Nick Fury – Archivi Marvel (10)

[Vero catalizzatore della cosmogonia marvelliana, questo Archivi Marvel è dedicato al mangiatore di sigari, all’unico elemento dei Marvel Comics che non avendo una serie vera e propria dedicata…appare in tutte le altre, benvenuti nell’archivio dedicato a Nick Fury]

Nicholas Fury è semplicemente il fulcro di molte storie della Marvel, creato nel 1963 da Stan Lee e Jack Kirby, il personaggio di Fury si è presentato fin da subito come Fury Mangia-Sigari, leader sul campo di una squadra di Commandos dietro le linee nemiche tedesche.

Un sergente tutta azione che è diventato, dopo la fine della guerra, un James Bond all’avanguardia, agente di spicco dell’agenzia per la difesa e sicurezza mondiale, lo S.H.I.E.L.D. fino a diventarne il leader assoluto nel periodo più splendente dell’editoria Marvel.

Signori e Signore, Nick Fury in plancia S.H.I.E.L.D…AT-TENTI!!!

Naruto, One Piece, Bleach: dove stiamo andando?

Salve a tutti. Quest’oggi, alla luce degli ultimi capitoli di questi tre manga vorrei un attimo fare il punto della situazione in maniera breve e concisa, analizzando quello che potremo (o non potremo) aspettarci nei prossimi mesi.

 Inizio da Bleach: al tempo del salto temporale avevo detto che, per quanto mi riguardava, la domanda fondamentale a cui rispondere fosse: “Chi è davvero Isshin Kurosagi?”. Oggi, alla luce di alcuni avvenimenti, rilancio con la seguente questione: “Chi è Isshin, che legame ha con Urahara e, sopratutto, è forse merito/colpa sua se esistono i fullbring?”. Non so se ci avevate pensato ma, per qualche strano motivo la “rivelazione” dell’esistenza di questa nuova forma di potere è strettamente collegata (o almeno così ci è stato mostrato) a qualche “losca faccenda che vede protagonisti principali proprio i due ex-shinigami esiliati (??!!) sulla terra. Continuo ad essere convinto che quando i 90 capitoli del pendolo che ancora restano da narrare verranno mostrati (e state certi che questo accadrà) avremo tutte le risposte. Tuttavia io ho una personale ipotesi: in qualche modo, credo che fullbring e Isshin siano collegati all’imperatore degli shinigami e, quindi, la possibilità di rivedere presto Aizen in azione non è tanto vana (e vi ripeto, io sono convinto che Tsukishima sia legato a quest’ultimo).

Dylan Dog: 25 anni di incubi!

 Come molti di voi sapranno (e se non lo sapete, da ora in avanti ne sarete portati a conoscenza) quest’anno cade un anniversario di quelli fondamentali per il mondo dei fumetti “made in Italy”: uno dei più grandi “eroi” delle nuvole parlanti tricolore, infatti, raggiunge a settembre la veneranda età di 25 anni, un quarto di secolo di pubblicazioni che, certo, non è cosa da tutti. L’Indagatore dell’Incubo, il bel tenebroso personaggio Bonelli ispirato alle fattezze di Rupert Everett (che in un certo senso gli ha pure prestato la faccia in un film) raggiungerà, con il numero 300 in pubblicazione a cavallo tra agosto e settembre 2011 un traguardo importante che solo pochi altri personaggi in Italia hanno saputo tagliare e superare (il nome Tex vi dice niente?). Dylan Dog è, probabilmente, il motivo scatenante della mia presenza su questo blog: senza la sua apparizione forse la mia passione per i fumetti non sarebbe mai esplosa nella forma che mi ha portato, nel corso di 25 anni a collezionare quasi 6500 albi di fumetti (un numero in costante e inesorabile aumento mensilmente) per cui, se me lo permettete, vorrei che vi metteste comodi mentre vi racconto una storia.

 Per quelli di voi che se lo ricordano (e per quelli che ancora non c’erano) il 1986 è stato un anno che, per un caso molto strano, ha visto protagonista degli eventi “planetari” la Libia di Gheddafi: Ronald Reagan, l’allora presidente USA, dichiarò “guerra” (anche se in realtà si trattò di una semplice manovra di bombardamenti) al paese arabo con l’accusa di sostenere il terrorismo palestinese e l’Italia dichiarò l’embargo per la fornitura di armi (cosa che, a quanto pare, poi è ripresa, ma questo è un discorso che esula da Komixjam). Un altro evento che sembra una “ripetizione” di fatti attuali fu l’incidente, il giorno 26 aprile, che portò alla fusione del nocciolo e alla fuga di materiale radioattivo dalla centrale di Cernobyl in Ucraina: se non ci vedete una similitudine con gli eventi di Fukushima beati voi! Ma l’estate del 1986 verrà ricordata per una serie di eventi “positivi”, come i Mondiali di Calcio, giocati in Messico, con la vittoria finale dell’Argentina di Maradona (allora punta di diamante del Napoli) e per l’ultimo concerto dei Queen, il Magic Tour, allo stadio di Wembley.

 Sempre quell’estate partiva, sull’allora neonata Italia 1, un progetto che avrebbe fatto felici migliaia di adolescenti che, per una serie di fortunati eventi, in quel periodo erano attratti da due cose: la musica e l’horror. Il martedì sera, al termine della trasmissione (in differita) del Festivalbar (allora mi pare lo conducessero Claudio Cecchetto e Gerry Scotti, magro e con molti più peli in testa!) andava in onda “Notte Horror” un pacchetto del tutto nuovo in cui venivano presentati i “migliori” (ma a volte anche i peggiori!) film dell’orrore di quei tempi: accompagnate da una “sigla” di apertura tratta dall’aria finale del terzo atto dell’Aida, le pellicole proposte in quelle caldi notte estive vedevano protagonisti il buon vecchio Zio Tibia, vampiri e licantropi, mostri di vario genere e morti viventi. Proprio nell’ultimo di questi appuntamenti (la serie iniziava a luglio per terminare a fine settembre, quando già si riprendeva scuola) Italia 1 propose (non ricordo se in prima visione, ma è possibile) una delle pellicole che hanno segnato la storia (e anche la geografia e la filosofia) di tutti i film sugli zombi: Zombi, appunto, di G.A.Romero (titolo originale “The Dawn of the Dead“) di cui probabilmente molti di voi hanno visto un remake (non male) del 1994 e anche la parodia “Shaun of the dead” (in Italia “L’alba dei morti dementi“) del 2004. Ovviamente, secondo voi, avrei mai potuto perdermelo? A quel tempo frequentavo (diciamo che iniziavo proprio allora a frequentare) la quarta elementare (eh sì, il 29 settembre del 1986 compivo 9 anni!) ed ero un fanatico sfegatato di horror & Co.: riuscire a convincere i miei a farmi stare alzato fino a tarda ora (la Notte Horror iniziava non prima delle 22.30) per vedere un film non fu cosa facile ma riuscii a spuntarla (tra l’altro ottenendo anche un “permesso” per bigiare a scuola il giorno dopo, ma questa è un’altra storia!) e così potei godermi il film di cui tutti mi avevano parlato e che io non avevo mai visto. Che dire? Rimasi folgorato dalla scelta registica di Romero e dalla genialità con cui fa finire i vari personaggi dentro il Centro Commerciale, ma anche questa è un’altra storia.

 Il giorno dopo era un mercoledì, il 24 settembre per la precisione, e, come consuetudine, mi recavo all’edicola di fiducia (gestita da amici di famiglia) a comprare TV Sorrisi & Canzoni (Signorini sarebbe felice di sapere che nella mia famiglia lo acquistiamo dal 1982, in concomitanza con la nascita di mio fratello e con la pubblicazione del primo numero di Ciak, di cui mio padre custodisce gelosamente la collezione di tutti i numeri!) e vedere se ci fossero novità editoriali degne di nota. Fu mentre guardavo sul bancone dei fumetti (area riservata!) che il proprietario mi segnalò questo “nuovo fumetto italiano sull’orrore” (testuali parole), arrivato proprio quella mattina e esposto lì, in prima fila, sullo scaffale centrale. Mi ci avvicinai e qualcosa nella mia testa scattò: sapete, fin da piccolo non ho mai creduto nelle coincidenze e ho sempre pensato che tutto ciò che accade lo fa per un motivo ben preciso. Vedere davanti a me quella copertina, con un tizio in giacca nera, camicia rossa e jeans impugnare una pistola mentre dal terreno mani putride e decomposte spuntano per cercare di afferrarlo, il titolo di testata “Dylan Dog” scritto a caratteri cubitali in cima alla copertina stessa e il titolo di quel primo numero, “L’Alba dei Morti Viventi” (che sapevo essere il titolo originario del film di Romero) campeggiare in fondo a quella immagine, non mi lasciarono dubbi: dovevo avere quell’albo (per la modica cifra, di allora, di 1300 lire… e se non avete idea di quanto esse potessero valere, pensate che un caffé in un bar del mio paese ne costava 300!) e fu così che tirai fuori i soldi della mia sudata paghetta (1500 lire dei miei più 1500 dei miei nonni) e lo acquistai. Avevo il numero 1, originale, di Dylan Dog!

Dottor Destino – Archivi Marvel (9)

[Nono appuntamento con la rubrica dedicata ai supereroi, stavolta dedicata ad un personaggio immenso che nonostante il suo ruolo di Villain, si merita uno spazio nei primi dieci personaggi degli Archivi Marvel, il vanaglorioso e terrificante Victor Von Doom, alias il Dottor Destino]

Destino è senza ombra di dubbio il supercriminale più pericoloso e temuto di tutto l’universo Marvel, il suo immenso genio e le sue immense risorse economiche lo rendono il più insidioso tra i supercriminali di tutto il mondo ed anche se è formalmente legato al superquartetto dei Fantastici 4, Victor Von Doom è, nell’editoria mondiale (secondo il sito IGN) il terzo supercriminale più famoso del fumetto, preceduto solo da Magneto (Erik Magnus) e il Joker della DC Comics.

Buttiamoci subito nella descrizione di questo sovrano tormentato e buona lettura!

Jessica Drew – Archivi Marvel (8)

[Ottavo appuntamento, stavolta dedicato alla prima donna dei nostri archivi, una donna iniziata semplicemente come spalla di un altro supereroe ben più conosciuto ma diventata in anni recenti, una vera catalizzatrice di eventi memorabili, dai Nuovi Vendicatori fino all’invasione segreta degli Skrull, benvenuti nell’archivio Marvel di Jessica Drew, la Donna-Ragno]

L’arte del ripescare eroi ed eroine del passato editoriale per riportarli in auge e renderli più importanti di quanto non avevano fatto in origine, è sempre stata prerogativa di Marvel Comics, in alcuni casi l’idea va oltre e porta alla ribalta eroi in realtà mai nati nel passato (vedi il caso di Sentry).

Jessica Drew, la prima donna-ragno

Parliamo oggi di Jessica Drew, un personaggio nato negli anni ’70 e diventato famoso solo come controparte femminile dell’uomo-ragno, diventata solo la prima di ben quattro identità diverse chiamate “Donna-Ragno” ma che in tempi recenti è ritornata famosa ed importante nella continuity marvelliana, ripercorriamo la sua storia e attenti a prestare attenzione: da un certo punto in avanti non parleremo più di Jessica, anche se continueremo a nominarla!

Komixjam’s Manga Project – La parola agli esperti

Ed eccoci al giusto riconoscimento che noi di Komixjam.it abbiamo voluto assegnare al vincitore della prima edizione: LoneWolf con il suo manga Up!.

Abbiamo contattato alcuni esponenti del fumetto e del manga in Italia chiedendo loro di dare un parere personale sul lavoro in maniera tale che gli autori potessero fare tesoro dei consigli al fine di perfezionare sempre di più la loro abilità e magari un giorno, metterla a disposizione di qualche casa editrice.

Chiedendo scusa preventivamente per il ritardo di questo articolo passiamo subito al sodo…