Impegni e lavoro, spesso e volentieri, non permettono di concedersi quei meritati “momenti di svago” che tutti agogniamo: dal mio punto di vista, la lettura di libri e fumetti, o la visione di anime/serie televisive/film. Tralasciando il fatto che dei quasi (a tutt’oggi) 7000 albi di fumetti da me posseduti devo leggerne circa 4000 (anzi, forse di più), ultimamente sono riuscito a portarmi avanti con la seconda tipologia, tutto questo grazie all’insonnia cronica che mi porto dietro sin da quando avevo 10 anni (è una storia lunga che meriterebbe uno spazio tutto suo per essere raccontata, per cui ve la risparmio). Grazie a questo problemino, è già da un bel po’ che, scoccata la mezzanotte, mi butto sul mio letto e mi perdo nella visione di serial e anime uno dietro l’altro (coadiuvato dalla tecnologia Western Digital con il suo Mediapayer HD): così facendo da Pasqua fino alla prima metà di giugno sono riuscito a rivedere tutta “CSI: scena del crimine (la serie originale) dalla stagione 1, fino alla numero 10 (la 11 aspetto che finisca). Lasciati Grissom & Co., le alternative erano 2: o iniziare CSI Miami (oppure New York) di cui, sfortunatamente, non ho ancora tutti gli episodi, oppure lanciarsi nella visione (finalmente) di One Piece (che avevo lasciato, circa alla fine del 2010, dalle parti della saga di Alabasta – e non chiedetemi a che punto sono con la visione di Bleach e Naruto, perché potreste scandalizzarvi).
La tentazione verso One Piece era tanta, ed ecco allora che, senza indugio, ho caricato sul mio fedele MP tutti gli episodi dal 111 (inizio del viaggio all’interno del regno di Alabasta) fino al 381 (dove termina la saga di Thriller Bark) e ho iniziato a guardarli uno dopo l’altro. Proprio qualche giorno fa ho terminato quella che, per me, è la seconda saga più avvincente del Manga (vi lascio indovinare quale sia la prima): Water Sevene/Enies Lobby, con tutta la sua girandola di scontri, situazioni di contrasto e la tragica, e commovente, fine della Going Merry (io ci ho pianto, come già mi accadde leggendo il manga. Voi?). Guardando questi episodi, l’entrata in scena di nuove realtà, la presa di coscienza di certe verità, e via discorrendo, mi sono venute in mente un po’ di riflessioni, non solo relative a quella saga in sé per sé ma che, anzi, sono alquanto attuali e sicuramente avranno un loro seguito in futuro. Ma andiamo a cominciare.
Iniziamo con una cosa che, probabilmente, mi attirerà l’ira funesta di ogni singolo lettore di One Piece: tuttavia badate bene che è più un “ragionamento logico”, basato su una serie di fatti, che una verità assoluta. Cominciamo con il parlare dei frutti del diavolo: gli “zoo-zoo” sono noti ed arcinoti, si sa quali siano gli effetti, per cui mi soffermerò sui “paramishia” e i “rogia”. Ora, entrambi i termini sono stati creati ex-novo da Oda: infatti le parole パラミシア (paramishia) e ロギア (rogia) non esistono in giapponese e sono delle “letture” ad hoc che Oda ha utilizzato per i due termini 超人系 (choujinkei) e 自然系 (shizenkei) usati per nominare le due tipologie di frutto. Vediamo per bene cosa tali termini significhino. Per prima cosa, il kanji 系 (kei), posto alla fine di entrambi i termini, può essere tradotto come “sistema, gruppo, tipologia, stirpe”, e quindi sta ad indicare l’ordine a cui appartengono tali frutti. Ciò che distingue le tipologie, sono i primi due kanji: 超人 indica un “superuomo” (e, anzi, è proprio il termine giapponese per il “superuomo” di Nietzsche), cioè qualcuno dotato di superpoteri; mentre 自然 significa “naturale” e viene inteso come “qualcosa presente in natura, ad uno stato originale e non mutevole”, in pratica un elemento, un materiale o altro che non viene creato artificialmente ma risulta originario e non “trasformato”.
Alla luce di questa analisi, viene immediato comprendere come differenziare le due tipologie di frutti: i paramishia conferiscono un superpotere, una capacità speciale (quasi come quelle innate di Naruto) specifica e non ripetibile, che trasformano, se volete, ogni personaggio in una sorta di supereroe (quasi al pari degli X-Men della Marvel, per intenderci); mentre i rogia rendono il possessore affine ad un elemento naturale (aria, acqua, terra fuoco, ecc…) o a qualche materiale presente in natura in uno stato originale (diamante, ferro, fango). Detto questo, veniamo alla considerazione a cui accennavo prima e che sicuramente mi attirerà le ire di tutti voi: il Gomu Gomu è un Rogia!
Ecco, sì, lo so, anche Oda ha affermato, più di una volta, che il potere posseduto dal protagonista sia di tipo paramishia, tuttavia ci sono alcune cose che mi hanno fatto pensare, e non poco, che il “superpotere” della gomma possa essere, invece, qualcosa di “naturale” (del resto, la gomma di lattice esiste in natura e non va confusa con le gomme sintetiche che si ottengono da questa con vari procedimenti chimici), tuttavia proprio l’autore di One Piece ci ha abituato a colpi di scena molto poco convenzionali, e scoprire, magari durante l’ultimo scontro (il tanto atteso Rufy VS Barbanera, come ormai molti sono convinti che sarà!) che in realtà il Gomu Gomu sia un Rogia, potrebbe portare sviluppi nel combattimento senza precedenti. Proprio l’analogia con il frutto Dark Dark è quella che più mi convince di questa nuova classificazione del frutto di gomma: al suo pari, Rufy, come molti altri Rogia, seppur mutato totalmente nel “materiale” che il suo frutto rappresenta, rimane tangibile (e se ci pensate, almeno un altro Rogia, quello di diamante del terzo comandante della flotta di Barbanera, aveva la stessa caratteristica) e tuttavia ha una capacità di assorbimento dei colpi che fa pensare proprio alle capacità di “possessori” famosi quali i tre ammiragli (che sono, virtualmente, non scalfibili da colpi fisici). L’altro aspetto che mi ha portato alla conclusione qui discussa, sta nella capacità “manipolativa” che ha Rufy nell’adattare la gomma che ora lo “compone” ai vari casi e per sferrare gli attacchi necessari: come recitato anche su Wikipedia, la gomma naturale è estremamente trattabile e malleabili, dotata di grosse proprietà meccaniche (e facilmente rimodellabile utilizzando il riscaldamento – vedi Gear Second) tuttavia poco resistente alle sollecitazioni non meccaniche (fuoco, ghiaccio – vedi Aokiji) e a sollecitazione meccaniche che ne superino la durezza (può essere tagliata o perforata, ma resistete alle forti pressioni che non la lacerino). Come dicevo inizialmente, il mio è solo un processo “logico” legato alla strutturazione dei “poteri” di Rufy, tuttavia non mi sentirei di escludere a priori questa possibilità: sarei curioso di sapere cosa ne pensate in merito, per cui mi aspetto commenti al riguardo.
Passiamo ora ad altro, in particolare l’eventuale entrata, nella ciurma, di un nuovo personaggio. Guardando la saga di Eanies Lobby mi sono reso conto di una cosa: prima di allora nessuno poteva essere certo che Nico Robin avrebbe davvero fatto parte della ciurma. Infatti, ho potuto notare (grazie anche ai filler che separano la marcia dei Mugiwara verso la fortezza e il momento dello scontro con la CP9) che sempre, ogni volta che un nuovo membro entrava nel gruppo, Oda ci mostrava la sua infanzia o, al più (come accade con Brook) un attimo saliente della sua giovinezza. E a questo punto, per quanto concerne il possibile nuovo membro, e alla luce degli eventi della saga dell’Isola degli Uomini Pesce, resto un po’ perplesso: infatti non di uno, ma bensì di tre personaggi viene mostrato il passato e un momento saliente della loro giovinezza (o infanzia, se volete). Abbiamo iniziato con la storia di Jinbe e dei suoi trascorsi come pirata sotto la guida di Tiger; poi è stata la volta di Shiraoshi, la rivelazione del suo potere e la tragica scelta che ha fatto pur di mantenere la pace. Ora, negli ultimi capitoli, Oda ci mostra la mole di ira e odio che hanno accompagnato, nella sua crescita, il giovane Hody Jones, rendendolo il folle che ci ritroviamo davanti.
Chi dei tre, a questo punto, potrebbe divenire l’eventuale nuovo (e magari ultimo) membro della ciurma di Rufy? Io punto ancora su Shiraoshi, anche se, con il passare del tempo, inizio ad avere la sensazione che nel Nuovo Mondo la Thousand Sunny porterà con sé solo i pirati che si sono riuniti dopo due anni e nessun altro! Tuttavia, riguardo a questo punto ho un’ultima considerazione: Sabo. Oda ci ha mostrato una lunga fetta del passato di Rufy ed Ace (certo, per celebrare la fine di una grande e fondamentale saga e per darci il “la” al fine di poter apprezzare il salto temporale) in cui è stato fortemente presente questo personaggio che, a tutt’oggi, risulta ancora un mistero: secondo la logica precedente, di mostrare l’infanzia del nuovo membro della ciurma, Sabo potrebbe essere un papabile Mugiwara, anche se, a tutt’oggi, non abbiamo mai visto un personaggio simile avere a che fare con Rufy e Co. Voi cosa ne pensate?
Ultima osservazione, e poi vi lascio andare (promesso!) riguardo la Noah: nella saga di Water Seven, scopriamo che il carpentiere maestro di Franky possiede i progetti per costruire un’arma ancestrale (e pare proprio si tratti di una nave): ora, Tom era un uomo pesce, conosceva Gol D. Roger e sicuramente nella sua isola natale ci ha vissuto, prima di andare alla Venezia del mondo di One Piece. Cosa sia la Noah, sinceramente, ora come ora ancora non mi è chiaro (e con Rufy che la sta facendo a pezzi, le cose potrebbero rivelarsi più complesse di quanto non siano allo stato attuale) ma la possibilità che questa Arca abbia a che fare con Pluton e Poseidon (e chissà? Magari con l’Arca Maxim costruita da Eneru?), con i Cento Anni di Buio e con le storie di Ohara (Robin ancora non ci ha detto niente su ciò che ha scoperto leggendo quello che a me è sembrato un Poignee Griffe) non mi sembra tanto inverosimile. Che ne dite?
Bene, a questo punto vi lascio con queste considerazioni e vi do appuntamento alla prossima settimana dove riprenderemo il normale corso di articoli relativi ai tre manga (e chissà che in futuro non faccia qualche speciale anche su Naruto e Bleach!). Ci vediamo sulla rotta maggiore, gente!
