Buoni o cattivi? Gli Hokage (approfondimento 9) – Sulle tracce di Naruto (36)

Questa settimana abbiamo potuto conoscere maggiormente alcuni Hokage di cui conoscevamo solo il nome e le tecniche, personaggi dipinti come leggende ma mai approfonditi, penso che sia già possibile far una piccola analisi di questi quattro personaggi che si sono susseguiti a Konoha. Su Tsunade ho fatto un articolo ad-hoc tempo fa, mi sembra inutile soffermarsi ancora.

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Buoni o cattivi? Cosa vuol dire essere uno o l’altro? In “Naruto” il confine è molto labile e credo di poter dire che sono davvero pochi i personaggi completamente buoni mentre mi sento di dire che nessuno è completamente cattivo, nemmeno il peggior nemico nella storia di Konoha, nemmeno Madara od Orochimaru sono senza sentimenti o pregni di soli istinti negativi.

 

Un esempio di completa bontà penso si possa ritrovare in Hashirama: da quanto possiamo vedere il Primo era davvero una persona buona. In che modo lo era? Sembra evidente che fosse molto spontaneo, generoso, compassionevole, tutte caratteristiche che ritroviamo in personaggi che seguono le sue orme con ammirazione come Jiraya, Naruto e Konohamaru. Hashirama però ha dimostrato di avere un insospettabile sentimento di sottomissione al prossimo. Devo dissentire con quanti criticano questa scelta: Kishimoto con grande coraggio trasforma un mito in una persona quasi banale che, nella sua semplicità, ha rivoluzionato il mondo riunendo i clan e creando i primi villaggi distribuendo il potere dei Biju. Questo insegnamento è quello che ritroviamo nei primi capitoli del manga ed è anche la via maestra dell’essere un perdente: non mi stupirei se anche Hashirama da bambino fosse un bamboccio incapace come Jiraya o un buffone come Naruto. Come sappiamo però lo Shodai Hokage ha dovuto compiere grandi opere e prendere decisioni critiche: ha confitto ed “ucciso” Madara, ha riunito i clan per formare i villaggi, ha catturato diversi Cercoteri per garantire maggiore stabilità al mondo dei ninja; ha accolto il suo nemico, gli Uchiha, mettendo da parte antichi rancori. In questo contesto e con queste caratteristiche Hashirama non perde minimamente il suo spessore e la sua epicità decantata dalle generazioni che l’anno seguito ed in questo, le parole di uno stupito Suigetsu, sono emblematiche.

Personaggio estremamente diverso da Hashirama è suo fratello Tobirama. Il Secondo Hokage, del quale fin’ora si sapeva forse meno di tutti gli altro Hokage (soprattutto per quanto riguarda le tecniche spazio-temporali ancora avvolte nel mistero), ha mostrato in questo capitolo delle caratteristiche molto nette tra cui una risolutezza molto marcata. Questo sentimento di responsabilità ed attaccamento alla propria patria viene condiviso da diversi suoi discendenti (Danzo, Homura, Koharu) che come lui conservano uno spirito patriottico fortissimo, più forte a volte della compassione che dovrebbe invece rappresentare la Volontà Ardente tipica degli Hokage. Tobirama ha mostrato anche una caratteristica che mai prima d’ora si era vista in un Hokage, il pregiudizio e la parzialità: probabilmente, provato da numerose battaglie con gli Uchiha, Tobirama mostra una paura ed una rabbia represse nei loro confronti. Mi ha molto stupito il modo in cui parla di Madara, come di un vero demone, mentre Hashirama lo descrive come di una persona ambigua, piena di contrasti, dai tratti distorti dal dolore a causa di esperienze subite, ma pur sempre una persona. Tobirama ha agito in modo molto opinabile, ma ritengo non con cattiveria: ha sicuramente sbagliato a ghettizzare gli Uchiha, ha sbagliato nel dar loro un compito importamente ma che rappresentava solo il braccio, la mente restava l’Hokage ed era una posizione alla quale non potevano ambire. Mi sento di dire che Tobirama non era affatto cattivo, non penso nemmeno che fosse cinico, personalmente lo ritengo semplicemente di strette vedute, un conservatore: mentre Hashirama era un progressista convinto, un paladino dell’uguaglianza e della tolleranza Tobirama ha dimostrato d’essere molto chiuso verso delle possibilità di integrazione reali.

Parlando del Terzo Hokage mi sento di dover fare alcune premesse: innanzitutto è l’Hokage che conosciamo meglio assieme a Tsunade, anzi, penso che il suo approfondimento abbia superato quello della Quinta Hokage. Inoltre Hiruzen, bisogna riconoscerlo, si è dovuto misurare con i problemi più contingenti: ha trovato il villaggio già molto avviato ed in fase avanzata, i poteri politici già delineati ed i rapporti con gli Uchiha già enormemente compromessi. Non credo sia possibile imputare al Terzo Hokage la responsabilità dello sterminio degli Uchiha: egli ha dovuto fare la scelta più difficile per preservare la pace, per molti ha sacrificato una parte; in questo mi sembra quasi una citazione alla decisione di Truman sul bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, identificando in Itachi il “Paul Tibbets” della situazione. Hiruzen è stato quindi costretto dagli eventi, dai consiglieri, dal pericolo potenziale rappresentato dal clan, non ha avuto scelta o almeno non ha avuto il coraggio di scegliere un alternativa, così come quando gli si pose il problema di Orochimaru scoperto a compiere esperimenti su degli esseri umani. Il Terzo Hokage penso abbia peccato di spirito di iniziativa nè ha avuto la fermezza necessaria a trovare delle vie possibili per la riconciliazione col Clan.

Veniamo infine all’Hokage forse più enigmatico, penso che nella sua caratterizzazione sia quello che conosciamo meno. Sappiamo ben poco infatti del suo credo, dei suoi sentimenti, pochi spunti sono stati svelati nel flashback sull’attacco della Volpe a Konoha: Minato era un ragazzo sveglio, talentuoso, sempre pronto all’azione ed anche molto responsabile. Questa responsabilità, a differenza del suo predecessore, lo ha portato a fare delle scelte molto dolorose ma necessarie: avrebbe potuto lasciare che Kushina si sacrificasse da sola, avrebbe potuto lasciare che Konoha non avesse un suo Jinchuriki, era però conscio delle problematiche che ne sarebbero scaturite. Minato credo si sia dimostrato l’Hokage più coraggioso e quello più coscenzioso, penso che sia lui il vero erede della Volontà Ardente in tutto e per tutto e che proprio lui abbia trasmesso a Naruto il suo essere filantropo e sempre pronto al sacrificio per gli altri. Mi domando da chi discenda il Clan Namikaze, dagli Uzumaki o dai Senju? O non rientra neppure in questa particolare discendenza?