I Cinesi copiano Makoto Shinkai?

 Sappiamo tutti, in fondo, quanto la differenza fra copiare ed imitare sia sottile, ma sappiamo anche riconoscere quando una qualsiasi opera è palesemente copiata da un’altra, senza nemmeno lo sforzo di renderla un pò dissimile. Questo non sembra essere il caso del film cinese Window to the heart, che si è fatto cogliere in flagrante dai fan di Makoto Shinkai: infatti, gli esperti hanno notato che alcune sequenze di questo film sono pedissequamente ricalcate dal film del regista giapponese “5 Centimeters Per Second: Achain of short stories about their distance“.

Prima di gridare allo scandalo, tuttavia, sono state esaminate più dettagliatamente le due pellicole, e in effetti le differenze ci sono eccome:

… e dopo il gundam, ecco il tetsujin 28

 Eh si, pare proprio che ai nostri amici giapponesi sia venuta una bella febbre da robottoni a grandezza naturale. Nemmeno hanno iniziato a disassemblare il gundam, che già sono sul punto di completare un altra statua in onore dei giganti di metallo.  La notizia, che ha gettato tutti in un vortice d’entusiasmo recita testuale che una gru ha posizionato la testa del Tetsujin #28 (altrimenti noto come iron man #28 o gigantor) sul suo corpo. Tutto questo è avvenuto lunedì mattina a Kobe, una località non distante da Tokyo: perchè proprio a kobe, località termale piena di arzilli vecchietti che vanno a godersi le onsen, e non certo i robottoni? Beh, la realtà è che questa città è stata colpita da un tremendo terremoto nel 1995, (e credetemi che quando un terremoto è tremendo in giappone, vuol dire che è una catastrofe) e qusta statua vuole essere il simbolo della sua completa rinascita. Infatti, oltre ad essere costruito nel parco di Wakamatsu, nell’area di Nagata, che era stata la più colpita dal terremoto, il robot raffigurato è stato scelto perchè nato dalla mano di un cittadino di Kobe, ovvero Mitsuteru Yokoyama (che i più di voi conosceranno forse come creatore delle serie Sally la strega e Giant Robot).

Il Mein Kampf in manga: è un successo

 Questo articolo sarà un pò diverso dai miei soliti. L’argomento, lo vedete già da titolo, non è dei più leggeri, quindi non ci scherzerò sopra come faccio sempre. Quello che voglio è una riflessione. Su cosa? su quello che dico nel titolo, ovviamente.

Allora. Le cose stanno così: la casa editrice giapponese East Press ha avuto l’idea di convertire in manga il manifesto del leader nazista Adolf Hitler, e ne ha anche vendute 45.000 copie. Non sono molte, è vero, ma nemmeno si può dire che siano poche. Perchè un esperimento del genere non è fallito? Perchè la gente lo ha comprato? Si, stiamo parlando dei giapponesi, un popolo molto lontano da noi, che porta ancora impressa la ferita della guerra, che non conosce bene quello che è successo. Eppure, gli orrori del tempo della dittatura militare qua sono ancora vivi, e tutti sanno che quello era il tempo dell’alleanza con la germania nazista.

Io da parte mia credo che il motivo per cui questo manga è stato venduto è perchè la gente vuole

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Torna la corazzata Yamato con il Rebirth Chapter dopo 26 anni

 Chi di voi non si ricorda la corazzata yamato? Probabilmente parecchi. Uno dei motivi è probabilmente il titolo, che in Italia era stato trasformato in Star Blazers. Un altro è il tempo. Questi anime così vecchi, molti di noi non se li ricordano. Io stessa, oltre al tratto tipico dei disegni di Leiji Matsumoto, non ricordo nulla. Eppure quei disegni hanno segnato l’infanzia di molti, moltissimi di noi, col galaxy express, con capitan harlock, la regina dei mille anni, e anche Star Blazers.

Non so voi, ma quando guardavo questi anime, da piccola (al tempo ancora li chiamavo cartoni) la cosa che più mi colpiva era il blu scuro, il nero dello spazio profondo, queste astronavi che si inoltravano nell’ignoto… e la corazzata yamato certamente non si sottrae a questa descrizione: la terra, invasa da un esercito alieno, è diventata un deserto radioattivo, e per recuperare il Cosmo DNA che eliminerà la radioattività dal pianeta viene attrezzata una nave spaziale, proprio la corazzata yamato, che viaggerà nello spazio profondo fino al pianeta dove questo prezioso cosmo DNA è custodito. (A proposito, qui e qui ci sono le schede fumettopedia… partecipanti al contest, fatevi avanti 😀 )

Insomma, erano 26 anni che non usciva un film della corazzata yamato,

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Guy Ritchie dirigerà Lobo, l’antieroe DC

Ebbene, pare proprio che il regista londinese Guy Ritchie sia stufo, almeno per il momento, dei film di gangster per cui è diventato famoso. Una pausa questa, che spero possa fare bene al cinema dei supereroi, dato che ad affiancarlo ci sarà il produttore Joel Silver, mentre la sceneggiatura sarà scritta da Don Payne, famoso per aver già firmato film come la mia super ex ragazza, rise of the silver surfer e ultimo ma non ultimo, il film dei simpson.

Ma chi è questo Lobo? Lobo è un

Utagame: i cortometraggi online

 Utagame, voi che non lo conoscete, è questo pupazzetto nella foto qua a fianco, a metà tra un coniglio e una patata (almeno a me sembra così… ) e in giappone sta avendo un discreto successo. Certo nessuno di questi cosetti pucciosi potrà mai rivaleggiare con Hello Kitty, ma quando hanno il loro periodo di popolarità i produttori si ingegnano per sfruttare fino in fondo le tasche delle appassionate. Preferisco astenermi dal citare la parte maschile del pubblico in casi come questo…  ne ho visti di appassionati, qua in giro, ma credetemi che sono persone piuttosto inquietanti, quindi fossi una dei produttori non vorrei mai vedere il mio prodotto addosso ad una di queste persone… spaventerebbe gli altri possibili acquirenti. ma in giappone questi problemi non se li fanno di certo.

Quindi, quale modo migliore di far spopolare un personaggio qualsiasi se non

Effetto tifone: il gundam è ancora ad odaiba

 Eh sì, pare proprio che non si riesca a liberarsi del Gundam nemmeno volendo. O meglio, quando ci si mettono in mezzo i tifoni, c’è poco da fare, no? Io sono fermamente convinta che in cuor loro gli sventurati addetti allo smantellamento abbiano tirato un sospiro di sollievo alla notizia che, causa maltempo, la distruzione del gundam era stata sospesa.

Stando qua, vi garantisco che il tifone è oggettivamente fastidioso. Pioggia, vento, freddo e umidità nelle ossa sono solo i problemi più superficiali. Piove a vento quindi l’acqua entra dappertutto, la pioggia non si limita ad essere scrosciante, è particolarmente fredda e bagnata e non c’è ombrello che possa ripararti. Tra l’altro, questo tifone, il numero 11 (in giappone ogni tifone è chiamato con un numero, un pò come gli uragani in usa hanno nomi in genere femminili) ha seguito una traiettoria un pò imprevedibile e ha causato parecchi disagi, tra cui interruzioni del servizio metro e di altri servizi pubblici. A Chiba, località che si è trovata proprio nell’occhio del ciclone, sono state ferite due persone.

Insomma, non c’è da meravigliarsi se gli organizzatori abbiano deciso di

Novità anime: Nyan Koi, ecco il trailer

 E rieccoci a parlare delle novità anime della prossima stagione, e per la gioia di molti (o almeno, per la mia) ecco che dal sol levante è in arrivo un anime tutto incentrato sui gatti. L’anime in questione è appunto Nyan Koi!, adattamento animato del manga di Fujiwara Sato.

La storia a mio modo di vedere promette abbastanza bene, se non molto bene (ma lo sapete che non amo sbilanciarmi troppo, se ho troppe aspettative poi la delusione è più grande). In pratica inizia tutto lo sfortunato giorno in cui uno studente di liceo, Kousaka Junpei, fa un gesto semplicissimo come tirare un calcio ad una lattina abbandonata per strada. In teoria, già qui uno potrebbe avanzare un paio di obiezioni. Sono due mesi che sono qua, e ancora non ho visto una lattina per terra che sia una, ma del resto, ai fini della trama, prendersi un pò di licenza poetica non fa mai male. Insomma, sfortuna vuole che la lattina vada a colpire la statua della divinità locale, che per somma sfortuna è un gatto. Junpei infatti odia i gatti, non li può vedere, ed è anche allergico. Immaginate quindi la sua gioia quando la divinità, in tutta la sua ira, scaglia su di lui una terribile maledizione: il nostro eroe da quel momento diventa in grado di parlare con i gatti, ma non solo: è obbligato ad esaudire ogni loro desiderio, se non vuole diventare un gatto anche lui.

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Astro Boy: la data di uscita italiana e i doppiatori

 Guardate, destesto essere portatrice di cattive notizie, però spero che vi unirete a me nel pessimismo e nella recriminazione, anche questa volta. Sono abbastanza sicura che, almeno questa volta, di ottimisti inguaribili non ce ne saranno. Nonostante si stia parlando di Astro Boy.

Ora voi mi chiederete: ma che c’è da essere pessimisti? non sei contenta che finalmente sia stata resa nota la data d’uscita italiana? e io vi risponderò: ma si certo, che bello, finalmente, era proprio ora, e così via. Il problema non è questo: il problema sta nelle voci che i nostri amici dell’edizione italiana hanno pensato di arruolare per questi personaggi.

Cerchiamo innanzitutto di ricapitolare in breve l’epopea di Astro Boy. Il manga esce per la prima volta nel 1952 dalla geniale mano di Osamu Tezuka, di cui quest’anno si festeggiano gli 80 anni. Qua a Kyoto per esempio, davanti alla stazione ci sono le statue sia di Astro Boy che di Kimba, e all’interno c’è un piccolo negozio che vende tantissimi gadget in edizione limitata per l’anniversario. E’ dal 1952 che questo personaggio incanta grandi e piccini, e in italia che fanno? quando finalmente esce il film, e vi dirò di più, quando un film del genere riesce ad arrivare nei nostri cinema, cosa non scontata, fanno doppiare astro boy a

Kyoto life: arrivederci Kyoto

 Eh si, è già ora di andare a casa. Mi sembra ieri che siamo arrivate in quella stanza polverosa, che abbiamo iniziato ad aprire le valigie, a colorare l’ambiente col nostro disordine, le nostre chiacchiere…

è finito. Si torna a casa. Si, ci sono i giorni a Tokyo, ma credo che la nostalgia di questo posto non mi lascerà neanche un attimo. Non voglio dimenticare la strada da casa a scuola, il passare al mercato, il dividerci i turni ai fornelli, le risate che continuavano anche dopo aver spento la luce. Mi mancherà tutto questo. Che posso fare, la vita è fatta di partenze e ritorni. Ma andarsene da qui, che cos’è in realtà? un tornare a casa o un lasciarla? Non lo so ancora…

Kyoto life: la vita quotidiana parte 3 – la città

 Eccoci qua con una nuova puntata della nostra rubrica, che oramai ahimè è quasi agli sgoccioli… Eh si, stiamo ormai per partire alla volta di Tokyo per gli ultimi 9 giorni di vacanza… Non ne vedevamo l’ora all’inizio, ma oggi è stato triste lasciare la scuola, con la sua quotidianità, il ritmo che aveva dato alle nostre vite, le persone che la popolavano…

Ma non è questa l’ora del post nostalgico. Di post nostalgici ce ne saranno fin troppi quando tornerò in Italia, perciò voglio prima raccontarvi un pò di Kyoto e di come si vive qui. (Già immagino la nostalgia quando lo rileggerò… e va beh, che volete farci)

La città di Kyoto in sè e per sè è di media grandezza, ma è molto facile orientarvisi: le sue strade sono tutte costruite secondo il sistema dei cardi e decumani, quindi sono tutte parallele e perpendicolari tra loro, inoltre la città è orientata secondo una precisa geomanzia. Tutto questo ovviamente perchè, essendo stata costruita oltre mille anni fa per essere la capitale stabile del Giappone, è stata ricalcata sul modello di Chang’an, capitale dell’allora Cina governata dalla dinastia Tang, e sappiamo tutti bene quanto per i cinesi, e per le religioni orientali in generale le direzioni e la posizione siano importanti. Altra cosa fondamentale da sapere di Kyoto è che è costruita in una conca circondata da alte colline. Quindi, a seconda delle direzioni, o è piacevolmente in discesa, o fastidiosamente in salita asd.

Per muoversi dentro Kyoto, a mio parere la cosa più agevole per un turista

Winter sonata diventa un anime: ecco i promo

 Non che io sia ferrata sull’argomento dorama coreani, sul’argomento dorama romantici meno che mai (a meno che il protagonista non sia matsumoto jun asd), però questo mi pare interessante. Insomma, in questi dorama escono sempre dei bei ragazzi che meritano almeno un pò d’attenzione, quindi non vedo perchè non darci un’occhiata. E di occhiate se ne possono dare diverse, visto che di promo ne sono stati pubblicati addiritture tre: uno della durata di tre minuti, uno di un minuto con “Hajime kara Ima made” (versione al pianoforte) come musica di sottofondo, e un’altro ancora, sempre di un minuto, con “Believe you” come colonna sonora, canzone di un (un’?) artista coreano strafamoso in patria chiamato Yoonji.

A quanto leggo, nella recensione compaiono parole come “tragedia”, “rancore”, “abbandono” e quant’altro, per cui credo che saremo di fronte all’ennesimo shojo strappalacrime. Infatti la trama racconta di