Mentre fuori nevica e il Natale si avvicina, mi trovo un Venerdì sera senza far niente, perché per qualche strana ragione ho sbagliato a tenere il conto dei miei impegni e la telefonata di un amico mi ha fortunosamente ricordato che questa sera posso evitare di sfidare i pesanti fiocchi che cadono su Firenze per recarmi in sala prove… Non suoneremo. La giornata è stata dura: è cominciata in un reparto di endoscopia digestiva dove ho affrontato da spettatore un turno di lavoro, cominciando a confrontarmi con i problemi della professione di medico. E’ passata attraverso un pomeriggio passato a studiare svogliatamente, aspettando la neve. E adesso che i fiocchi cadono soffici ma inarrestabili, è come se qualcosa venisse a mancare. Non ho niente da fare. Mi sento leggero, vuoto, senza un posto nel mondo, e questa è una sensazione che alle volte può essere incredibilmente piacevole… E allora – mi dico – che sia giunto il momento per riunirci ancora una volta intorno all’albero di Natale di Komixjam per parlare di ciò che ci unisce…?
E’ passato molto tempo dalla nostra ultima discussione. Con il tempo, la trama del manga di Naruto si è notevolmente evoluta, e oggi mi piacerebbe condividere con voi alcune riflessioni che mi sono balenate per la mente in queste settimane, man mano che i capitoli si susseguivano di pari passo con le mie traduzioni. Anzitutto, una piccola nota: sapete che in queste ultime settimane ho ritrovato un grandissimo piacere nel plasmare le traduzioni nel tentativo di restituire l’atmosfera dell’originale…? Ho espresso più volte l’importanza che questo concetto ha per me. Ecco, ultimamente in questo processo sperimento un piacere che era un po’ mancato nelle precedenti fasi del manga. Voi ve ne siete accorti…? Ma, bando alle ciance, veniamo a noi.
1) Naruto e Sakura
Qui scadiamo nel patologico. Voglio dire. La ragazza che hai sempre sognato finalmente viene da te a confessarsi, e tu, senza neppure crederci per un istante la liquidi come una contaballe? Ma io al suo posto avrei detto: “Scusate ragazzi, io e Sakura torniamo tra un paio di orette, non cercateci”. E chissenefrega. Scherzi a parte, ho trovato un elemento di novità nella caratterizzazione dei personaggi di Sakura e Naruto, ma di tutto il manga in generale. I “giovani” di Konoha – Sasuke compreso – hanno assunto tutti quanti un’area funesta, quasi come una specie di consapevolezza dell’ineluttabilità della sofferenza alla quale stanno andando incontro. In un certo senso, Kishimoto sta introducendo la “fine del sogno”, la presa di coscienza che l’idillio della famosa promessa tra Sakura e Naruto non ha più ragione di esistere, perché le cose cambiano, le persone non sempre possono redimersi, e a volte – come dice Gaara – bisogna essere coscienti che se si vogliono avere delle responsabilità nei confronti della comunità, è indispensabile capire che bisogna rinunciare a qualcosa. Questa fase del manga, i personaggi sono così drammaticamente affranti: una Sakura disperata che pur di interrompere una catena di dolore è disposta a calpestare il proprio amore, fingersi innamorata di Naruto solo per poter andare incontro a morte certa nel disperato tentativo di impedire all’amore della sua vita di cadere più in basso di quanto già non sia. Un Naruto che perde la lucidità ed i sensi di fronte alla quantità incommensurabile di eventi e sentimenti che si affollano nella sua mente, debole come non mai proprio quando è entrato in possesso di un potere immenso. Un Sasuke che ormai fa apparire sempre più improbabile la propria redenzione. I giovani di Konoha che decidono di farsi carico della più dolorosa delle missioni pur di evitare una guerra totale e fratricida. L’evoluzione dei personaggi sotto una luce così drammatica è secondo me una metafora della crescita, della transizione da ragazzini a giovani adulti, è il passaggio di testimone dalle vecchie alle nuove generazioni. In fondo ha ragione Danzou quando dice che senza vittime sacrificali non si costruisce la pace.
2) Danzou
Che lo sharingan fosse diventato una moda si sapeva da un pezzo. Averne sei impiantati su un braccio credo possa essere considerata come una forma di parafilia, cioè, una specie di fetish. Danzou è un feticista degli sharingan, ma di tutte queste parti anatomiche in generale, a quanto sembra. In ogni caso, il vecchietto ha dato una grande dimostrazione di forza contro Sasuke. E’ riuscito – sempre che il prossimo capitolo non mi smentisca – a far cadere in un genjutsu Sasuke con tanto di Mangekyou e Susanoo attivato. A quanto pare gallina vecchia fa buon brodo, e non escludo che questo scontro possa riservarci sorprese molto gradite. Tutto sommato, Sasuke non potràcontinuare ad abusare del mangekyou come sta facendo da quando l’ha attivato, e Danzou non mi sembra destinato a perdere la vita in questo scontro. Interessante anche il discorso tra i due. Riusciamo realmente a biasimare Danzou? Tutto sommato, quando, rivolgendosi a Sasuke, gli fa notare come la volontà di Itachi fosse diametralmente opposta a ciò che il giovane Uchiha è ormai intenzionato ad attuare, non fa altro che constatare un dato di fatto. Danzou è difficile da ascrivere precisamente ad una categoria, del tipo “buoni” o “cattivi”. Fondamentalmente, è portare delle istanze dei Conservatori, agisce nel pieno interesse della comunità, ma appartiene ad una generazione che ha sempre considerato gli shinobi come pedine sacrificabili in nome di un bene più grande. Il succo della questione è: possiamo chiamare questo “Pace”? Secondo il Naruto-pensiero, la pace è ben altro. E proprio su questo punto si gioca, a mio avviso, la parte più interessante degli sviluppi del manga. Mi spiego: Uzumaki Naruto deciderà di continuare a inseguire il suo “sogno” d’infanzia – la pace ad ogni costo, senza il sacrificio di nessuno – oppure accetterà l’idea che a questo mondo diventare adulti significa anche iniziare a sporcarsi le mani…? Nel primo caso, si prospetta un finale utopico, con un Naruto che deve tentare ad ogni costo di dimostrare che il suo Naruto-pensiero è più forte, che la rivoluzione si può fare, che si possono evitare gli errori delle generazioni passate, che non bisogna arrendersi. Nel secondo caso, il manga assumerebbe tinte molto più fosche, forse più realistiche ma meno adatte ad uno shounen…
3) Sasuke
A partire dal suo forsennato uso del mangekyou sharingan, Sasuke si conferma sempre di più come indirizzato alla totale eprdita dell’umanità. Quando con Suigetsu si fermava a guardare il ponte intitolato a Naruto, era ben diverso da come lo vediamo negli ultimi capitoli. Adesso è effettivamente spietato, completamente disperato a schiavo di pulsioni che si auto-alimentano. Credete ancora in una sua possibile redenzione? Io, onestamente, no.
Per finire, una nota di apprezzamento per Naruto Shippuuden. L’anime, che questa settimana è arrivato all’inizio del disvelamento da parte di Madara della vera storia di Itachi, è ultimamente piuttosto piacevole e soddisfacente. L’animazione è nettamente migliorata, e anche le atmosfere del manga sono state ricreate con buona fedeltà, salvo forse dedicare troppo poco tempo al combattimento tra Sasuke e Itachi, che nel manga sembrava quasi interminabile… Comunque, una bella sorpresa. Particolarmente buono il doppiaggio di Madara!
Detto questo, a voi la parola!