Jojopedia – Joseph Joestar

di Regola 3

 

Battle Tendency, la serie delle meraviglie! Sessantacinque capitoli di pura incredulità e assurdo che pagina dopo pagina prendono forma in una delle epopee avventurose più travolgenti e appassionanti nella storia dei manga. Potente e devastante come un tornado che mai annoia con una valanga di colpi di scena, situazioni impreviste, bizzarri sviluppi e catastrofiche coincidenze in quella che nella lunga saga della famiglia Joestar è solo il secondo arco narrativo, ma che nessun fan riuscirà mai a dimenticare. Se Phantom Blood ci aveva conquistato con temi quali l’amore e l’odio, fraterni sentimenti di competizione, eroismo e tragedia, Battle Tendency invece si esprime attraverso quella che era la pirotecnica vena narrativa di un giovane Araki. E questa storia non poteva avere un protagonista migliore, e meno ortodosso, di Joseph Joestar. Un piccolo appunto sul nome: pare Araki lo abbia inizialmente chiamato “Josef“, americanizzandolo successivamente con “Joseph“, ispirandosi a inglesi che nella prima metà del novecento cambiarono effettivamente il loro nome in questo modo.

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Il personaggio preferito di molti, il mio protagonista preferito (seguito a ruota da Jolyne) ma non il personaggio che adoro di più in assoluto in tutto Jojo, il quale necessiterà ancora di un pò di tempo perchè ve ne parli. Approcciandomi al secondo Joestar volevo necessariamente adottare uno stile differente, anche per sottolineare le sue sostanziali differenze con Jonathan (nonostante la somiglianza fisica), che non si limitano a quelle caratteriali, ma anche al tipo di coinvolgimento, di immagini e di riflessioni che questi suggerisce. Perchè sin dalle prime pagine, poste immediatamente dopo gli ultimi momenti di Jonathan senza creare un giusto stacco nonostante i cinquant’anni trascorsi, Joseph si appropria prepotentemente delle vignette di questo manga quasi a ricordarci che i morti non vanno dimenticati, ma la vita è fatta dai vivi. Fin da subito ci appare mastodontico, degno di portare il nome reso grande da suo nonno, animato da un senso di giustizia simile… ma, in poche pagine ecco che le carte sul tavolo vengono ribaltate, e nel lettore si forma la consapevolezza che Joseph, in fondo, sia soltanto un idiota. Che per giunta ha ereditato la capacità innata di utilizzare le Onde Concentriche: una testa calda in possesso di mirabolanti poteri che piega alle sue logiche, e manifesta in un modo tipicamente personale, in barba ai millenni di tradizione dell’Arte dell’Eremita.

Mi preme specificare una cosa a questo punto. Se nei passati approfondimenti ho sottolineato quanto una delle caratteristiche di Jojo (e dei manga di Araki) sia quella di destabilizzare il lettore trasportandolo in un mondo dove prendono luogo l’impensabile, l’imprevedibile e l’assurdo, e che il ricorrente pensiero nella lettura dei vari capitoli sia spesso una ripetizione del “non posso credere che stia succedendo“, per Joseph quest’affermazione subisce una piccola variazione, che suona pressappoco come “non posso credere che lo stia facendo davvero“! Credo che sia dovuto anche a una nota stilistica di Battle Tendency, perlopiù unica in quasi tutto Jojo, e al preciso modus operandi di Joseph stesso; avrò modo di approfondire meglio questo argomento ma voglio presentarvelo quest’oggi. In Jojo, nella prima apparizione delle Onde veniamo trascinati in un’ambiente prettamente shonen, assurdo (continuerò a usare questo termine al rischio di essere ripetitivo), ma che possiamo facilmente razionalizzare, persino gli Stand che faranno da padrone il manga dalla terza serie sono ancor più facili da catalogare; accumulandosi e accrescendosi i poteri in tipologia e quantità dei vari personaggi Araki può introdurre situazioni sempre più assurde risolte attraverso l’impiego creativo di queste abilità, tuttavia, per come l’ho sempre vista io, Joseph è quel personaggio per cui le Onde e il suo Stand sono e sempre saranno poteri prettamente accessori: sebbene necessari per affrontare i terribili nemici di questa e della terza serie ci si accorge ben presto che le vere armi di questo protagonista sono la sua astuzia, il suo ingegno e la sua capacità di prevedere e ingannare l’avversario attraverso sporchi trucchi e giochi di prestigio. Joseph usa le mani, in molti sensi, i suoi movimenti e i suoi pensieri non sono lineari come quelli di Jonathan, e neppure i portatori Stand più cerebrotici riusciranno a raggiungere i suoi livelli. Egli è dotato di talento, intuito, e non ha realmente “bisogno” di abilità sovrannaturali per farsi valere. Un pò in opposizione ai tipici personaggi della quarta e quinta serie che usano i loro poteri per compiere ogni singola azione, che si trovano con le spalle al muro una volta che questi hanno perso efficacia, Joseph ha sempre un asso nella manica e non è mai un Overdrive. (Jotaro, alla richiesta della moglie di aprire un vaso di pesche, “Certo cara. Star Platinum! Horahorahora!” Poi divorziarono.)

Nel manga Joseph legge Superman e ascolta i Beatles. Nell’anime ha in mano il volume di Baoh.

Poi la tragedia, e la profondità del personaggio, non mancano: è Joseph che non si lascia sopraffare dalla tristezza e della sventura cercando di godere di quel poco di buono che la vita ha da offrire. Orfano di padre e madre (per come vengono poste le cose all’inizio della storia) è stato cresciuto da sua nonna Erina e il vecchio, ma ancora verace e tenace commentatore di battaglie, Speedwagon, nei confronti dei quali nutre un sincero ed enorme affetto. Joseph è il classico pezzo di pane a cui non devi dare fastidio se sei affezionato all’integrità delle tue ossa, perchè potrebbe lasciar passare qualche offesa nei suoi confronti, ma guai a minacciare le persone a lui care. Come personaggio rappresenta quasi fedelmente lo spirito di quegli anni (la storia è ambientata nel 1938) in cui tutto il mondo viveva una strana nuova giovinezza, la società occidentale sprizzava forza, dinamicismo e vitalità: gli Stati Uniti avevano consolidato la loro posizione dopo aver conquistato i mercati di un’Europa devastata dalla Grande Guerra, mentre in ogni angolo del Vecchio Continente dopo un ventennio di ricostruzione (e costruzione per alcuni paesi) si percepiva di nuovo quell’aria di pienezza, di orgoglio e soddisfazione per le proprie risorse e capacità… tutti elementi che sappiamo fin troppo bene a cosa portarono. Come dicevo, Joseph è per certi versi figlio dei suoi tempi (visione forse un tantino influenzata dai primi due Indiana Jones), e sebbene sappia di esser destinato a vivere poco per colpa del cognome che porta, agisce continuamente sfidando il fato e non curandosene. Che la maledizione dei Joestar poi non riesca a piegare questo testardo caprone è un altro dato di fatto… all’inizio della sesta serie (ambientata nel 2011) Araki affermò che un novantenne Joseph stava bene nonostante fosse un pò più rimbambito… (Che tutto il piano di Pucci mirasse ad eliminare specificatamente il Joestar più coriaceo di tutti in tempi??!)

Joseph nell’anime del 2012.

Joseph sarà uno dei personaggi a comparire di più in tutta la saga: come penso molti di voi sapranno già, avrà un ruolo fondamentale nella terza serie e farà qualche meravigliosa comparsa nella quarta, una figura in qualche modo sempre presente che seminerà figli illegittimi per tutto il globo. Sempre al centro della trama come Dio che ha il suo stesso numero di apparizioni (anche se…),e Jotaro, che invece è il personaggio apparso più volte (terza, quarta, breve apparizione nella quinta, e sesta).

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Sicuramente parlerò ancora di Joseph, trattando gli altri personaggi e gli scontri della seconda serie, quindi non sento la pressione di presentare quest’oggi tutti gli aspetti di questo personaggio (che sono tantissimi) quanto quello che più di tutti lo caratterizza, che lo ha fatto amare a noi e odiare ai suoi nemici: la sua fortuna sfacciata. Perchè è impossibile non notare quante volte la Dea Bendata pieghi le leggi della fisica, o ignori il destino e qualunque altra cosa che si metta sulla strada del suo protetto. Tante volte Joseph stesso penserà di essere stato fortunato, ma con la faccia di un giocatore di poker prenderà anche in giro il suo avversario! Ciononostante l’arroganza non è padrona di Joseph: egli metterà sempre il massimo impegno nelle sue lotte, accetterà l’aiuto del caso senza darlo per scontato, non sopravvaluterà mai i suoi limiti, anzi, sarà proprio perchè ben conscio di questi che riuscirà a condurre e dominare le sue battaglie. Sempre ben conscio della sua fortuna Joseph non vi farà mai troppo affidamento perchè incosciamente consapevole che essa aiuta gli audaci. Audacia, ereditata dal sangue di Jonathan e dalla benedizione di Bruford!

I veri uomini partecipano al loro funerale.

E poi, l’avversario, sconfitto si vedrà anticipate e scimmiottate cieche parole di vittoria un attimo prima di pronunciarle effettivamente. La prova della vittoria di Joseph è sempre innegabile, l’idea della sconfitta si affaccia sul volto del suo avversario in modo ineluttabile, quando oramai caduti nelle trappole del prestigiatore per eccellenza del mondo dei manga: quasi come una formula magica aspettiamo sempre il momento in cui questa scena si ripeta, inevitabilmente, accompagnata dal beffardo sorriso di quell’uomo che avrà sempre l’ultima parola.

 

Commenti (3)

  1. Ottimo articolo che dipinge perfettamente le mille sfaccettature del miglior personaggio di Araki (per me alla pari con Dio).

    Quanto avrei voluto rivederlo nel nuovo mondo…

    1. Mi hai tolto le parole di bocca.
      Per quanto ho visto/letto, Joseph insieme a Dio � il personaggio che pi� mi � piaciuto.
      Personaggio divertente ed astuto, che spesso preferisce l’uso del cervello ai muscoli, permettendogli (insieme alla fortuna come ha gi� detto Regola) di salvarsi da situazioni che appaiono veramente critiche.
      Memorabili i suoi discorsi con i nemici, in cui spesso tenter� di ingannarli o cercar� il modo di togliersi dai guai.
      Mi son sempre chiesto, ma la sua “capacit�” di anticipare le parole dette dall’aversario, � in qualche modo collegata al suo stand che avr� nella terza serie?

      1. C’� una teoria simile (e ne parler�), posso anticiparti qualcosa: prima di tutto il Purple Hermit non � pre-cognitivo, � semplicemente “descrittivo” rispetto alla realt�.

        Questa teoria, lanciata la prima volta in Jojo a GoGo mi pare, e rinnovata in Over Heaven (la novel di Dio del 2011) che lo Stand di Joseph dipende direttamente dalla natura dello Stand di Jonathan (� una teoria complessa, molto molto lunga da spiegare, per ora prendila per buona). Questo Stand, che sarebbe quindi il secondo in possesso di Dio, � quello che usa per mostrare a Polnareff l’immagine di J. Gail all’inizio della terza serie.

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