Watamote diventa “popolare”! Recensione Manga

di Regola 3

Nel mio bagaglio di manga letti ve ne sono diversi accumunati da un altamente improbabile pubblicazione in Italia e l’essere letture tipicamente di nicchia. Ci sono volte però in cui queste piccole serie vengono scelte per un adattamento anime, vedendosi a quel punto destinato ad aumentare il numero di lettori. Questo è il caso di un manga chiamato Watashi ga Motenai no wa Dou Kangaete mo Omaera ga Warui!, in breve conosciuto come “Watamote” (questi diminutivi tornano sempre utili), che tradotto vuol dire “Non è colpa mia se non sono popolare!“. Fin qui assolutamente niente di straordinario, se non fosse che avendo letto il manga e seguendolo tutt’ora posso parlarvene accuratamente.

 

Perchè ho letto Watamote, vi chiederete… semplice, come molti seguo materiale ancora inedito in Italia e che probabilmente non arriverà mai da noi, risorsa fondamentale sono pertanto i siti di scan online: lessi il titolo tra gli aggiornamenti e ne rimasi incuriosito (anche perchè all’epoca si avevano solo cinque capitoli). Si tratta di un manga umoristico, con le connotazioni tipiche degli “slice of life“, costruito da capitoli brevi (tra le 10 e le 15 pagine) a volte ulteriormente divise in piccole storie di 3 o 4 pagine. Il manga è pubblicato sulla rivista GanGan Online della Square Enix.

 

La protagonista, e unico personaggio principale, è Kuroki Tomoko, una ragazzina di quindici anni che quasi di punto in bianco scopre di non essere popolare: anzi, il suo status è più simile a quello di un’emarginata. Da quel giorno decide di impegnarsi per diventare popolare, avere tanti amici, un fidanzato ed essere al centro dell’attenzione… ma Tomoko non ha nessuna delle carte in regola necessarie per raggiungere la popolarità nel crudele mondo delle scuole superiori giapponesi, e ogni tentativo ispirato da qualche falso mito o la lettura di una rivista dispensatrice di consigli finisce per peggiorare la sua situazione. Anzi, è spesso proprio la sua inettitudine in determinate questioni a far si che si tiri la zappa sui piedi: quello che professa è spesso in totale disaccordo con quelle che sono le sue reali intenzioni e finisce pertanto per creare dei malintesi con se stessa, e con le persone che le stanno attorno che sono messe sicuramente a disagio dalla sua personalità. Nessuno, neppure il lettore potrebbe avvicinarsi a Tomoko se non animato da compassione e pietà, che è come i suoi famigliari finiscono per vederla. Eppure questo manga trasmette un messaggio tristissimo, denuncia con ironia e sarcasmo un’idea sempre più comune che la felicità dipenda dal rispetto di una norma stabilita da ignoti, e che tanto più si devia da questa tanto più si è da considerare “outsiders“.

 

Dal punto di vista grafico potrebbero piovere pesanti critiche, invece penso lo stile della coppia di autori che risponde al nome di Tanigawa Nico sia perfetto così com’è: le grezze linee, i disegni che appaiono quasi incompleti e le deformazioni della “perversa” Tomoko rendono perfettamente sia il suo disagio sia la repulsione che a tratti le persone intorno a lei provano nei suoi confronti (gli altri personaggi che compaiono sono addirittura disegnati con un altro stile). Per ora non ci resta che aspettare l’adattamento anime, giorno in cui Tomoko realizzerà il suo sogno di essere popolare…

Commenti (3)

  1. Credo che sia uno dei manga pi� tristi che abbia mai letto. Alcuni capitoli mi hanno fatto fisicamente male.

  2. A me piace e, sar� sadico, ma certe volte mi ha fatto anche ridere :biggrin: .
    Comunque io pi� che una denuncia alle convenzioni sociali lo vedo pi� come una critica umoristica verso una categoria di persone che non saprei definire con un termine preciso.
    Il fatto � che le trsti situazioni in cui Tomoko stessa si caccia, non sono dovute agli altri o alla societ�, ma a lei stessa.
    Lei vorrebbe cambiare come persona, ma non ci riesce, non per via di valori sbagliati, ma per il fatto che non ha fondamentalmente la personalit� e la “voglia” per farlo (infatti molte storie riguardano lei che vorrebbe raggiungere un traguardo ma non ci riesce perch� in preda alle sue frustrazioni immaginarie oppure perch� decide che non ne vale la pena senza neppure provarci :tongue: ).

  3. Io l’anime purtroppo non l’ho letto, per� st� seguendo l’anime, e devo dire che questo “slice of life” mi st� piacendo da morire. Primo per la protagonista, che mi fa immaginare l’estrema riverenza e timidit� che hanno i giapponesi, in una societ� che non fa nulla o quasi, per spronarti e cercare di uscire da te stesso, per unirti agli altri, secondo penso che oltre alle piaghe sociali come i neet e gli otaku, di persone cos� timide in Giappone ce ne siano parecchie, e che anche una delle cause di suicidio adolescenziale sia dovuta a questa difficolt� di integrazione. L’anime comunque risulta molto bello, alle volte tragicomico e triste, per� con un velato fondo di ironia, alternando in me sentori di sadismo, a profondi sensi di tristezza, una piccola perla, comunque che consiglio a tutti quanti.

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