Naruto 608, One Piece 688, Bleach 515 – Recensione

Capitoli un po’ strani, quelli di questa settimana: sembrano voler rivelare qualcosa, sulle prime, poi però si chiudono con una sorta di “promessa” (almeno la mia ipressione è stata quella) che dalla prossima volta le storie inizieranno a dipanarsi.

Naruto 608 – La decisione di Kakashi! Capitolo non male: abbiamo assistito ad una evoluzione del rapporto Kakashi/Obito e ad una presa di coscienza di Naruto di essere, in qualche modo, l’asso nella manica della guerra (per quanto fino ad ora abbia mostrato una potenza sovrumana, mi è parso che per la prima volta si sia davvero reso conto di poter fare la differenza, non vi sembra?). Ho solo un profondo e terribile dubbio: perché Kakashi chiede a Obito se questo desiderio di vendetta abbia a che fare con Rin? M pare che Obito, nel momento stesso in cui si è rivelato, abbia comunicato all’ex compagno di squadra di aver preso questa strada proprio a causa della morte di Rin, per cui la domanda mi sembra stupida e fuori luogo. Che Kishimoto si sia dimenticato qualche pezzo per strada? Certo, potrebbe essere un errore di traduzione, magari Kakashi intendeva qualcosa del tipo “fai questo solo a causa della morte di Rin o c’è dell’altro?”, però senza una RAW non ho proprio idea quale sia la corretta interpretazione. In ogni caso, se non altro sembra essersi smosso qualcosa nell’animo di Kakashi, e questo tuttavia continua a rendermi diffidente sulla futura costruzione della sceneggiatura da parte di Kishimoto: sono ancora convinto che nei suoi piani originali Kakashi dovesse essere morto da un bel pezzo, per cui il fatto che egli sia divenuto, in questa fase, un ingranaggio fondamentale di tutta la vicenda mi sembra una strana forzatura, e mi dispiacerebbe che ha modificato magari un finale eclatante e stupefacente per questo manga solo per inserire, nuovamente, il ninja-copia. Staremo a vedere.

One Piece 688 – Mocha. Trovo questo capitolo sublime: il fatto che Oda ci comunichi la malvagità di Caesar attraverso i ricordi di Mocha, unica bambina che ha compreso ciò che accade a lei e alle altre cavie, facendole prendere coscienza man mano dell’inganno di cui è stata vittima e del suo possibile triste destino, rende la narrazione, seppur lievemente retorica, romantica e commovente. Mi è venuto inevitabilmente in mente il momento in cui Nico Robin chiede disperatamente aiuto alla ciurma ai tempi di Enies Lobby: la stessa forza mista a debolezza, la stessa tristezza, la stessa paura di morire mista ad un profondo desiderio di vivere e continuare a percorrere la propria strada nel mondo. Oda si rivela, secondo me, sempre più un narratore magistrale (so che molti non saranno d’accordo, ma io sono completamente affascinato dal suo stile di raccontare) e riesce, in poche pagine, a comunicarci un tale senso di angoscia e tristezza che non può altro se non farci amare la piccola (mica tanto) bambina che si sacrifica per i suoi compagni e farci odiare profondamente (se già non avessimo raggiunto il fondo!) il cattivo Caesar! L’utima immagine l’ho trovata eccezionale: Rufy con il drago avvolto attorno al suo corpo, in una chiara citazione di varie figure di Oni avvolti da DRaghi e, probabilmente, vista la passione per oda per le “vecchie glorie”, anche una citazione dell’Imperatore del Drago, ultimo signore dell’Impero Yamatai, acerrimo nemico di Jeeg Robot d’Acciaio. P.S.: vi ricordo che One Piece sarà in pausa la prossima settimana.

Bleach 515 – Relics. Il dialogo iniziale tra Unohana e Isane, a mio parere, definisce in modo completo il senso di disfatta e frustrazione subito dal Gotei 13 in questa fase: il desiderio di salvare i compagni, nonostante l’ordine dell’uomo che, alla fine, ha perso la vita e che per secoli è stato al comando, rende Unohana triste e disperata (anche se non lo dà a vedere), e la contrappone al senso di sofferenza palese ed esplicito di Isane. Da quello che possiamo comprendere, nelle fugaci comunicazioni all’interno dell’infermeria, i capitani delle compagnie 6 e 11 sono ancora vivi anche se è tale il loro stato da dubitare che si risveglieranno o che, anche se ciò accadesse, potranno mai riacquistare il loro potere: sono quasi certo che non sarà così, ma sentire una tale comunicazione, soprattutto considerato che si parla di Byakuya e Kenpachi mette i brividi. Anche i due migliori amici di Ichigo sono vivi (ma anche loro sembrano non versare nelle migliori condizioni), e lo stesso Ichigo risulta turbato più del dovuto: credo che al di là della spada spezzata e delle parole di Bach, forse Ichigo abbia per la prima volta compreso qualcosa, forse un dubbio che lo ha sempre attanagliato si è fatto spazio nella sua testa e ora si sente combattuto. Non so a voi, ma a me ha dato l’impressione di sentirsi in colpa per qualcosa (e non parlo solo della solita storia di non essere sufficientemente forte per salvare tutti!): è quasi come se pensasse che se lui non ci fosse stato, tutto questo non sarebbe mai accaduto. Veniamo infine al gruppo dei Capitani rimasti: le parole di Kyouraku (che, credo, sia anche la figura che vediamo nella vignetta sotto il titolo ferma di fronte alla voragine dove il vecchio Yamamoto è stato disintegrato da Bach) suonano alquanto strane, in bocca ad un tale personaggio, eppure sono le uniche che hanno un senso, che riescono a farsi strada in questo enorme caos (vedere personaggi come Soifon o Komamura perdere la calma in questo modo fa comprendere quale sia il pessimo stato in cui sono ridotti gli animi del Gotei 13) e che ricordano ancora una volta che, nel bene e nel male, loro sono dei guardiani e combattenti per il bene. Un’ultima osservazione personale: fino a un paio di capitoli fa, avevo avuto l’impressione che Kubo corresse verso la fine: dopo questo capitolo, invece, ho come l’impressione che questo arco finale sarà lungo tanto quanto (se non di più) di tutta la saga che parte dell’investitura di Ichigo a Shinigami fino alla battaglia finale con Aizen (400 capitoli e passa)!

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