Orfani 12 – Il Commento e due parole sulla serie

di Rorschach 1

E così siamo arrivati alla fine di questa serie e dei miei articoli di commento. Fine in senso figurato, dato che seguirò e commenterò numero per numero anche la ‘seconda stagione’ di Orfani (il cui titolo vi rivelerò a fine articolo).

Prima di cominciare (l’ho fatto anche sulla pagina FB di Komixjam, ma repetita iuvant), mi permetto di dare un piccolo consiglio a chi sta seguendo Orfani solo tramite la ristampa della BAO: se frequentate social network e simili vi aspetteranno degli spoiler pesantissimi nei prossimi giorni. Vi consiglio o di mettervi a pari con la storia in un modo o nell’altro, o di evitare di seguire le pagine della Bonelli e di Recchioni fino a pericolo passato.

Ok, comunicazioni fatte, si può partire con lo spoiler alert….ed il Rock ‘N’ Roll!

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https://www.youtube.com/watch?v=0WzG64syKHA

Sostanzialmente, questo numero chiude le danze sulla squadra degli Orfani. Abbiamo l’ultima parte di storia nel passato (ultima in assoluto, dato che la seconda serie non sarà divisa temporalmente) che ci regala una bella sequenza d’azione di tutta la squadra, e  che da un lato si riallaccia alla sequenza nel presente del numero 1 chiudendo così il cerchio della trama, e dall’altro mette in atto la strategia più volte utilizzata del ribadire concetti che verranno poi approfonditi nella parte di storia nel presente.

Avrei voluto vederli insieme più volte, a dire il vero.
Avrei voluto vederli insieme più volte, a dire il vero.

Va detto che questo meccanismo narrativo (che in prima istanza ho adorato) comincia ad essere un filino telefonato anche se indubbiamente utile: è tuttavia l’ultima volta che lo vediamo messo in atto, quindi ho poco da lamentarmi.  Scopriamo anche a chi appartengono le didascalie che comparivano in ogni albo: non vi dico chi, ma mi ha strappato un sorriso.

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La narrazione nel passato, in poche parole, ci dice che tra il Boyscout e il Pistolero c’erano malcelati dissapori, dovuti sostanzialmente alle differenze estreme fra i due , differenze che ci vengono ancora una volta ricordate.  Sopratutto, viene accentuata la differenza di moralità tra Jonas e Ringo, il fatto che l’addestramento ha tolto qualcosa ad entrambi: laddove il primo è disposto a seguire gli ordini che gli vengono imposti ma sostanzialmente ha mantenuto la sua ‘innocenza’, il secondo fa un percorso opposto. Non perde la sua indole ribelle e i suoi ideali, ma il senso morale. Se qualcosa minaccia lui o i suoi ideali, il Pistolero non si ferma davanti a niente…nè l’amore, nè l’amicizia.

Ed è questa la differenza più grande tra il Pistolero ed il Boyscout, che li mette quasi agli antipodi. E non stupisce che l’onore dello scontro finale, del ‘Rock ‘N’ Roll’ in una Londra devastata sotto una pioggia scrosciante, tocchi a loro due.

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E’ nonostante il livello di tamarragine annunciato sia alle stelle (e mantiene le promesse), il suddetto scontro finale è abbastanza a senso unico. Perchè da un lato abbiamo il solito Pistolero determinato e tosto come non mai, quello che è uscito vincitore da svariati scontri che lo vedevano sfavorito: Rey, i soldati modificati, la stessa Sam.

Ma dall’altro abbiamo un Boyscout che ha visto la sua squadra per cui si sarebbe sacrificato volentieri completamente distrutta,  che ha visto la donna che amava morire, che sostanzialmente non ha più un motivo per cui combattere, per cui vivere. Ed a parte alcuni sfoghi di rabbia pura più che condivisibili, la resistenza che Jonas riesce ad opporre è molto bassa, e tocca anche a lui soccombere davanti a Ringo.

E non si sa a chi dei due sia andata meglio: perchè Jonas si ‘ricongiunge’ in un qualche modo alla donna che ama ed alla sua squadra, in una sequenza onirica che ci fa salutare tutti i membri degli Orfani (Felix, Rey ed Hector compresi); mentre Ringo continua e continuerà a fare l’unica cosa che è in grado di fare: combattere.  Ma stavolta, per qualcosa che ha scelto lui, in un mondo che proprio grazie al Pistolero sa la verità. Un mondo, ironicamente, guidato nientemeno che dalla Professoressa Juric (la miglior ‘controllatrice di masse’ sulla piazza).  Un mondo in cui Ringo, antieroe dalla dubbia moralità, avrà come obiettivo quello di ‘Fare la Rivoluzione’.

Il nuovo look del Pistolero.
Il nuovo look del Pistolero.

Che dire…il più classico dei finali aperti, con tantissime premesse che verranno sviluppate tra un mese in ‘Orfani: Ringo’, questo il titolo della seconda stagione. Quando la musica di ‘Rock ‘N’Roll’ finisce, troviamo una conclusione per Jonas che può lasciare l’amaro in bocca, ma che in fondo è azzeccata. Ed una per Ringo che assurge al ruolo di mattatore e protagonista degli eventi. Vedremo come gli eventi si svilupperanno nei prossimi articoli…ma dato che la prima stagione si è conclusa, lasciate che vi annoi un’altro pò con le mie impressioni sul prodotto Orfani.

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Se avete letto i miei articoli di commento (o anche se avete letto soltanto questo) non ci vuole molto a capirlo. Questa serie a fumetti mi è piaciuta, ed anche parecchio. I motivi? Svariati.  In ordine più o meno sparso, ecco perchè Orfani mi è piaciuto.

Perchè ha saputo accontentare lo spettatore fracassone che in fondo sono.  Ed i colori hanno molto aiutato in questo.

Perchè la storia è scritta e raccontata con perizia da un’autore che sa fare il suo mestiere: al di là del fatto che la trama in se possa piacere o meno, dubito che la si poteva raccontare in maniera migliore.

Perchè ha saputo giocare con citazioni, influenze e rimandi tirando fuori comunque qualcosa di non banale, e questa la devo spiegare meglio. Una delle prime critiche che ho sentito muovere alla serie era ‘E’ uguale ad Halo!’ oppure ‘E’ uguale a Fanteria dello Spazio!’. Io stesso ci ho visto molti più rimandi agli X-Men di quanti probabilmente ce ne siano.

E tutto questo è allo stesso tempo vero e falso. Vero perchè Orfani parla quel linguaggio, sia quello della fantascienza che potremmo definire ‘bellica’, sia quello del fumetto di supereroi: è quindi normale che ci vengano alla mente opere di uno dei due filoni.

Falso, perchè è solo il linguaggio ad essere quello: dal punto di vista della fantascienza Orfani prende il giro il lettore, in un certo senso. Perchè gran parte delle opere di fantascienza bellica si incentrano sull’avversario della razza umana, te lo rendono plausibile e te lo spiegano…questa serie fa l’opposto. Addirittura gli alieni avversari nemmeno ci sono (e quelli che erano stati visti come buchi di trama si rivelano essere fortemente voluti). E dal punto di vista del fumetto di supereroi (se così lo vogliamo chiamare) la serie fa qualcosa di singolare: da un lato ci racconta la genesi del supergruppo (parte di storia nel passato); dall’altro, ci racconta il suo cortocircuito e la sua distruzione (parte nel presente), con i protagonisti che sono sia gli eroi, sia i cattivi. In breve, il linguaggio può esser quello, ma le cose dette con quel linguaggio proprio no.

In conclusione: Orfani mi è piaciuto? Si, davvero tanto. Orfani rappresenta la rivoluzione del fumetto italiano? Lo dissi già ai tempi del numero uno, e mi sento di confermarlo: credo di no. Per un motivo molto semplice: i fumetti fatti bene non sono una novità in Italia, ed alla Bonelli in particolare. Nemmeno quelli che esplorano un genere nuovo, o che parlano in un linguaggio nuovo. Anzi, hanno rappresentato per lungo tempo il marchio di fabbrica della Bonelli stessa, basti pensare a quel che ha rappresentato Dylan Dog. Le vere  novità che Orfani ha apportato sono due: il colore in un albo Bonelli, e sopratutto il vero asso nella manica: un’ottima attività a livello pubblicitario, sia che si tratti del numero zero distribuito a Gamestop, sia della potenza virale di Roberto Recchioni. Certo, c’era il difetto che molta gente aveva già un’opinione su Orfani prima di leggerlo…ma comunque hanno comprato il fumetto, almeno fino alla chiusura di questa prima serie. Quindi il lavoro è stato fatto bene.

Alla fine, in mia opinione, Orfani fa quello che deve fare ogni buon fumetto: intrattiene, ed intrattiene bene. Il sottoscritto, almeno. Che non mancherà di farvi sapere cosa pensa della seconda serie.

parte della copertina del primo numero della seconda serie. Per mantenere l'hype, sulla pagina FB di Orfani ne è stato svelato un pezzo alla volta. Questo ha generato una serie di immagini ironiche meravigliose, che potete vedere sulla stessa pagina.
parte della copertina del primo numero della seconda serie. Per mantenere l’hype, sulla pagina FB di Orfani ne è stato svelato un pezzo alla volta. Questo ha generato una serie di immagini ironiche meravigliose, che potete vedere sulla stessa pagina.

 

Commenti (1)

  1. Condivido pi� o meno il tuo discorso, ma una cosa mi � invece risultata un po’ forzata mentre leggevo l’albo: lo scontro fra il boyscout ed il soldato l’ho trovato farcito di un eccessivo odio e crudelt� a mio avviso… vero, c’erano degli screzi da anni, c’erano tutte le morti della squadra di mezzo, i tradimenti, ecc… eppure secondo me non funziona… avrei trovato pi� naturale uno scontro alla “mi dispiace ma devo farlo” ed invece era un continuo riversare odio nella sua forma pi� pura e crudele… per finire con la scena finale del povero Jonas appeso ai corvi

    Personalmente non l’ho trovato realistico questo scontro… scenografico certo, ma poco realistico

    Riguardo agli spoiler: suvvia, il finale era gi� telefonato dallo scorso numero… era l’unico modo plausibile per portare avanti la storia in una seconda stagione, quindi da questo punto di vista, almeno per me, la manovra “creazione hype” non ha avuto molto effetto 😛

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