Per il filone delle serie in corso quest’oggi abbiamo un titolo abbastanza controverso, per il fatto che, come ben saprà chi lo sta seguendo, si presta a facili fraintendimenti: Log Horizon è tratto da un light novel scritta da Mamare Touno e pubblicata da Enterbrain. L’anime, che prevede un totale di 25 episodi, è realizzato dallo studio Satelight.
La storia di Log Horizon, alla base è molto semplice: il giorno in cui viene presentata l’undicesima espansione di Elder Tale, un videogioco online, tutti gli utenti connessi in quel momento si ritrovano intrappolati in questo mondo virtuale. Evviva l’originalità. Eppure, per coloro che pensano di trovarsi davanti un mero clone di ./hack o di Sword Art Online, Log Horizon li smentisce e si limita a partire da questo pretesto per prendere una strada completamente diversa; i protagonisti infatti non hanno un vero e proprio percorso di crescita da percorrere, possono per certi versi essere considerati tra gli utenti migliori, e il protagonista Shiroe è riconosciuto come il giocatore più esperto di Elder Tale, tanto da essere stato soprannominato “il diavolo con gli occhiali“. Tuttavia, nonostante le cose in questo mondo siano leggermente cambiate con la nuova espansione, e i personaggi si ritrovano a provare sensazioni corporali effettive, la morte non sembra essere una minaccia, perchè tutti coloro i cui punti vita vengono ridotti a zero vengono automaticamente resuscitati nel più vicino tempio. Quello in cui si trovano sembra essere un mondo non troppo dissimile da quello videoludico, senza che vi sia come sottofondo una vera e propria sfida, o missione, per liberarsi da questa prigionia: anzi, i personaggi si abitueranno presto alla loro nuova condizione, mostrandosi particolarmente proattivi.
Per capire quale sia il tema centrale di Log Horizon è sufficiente controllare quali siano le altre opere di Mamare Touno: egli infatti è l’autore di Maoyuu Maou Yuusha, e quindi si tratta di un altro anime che affronta tematiche di macro economia, travestendosi questa volta in modo molto più appetibile. Le tematiche videoludiche, i vari dettagli con barre, statistiche e valori sono presenti e ben curati, ma sono solo il modo che è stato scelto per rendere digeribile il tema principale della storia, ovvero, “come si strutturano le società, e come si regola l’economia partendo da zero“, in un mondo che offre tante possibilità ma che per certi versi rimane un riflesso di quello reale, in cui servono leggi che permettano la convivenza, che proteggano i deboli dai più forti, in pratica, che impediscano il crearsi di uno stato di anarchia (anche perchè non appaiono Moderatori di alcun genere).
Le vite reali dei personaggi, sebbene vengano suggerite da alcuni piccoli dettagli, o riferimenti, non sono e dubito non saranno mai al centro della vicenda: maggiore importanza è data proprio a questo nuovo mondo e il ruolo che le persone decidono di assumere in esso. Prendere questo ruolo comporterà delle responsabilità, delle difficoltà, ma anche la possibilità di fare ciò che più e comune alla natura umana, ovvero di costruire un luogo speciale da chiamare “casa” dove vivere con altre persone, e tessere l’intreccio di tutte le possibili relazioni sociali, con singoli o con gruppi. O perlomeno, guardando, e riflettendo su Log Horizon è stata questa la chiave di lettura che ho trovato, che ho pensato l’autore avesse voluto dare alla vicenda. Come anime preso senza troppe pretese e impegno, comunque, Log Horizon risulta essere di facile consumo, divertente in alcuni momenti grazie alla presenza di gag ricorrenti costruite su quelle che sono le grezze caratteristiche caratteriali che i personaggi possiedono, ma sia la gestione delle scene action, legata soprattutto a logiche e dinamiche videoludiche, che le lunghe spiegazioni e discussioni a volte della durata di interi episodi, possono annoiare lo spettatore che cercava un prodotto di stampo diverso, soprattutto perchè Log Horizon è un anime molto lento.

E poi non capisco tutto questo accanimento contro i player killer: ne sono stato vittima e sono stato uno di questi a mia volta, e trovo irritante in alcuni momenti come negli anime sui videogiochi vengano dipinti sempre e comunque come cattivi o infantili. Ma questa è una cosa difficile (e fuori tema) da spiegare, è qualcosa che fa parte di un certo tipo di esperienza videoludica. Per cui oggi chiudo qui, ma nelle prossime settimane preparatevi, perchè gli appuntamenti con le serie in corso potrebbero raddoppiare: ce ne sono tante che meritano di essere recensite, e i fine settimana a mia disposizione prima dell’inizio della stagione invernale sono decisamente troppo pochi.
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