I drama giapponesi. Un esempio, Bambino!

di Silvia Letizia 21

Parlare di drama (o dorama) giapponesi e fare un paragone con i telefilm americani o nostrani è strano almeno quanto cercare di spiegare i manga nell’ottica dei comics. Le differenze che intercorrono tra i fumetti occidentali e quelli orientali, in qualche modo, sono le stesse che si possono riscontrare tra i telefilm e i drama.

La prima differenza importante è che, mentre in occidente si punta su episodi che aggiungono poco alla storia principale e solo alla lunga, spesso nel corso di numerose serie, vanno a comporre il quadro generale del telefilm, che, oltre a perdere e acquistare attori nel suo svolgersi, da l’impressione di poter proseguire in eterno, il drama giapponese ha spesso una durata molto breve, mediamente intorno ai dodici episodi, ed è raramente suddiviso in stagioni. Ogni episodio aggiunge qualcosa di importante alla storia fino a quando si raggiunge, solitamente negli ultimi due, un climax finale che porta alla conclusione del drama stesso.

A causa della durata abbastanza contenuta dei drama, di solito la qualità di queste produzioni è piuttosto alta. Sono rari i casi di serie girate completamente in interno. Al contrario le riprese esterne sono frequenti e, in generale, nel corso di un’unica serie è possibile vedere gli ambienti più diversi, dai parchi, alle metropolitane, fino a bar, scuole, ospedali o teatri, invece delle solite quattro o cinque location che diventano a breve familiari in certi telefilm occidentali.

Un altro aspetto è legato alla colonna sonora. In un drama si spazia da brani tipicamente occidentali di successo, alla musica classica, fino all’insinuarsi – tipico anche degli anime – della sigla di apertura o di chiusura o di un’apposita insert song all’interno del drama stesso. Spesso una o più di queste canzoni sono cantate da qualcuno tra gli attori protagonisti. Infatti, e questa è un’altra caratteristica tipicamente orientale, raramente gli attori di drama sono soltanto attori. Di norma si tratta di personaggi dello spettacolo che spaziano dal mondo della musica a quello della moda o del cinema e, spesso, fanno parte di gruppi jpop o jrock di successo.

Per quanto riguarda le tematiche dei drama, troviamo argomenti tipici dei manga e della produzione animata giapponese, con punte di originalità, che si distaccano dai telefilm occidentali non tanto nei contenuti quanto nella scelta del come mostrarli. Nelle inquadrature, nella gestione della regia, e nel modo di raccontare la storia c’è sempre quel pudore tipicamente giapponese che permette di godere della storia mantenendo la giusta distanza, senza scadere nell’invadenza – a volte ai limiti della volgarità – che è possibile riconoscere nelle produzioni occidentali.

Per affrontare il tema in modo più specifico bisognerebbe ricorrere a degli esempi perché, come due manga, due serie televisive o due canzoni non sono mai uguali tra loro, anche un drama, guardato più da vicino, presenta caratteristiche particolari che lo rendono unico.

Prendiamo il caso di uno dei primi drama che mi è capitato di vedere, al quale sono molto affezionata, e che tratta una tematica poco diffusa in occidente, ma molto comune in Giappone: il tema della cucina.
Si tratta di un drama tratto da un manga. Le serie, infatti, possono avere una sceneggiatura originale o, come in questo caso, derivare da una pubblicazione o da una serie animata. Il manga in questione è di Sekiya Tetsuji e il titolo, italiano anche in originale, è Bambino!.

Il protagonista di Bambino! è Ban Shogo, interpretato da Jun Matsumoto. Jun Matsumoto è un attore e un cantante molto popolare in Giappone, membro della band Arashi e particolarmente dotato per il ballo. Ha interpretato numerosi ruoli in vari drama, tra i quali quello di Tsukasa Dōmyōji nel drama di Hana Yori Dango e Takeshi “Momo” Goda nel drama di Sei il mio cucciolo (Kimi wa Petto).

La storia di Bambino! ha per protagonista un arrogante ed entusiasta studente di Fukuoka, che da un anno lavora in un ristorante italiano come cuoco, riscuotendo un grande successo tra i suoi clienti. Visto il suo talento decide di abbandonare tutto per trasferirsi a Tokyo e perfezionare le sue abilità culinarie per diventare un vero chef di cucina italiana.

Raccomandato dal suo vecchio maestro di Fukuoka va a lavorare presso la prestigiosa trattoria Baccanale (un ristorante di gran lusso), diretta da un amico del suo maestro, dove scoprirà di avere molto da imparare non solo dal punto di vista professionale (Ban dovrà scontrarsi, tra le varie cose, anche con le difficoltà della lingua italiana), ma anche da quello umano.

Il drama ha avuto un discreto successo anche su youtube dove è possibile trovare una bizzarra versione di “tanti auguri a te” in italiano cantata dallo staff del ristorante Baccanale, in occasione del compleanno di una delle clienti, e altre chicche che mostrano gli attori giapponesi destreggiarsi con la lingua italiana.

[youtube qgQ1_5ibA70]

La sigla di apertura del drama è We can make it, cantata dagli Arashi.

[youtube E2lI8yjWF3o]

Fonti [http://wiki.d-addicts.com/]

Commenti (21)

  1. Bell’articolo e mi sa che ci hai dato un buon consiglio di visione, credo proprio che mi vedr� questo “Bambino!”.

    Forse per� in Italia abbiamo avuto qualche tempo fa un po’ di corrispondenza coi drama giappi: parlo degli anni ’50 ’60 ’70, quando andavano di moda i film e le fiction dei “cantattori” nostrani, tipo Celentano, Morandi e non ricordo chi altri, ma certo, vista l’epoca erano molto meno ben fatti di questi del Sol Levante.

  2. Molto interessante come Dorama, per� cacchio io ho fatto l’alberghiero ed i nuovi arrivati non li trattiamo in quella maniera, mi faceva pena XD

  3. Hahahah! Che sfizio sentirli parlare italiano! 😀

  4. Tanta auuguri a teee tanta auguri a tee
    lol 😆

  5. “Infatti, e questa � un�altra caratteristica tipicamente orientale”,
    Beh, non direi proprio. Infatti, come scritto al primo post, anche in Italia ci sono stati film e telefilm con protagonisti i cantanti nostrani, come Gigi d’Alessio, Massimo Ranieri, Adriano Celentano che, al di l� dei gusti di ognuno e via dicendo, sono comunque inscrivibili in questo tipo di produzioni. Ma anche negli States � cos�, basti pensare ai film con protagonista Jennifer Lopez o Madonna (Evida Per�n). O in India dove c’� Prabhu Deva, cantante-attore-ballerino-showman. O in Iran dove c’� Shahram Shabpareh, altro cantante e all’occorrenza attore.

    Parlando di Bambino!:
    s�, � un’ottima produzione giapponese, ben fatta, ben recitata, quasi fedele al manga tranne per il finale, ma la cosa poco importa visto che il dorama � godibilissimo in ogni suo aspetto.
    Per chi interessa, in rete trovate sia le puntate subbate in italiano del dorama, sia le scan -sempre in italiano- del manga da cui � tratto. Consigliatissimo.

    1. Si, mi ha proprio incuriosito :biggrin:
      Mi piacerebbe sapere dove lo posso trovare. :angel:

      Il tipo con gli occhiali ha un’ottima pronuncia, complimenti! 😉
      Buffissima la scena del capo cameriere: non credo che un giapponese, di norma, sia cos� propenso a mettere (e a farsi mettere) le mani addosso in quel modo! 😆 Gi� alla stretta di mano l’ha guardato come se fosse un marziano –> :blink:
      😆 😆
      Cmq. gli spaghetti alla bagnacauda hanno dell’inquietante… 😯

      1. Ehm… non so se posso postare i link del fansub e delle scan. Farei spam e non credo sia permesso.

      2. Concordo, davvero inquintenti :blink: …… quasi quasi sarebbero da provare …. :w00t: ….. comunque sono troppo ridicoli i giappo che parlano italiano, mi sa che faremmo la stessa figura noi parlando giapponese.
        Una cosa che non ho capito � perch� il capo cameriere tutte le volte che serve in tavola ammicca :wink:, non sar� che per caso i giappo pensano che tutti i camerieri italiani quando servono fanno cos� ???

      3. Trovato, ragazzi! Grazie ugualmente 😉

        Marilla penso anch’io che il capo cameriere sia un p� una sorta di caricatura dell’italiano medio visto con gli occhi di un orientale. :happy:
        Un p� deludente lo chef: se non ho capito male dovrebbe aver studiato in Italia…. mmmmhhhh…. con quell’italiano?! :wassat: Non � molto credibile :getlost: Oserei dire che � quello con la pronuncia peggiore. :ermm:

        Cmq le puntate sono lunghissime… ma sono solo 11?

      4. L’italiano � una lingua moltoooooo difficile per qualunque straniero, figuriamoci per un asiatico (anche se ricordo di aver letto tempo fa che i giappo avevano meno difficolt� nell’italiano rispetto all’inglese perch� la fonetica era pi� simile ), in ogni caso ho dato un’occhiata sia al drama che al manga. Il primo � carino ma molto romanzato, il secondo ha davvero un bel disegno per�…… sono sempre i soliti esagerati, in cucina sembra di stare a Solferino durante la prima guerra mondiale, una tragedia, mentre invece la cucina (per noi italiani) � qualcosa di legato alla felicit� e alla creativit� (due pianeti davvero distanti).

      5. Sicuramente non sto qui a criticare la grammatica (anche perch� finora ne ho vista molto poca) che � difficile, ma la pronuncia, cio� si vede che probabilmente nessuno di loro aveva mai pronunciato una parola d’italiano prima di girare questo drama… e magari per il giapponese medio a cui � diretto questo prodotto, l’italiano che parlano va benissimo, l’illusione c’�. Ma per noi italiani � al limite dell’incomprensibile.
        Ti faccio un controesempio: il mio insegnate di giapponese (che era giapponese) ci raccont� una volta di quando vide “L’ultimo Samurai”, qui in Italia, il commento fu: “Meno male che c’erano i sottotitoli in italiano perch� io non capivo una parola!!!” (delle parti in giapponese!!!!) Eppure per noi era un giapponese chiarissimo, meglio di quello parlato in quasiasi fansub visto fino a quel momento.
        Con questo drama la situazione mi si � ribaltata e capisco in pieno quello che voleva dire: mi rendo conto che se non ci fossero i sottotitoli, non capirei una parola (o quasi) delle parti in italiano!!!
        :biggrin:

      6. Hai fatto un esempio veramente chiarificatorio, in effetti deve essere cos�, sicuramente gli attori del drama non avevano mai parlato in italiano prima di allora, in ogni caso penso che per quanto si possa imparare bene una lingua straniera non la si potr� mai parlare senza rivelare la propria origine, cio� senza inflessioni o accenti stranieri, io, ad esempio, mi accontenterei di non pronunciare troppe cavolate.
        Povero il tuo insegnante di giapponese a sentir storpiare cos� la sua lingua :silly:…… comuque questo significa che tu conosci il giapponese ?

      7. No, questo significa che io vorrei conoscerlo ma sono ancora ben lontana… per� continuo a provarci 😉
        Trovo che sia una ligua tanto affascinante quanto complessa, ammiro (e invidio) chi la conosce davvero bene 🙄

    2. Il fatto che nel resto del mondo capiti / possa capitare, non significa che questa non sia, come ho scritto, una “caratteristica tipicamente orientale”. Infatti, mentre in occidente pu� succedere che un attore di telefilm sia anche un cantante, modello o che altro, in Giappone questo �, nella maggior parte dei casi, la norma. Quindi in occidente � un’eccezione che pu� capitare e riguarda un numero ristretti di nomi, in oriente � tipico.. 🙂

      Si tratta di artisti completi, che non vengono messi l� solo per la loro faccia per far aumentare l’audience, come potrebbe capitare con le varie Madonne e Lopez o con Morandi negli anni ’50, ma che ricevono anche importanti riconoscimenti della critica.. 🙂

      1. E invece no.
        Tutto il mondo � paese, cos� come in questo caso.
        La maggior parte degli attori usati per i dorama sono idol, e sicuramente saprai bene cosa sono.
        Sono figure del mondo dello spettacolo che, anche se sono apprezzati per un certo periodo, non durano per sempre se non per qualche annetto scarso, prima di cadere nel dimenticatoio (stessa cosa che succede nel mondo dello spettacolo occidentale).
        Anzi, ci sono pubblicazioni da edicola apposite che puntano sul gossip, sull’immagine, sull’aspetto di questa fascia di personaggi, i quali vengono seguiti sopratutto per questi fattori. Le orde di fangirl (sopratutto italiane) sbavano per Jun Matsumoto (nome a caso) non perch� pu� possedere una discreta velleit� attoriale (per carit�, pu� anche essere che lo apprezzino per quello), ma perch� � “bono”.
        Che tra loro ci siano persone che durano nel tempo grazie alla propria bravura, non lo metto in dubbio, ci sono eccome. Stessa cosa che succede, per esempio, nei format Sud Americani e Ispanofoni (esempio pi� recente: Paso Adelante) dove la componente artistica dei personaggi copre sia la recitazione che il canto. E con canto intendo anche qualche disco di discreto successo nel mercato discografico internazionale.
        Quindi, stesso meccanismo del Giappone, o della regione est-asiatica in generale.
        Che in Italia i “cantarelli” erano seguiti anche per il cantante-attore protagonista � indubbio, ma non vedo tutta ‘sta differenza con la controparte giapponese, come ho prima spiegato. Al di l� dei gusti personali e della solita tiritera su quanto sia penoso il cinema italiano, Massimo Ranieri � un ottimo attore e non soltanto “il cantante che piace a mia nonna”.

        Questo per dire che � sbagliato considerare questo tipo di produzione solamente appannaggio della regione asiatica, visto che esistono esempi simili in Sud America, Medio Oriente, Europa e Stati Uniti. 😉

        Sarebbe come considerare i Live-Action come una prerogativa del cinema asiatico-americano dimenticandosi che, anche un semplice Commissario Montalbano � considerabile un Live-Action, una trasposizione filmica di un’opera cartacea. :tongue:

      2. A ognuno la propria opinione..
        Resta il fatto che Jun, per citare un giovane, recita nei Drama da quasi 10 anni, e non mi riesce di considerarlo un fenomeno di passaggio n� nel mondo del cinema n� in quello della musica. Per chi avesse dubbi sulle sue capacit� attoriali consiglio SMILE..
        Io sono una sua fan, ma non sicuramente perch� ha un bel faccino.
        E Nagase Tomoya, tanto per citare un non pi� tanto giovane, membro dei TOKIO (e non � scritto con la I per errore) recita dal 1993. A me sembrano carriere avviate, non “apprezzati per un certo periodo e destinati a cadere nel dimenticatoio”.
        Non dico che non facciano parte di un mercato ben preciso, basta fare una ricerca sulle loro agenzie per rendersene conto (la Johnny’s Entertainment su tutte), ma secondo me l’idea dell’idol che ci arriva dal Giappone stesso e che siamo abituati a leggere sulle riviste (avr� imparato questo termine quando andavo alle medie su Kappa Magazine taaaaaanti anni fa), secondo me � un po’ falsato.. 🙂

      3. “Che tra loro ci siano persone che durano nel tempo grazie alla propria bravura, non lo metto in dubbio, ci sono eccome. ”

        Infatti, non ho negato la tua affermazione. Dico solo che le stesse produzioni, le stesse tipologie di attori non sono una prerogativa solamente dell’area est-asiatica. Tutto qui.

  6. io questa serie l’ho vista almeno un anno e mezzo fa e mi era piaciuta moltissimo e la consiglio a tutti!!!

  7. E di GTO non ne vogliamo parlare?Quello si che � stato grande!

  8. Grazie per avermelo fatto conoscere, mi sto vedendo una puntata al giorno � veramente bello e interessante!!

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