Buon venerdì 17 a tutti, quest’oggi diversamente dal solito non vi parlerò di un manga e dopo tanto tempo vi proporrò un anime. Il lavoro in questione è Hyouka, che alcuni di voi probabilmente già conoscono, tratto da una light novel di Honobu Yonezawa iniziata nel 2001, a cui da quest’anno è stato dedicato anche un manga, iniziato a gennaio, mentre l’anime è trasmesso da aprile realizzato dalla Kyoto Animation.
Si tratta di una di quelle serie di cui nei precendeti mesi ho sentito parlare mediamente male: fa parte di quella categoria di anime incentrato su un qualche buffo club scolastico e le normalissime situazioni di vita quotidiana che coinvolgono i suoi membri. Non c’è una trama complessa, e spesso manca anche uno sviluppo dei personaggi, insomma, una di quelle serie tipicamente giapponese per giapponesi (com’è giusto che sia). Eppure chi ha provato Hyouka non è riuscito più a farne a meno.

Quattro sono i personaggi principali sempre al centro delle vicende. Houtarou Oreki è il protagonista, un ragazzo delle superiori non tanto pigro quanto devoto alla sua filosofia di vita che prevede il massimo risparmio energetico, il cui motto è “se devi farlo, fallo velocemente”, il quale spinto dalla sorella maggiore entra nel Kotenbu (il club di letteratura classica) per impedirne l’abolizione. Ivi conosce Chitanda Eru, la studentessa destinata a cambiare per sempre la sua visione della vita. Chitanda è solare, energetica, ottimista, di bell’aspetto e con buoni voti, ma uno delle sue caratteristiche si rivelerà fatale per il povero Houtarou: la sua indomabile curiosità. Egli infatti fa l’errore involontario di mostrare le sue capacità deduttive risolvendo qualche piccolo mistero, di quelli che accadono quotidianamente e la cui risoluzione non cambia di certo il corso della propria vita, finendo poi per essere trascinato da Chitanda in giro per la scuola giorno dopo giorno per chiarire i suoi dubbi e soddisfare la sua sete di chiarezza. Il terzo membro del club è Satoshi Fukube, parte anche del comitato studentesco e del club di cucito(?), una persona che passa la sua vita ad accumulare informazioni di dubbia utilità e alla ricerca di cose interessanti e divertenti da fare, spesso istigando Chitanda verso qualche mistero per vedere le reazioni di Houtarou. Il quarto membro del club è Mayaka Ibara, una ragazza che conosce il duo di protagonisti maschili dai tempi delle medie, iscritta anche al club dei manga e addetta alla biblioteca, sebbene i suoi tratti vagamente lunatici e il carattere a volte incostante (Mayaka sa mostrarsi sicura di se e insicura solo pochi minuti dopo) riesce a integrarsi facilmente in questa buffa gang, dopotutto anche ella possiede una curiosità seconda solo a quella di Chitanda…

E così questo buffo quartetto si ritrova nella sede del club di letteratura a parlare, leggere libri e aspettare il momento in cui un mistero faccia la sua comparsa così che Houtarou possa di malavoglia fare uso delle sue capacità deduttive e risolverlo. Dopo le prime battute però, la complessità di questi inizia a crescere, al punto tale che la risoluzione di un singolo enigma richiede vari episodi, poichè i personaggi procedono proprio come fossero investigatori: posto un problema iniziano una raccolta di dati e prove, a fare ipotesi, a investigare e corroborarle fino al momento in cui il detective Houtarou raggiunge una risposta che non solo soddisfa tutti ma si dimostra anche corretta. Col proseguire della serie diventano inoltre centrali temi dei romanzi gialli più famosi al mondo: quelli di Agatha Christie e di Sir Arthur Conan Doyle, le cui dinamiche e stili narrativi possono essere ritrovati nel modo in cui gli enigmi appaiono e vengono risolti. Non mancano le scene comiche, la serie è dotata di un umorismo molto leggero, mentre i fan service sono praticamente assenti.
La qualità dell’anime è ottima, non essendoci scene d’azione è ovvio che lo staff si prodighi sul dettaglio dei personaggi e dei fondali, i quali personalmente non deludono mai e se siete fan di questo genere di serie (come me) riuscirete facilmente ad affezionarvi a questo buffo istituto scolastico con i suoi buffi club, mostratoci tramite ogni tipo di inquadratura. Ho trovato le scelte stilistiche di alcune scene, soprattutto quelle riguardanti le complesse elucubrazioni di Houtarou ben studiate e ben realizzate, direi, avant-garde.
In conclusione, dopo la mia presentazione, non siete curiosi?