Procedono le recensioni sulle serie in corso, e in questo ultimo sabato di Agosto ho deciso di presentarvi un titolo che definirei “inaspettato”… Stella Jogakuin Kouto-ka C³-bu, che d’ora in poi chiameremo C³-bu per comodità, è indubbiamente uno di quegli anime che non mi aspettavo di recensire. Cominciamo con la sua storia abbastanza peculiare: in origine si trattava di una serie manga pubblicata in rete dalla Enterbrain, iniziata forse per scherzo il primo di Aprile 2010 e terminata nel febbraio 2012, scritta da Ikoma e disegnata da Kokudo 12-go e Getsumin (autori non troppo noti, sui quali non ho trovato opere degne di nota neppure sui database che uso di solito). Il successo di questo primo lavoro convince la Kodansha a stampare una seconda serie: la prima infatti narrava le vicende dei personaggi principali al tempo delle medie, la seconda si focalizza sulle vicende di questo strambo club delle superiori. Alla versione manga, pubblicata su Young Magazine, collaborano Ikoma come sceneggiatore e Tomomoka Minori come disegnatrice. Lo studio che si è occupato della versione animata è la Gainax.
Negli anni ho viste giovani liceali fare di tutto, al punto tale che mi sembra impossibile essere colto alla sprovvista dalla comparsa di qualche strambo club di qualche scuola femminile… certo, Girls und Panzer proprio non me l’aspettavo, ma quando lessi per la prima volta di C³-bu, il fatto che avrebbero fatto un anime su un club di soft-air non mi sconvolse più di tanto. Se non altro, conoscendo molto bene lo studio che si occupa della produzione sapevo che sarebbe stato un lavoro certamente frivolo, ma sicuramente curato e realizzato con la passione e la competenza che hanno reso la Gainax amata in tutto il mondo. Fanno pochi anime, ma quando decidono di farne uno non passa certamente inosservato.
Protagonista di questo anime è Yura Yamato, una ragazza con gravi difficoltà a socializzare, che sogna di farsi tante amiche adesso che ha raggiunto le superiori. Per fare questo arriva ad iscriversi all’Accademia Stella, munita anche di dormitorio, nella speranza di iniziare una splendida vita sociale avvicinandosi ad altre persone, partendo dalla sua compagna di stanza. Le cose non vanno esattamente come la giovane Yura si aspetta, e rimette in moto i vecchi comportamenti che l’hanno portata ad isolarsi sempre dalle altre persone… finchè i membri del club di soft-air, persone alquanto strambe, le propongono di entrare nel loro gruppo. Yura non sa niente di soft-air, ritiene che non sia nemmeno un’attività adatta a una ragazza, ma dopo essere stata convinta almeno a provare dalla sua compagna di stanza Sonora Kashima (anche presidente del club) si appassiona a questo sport, stringendo anche le prime vere amicizie della sua vita.
E poi uno si aspetterebbe che non succeda granchè. In effetti è così, le tappe sono le tipiche di quelle degli anime incentrati su un club scolastico di stampo sportivo: allenamento e preparazione per la partecipazione agli eventi principali organizzati dalla federazione. Il solito mix di situazioni scolastiche colorate da alcune dinamiche da campo di battaglia: vediamo spesso i personaggi muoversi come soldati provetti in ambienti ricchi di verde, o scenari costruiti appositamente per mettere in scena delle “battaglie” divertenti (molto diversi dalle tipiche quattro mura dove di solito hanno luogo anime del genere). Questo aspetto dell’anime è stato uno di quelli che ho più gradito. Il secondo tema è la crescita, e i ben visibili cambiamenti che attraverserà il personaggio di Yura, molto veloci per il tipo di prodotto in questione: vi assicuro che dopo otto/nove episodi avrete davanti un personaggio irriconoscibile, cambiato in seguito a tutte le sue nuove esperienze. Ovviamente, dopo nove episodi trasmessi e oramai chiaro il tipo di storia che è stata costruita, il finale appare leggermente troppo scontato (una caratteristica tipica degli anime “moe“, ma non sembrano voler nemmeno fare finta che le cose non andranno “in quel modo“..)
E poi quei momenti di quotidiano assurdo, accompagnati da una visione arricchita di elementi metafisici riguardo alla passione che accomuna queste liceali… forse un tantino forzata, ma vedere queste ragazzine prendere davvero sul serio (senza prendersi sul serio) questo loro hobby si è rivelato, settimana dopo settimana, alquanto piacevole.
P.S.: qualcuno mi spiega perchè quest’estate abbiamo da un lato ragazze armate fino ai denti, e dall’altro giovani liceali in costume da bagno…?