Naruto, One Piece, Bleach: lingua e linguaggio (4)

Salve a tutti! Come va? Passato buone vacanze? Vi siete abbronzato? Avete fatto conquiste e scoperto nuovi amori? Siete pronti a ritornare al solito tran-tran quotidiano (scuola, famiglia, lavoro)? Bene, per allietare le vostre tristi giornate a venire (l’autunno è alle porte… anche se oggi qui ci sono 36 gradi!) ecco tornare dopo un lungo periodo di pausa (dovuta un po’ al caldo, un po’ ad una semi-vacanza del sottoscritto, un po’ al fatto che se non approfitto dell’estate per sistemare quello che non riesco a finire durante il resto dell’anno mi trovo con quintali di cose che si accumulano in ogni angolo!) la vostra rubrica preferita!

 Ci eravamo lasciati parlando delle tecniche presenti in Naruto (e, devo dire, ho notato che avete apprezzato quell’articolo più di quanto mi aspettassi!) con la promessa di rivederci presto per discutere dello stesso argomento in riferimento al manga di Oda, One Piece. Mi spiace aver dovuto tardare così tanto, ma vari impegni (universitari) e problemi come vi dicevo, mi hanno impedito di fare mente locale e mettermi a lavorare seriamente a questo articolo. Eh sì, perché se già per quello di Naruto ho dovuto sudare sette camicie, in questo caso c’è un fattore che rende ciò di cui voglio parlare particolarmente complicato: a differenze di Kubo e Kishimoto dove, come abbiamo detto più di una volta, la scelta linguistica è dettata dal voler differenziare i 3 regni, nel primo, e nel voler creare una sorta di “romanzo storico”, nel secondo, Oda si trova a dover fare scelte particolari per quanto riguarda i nomi delle tecniche dettate da ben due fattori: il primo, fondamentale. è quello che il mondo di One Piece è un vero “Mondo”, un pianeta percorso in lungo e largo, in cui differenti razze e popolazioni convivono e per le quali, ovviamente, vanno fatte determinate scelte stilistiche nella scrittura che possano almeno suggerire la “differenza” tra l’una e l’altra. D’altra parte, per la stessa natura dei “superpoteri” presenti in quest’opera, Oda ha un altro arduo compito da affrontare: se da una parte la gran parte dei protagonisti gode dei poteri del Frutto del Diavolo, accanto a questi vi sono innumerevoli personaggi che sono dotati di particolari tecniche di combattimento, dalle arti marziali alle armi, da tecniche speciali innate a dottrine di combattimento ben specifiche.

 Pertanto nella scelta dei nomi delle tecniche il buon caro vecchio Oda deve, in qualche modo, cercare di dare un senso preciso che faccia immediatamente pensare ai personaggi che fanno uso di quel particolare stile di combattimento. Se da una parte questa cosa può risultare abbastanza semplice per i fruttati, in quanto la presenza di un suffisso o di un termine che faccia immediatamente pensare al tipo di frutto che permette di effettuare la tecnica stessa rende il tutto semplice ed immediato, la cosa diventa più complessa quando si vanno a vedere stili di combattimento differenti, come le arti marziali o l’uso di armi specifiche. Poiché al momento all’interno di One Piece sono apparsi tanti personaggi dotati ciascuno di differenti poteri (fruttati e non), mi limiterò, in questa sede, a fare un breve excursus relativo alle tecniche dei pirati della ciurma di Cappello di Paglia. In futuro, ve lo dico sin da ora, dovremo comunque parlare anche di altri personaggi e, magari, ritornare a discutere proprio degli stessi protagonisti, anche alla luce dei nuovi poteri e tecniche che possono aver acquisito nei due anni di esilio forzato.

 Bando alle ciance e iniziamo proprio dal capitano della ciurma, Rufy. Come dicevo primo, riconoscere i suoi attacchi è abbastanza semplice: lui, più di altri fruttati, introduce sempre le varie tecniche con la locuzione ゴムゴムの (gomu gomu no – di gom gom) legata al frutto Gomu Gomu mangiato proprio all’inizio di questo manga. E’ interessante vedere come la gran parte dei nomi relativi alle sue tecniche si rifaccia al nome di armi od oggetti che, in maniera quasi perfetta, rendono l’idea di come verrà effettuato l’attacco e che tipo di danni potrà provocare: così l’Ascia, il Gatling (mitragliatrice), lo Stamp (timbro), la Pistol (pistola) sono colpi sferrati con parti del corpo allungate grazie all’effetto gomma e che hanno un effetto simile ai loro corrispondenti reali (l’ascia taglia in due, il gatling è una raffica a ripetizione, il timbro è una pressione con la pianta del piede, la pistol è un unico colpo). E’ interessante notare che quasi tute le tecniche, a parte il “gomu gomu no” iniziale scritto sempre e solo in katakana, sono indicate nel manga, indifferentemente, sia con kanji che con katakana: il motivo è che quasi tutte usano termini “inglesi” (e quindi traslitterati usando l’alfabeto katakana), tuttavia l’uso del kanji rende il nome stesso più specifico e preciso.