In genere leggo un po’ di tutto (shonen, shojo, seinen), ma al di la della storia mi piacciono i manga con scene di una comicità stupida e banale qua e là. Per darvi un’idea: avete presente nel primo numero di Bleach, quando Rukia non riesce ad aprire il succo di frutta? Ecco, questo genere di cose… Perché dire tutto ciò? Perché oggi ho deciso di trattare un manga decisamente più impegnativo del mio solito. Tutto è iniziato quando cercando un argomento per questo articolo ho ripreso in mano fumetti abbandonati da tempo. Tra questi ho ritrovato Shamo – nato per combattere.
Rileggendolo ho scoperto una cosa: sono passati esattamente cinque anni dalla pubblicazione del primo numero in Italia, edito da Planet Manga. Un anniversario che non potevo ignorare, ma che non possiamo neanche festeggiare, dato che la serie è sospesa da diverso tempo.
Vi chiederete (o magari già lo sapete) come mai non va avanti.
Ma facciamo un piccolo passo indietro. Nel lontano 1998 un dipendente Panini, è a Okinawa in viaggio di lavoro…quand’ecco che tra centinaia di manga più o meno dozzinali s’imbatte in qualcosa che trova “speciale, capace di infiammare al primo sguardo”. Otto anni dopo scrive una sentita introduzione al primo numero della serie…in breve dice che è stato difficile, ma ci siamo riusciti: Shamo – nato per combattere verrà pubblicato in Italia!

Shamo prende in prestito il nome di una razza di galli da combattimento, particolarmente apprezzati nei circoli clandestini per la loro aggressività. Il protagonista si chiama Ryo Narushima ed è il tipico sedicenne apparentemente perfetto. In realtà, a casa subisce forti pressioni dai genitori, che impostano ogni istante della sua vita, tanto da spingerlo a pugnalarli a morte. Viene condannato a due anni di riformatorio (il massimo che la legge giapponese prevede per i minorenni) e qui viene a scontrarsi con la dura realtà…NOI veniamo a scontrarci con la dura realtà. Al lettore non viene risparmiato nulla: ci vengono mostrati gli abusi sessuali, la droga, i ricatti, la prostituzione, la violenza in ogni sua forma. Ryo ne esce vivo solo perché in carcere si accosta alla via del karate e impara a combattere. Le arti marziali e la ricerca di sfide sempre più ardue sono la chiave per sopravvivere e affermarsi, ma anche un mezzo per raccogliere i soldi per curare la sorella Natsume, che, dopo l’omicidio dei genitori, per mantenersi ha iniziato a prostituirsi ed è diventata tossicodipendente. Detto così sembra pesantissimo… ma in realtà è un’opera da leggere tutta d’un fiato. Shamo non è un manga “semplicemente” violento. Certo la violenza è protagonista, ma gli autori hanno disegnato un protagonista in costante crescita, con un’incredibile spessore psicologico. Nonostante la durezza delle immagini e dei temi trattati (è comunque un manga di denuncia sociale), nonostante la crudeltà che spesso mostra Ryo, non si può fare a meno di appassionarsi alla sua storia.
Un piccolo capolavoro, che ha riscosso tanto successo da ispirare un film incentrato sulla vita di Ryo ad Hong Kong (sceneggiatura dello stesso scrittore del manga, Izo Hashimoto), contraddistinto però da una travagliata storia editoriale: dalla battaglia legale tra lo scrittore e il disegnatore (Akio Tanaka) per i diritti d’autore, al cambio di casa editrice (dalla Futabasha alla Kodansha) che ha bloccato la pubblicazione della serie in Giappone per due anni e che ha avuto ripercussioni anche in Italia. Da noi, infatti, la stampa dell’opera si è interrotta con il numero 19 (di 25), che ironicamente annunciava l’uscita del ventesimo volume per l’8 novembre 2007.
C’è chi ipotizza che la Kodansha, che da sempre collabora con Starcomics, rifiuti di vendere i diritti a Panini perché storica rivale della casa editrice di Bosco (la Star, appunto). Per un certo periodo si era parlato di un cambio di editore anche qui in Italia, ma la notizia si è rivelata infondata. Ad oggi, quindi, nonostante la serie sia da tempo terminata sia in Giappone che nel resto d’Europa, non ci sono notizie di una possibile ripresa. Ci auguriamo di poterci riimmergere al più presto nel mondo di Ryo Narushima, ma, nel frattempo, in questo anniversario della pubblicazione del primo volume, rimaniamo con la domanda: che fine ha fatto Shamo?