…Silenzio… Mmmh… Proviamo a vedere se c’è qualcuno… Uhm… Mah… La luce è spenta… Ahi… Cavolo…. Sul pavimento dev’esserci ancora il casino che facemmo col 21… Uh! Ah… Non c’è nessuno… Però magari se scrivo qualcosa iniziano a tornare… Sì… E magari ricominciamo a discutere… E magari la discussione si rianima… E magari si divertono… E magari mi diverto anch’io… E magari ne esce pure fuori qualcosa di simpatico… E magari Dena smette di frustarmi…! Ma sì… Io ci provo eh! Aprite bene le orecchie: ditelo ad amici, conoscenti, fidanzate, fidanzati, animali domestici, fratelli e sorelle: l’Angolo del Blurry è tornato! E voi ci siete?
Ok ok… Vediamo di ricominciare col piede giusto, esattamente come ci eravamo lasciati. Per prima cosa, quindi, vi chiedo scusa per questa assenza, anche se in realtà è stata tutt’altro che volontaria e determinata da cause di forza maggiore. Come ormai sanno anche i muri, io sono prima di tutto uno studente di Medicina, impegnato come tale in esami estenuanti, un minimo di lavoro e in giornate di studio, soprattutto in questo periodo dell’anno. La sessione di esami, comunque, sta andando stupendamente e dunque sono assai soddisfatto. Purtroppo, però, si sono verificati anche problemi che non avrei mai potuto prevedere e hanno condizionato in maniera molto pesante la mia vita degli ultimi due mesi. Diciamo che alla fine, probabilmente, tutti gli accidenti dei miei detrattori hanno avuto qualche effettuccio… Eheh.
Quale miglior modo di riprendere le nostre discussioni se non parlare di Naruto? Finalmente abbiamo scoperto il segreto di Pain! In effetti già da tempo sapevamo che il pazzoide doveva in qualche modo aver a che fare col mondo delle telecomunicazioni e con l’UMTS – ricordate che Pain è capace di organizzare videochiamate multiple in pochi secondi! – ma adesso finalmente abbiamo visto la sua vera forma e la sua identità riluce fulgida di fronte ai nostri occhi… Pain è un ripetitore della Vodafone! Anche lo Shinra Tensei, in effetti, è in piena sintonia con un famoso slogan pubblicitario dell’azienda, quello pronunciato dalla formosa Megan Gale che suonava più o meno come “E’ tutto intorno a te”. Eccome, eh. Anche il piano segreto di Pain ormai è tutt’altro che difficile da prevedere: utilizzare i bijuu come fonte di chakra per battere la concorrenza degli altri operatori telefonici ed estendere il proprio controllo su tutte le nazioni, rendendo dunque vano e superfluo il caro vecchio roaming internazionale.
Cazzate a parte, se da una parte lamento un po’ di trascuratezza nel modo in cui Kishimoto ha liquidato l’addestramento di Naruto – francamente un po’ tirato via – non posso che apprezzare quello che è stato finora lo scontro tra Naruto e Pain. In fondo, è inutile lamentarsi, era ciò che molti di noi aspettavano da molto tempo: poter finalmente vedere Naruto giocarsela alla pari con avversari del calibro dello psicopatico semidio del villaggio della Pioggia. Anche l’apparente eccessiva facilità con cui si è sbarazzato dei primi quattro corpi è stata abbondantemente compensata dalle difficoltà che adesso l’hanno costretto a terra, con la mano infilzata a mo’ di spiedino. Abbiamo visto un Naruto irruento come sempre, ma anche più attento all’aspetto strategico del combattimento. L’utilizzo dei kagebunshin sarà anche venuto a noia a molti di noi, ma io credo che tutto sommato sia perfettamente in linea con i presupposti di questo manga, dove un ninja molto spesso è forte e vincente non perchè conosca molte tecniche, quanto piuttosto perchè sa sfruttare al massimo quelle due o tre che conosce. Ne va dello spettacolo? Non lo so. A me tutto sommato va benissimo così.
Quello che invece mi preme osservare è che dall’ultimo capitolo ho ricavato la netta impressione che questo combattimento non si stia giocando tanto sul piano delle tecniche e della strategia, quanto piuttosto su quello dell’ideologia; e in questo senso niente è scontato, neppure il confine tra bene e male, neppure lo schieramento della ragione. Se leggiamo questo scontro alla luce della storia dei due personaggi che lo stanno mettendo in atto, ci rendiamo subito conto che Kishimoto si sta giocando in questa contrapposizione ideologica gran parte del senso generale del manga. In che senso? Siamo tutti d’accordo sul fatto che Nagato sia un esaltato. Non c’è dubbio che la sua sia una battaglia folle combattuta in nome di una giustizia all’inverso. Ma, rifletteteci: cosa ha detto, finora, di concettualmente sbagliato? Nagato non si illude minimamente di poter portare nel mondo una pace eterna. Lo dice chiaramente: il suo desiderio è quello di creare un’arma di distruzione capace di mettere a tacere l’umanità per brevi periodi. Nagato si pone come un fabbricatore di periodi di pace transitori ed effimeri. Perchè? Perchè secondo lui gli esseri umani finiscono sempre per dimenticare il dolore della guerra e della morte e dunque non possono fare a meno di finire nuovamente a combattersi tra loro. Ecco. Pensiamo a questo. E’ un ragionamento sbagliato? Non intavolare discussioni di carattere storico e antropologico che non mi competono, ma è intuitivo che la storia dell’Homo Sapiens sia un susseguirsi di guerre, e che la devastazione ed il dolore che esse ci hanno portato nel corso dei secoli non sono mai stati un valido deterrente. Prima o poi, si finisce sempre a combattere per gli interessi nazionali, o per cose anche più stupide. Ora noi viviamo in un paese, l’Italia, che ha conosciuto il dolore della guerra in tempi assai recenti. Ma ve la sentireste di dire che questo ci mette, in definitiva, al sicuro dall’ipotesi che nuove guerre possano coinvolgerci? Personalmente, non me la sento. Perchè forse le guerre sono eccessivamente umane. L’unica differenza è che adesso per combatterle disponiamo di armi che in pochi secondi possono cancellare una nazione.
Naruto, d’altra parte, è il figlio di una nazione che non è sempre stata animata da buoni sentimenti e nobili principi. Konoha e il Paese del Fuoco sono grandi potenze, e si comportano come farebbe qualsiasi altra grande potenza, con le proprie logiche imperialistiche e territoriali. Naruto, però, non ha colpa di tutto ciò. Lui crede veramente di poter riportare la pace di poter realizzare il desiderio del suo Maestro, che credeva fermamente che sarebbe giunta un’epoca di pace e comprensione reciproca. Quanto questo sia utopico e naive è sotto gli occhi di tutti. Ma ciò che conta è che sia Jiraiya che Naruto credano sinceramente e genuinamente in questo sogno. In questo senso Naruto affronta Pain portando sulle spalle, senza saperlo e senza averne colpa, il peso di tutti i misfatti del Paese del Fuoco e, più in generale, di tutta una logica di potere e di anni di conflitti… Tutte cose alle quali lui è completamente estraneo. D’altra parte è difficile non simpatizzare almeno un po’ per Nagato, figlio di un piccolissimo Paese e di un piccolo villaggio costantemente sottoposti alle razzie di guerra dagli altri paesi. Una terra che diventava puntualmente un campo di battaglia a spese dei suoi abitanti che in tutto questo non avevano alcuna colpa. Certo, Nagato è un pazzoide, ci sarebbero stati molti modi per realizzare il suo desiderio di pace, ma credo che gli si possano riconoscere molte attenuanti.
Tutto ciò non è banale. No, perchè rientra in un discorso che Kishimoto porta avanti dal primo volume di Naruto. A mio parere si sprecano i raffronti e le analogie con conflitti attualmente in corso nel mondo. Continuo a dire che, nondimeno, c’è anche molto della mentalità “positiva” di una certa parte della generazione post-bellica giapponese. Questo, senza pretendere di fare dell’antropologia che non ho le competenze per fare.
Per finire, vi accenno già da subito che una parte dello staff di Komixjam sarà presente al Cartoomics a Milano. Io credo proprio di partecipare a questo divertente evento. Sarà un’altra bella occasione per conoscerci: i milanesi non hanno scuse stavolta!