Recensione Anime – Btooom!

di Regola 1

Buon sabato a tutti! Mentre ci prepariamo a scoprire quale sarà la prossima escatologica profezia di sventura dopo quella Maya, prendo questo spazio per parlarvi di un’altra delle serie attualmente in corso nel paese del Sol Levante, ed è Battle Roy… scusate, un piccolo lapsus… è mia intenzione parlarvi quest’oggi di Btooom!

Il protagonista di questo anime (attualmente alla nona puntata) è Ryota Sakamoto, un NEET (acronimo che sta per Not in Education, Employment or Training) che passa la maggior parte del suo tempo davanti a un videogioco, nonostante le continue richieste dei genitori di trovare un lavoro e sistemarsi. Ovviamente tutti irimproveri non sortiscono alcun effetto, e Ryota continua imperterrito a passare il tempo di fronte al computer, al punto tale da diventare uno dei migliori giocatori al mondo di Btooom!, il videogioco che più di ogni altro spopola in questo momento. Questo mondo virtuale è l’unico a cui il protagonista è interessato, dove ritiene di avere amici e di poter dare un significato alla sua esistenza (provando anche svariate volte ad essere assunto dalla casa produttrice del gioco), mentre il trattamento riservato a tutto il resto è freddo, distaccato e addirittura crudele. Fino al giorno in cui, senza apparente motivo, Ryota si sveglia su un’isola deserta.

 

Su quest’isola si ritrova a prender parte a un perverso gioco di vita o morte le cui meccaniche sono le stesse di Btooom!: si tratta di  abbattere gli avversari con l’utilizzo di esplosivi; per localizzarli è possibile anche usare un radar chirurgicamente innestato sulla mano, che però ha il difetto di rendere nota la propria posizione quando utilizzato. Le bombe sono di varie tipologie (si impara a conoscerle col procedere della serie), ed è usandole con parsimonia e intelligenza che è possibile uscire vittoriosi dagli scontri: bisogna conoscere le armi dei propri nemici, e studiare una trappola per sconfiggerli. Ryota è indubbiamente su un altro livello rispetto ad altre persone, conoscendo già in partenza trucchi e strategie affinate in anni passanti davanti a uno schermo, deve però far fronte al problema morale: è giusto uccidere un altro essere umano, anche per sopravvivenza? Questo è il tema principale di Btooom!, per il resto la serie è composta da cerebrotici combattimenti, scene che sembrano partorite dalla mente di Michael Bay, e l’immancabile storia d’amore che avrà luogo su quest’isola deserta tra il protagonista e Himiko, personaggio certamente azzeccato per il genere di storia, ma che non aggiungerà mai niente di memorabile al mondo dell’animazione giapponese.

 

In pratica un gruppo di persone è stata spedita su un isola, armata e per qualche motivo devono uccidersi fra di loro poichè, a quanto pare, solo pochi sopravissuti potranno lasciare l’isola. Lontano dalla civiltà, poi, i più bassi istinti umani tendono ad avere maggiore libertà d’azione, e per le donne quest’isola diventa un doppio inferno: non solo rischiano di essere uccise per questo macabro gioco, ma non possono fare affidamento su nessun compagno, soprattutto se uomo. Se avete già avuto a che fare con Battle Royale, questa serie per voi potrebbe suonare come scontata e prevedibile, poichè anche andando avanti con la serie gli elementi in comune sono veramente tanti: è come se di tanto in tanto al pubblico giapponese venisse voglia di qualche serie dove la gente si trucida senza alcun motivo apparente. Rispetto a Battle Royale ho trovato Btooom! comunque più “leggero”, e se non altro disegni, animazioni e fondali sono di primissima qualità (come sempre lo studio MadHouse non delude sotto questo aspetto), eppure per qualche motivo non riesco ad apprezzare lo stile con cui Himiko viene disegnata: sembra quasi che sia volutamente resa carina (“moe” per essere precisi) per far si che la sua presenza stoni con tutto il resto.

 

Il manga, iniziato nel 2009, è scritto e illustrato da Junya Inoue, e pubblicato dalla Shinchosha. La Panini Comics ha avviato la pubblicazione in Italia a settembre; purtroppo non ho avuto ancora modo di visionare attentamente la versione manga, non mi è possibile pertanto esperimere un mio parere su di essa, ma è meno edulcorata rispetto all’anime.

Il misterioso responsabile dietro questo folle gioco…a quanto pare gli psicopatici spesso si somigliano.

Commenti (1)

  1. Anche io ho avuto un piccolo deja vu, guardando le varie puntate, per� nonostante sia forse un progetto troppo simile ad altri, rimane comunque un anime ben godibile e le puntate scorrono via bene, un buon prodotto dal mio punto di vista, vedremo come si evolver� in futuro. 😉

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