Jojopedia – Guida alla lettura

di Regola 5

Credevate davvero che la Jojopedia avrebbe cominciato con la trattazione della prima serie, Phantom Blood?

Assolutamente impossibile, non posso permettermi di iniziare a parlare di personaggi, poteri e scontri prima di aver chiarito e affrontato alcuni elementi, che potremmo definire punti in comune, presenti in tutti i lavori del maestro Araki. Le bizzarre avventure di Jojo sarà anche uno dei manga che avrà influenzato stili e gusti di autori moderni, ma per quanto riguarda struttura, temi e dinamiche con lo shonen di ultima generazione ha davvero pochissimi punti in comune. Nonostante il suo linguaggio sia infatti ampiamente definibile in stile manga a un certo punto Araki se ne va per una strada solitaria sviluppando uno stile e una narrazione molto personale: solo in questo modo è riuscito (tra pareri discordanti e concordanti dei lettori) a portare avanti la sua serie per ventisei anni , apportando serie dopo serie modifiche semplici o radicali al suo mondo. Tenere presenti questi elementi è fondamentale per una lettura completa di Jojo, e sono sicuro che i lettori di vecchia data li tengano in considerazione già da molti anni.

 

Nella sua carriera di fumettista Araki non ha mai avuto la pretesa di trattare temi umanistici o morali, eppure ne Le bizzarre avventure di Jojo possiamo trovare ogni sorta di sentimento e valore umano: i personaggi amano, odiano, provano risentimento nei confronti di un acerrimo nemico o di un fortunato protagonista, stringono salde amicizie e compiono eroici atti di sacrificio. Persino i “cattivi” in Jojo sanno essere portatori di valori positivi di questo genere, anche perchè si tratta spesso dei personaggi a cui viene dato parecchio spazio in ogni serie: così come impariamo a conoscere i buoni Araki ci presenta anche i loro nemici, dotandoli di profili psicologici completi e complessi. L’amicizia e l’eroismo sono due altri elementi che ritornano sempre, i personaggi hanno sempre qualcosa di importante e sono disposti a sacrificarsi per proteggerlo: in Jojo si parlerà di “fine del mondo” o crisi di tal sorta, ma ciò che porta la maggior parte dei protagonisti ad agire è quasi sempre qualcosa di personale, come difendere un parente, o un’ambizione personale. Per Araki l’eroe è quell’uomo che ha dato tanto per una piccola ma preziosa cosa: non mi è possibile tornare indietro col pensiero a Jonathan, i Zeppelie o una coppia di bonaccioni scapestrati come Abdul e Polnareff senza commuovermi pensando alle loro gesta. Goku avrà salvato la Terra decine di volte con un sorriso (grande Goku! ndRegola), ma Jonathan muore abbracciando la testa dell’uomo che considerava come un fratello, permettendo a sua moglie e un orfano di salvarsi.

 

Come accadono le cose in Jojo? Potrebbe sembrare una domanda stupida, ma leggendo questo manga mi ricordo sempre di mettere da parte il principio di causa-effetto, perchè non sempre sarà presente una spiegazione plausibile o logica per uno sviluppo o un avvenimento. Jojo è un manga che deve far strabuzzare gli occhi, pertanto è pieno di imprevisti, pure casualità, sviste ed errori dei personaggi che fanno sempre cambiare l’equilibrio dei piatti sulla bilancia. Ne è un esempio lo strano concetto di destino usato da Araki, per certi versi simile e indubbiamente ispirato dalla lettura di Hokuto no Ken (che ha anche ispirato lo stile grafico e il tono splatter delle prime serie). I personaggi “destinati” a qualcosa sono abbastanza comuni, soprattutto nelle prime serie: il destino a volte equivale a una tremenda morte, ma più spesso è un incontro o un fatto che doveva necessariamente verificarsi nella vita del protagonista. Un’altra delle leggi non scritte del mondo di Araki è quella del “karma del protagonista“: è un concetto molto semplice, di per sè una piccola licenza che si prende l’autore per giustificare l’invincibilità del personaggio principale della serie… attenzione però, questa legge è valida per un personaggio solo nella serie in cui è protagonista! Prendo come esempio Jotaro, pressochè invincibile nella terza serie, quando appare nella quarta si trova in alcune circostanze messo alle strette in modi che neanche Dio era riuscito a escogitare. Sarà mia intenzione mostrarvi alcuni di questi momenti nel corso della trattazione, per farvi capire quanto siano importanti elementi come caso, fortuna o coincidenze nelle varie serie, e come Araki li sfrutti nella giusta misura per dare credibilità ai sui bizzarri intrecci.

 

Jojo è un manga di combattimenti! A volte possono essere soltanto delle prove di abilità… che possono comunque degenerare in sanguinolente lotte, ma è indubbio che i personaggi combattono molto. Ad essere precisi, combattono e viaggiano molto, al punto tale che i momenti di pausa nella serie sono pressochè inesistenti. Ci sarà tempo e modo di parlare di Onde Concentriche e di Stand in maniera approfondita, quello che mi preme di sottolineare è che a parte brevi spezzoni nelle prime due serie, Jojo non è un manga che basa la crescita delle capacità belliche dei personaggi attraverso l’allenamento (come fa invece lo shonen moderno) ma con l’esperienza diretta sul campo di battaglia. Si può tranquillamente affermare che la maggior parte dei personaggi non diventerà mai più potente rispetto a quanto lo era nel momento della sua apparizione, ma acquisirà quel plus valore chiamato esperienza: chiamo in causa ancora Jotaro, che da prova di questa esperienza nella quarta serie mostrando che spesso è proprio questa insieme all’intuito a permettere la sopravvivenza nel terrificante mondo dei portatori Stand. Jojo è uno dei manga che per la natura dei suoi combattimenti, uso definire “uno tra quelli con la maggiore densità di cose che possono uccidere per pagina”: nonostante i loro grandi poteri, basta spesso un singolo colpo ben assestato perchè un personaggio venga sconfitto, e tanti sono quelli che hanno fatto una brutta fine nel corso degli anni (non siamo comunque di fronte a un’ecatombe come Hokuto no Ken). Altra questione da tenere presente è quella dei power-up: essi sono presenti, almeno uno a serie, e spesso sono eventi centrali nella storia; trall’altro, i più consistenti sono spesso proprio quelli del cattivo principale. Come questi avvengono è legato sempre alla complessa visione di Araki, ed è una di quelle cose che analizzerò quasi caso per caso (poichè in fondo non sono tantissimi).

Un esempio dell’evoluzione “grafica” negli anni.

In questa breve introduzione voglio inoltre suggerire una chiave di lettura a Le bizzarre avventure di Jojo, non solo perchè si tratta di una questione a volte affrontata dall’autore, ma riscontrabile anche nel modo in cui le cose si sviluppano serie dopo serie. Ritengo che questo manga sia in qualche modo una complessa metafora del concetto di evoluzione. In ogni serie c’è un elemento “vecchio” che si scontra o si armonizza con qualcosa di nuovo, e questo si nota maggiormente nel caso degli Stand: è infatti possibile identificare caratteristiche e stili legati alla serie di appartenenza; è come se col passare del tempo cambino adattandosi a situazioni nuove, ed è qualcosa che cercherò di mostrarvi soprattutto attraverso la trattazione delle varie serie nell’esatto ordine con cui sono uscite. Tenete presenti questi punti per le future analisi, fermo restando che su alcune di esse verranno approfondite ulteriormente. La Jojopedia per oggi è terminata, tornerà fra due settimane… e vi prometto che cominceremo a parlare della prima serie, Phantom Blood.

Commenti (5)

  1. Bel pistolotto, ma doveroso per uno che non ha mai eltto nulla di Jojo.

    Non vedo l’ora di leggere la vera prima parte della jojopedia.

  2. Ottimo articolo!

    Per me Jojo � e rester� comunque il migliore shonen in circolazione. Ammetto che la prima e la sesta serie non mi sono piaciute, e nemmeno tanto quelle successive ma ho adorato la seconda, la terza la quarta e la quinta!

    Hai centrato bene quello che secondo me sono i punti di forza del manga. Nei combattimenti, dove contano pi� le abilit� personali che la forza bruta, si ha un utilizzo del 100% della strategia (cosa che per ora non ho mai visto fare in nessun altro manga). Inoltre apprezzo l’autore per non cercare di creare personaggi potenti quanto piuttosto con poteri “bizzarri”.

    1. E’ vero. Se c’� una cosa che ho apprezzato molto di questo manga � proprio il fatto che spesso i combattimenti sono risolti dal cervello pi� che dai muscoli. Ad esempio negli scontri con i 2 Darby in Stardust Crusaders.

      1. Cervello, fortuna, coincidenze, imprevisti… a volte alcuni portatori stand vengono sconfitti senza nemmeno che ci sia scontro (Oingo e Boingo, per esempio)

      2. Fantastica pure quella parte con Oingo e Boingo 😆 Come pure quella col neonato 😆

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