma proprio così), il quale consta di quattordici volumi, ancora inedito in Italia. Il manga è pubblicato dalla Hakusensha sulla rivista Hana to Yume, mentre la serie animata è realizzata dalla TMS Entertainment (D-Gray Man, Zetman, Saint Seiya: Lost Canvas tra i più famosi di questo studio), che ha annunciato per ora soltanto dodici episodi…

 

La serie, a dirla tutta, è molto semplice: la trama è molto lineare, la protagonista Nanami Momozono, a causa di uno scellerato padre si ritrova senza un tetto sulla testa e quindi senza un futuro..tutto, la sua vita (è poco più che una liceale) e i suoi sogni vengono spazzati via, tuttavia incontra in un freddo parco lo strambo Mikage. Per ringraziarla di averlo salvato da un cane (un innocuo cane, ma Mikage sembra avere difficoltà a trattare questi animali) questi con un bacio sulla fronte le trasmette una sorta di simbolo o sigillo, che rende Nanami la Divinità Protettrice di un tempio. Non che la nostra protagonista sappia cosa voglia dire, ma se comporta avere una nuova casa non deve necessariamente essere una brutta cosa. Purtroppo dovrà scontrarsi fin da subito con un grosso problema: il famiglio di Mikage, Tomoe, un demone volpe, non riconosce la sua posizione come tale e abbandona la cura del tempio dove Nanami dovrebbe abitare. E senza famiglio, una Divinità Protettrice insieme a due spiritelli, non hanno nessuna speranza di far rifiorire il tempio in questione. Ed è così che Nanami insegue Tomoe, e attraverso un romantico bacio lo vincola contro la sua volontà a un contratto, rendendolo il suo famiglio… e questi contratti suggellati dal primo bacio, sapete, non possono essere rotti.

 

Famigli e Divinità Protettori hanno compiti ben precisi: i primi devono rendere il tempio abitabile e occuparsi delle faccende domestiche, come pure della protezione del proprio padrone, in modo che questi possa (in base ai suoi poteri) esaudire le preghiere delle persone che vengono in visita al tempio. Nanami, per inciso, non possiede alcun potere (a parte la capacità di “dare una spinta” a compiere la giusta azione alle persone), ma è comunque bersaglio di demoni e mostri che vogliono consumare le sue carne…e il suo desiderio di continuare a vivere una vita da normale studentessa rende difficile proteggerla. Eppure Tomoe si fa in quattro per la sua nuova padrona (cosa non si fa per dovere…), fino al punto in cui Nanami rimane affascinata dai modi freddi eppure amorevoli della volpe…e se ne innamora. Ma Tomoe, un demone che ha vissuto per secoli, con un passato oscuro e terribile, potrà mai avvicinarsi realmente a una ragazza umana che considera fragile come il cristallo?

 

Kamisama Hajimemashita è uno shojo dai toni sovrannaturali: vi sono riferimenti al folklore giapponese, e a parecchi elementi del loro immaginario fantastico. Come ben sapete il “bestiario” nipponico è veramente variegato, e prestando attenzioni è possibile notare tanti piccoli rimandi a svariate creature e credenze, alcune famose, altre meno. Sebbene a volte la storia prende pieghe seriose, la narrazione rimane comunque scanzonata: al centro vi sono i sentimenti di Nanami e le assurde situazioni in cui riesce a infilarsi. La psicologia dei personaggi è ovviamente semplice da intuire (il che serve anche alle svariate gag che ogni tanto compaiono), non per questo brutta: ho trovato la protagonista, sebbene niente di eccezionale, con la sua tendenza ad affrontare la vita con un sorriso, essere un personaggio ben riuscito. Vuole essere una delle due morali che Kamisama Hajimemashita ci vuole comunicare, che sebbene la vita spesso non sorrida alle persone, un pò di ottimismo e di positività possono ribaltare radicamente la propria situazione…

 

La seconda morale è che i bei ragazzi non sono mai umani. Come tutti le serie dagli elementi bishounen harem compaiono tanti bei ragazzi che mostrano cura e preoccupazione per la protagonista: lo “tsundereTomoe, l’egocentrico kenku Kurama e il bizzarro serpente bianco Mizuki. La serie passa dai problemi di Nanami come Divinità, che deve riuscire a sistemare diplomaticamente problemi con altri spiriti, a quelli che deve affrontare come studentessa sfortunata (non gode di popolarità a scuola)… anche perchè inizia ad essere al centro dell’attenzione perchè i ragazzi più belli della scuola (Kurama prima, Tomoe che si iscriverà successivamente) sembrano prestare attenzione soltanto a lei…

La realizzazione della serie è nella media: le poche scene di azione sono molto semplici (non sono mai al centro della storia). Devo fare una menzione particolare per lo stile di deformed usati nella serie, e per la piacevole colonna sonora (scritta da un certo Toshio Masuda), per il resto, come avete capito, siamo al cospetto di un anime in cui non era necessario la realizzazione tecnica fosse eccezionale. Tutto sommato, se dovessi dare un giudizio personale, una visione piacevole.

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