Team Gai (approfondimento 8) – Sulle tracce di Naruto (35)

Ritorno alla rubrica con un articolo di approfondimento su uno dei Team di Konoha, cercando di attualizzare questa analisi a fronte delle ultime vicende trattate nel manga: come da titolo vorrei parlare del Team Gai in cui hanno militato Neji, Lee e Tenten.

 

La prima cosa che vorrei fare è analizzare il “tema” di questo team, perchè come ogni altro c’è un binario tematico da cui questi gruppetti di Ninja non si discostano, almeno per quanto riguarda aspetto estetico ed abilità. Questo gruppo si ispira chiaramente alle Arti Marziali orientali.

 

Il design, il nome ed anche lo stile di combattimento di Tenten si rifanno alla cultura marziale chinese in generale. L’abbigliamento è infatti tipico (ricorda molto Xiaoyu di Tekken) ma anche i due Chignon sono decisamente evocativi della cultura cinese. Il nome dal canto suo può evere molti significati, che vanno dal “punto” o “target” come esplicito riferimento alle sue abilità fino alla traduzione inglese, da non sottovalutare: “dieci su dieci” potrebbe infatti riferirsi proprio alle sue capacità nel centrare sempre l’obbiettivo e fare il massimo punteggio possibile ad ogni lancio. Sul suo stile di combattimento c’è forse poco da dire, è abile nell’uso delle armi e dimostra grande intuito nell’uso delle stesse (riesce a sfruttare il Ventaglio di Banano in modo molto istintivo), vorrei però far notare una cosa: essendo le sue armi sigillate all’interno di rotoli e riuscendo lei ad evocarli con velocità incredibile, Tenten potrebbe essere esperta di Tecniche di Sigillo? Questo aspetto potrebbe essere sfruttato da Kishimoto ora che anche Lee, dopo il sacrificio di Neji, è andato all’attacco.

 

Il secondo personaggio su cui mi soffermo è Rock Lee, una delle due Bestie Verdi (il colore non è casuale) della Foglia. Il design, così come nome e stile di lotta sono ispirati in modo molto evidente da Bruce Lee ed i tipici personaggi dei film di arti marziali orientali. Al celebre attore ed artista mazionale è curiosamente dedicato anche il giorno di nascita di Rock Lee. Anche il sistema di sfruttamento delle porte si rifà moltissimo allo stile ed al “credo” di Bruce Lee: la possibilità di superare i propri limiti controllando i propri muscoli o la focalizzazione del Chi (celeberrimo è il pugno ad un pollice di Bruce Lee) rendono le tecniche del Loto di Konoha un ulteriore omaggio a questo tipo di arte marziale ed allo stile marziale orientale.

 

Veniamo infine a Neji Hyuga, il vero erede della casata principale per carisma ed abilità. Il nome deriva forse dal “Nejia“, uno stile marziale utilizzato nel “Wing Chun” quando l’artista si trova a strettissimo contatto con l’avversario. In realtà però lo stile di Neji, edin generale tutto il comparto di tecniche del Juuken e degli Otto Trigrammi sono una reinterpretazione dello stile marziale chiamato Baguazhang, che significa appunto “Palmo degli otto Trigrammi” o “Palmo degli otto piatti”. Quest’arte marziale, proprio come il Juuken, si basa sui fori del chakra come punti da colpire per far svenire l’avversario: il simbolo che compare attorno a Neji quando usa la “Tecnica delle sessantaquattro chiusure” è proprio il “Bagua” ovvero il simbolo dei Sessantaquattro Esagrammi raffigurante, interpretandone il modello matematico, il flusso di energia della persona che viene analizzata ed in questo l’interpretazione di Kishimoto è quasi letterale. Un’altra curiosità riguarda il Manji sulla sua fronte, la svastica buddhista che lo ha marchiato come fedele servitore del clan Hyuga: il simbolo, che ovviamente non ha nulla a che fare con quello nazista, nella cultura orientale ha tra le altre cose il significato di “Sigillo tra mente e cuore” e viene trasmesso (in modo figurativo) all’interno di uno stesso clan alla propria prole. Anche da questo punto di vista Kishimoto sceglie di interpretare la sua stessa cultura in modo molto sottile: il sigillo viene passato da padre in figlio all’interno della casata Cadetta e, con il potere della mente di chi lo ha apposto si può distruggere la vita (personificabile col cuore) del ninja.

 

Le relazioni tra questi personaggi ed il rapporto di forze/debolezze sono abbastanza netti fin dalla loro prima apparizione: Lee è un devoto lavoratore, l’impegno è la sua unica arma in un mondo in cui possedere un’abilità innata è spesso una benedizione ed una fonte di grande potere; Neji dal canto suo, possessore di una di queste abilità innate, è stato maledetto dalla sua stessa abilità e relegato in una gabbia fatta di oblio ed obbedienza; Tenten ha decisamente un ruolo marginale in questo gruppo confermando la tendenza di Kishimoto a preferire figure maschili nei ruoli di spicco del suo manga.

 

Ora che Neji è morto anche Lee sembra reclamare la sua parte e colpendo Madara con violenza ha già cominciato ad affermarsi quale custode della memoria del suo defunto amico. Personalmente auspico che Lee abbia un ruolo di spicco nell’intera fase di combattimento contro Obito e Madara, non mi sento di escludere a questo punto che anche lui possa in qualche modo perire nello scontro e questo sarebbe uno spunto davvero interessante per quanto riguarda il maestro Gai, da sempre incarnazione del ricambio generazionale tramite il suo [paradossale] sentimento di govinezza. Tenten temo che continuerà a restare ai margini della questione ma temo anche che sarebbe controproducente inserirla in modo forzato nella disputa.

 

Voi cosa ne pensate di questi tre personaggi? Credete che Lee e Tenten troveranno spazio nello scontro che stiamo osservando? Fatemi sapere cosa ne pensate..