Kill La Kill – Recensione [03-04]

di Kirisuto 2

Com’è naturale che sia, nella recensione di oggi discuteremo prevalentemente dell’episodio 03 e delle sue implicazioni. Lo 04, per quanto esilarante, a livello di trama offre pochi argomenti di discussione.

Trama 03: Inizia tutto con un brevissimo flashback si Satsuki che ci mostra la sua kamui, Junketsu (Purezza). Un abito a quanto pare lasciatole dal padre quand’era bambina.

Ma ci si sposta subito nell’aula 2K dove si svolge sempre la solita lezione di storia sull’ascesa di Hitler al potere nel ’33; c’è chi si fa gli affari suoi, Mako dorme mentre Ryuko cerca di trapanare il cranio del professore con lo sguardo. Nell’episodio precedente il prof. aveva promesso di raccontarle di più sulla sua kamui dopo che avrebbe sconfitto la presidente del Club di Tennis. Ciò è avvenuto e la ragazza è impaziente. Il docente sembra evitarla ma ben presto le indica un sicuro luogo d’incontro al riparo da sguardi indiscreti tramite un post-it sulla schiena dell’amica scema della protagonista. E nell’antro buio, che è l’appartamento del prof. Aikuro, vengono dette due parole: Life Fiber. Fibre tessili per il combattimento dotate di vita propria. Nelle uniformi Goku, il numero di stelle identifica la percentuale presente di quelle fibre. Fibre che permettono di pompare le abilità fisiche dell’indossatore. E fin qua c’avevamo preso tutti alla fine del secondo articolo dell’altra volta. E’ anche evidente che le kamui sono intessute col 100% di Life Fiber. A detta di Aikuro il clan di Satsuki conosce il segreto delle kamui, come anche il padre di Ryuko. E a quanto pare, la morte di Isshin Matoi è stata causata proprio dal clan Kiryuin nel tentativo di rubare Senketsu e monopolizzare i segreti delle kamui. E anche qui, nulla di sorprendente. Come non ci sorprendiamo nello scoprire che il professore era un aiutante di Isshin e che nella scuola è solamente un infiltrato con l’obbiettivo di scoprire gli intenti del clan Kiryuin. L’unica cosa che rimane incerta è l’identità dell’assassino di Isshin Matoi; Aikuro non è sicuro, infatti, si tratti di Satsuki.

Nel frattempo il Club di Cucito sta portando avanti un esperimento: far indossare una Goku Pentastelle. Esperimento che fallisce per il troppo potere intriso nella divisa che causa la trasformazione in berserk dello studente oggetto d’osservazione. A quanto pare il limite massimo di Life Fiber che un essere umano (particolare) può sopportare è il 30%. Tutto questo per sottolineare l’incredibile potere di una kaui e del suo possessore che riesce a dominarla.

Contemporaneamente Satsuki fa visita alla sua villa, non per vedere i genitori, ma prendersi Junketsu. La kamui della ragazza è tenuta sotto chiave e il maggiordomo che si occupa della casa le impedisce di prenderla a nome dei suoi genitori. La madre ha vietato il recupero anche alla stessa figlia. Ma senza perdere un attimo, Satsuki si denuda e indossa la kamui senza timore e il “risveglio” di Junketsu viene percepito da Senketsu, in casa di Mako.

Il giorno seguente, a scuola, Satsuki accoglie in grande stile la nuova arrivata accettando la sfida dei giorni precedenti. Inizia quindi un duello tra le due. Sotto il comando di “Life Fiber Override” Satsuki dà il via alla trasformazione della sua kamui. E già notiamo differenze rispetto alla trasformazione di Ryuko: la divisa si imbeve totalmente di sangue dopo aver introdotto microaghi per succhiarlo al corpo della ragazza. La lotta è impari: mentre Ryuko dà fondo alle sue energie e ottiene minimi risultati, Satsuki dispiegando minime energie riesce a controbattere a ogni attacco della protagonista e, invece, mantiene un ruolo di primo piano nel combattimento. Al punto tale che Senketsu torna ad essere una normale divisa per prevenire una perdita di sangue eccessiva da parte di Ryuko. Comincia a profilarsi il motivo per cui Senketsu non mostra il massimo dei suoi poteri; la burbera divisa accenna al fatto che Ryuko non la sta indossando, nonostante sia indosso alla ragazza. Ecco quindi che il problema vero è la ragazza e il suo imbarazzo nel mostrarsi seminuda. Tale vergogna porta il suo cuore a respingere Senketsu, il quale non può attingere a tutto il sangue della ragazza e manifestare tutti i suoi poteri. Solo quando la ragazza accetta la nudità, Senketsu mostra la sua vera forma. Nudità metaforica, in quanto s’intende d’indossare la divisa come fosse la sua pelle e diventare un uno unico. Abbandonata la vergogna del corpo esposto ecco che la protagonista può combattere alla pari con la presidentessa del consiglio di istituto. Ma non è solo la divisa a digievolvere, anche la spada di Ryuko si modifica (tutto ciò va a sostenere la mia tesi che la forbice sia intrecciata con la fibra più di quel che sembra).

Ma non assistiamo solo a uno scontro puramente fisico, a scontrarsi sono i due personaggi quindi con volontà e aspirazioni diverse. Se ci sentiamo più vicini alla vendetta di Ryuko, dal punto di vista di Satsuki questi bassi desideri non sono meritevoli della risposta alla domanda topica di cui Ryuko va alla ricerca. Il tutto si conclude con una sfida da parte di Satsuki. Questo scontro verrà ripreso, e le domande troveranno risposta, dopo che Ryuko avrà affrontato tutti i responsabili dei club, i membri del consiglio studentesco e chi più ne ha più ne metta. Di fatto Ryuko non ha sconfitto Satsuki quindi, dal suo punto di vista la presidente non si sentiva in dovere di risponderle al momento ma “dall’alto della sua bontà” le ha offerto una seconda possibilità.

Queste dubbie scelte della presidente impensieriscono Aikuro.

Trama 04: Sarò breve e conciso. Una volta a semestre il comitato disciplinare organizza una giornata che sfoltisce il numero di studenti all’interno della scuola. Lo scopo degli studenti, senza stelle sulle uniformi, è arrivare a scuola per le 8:30; sarebbe facile se il comitato disciplinare non ponesse trappole lungo tutto il percorso. Trappole mortali di morte che uno muore [cit.]. Chi non riesce ad arrivare a scuola per l’orario prestabilito viene espulso dalla scuola e dalla città stessa. Mako e Ryuko iniziano il loro viaggio con due handicap a loro sfavore: niente Senketsu (la madre di Mako la sta lavando e facendo asciugare) e Maiko. Chi è Maiko? Una studentessa anonima, si direbbe; il problema è che infine si scopre come questi sia in realtà la responsabile dell’organizzazione delle trappole per le “giornate speciali”. S’è aggregata per tutto il viaggio, fingendosi debole, con lo scopo di rubare Senketsu e usarlo per spodestare Satsuki e regnare sulla scuola. Inutile dire che tale “nemico” si rivela dello stesso spessore di Jesse & James in Pokèmon (volutamente).

Un finale ovvio (Ryuko e Mako riescono ad arrivare in classe al pelo) per una puntata briosa e movimentata volta a rilassare gli animi dopo l’episodio precedente.

Commento: C’è una teoria interessante che ho letto in giro e che vorrei proporvi. Più che teoria, è una chiave di lettura dell’opera. Potrebbe sembrare forzata a prima vista, ma ripensandoci ha senso (a mio avviso).

Iniziamo con l’istituire un paragone tra le kamui e lo “sguardo maschile“. Le kamui mettono in evidenza tutti quei punti che di solito attraggono lo sguardo maschile verso il corpo di una donna (seno, inguine, cosce, sedere ecc). Punto secondo: Kill la Kill come storia di formazione. Una storia di formazione che ha come protagonista non un protagonista ma una protagonista. Una ragazza che, metaforicamente, si trova ad affrontare la pressione messale addosso dalla società adulta spesso e volentieri maschilista. Indossando la kamui, Ryuko tramite una “offerta” in sangue ottiene la capacità di trasformarsi in guerriera, con il “difetto” che la kamui porta a mettere in mostra quelle parti del corpo che interessano fortemente gli uomini, ponendola in forte imbarazzo. La kamui diventa quindi una metafora della pubertà femminile e di come le giovani donne vengono viste tramite la lente dell’occhio maschile. Ma questo denudamento non degrada la figura femminile a quella di oggetto, ma anzi favorisce una trasformazione in combattenti dalle doti smisurate. A sintesi di tutto ciò: non puoi controllare il modo in cui la gente ti guarda, ma non vergognartene. Tu puoi trarne forza e usare tale forza contro quelle stesse persone che ti guardano e giudicano in un certo modo.

Voi che ne pensate? Possibile o forzata?

Non mi soffermo ulteriormente sulla forma con cui è reso quest’anime perchè se il terzo episodio è un assaggio di quanto dovremmo aspettarci negli ultimi episodi ci sarà da aspettarsi l’inaspettabile. Se le cose andranno come penso, nei prossimi episodi ci sarà l’escalation di avversari fino ad arrivare a Satsuki. Ma ciò che veramente mi intriga è la sotto trama che riguarda il clan Kiryuin e Isshin Matoi. Infine qualcosa mi dice che Aikuro non è uno svitato come sembra, ma anzi un potente alleato che saprà rivelarsi al momento opportuno (voleva aiutare Ryuko contro Satsuki! E non aveva una kamui, lui!)

Alla prossima settimana gente!

Commenti (2)

  1. Complimenti per la recensione. Che dire, sei stato molto esplicativo e … soddisfacente XD Hai analizzato tutto ci� che c’era da trattare, soffermandoti anche su particolare che dopo aver letto la tua recensione ho notato essere rilevanti.

    La chiave di lettura / teoria che la gente ha dato secondo me ci st� tutta, cio� ma pi� che altro � l’anime stesso che ha trattato l’argomento tramite le parole di Satsuki, quindi non abbiamo scoperto niente di nuovo se non lo conferma dell’ovvio XD
    Insomma � un punto di riflessione / cirtica che l’anime ci vuole dare, ma in ogni caso non credo sia questo il pilastro su cui si basa la trama, credo sia una parte del tutto questa storia dei vestiti XD

    Come ho sempre detto Kill la Kill � un’anime che segna un doveroso ” periodo di pausa ” dopo quel capolavoro di Gurren Lagann ( non mi vergogno a dire che secondo me TTGL � stato uno degli anime pi� memorabili della storia ) . Pausa narrativa, per intenderci. Perch� dopo GL secondo me … non avrebbe avuto senso cercare di superarsi nuovamente con una storia ” pi� bella ” se fosse stato questo il loro obbiettivo. E secondo me fare un’anime pi� modesto avrebbe in ogni caso deluso le aspettative.

    Invece con Kill la Kill secondo me � un’idea geniale e azzeccata, creare un’opera tamarra, mossa da animazioni spettacolari, citazionistica e con una trama di fondo demenziali ( seppur molto affascinante ), ma che non � da prendere sul serio ( basti vedere l’ep 4, che io cmq ho adorato e sicuramente mi ha intrattenuto pi� dei precedenti. E io odio le cose nosense alla panty e stocking, pensa un p� ).

    E cmq … per me, Gargantia, Shingeki NK e questo, si giocano l’AOTY …. vedremo.

  2. Credo che con Kill la Kill sia stato amore a prima vista, una di quelle cose che si vedono una volta ogni due/tre anni e su cui non ho niente da ridire. L’episodio tre � stata poi la conferma delle possibilit� di questo anime: probabilmente gi� abbiamo un’idea di come andr� avanti, e che sar� “pirotecnico”… ma sento che non possiamo prevedere quanto “pirotecnico”. E’ come se tutta la forza di TTGL fosse qui condensata nella met� degli episodi.

    Riguardo alla ricostruzione in ottica fiabesca (me la mostrasti qualche giorno fa), ritengo che sia plausibile anche come antitesi poich�, solitamente le protagoniste femminili sono tanto pi� potenti quanto pi� si imbarazzano. K|K fa il ragionamento opposto, pi� “gar”, se vogliamo. Manca per�, se volessimo una totale metafora della maturazione psicofisica femminile, un forte elemento maschile.

    Quando dicevano che K|K sarebbe arrivato e avrebbe salvato gli anime, non scherzavano.

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