Riflettori su… Maho Sensei Negima! (2)

di Regola 3

 

Questo mese, come avrete capito, l’angolo Riflettori è tutto dedicato a Negima, in vista dei futuri commenti al nuovo manga di Akamatsu (una scommessa che vogliamo fare, per poter magari affermare un giorno di aver fin dall’inizio prestato attenzione a un titolo di successo). Nella prima parte vi ho parlato in maniera sintetica del manga, cosa che è risultata molto difficile da fare perchè gli elementi che si mischiano nella storia sono decisamente tantissimi, rendendo complicato trovare il filo da tirare per sciogliere la matassa. Mettere un po’ d’ordine nelle idee comunque non è un’operazione troppo complicata se si parte dal legame che il protagonista del manga, il giovane insegnante mago Negi Springfield, stringe con tutti i personaggi. Quello che vedremo quest’oggi è il tipo di combattimento che adotterà e le sue abilità, analisi che potrebbe tornare utile quando affronteremo UQ Holder!

In un punto preciso di Negima, al protagonista viene detto di fare una scelta molto importante: dopo aver consolidato le basi dell’arte magica la sua maestra Evangeline gli spiega che deve decidere se diventare uno Stregone o un Duellante Mago… Negi, come diciamo spesso in ambienti videoludici, deve “classare“. Diventare uno Stregone vorrebbe dire focalizzare i suoi studi esclusivamente sulla magia per padroneggiare potentissimi incantesimi per supportare i suoi compagni dalle retrolinee, mentre essere un Duellante Mago vorrebbe dire sacrificare la propria potenza di fuoco acquisendo mobilità, capacità di combattimento corpo a corpo e qualunque altro talento che un tipo di “classe” jolly come questa potrebbe necessitare. Ovviamente, Negi, che non ci sta a farsi difendere dalle sue allieve, sceglie di diventare un Duellante Mago come suo padre, per combattere in prima linea. Grazie alla sua elevata “intelligenza” e “agilità” (dovuta all’affinità con gli elementi Fulmine e Vento) gli è possibile ricoprire questo ruolo perfettamente, e si avvale di alcune sue allieve per acquisire capacità di combattimento: da Ku Fei imparerà a praticare arti marziali, da Setsuna il combattimento con arma bianca, abilità che riuscirà ad integrare con una capacità di completare le formule magiche in modo rapido (questo concetto di velocità nella formulazione è molto simile a quello inserito da Yuzo Takada in 3×3 Occhi, un decennio prima su Young Magazine della stessa casa editrice) e di usare il suo mana per proteggersi fisicamente. Solo successivamente Negi inizierà a rilasciare i suoi incantesimi basilari come pugni, usando le incantazioni di base come fossero proiettili (e quindi “caricando” il pugno), ma il vero salto di qualità avverrà nel Mondo Magico dopo l’addestramento con Rakan. (Nella serie stringe lui stesso un Pactio nel Mondo Magico, acquisendo il suo personalissimo artefatto, che gli permette di richiamare tutti gli artefatti creati dai Pactio stipulati con lui.)

Negi vs Chao

La Magia Erebea, che Negi acquisisce rischiando la vita col suo allenamento nel Mondo Magico, gli viene insegnata da Rakan (che non è però in grado di usare) grazie alla pergamena lasciata indietro da Evangeline. Il presupposto che permette di usare questa arte magica è quello di accettare senza alcuna riserva i lati negativi della propria personalità, in modo da trasformare i propri punti deboli in punti di forza. L’aspetto pratico della Magia Erebea consiste nel comprimere e assorbire energia magica di qualunque genere, anche prodotta dall’avversario, per aumentare la propria forza di combattimento. Inoltre, conferisce al mago anche capacità fisiche che dipendono strettamente dall’elemento che viene assorbito. Eccovi il video in cui Negi acquisisce la capacità di usare la Magia Erebea, un pezzo del manga adattato come OAV:

[youtube 3u227daFx84]

I difetti della Magia Erebea sono diversi, e compensano la sua tremenda efficacia in combattimento. Prima di tutto, coloro che imparano ad utilizzarla sono indubbiamente persone che tendono a sacrificare se stessi per raggiungere i propri obiettivi: si tratta di una forza raggiunta in modo celere e prematuro, e quindi instabile e autodistruttiva. Negi stesso, prima della fine della serie, perderà il controllo della Magia Erebea, diventando una feroce bestia. In secondo luogo, quest’arte è legata alla natura non morta stessa di Evangeline, coloro che vi fanno affidamento maledicono se stessi, condannandosi a perdere la loro umanità ed entrare nella famiglia delle tenebre. Alla fine della serie, infatti, Negi non è più umano, afflitto alla stessa maledizione della sua maestra.. eppure alcuni accenni nella storia ci lasciano pensare che morirà di vecchiaia (e che sia addirittura cresciuto, cosa che la maledizione non avrebbe dovuto permettere): Akamatsu non è mai stato troppo chiaro su questo aspetto, magari potrebbe decidere di dare qualche risposta definitiva in UQ Holder! I parallelismi tra le trasformazioni in Super Sayan e l’ultimo livello raggiunto da Negi nella serie si sprecano, è innegabile che Akamatsu abbia voluto chiaramente citare Dragon Ball, anche se, nel concetto della Magia Erebea rivedo tantissimo un riferimento al Sigillo Maledetto di Orochimaru in Naruto. Gli ultimi aspetti della Magia Erebea, legati al fatto che trasformano coloro che ne abusano in mostri immortali, è l’aumento spropositato delle capacità fisiche, soprattutto “forza” e “resistenza“: questo aspetto è posseduto all’inizio di UQ Holder! anche da Touta, che dimostra di poter rigenerare rapidamente le ferite e di possedere una forza fuori dal comune.

Negi vs Fate

Per oggi terminiamo qui, ci sarà modo, durante il commento al nuovo manga di Akamatsu nei prossimi mesi di ritornare su Negima; per ora quindi, non mi resta che salutarvi e augurarvi una buona domenica.

 

 

Commenti (3)

  1. gi� da quel video vedo che � bellissimo, subito a guardarmelo! *_*

    1. Purtroppo � solo un OAV, la serie animata (come spiegavo nella prima parte) � stata abbastanza fallimentare.

      1. gi�…� abbastanza lento e non prende tanto l’anime, ma quella oav � piaciuta tantissimo…

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