Riflettori su… Medaka Box (3-fine)

di Regola Commenta

 

Continuano i miei approfondimenti su Medaka Box, iniziati il mese scorso, anche se trovano termine quest’oggi per l’ultima questione che ho lasciato in sospeso le volte precedenti, con l’intenzione di tornarci prima della chiusura. Tuttavia, se non avete letto il manga (o le prime due parti di questa trattazione) vi consiglio di non proseguire con la lettura per i contenuti spoiler che l’articolo potrebbe contenere.

La domanda fondamentale che bisogna porsi analizzando la storia di questo manga (sempre nell’ottica della lettura presentata fin’ora) è molto semplice: chi è il protagonista? Medaka o Zenkichi? Certo, a una lettura attenta delle dinamiche narrative, con l’attenzione ai temi affrontati e come vengono risolti, con un banale ma non trascurabile suggerimento offerto dal titolo, verrebbe da dire che Medaka è indubbiamente la protagonista di questo manga. Purtroppo, come sempre le cose non sono così semplici, perchè il “protagonismo” è proprio uno dei tanti temi affrontati nel corso della storia, e anche questa volta non mi riesce di evitare di abbandonare i binari e affrontare noiose meccaniche di metafumetto.

Cos’è un protagonista manga? In anni ne ho visti tantissimi, troppi a dire il vero, e per certi versi credo di essere anche possibile di mettere in relazione tutte queste figure, collegando i vari punti in comune, le differenze, le tecniche e gli strumenti narrativi usati per loro… e arrivare inevitabilmente alla conclusione che indipendentemente dalla storia e dal protagonista essi sono creati per attivare in tutti i lettori/spettatori gli stessi ed identici processi mentali. Un protagonista è, e sempre sarà, la figura principale su cui proiettare la propria immagine in un complesso processo di immedesimazione sine equa non è impossibile comprendere realmente la storia. Delle reazioni successive all’immedesimazione non ce ne deve importare assolutamente niente in questa sede, perchè esse sono sempre soggettive e pertanto non generalizzabili, ciò che rimane invariato è il processo stesso di immedesimazione, il cui esito è spesso fondamentale per determinare il tipo e la quantità di gradimento che si è provata nella lettura. E in questo Nisioisin dimostra nuovamente quanto aggressiva possa essere la sua follia (o genio, poichè il confine fra le due è una pessima chimera) ponendo al centro della storia, come obiettivo dei tentacolari tentativi di immedesimazione del lettore (che possono essere visivamente raffigurati in questo modo) ciò in cui probabilmente la stragrande maggioranza dei lettori di Weekly Shonen Jump non avrebbe mai e poi mai potuto accettare come modello: una ragazza. Inaccettabile. Inamissibile. Impossibile.

Medaka è probabilmente una delle protagonista manga su cui negli ultimi anni ne ho sentite dire di più: il fatto che tantissimi hanno avuto problemi nel venire a patti con la sua figura (anche il sottoscritto per motivi diversi; per propensione mi riservo di gradire o meno un prodotto ma non mettere mai in discussione le scelte dei sceneggiatori legate al character design) mi ha portato a riflettere su questo fenomeno, e interrogarmi se non fosse stato proprio volutamente provocato. Certo, probabilmente seguendo questa rotta si potrebbe finire per ipotizzare assurdi complotti intessuti alle spalle di noi lettori; non voglio spingermi fino a questo punto, ma sottolineare questo dato di fatto assolutamente particolare, ovvero che Medaka è stata (ingiustamente) criticata e screditata da molti lettori che non tengono mai presente che per uno scrittore i suoi personaggi sono tutti ugualmente importanti. Medaka in sè per sè rappresenta l’ideale assoluto, qualcosa di complesso da afferrare, qualcosa che viene vissuto male perchè non esistono nella nostra soggettiva esperienza riferimenti coscienti alla perfezione che essa rappresenta; ma Medaka è anche una ragazza di quindici anni che più di qualche volta nel manga mostra apertamente al mondo intero le sue debolezze senza che per questo nessuno vada mai a lodare quello che è il suo pregio principale: la tenacia. La tenacia di cercare qualcuno che possa accettarti, amarti e trascorrere con te il suo tempo per quello che sei, Medaka e tutte le sue energie sono sempre indirizzate verso la trasformazione in un ideale che non risiede nel suo immaginario, ma in quello delle persone con cui vorrebbe fare amicizia. Medaka è vuota, uno specchio, una tavola su cui può essere disegnata qualunque cosa ma che ancora giace bianca sul tavolo, a cui andrebbe bene essere usata per qualunque cosa pur di non restare isolata e senza significato. E nel suo piccolo è Zenkichi a indicare la strada a Medaka, all’età di due anni durante il loro primo incontro: tu sei nata per aiutare gli altri.

Zenkichi realizza.

Ogni sviluppo di Medaka è vincolato alla figura di Zenkichi, così accade durante il tentativo di arrestare il Flask Plan e la crescita si completa con la saga delle elezioni per la Presidenza del Comitato Studentesco. Lo scontro tra Zenkichi e Medaka a suon di voti è reso possibile dal potere che questi acquisisce, il Devil Style, che come sapete è una vera e propria negazione dell’eredità lasciata da tutti i protagonisti di manga shonen (il destino dalla propria parte) che permette quindi a Zenkichi di affrontare la sua amica d’infazia senza intromissioni da parte di forza anormali. E Zenkichi vince le elezioni con il 63% dei voti, un risultato normale, ed in quell’occasione la crescita di Medaka si completa: alla domanda “perchè sono al mondo” finalmente Zenkichi è cresciuto a sufficienza per rispondere nell’unica modalità possibile, “devi scoprirlo da sola“. Perchè trovare noi stessi è un compito che nessuno può affidare a qualcun’altro.

La “vittoria” di Zenkichi.

 

Zenkichi diventa, in seguito a strane macchinazioni, il protagonista di Medaka Box: si appropria di un ruolo che già aveva ma che non si sentiva in grado di gestire e quindi rimaneva all’ombra di Medaka, che si sforzava per essere il più adatta possibile alla persona che sin dalla più tenera età aveva dato un senso alla sua vita. Come usava dire C.G. Jung “nessuno può accompagnare qualcuno più lontano di quanto sia a sua volta arrivato“, e dopo le seconde elezioni Medaka “parte” alla ricerca di se stessa, di cosa realmente le piace, di cosa è in grado di farla sentire se stessa, di quali sono le persone che vuole attorno, quali odia e i motivi del suo astio. Medaka smette di essere un mostro, resta disumanamente potente e inarrestabile ma proprio in virtù del fatto che l’umanità è una caratteristica sempre legata a un mondo interiore, comincia a mostrare anche i suoi difetti, i suoi capricci e tutto quello che veniva messo da parte fino a quel momento “per il bene degli altri“. Ne è esempio chiarissimo il solo fatto che cominci a mangiare tanto e provare gusto nel farlo, cosa che prima si asteneva dal fare per mantenere la sua ascetica immagine di perfezione.

Voglio chiudere qui, perchè parlando di Medaka Box (e i lavori di Nisioisin) potrei andare avanti all’infinito, ma ritengo di aver raggiunto un buon punto nell’analisi e nella mia riflessione personale riguardante questo manga. Non prima però di ricordare un piccolo particolare, e di proporvi una piccola sfida: in virtù del “protagonismo” e di quanto detto lascio a voi la ricostruzione di quello che è il personaggio migliore di questa storia (anche secondo il pubblico, visto che vinceva le gare di popolarità con oltre tremila voti, mentre il secondo classificato ne aveva solitamente a malapena ottocento), Misogi Kumagawa, il Perdente Nato. Sempre col suo beffardo sorriso, con le sue frasi dette in modo apparentemente freddo e privo di emozioni, ma che nel momento della verità risuonano e rimbalzano in tutta la loro frustrante verità: non sono il migliore, non sono amato, non sono bello, non sono famoso, non sono amichevole, non sono speciale, non sono vincente. Indubbiamente un messaggio che il lettore può percepire e interiorizzare con maggiore facilità.

[youtube ij9osiwyjeM]

Riflettori su per quest’oggi cala il sipario e vi lascio con la opening di Medaka Box Abnormal, la seconda serie animata, il prossimo appuntamento sarà a Luglio, in cui analizzerò, (anche in modo più breve) un gotico successo degli ultimi anni, Soul Eater.

 

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