Oreimo 2 – Recensione [03]

di Kirisuto Commenta

A inizio stagione ho pregato perché ci fosse più spazio per Saori e Seena. Sono stato accontentato.

E’ il compleanno di Saori e, il nostro trio (Kyosuke, Kirino e Kuroneko), decide di presentarsi a casa sua per farle una sorpresa. Sono all’entrata del condominio che battibeccano, come al solito, quando dalla strada giunge una ragazza. Capelli ben tenuti, uniforme scolastica curata e niente occhiali. Non ci presterebbero caso se questa qui non li riconoscesse e si imbarazzasse.

Questa è la storia della sorella maggiore che odio e degli amici una volta a me cari…

It’s flashback time!

Saori (sì, quella gnocca di prima era Saori) inizia a raccontarci gli ultimi quattro anni della sua vita; questo lasso di tempo l’ha rivoluzionata completamente.

Tre anni prima dell’incontro con Kirino e Kuroneko, che abbiamo visto nella prima stagione, era una ragazzina piccola e molto timida; sua sorella maggiore (Kaori) una notte entra in camera sua mentre sta dormendo, la sveglia e le chiede: “Non sei occupata, vero? Ti va di venire a giocare con me?” Ok, può sembrare una richieste strana ma se fatta da una sorella che tu vedi raramente, anzi mai, subito ti ci fiondi. Kaori infatti ha una filosofia di vita che la spinge a provare ogni tipo di attività possibile. Che sia sport, collezionismo, hobby vari lei ha intenzioni di provarli tutti: la vita è breve, sarebbe uno spreco non provare più cose possibili. In queste cose Saori non era mai stata coinvolta, fino a quel momento.

Dopo un tragitto in moto, le sorelle arrivano all’appartamento della maggiore che questa ha adibito a luogo di ritrovo per il suo gruppo di amici otaku. Tra le varie attività vi sono infatti anche collezionismo di action figures, videogiochi ecc. Dopo aver sfondato la porta con un AK-47 (sembra sia interessata alle armi ora) presenta la sua sorellina ai membri del gruppo. Qui c’è Shinya: è molto solare, caratterizzato da un passato alle medie in cui agiva credendo di essere il Principe delle Tenebre; oltre a lui troviamo Kanata (Kanakana-chan) una ragazza aspirante mangaka. Kanakana-chan alcuni la direbbero schizofrenica viste le sette personalità che si porta dentro; queste sette personalità diverse si manifestano nel modo di parlare, ma soprattutto nel suo stile di disegno e nelle storie che va a rappresentare. Sette mangaka al prezzo di uno, e tutti dannatamente bravi. Ci dovrebbe essere anche un’altra ragazza, ma nell’episodio compare poco o nulla. Ma torniamo un attimo su Kanakana-chan: al primo incontro con Saori, intenta a disegnare, ha addosso la fascia gialla e un paio di occhialoni come quelli che vediamo di solito indosso a Saori; è immersa in una delle sue identità e questa parla con un giapponese antiquato, proprio come la Saori che conosciamo noi ora. Questo mi introduce al prossimo punto.

Saori viene introdotta nel club e comincia a frequentarlo assiduamente facendosi la cultura otaku di cui da sfoggio oggi. Kaori però non la segue, ossia: una volta arrivati all’appartamento la abbandona a se stessa mentre lei si preoccupa delle sue cose. A “prendersi cura” di Saori sarà Kanakana-chan, il membro con cui Saori legherà di più. Saori si diverte un mondo in questo periodo idilliaco nonostante la “distanza” della sorella e nonostante il fatto tutti i ragazzi del club non la trattino come Saori, ma come “la sorella di Kaori”.

C’è da dire che Kaori ce la starebbe mettendo tutta per riavvicinarsi a Saori, più di una volta tenta un approccio diretto ma, interrotta da qualcuno, desiste rimandando a un’occasione successiva. Rimanda che ti rimanda arriva il giorno che annuncia: “Mi sposerò a breve, da domani non potrò più venire. Ciao.”

In senso antiorario: Kanata, Saori, Kaori, la “tipa” e Shinya.

Il club rimane in piedi, per un po’. Poi membro dopo membro rimane solo Saori in quell’appartamento. In collera con la sorella per aver fatto crollare il club su se stesso (sebbene fosse poco partecipe, Kaori era l’elemento che fungeva da collante) decide di raggiungerla all’estero, dove si è trasferita, per farle una sfuriata (si sapeva già dalla prima stagione che la sua famiglia è benestante). In un modo un po’ stronzo, Kaori fa capire a Saori che, quel che è successo, è successo perché è stata lei a fondare il gruppo e che il suo abbandono non poteva che comportare una cosa del genere; tuttalpiù visto che Saori non si è mai impegnata attivamente per gestirlo, ma ha solo partecipato “passivamente”. Questa rivelazione getta in depressione Saori, una depressione però che funge da spinta per dimostrare alla sorella che è capace a far di meglio. Mentre è nell’appartamento, al buio, che sbraita questi suoi sanissimi proposito, entra Kanakana-chan. E’ venuta a restituire il doppione delle chiavi. Già che c’è consola Saori e la incoraggia nel suo progetto. Il tutto sottolineato dal simbolico passaggio degli occhiali (quegli occhiali!).

Saori compra quindi abiti un po’ più otaku di quelli che indossa di solito (la camicia da boscaiolo e i jeans, anche se non ho mai visto otaku con camicie da boscaiolo), crea un sito di discussione, organizza un incontro e poi… beh è storia nota, sebbene da un altro punto di vista. Saori si sente soddisfatta, finalmente è all’interno di un gruppo che può chiamare “i miei amici”.

Torniamo al presente, sono tutti in appartamento a chiacchierare quando si fanno vivi Kaori e gli altri. Perché Kaori è tornata in Giappone? Per passare del tempo coi suoi amici, questo li ha portati all’appartamento per passare il tempo come facevano anni addietro. Ma Saori “rivendica” quello spazio per il suo gruppo di amici venuto a festeggiare il suo compleanno. Kaori si vede “costretta” a lasciare la stanza e gli altri la seguono, ma Kanakana-chan si trattiene a parlare con Saori e chiederle se è riuscita nel suo intento. Dopo aver ricevuto riposta affermativa lascia anche lei la stanza, non prima di aver fatto notare un pacchetto su una sedia. “Alla mia cara sorellina, Buon Compleanno! Onee-san” Nell’ending vediamo, tramite fermoimmagine, il proseguo della festa tra cosplay vari.

Il complimento gliel’ha fatto Kirino, non Kyosuke.
Ma ogni motivo è buono per imbarazzarsi!

Un paio di appunti. Il rapporto tra queste due sorelle è parecchio complicato, ma infine notiamo come sotto sotto la maggiore sappia recepire i bisogni della minore e saper rispondere in modo adeguato. Con tempi lunghissimi, ma meglio tardi che mai. Sebbene tutto questo episodio sia incentrato su Saori, il personaggio più interessante è Kanakana-chan. Perché per tutto l’articolo l’ho chiamata per soprannome e non per nome? Perché già un personaggio ha lo stesso soprannome: l’amica modella di Kirino. Nella puntata, infatti, Kanata accenna brevemente al fatto di avere una sorella minore e, se guardiamo al character design, notiamo che il legame tra le due è lapalissiano. Ma non è tutto: qualcosa mi fa sospettare che una delle sue sette identità sia anche l’autrice di Maschera, l’anime/manga di cui Kuroneko è innamorata e di cui è perennemente in cosplay di un personaggio.

Altra cosa: questa seconda serie ho idea ci proporrà ancora un paio di flashback. Se, come è stato annunciato, con questa serie si concluderà la storia, allora ci sono ancora una pio di punti irrisolti nel passato dei protagonisti… In primis l’odio di Kirino nei confronti di Manami.

Personalmente mi ha fatto piacere quest’episodio, ci ha fatto uscire dalle logiche dell’harem e ci ha permesso di approfondire la conoscenza di un personaggio secondario. E, tra l’altro, tramite una storia non male. Settimana prossima tornerà in primo piano Kirino, ho idea; il titolo del prossimo episodio è “La rivale di mia sorella non può venire in Giappone!”

Beh… alla prossima settimana!

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