Imparare il Giapponese #2

di Redazione 1

Lezione 2: Watashi, boku, ore…

Salve! Complimenti per essere arrivati fino a qua, è già un piccolo traguardo aver sopportato finora il mio tono saccente e la mia totale incapacità nelle spiegazioni! Adesso, però, è tempo di affrontare un argomento che io definisco “terrificante”… Ecco a voi:

La traslitterazione (ugh…) delle parole straniere

Il giapponese è pieno zeppo di parole straniere, soprattutto inglesi e francesi. Pensate che, quando si parla di moda, i colori vengono generalmente menzionati con i loro nomi inglesi. Espressioni inglesi ricorrono in continuazione nella parlata del giapponese medio, che le pronuncia in modo del tutto particolare. Scherzando, si dice che per i giapponesi non esista l’inglese, bensì l’”INGURISHI”, imitando il loro modo di pronunciare. Questo la dice lunga su quanto sia comprensibile l’inglese dei giapponesi.

La cosa un po’ sconcertante, in realtà, è che le parole straniere vengono tutte scritte in katakana, nomi compresi. Con che criterio? Si cerca di riprodurne la pronuncia.

Ragazzi, non svenite. Ora si comincia!

Ricordate che in giapponese – eccetto i casi della n- non sono ammessi incontri tra consonanti, bensì deve sempre esserci una vocale nel mezzo? Bene. Ma come la mettiamo con una parola come “Marco”? Al suo interno vediamo un “rc”. Come fanno i giapponesi a scriverla con le loro sillabe? Semplice, sfruttando il fatto che la u nella loro lingua è quasi muta:

??? ovvero, MA-RU-KO, che suona molto simile a come viene pronunciato in italiano.

Il nome ANDREA, invece, si traslittera ????? cioè A-N-DO-RE-A.

Infatti, quando la consonante è t/d, non si usa la u per sillabizzarla, bensì la o. In tutti gli altri casi si usa la u.

Vediamo alcuni esempi utili per capire le regole di base nel caso di parole italiane:

???? RO-BE-RU-TO, ovvero, Roberto. Solita regola della consonante.

??? RU-CHI-A ovvero, Lucia. La sillaba “LU” non esiste, perché manca la L: al suo posto si usa la R con le sue sillabe. La sillaba “CI” si scrive “CHI” in giapponese.

?????? BI-RU-JI-NI-A cioè Virginia. Lo so, è tremendo. In giapponese non esiste il suono “v”. Per ottenerlo si scrive la “U” con due trattini in alto (come visto per altre sillabe, ma questo è un caso speciale, proprio delle traslitterazioni) e si aggiunge – in piccolo, accanto – la vocale corrispondente. In questo caso, per scrivere “VI” ho scritto La U con i trattini e la piccola “I” accanto.Qualsiasi editor di testo scrive automaticamente così digitando semplicemente “VI”. Per il “RU”, applico la legge della consonante. Il suono GI dolce, tipicamente italiano, si può scrivere con il “JI”.

???? I-TA-RI-A, il nostro paese. Non servono spiegazioni vero?

???? CHE-SA-RE Per quando riguarda il “CHE” (che imita il nostro CE), il discorso è simile al caso del “VI”. La sillaba CHE non esiste in giapponese: si scrive il CHI seguito da una piccola E.

??? SHE-MO, cioè, Scemo. Stesso discorso del CHE: stavolta, però, trovo lo SHI con la piccola E.

????? BA-RE-RI-O Come nel caso di Virginia, ho creato la sillaba VA di Valerio dall’unione della U trattinata alla A.

???? DI-A-NA In giapponese non esiste il suono DI: lo si ottiene scrivendo “DE” e aggiungendovi una piccola “i”.

Queste le regole di base. L’italiano, però, è un caso semplice: infatti la nostra pronuncia è assai simile a quella giapponese. Diverso è il caso dell’inglese: non ci si limita a traslitterare, ma si traslittera secondo la pronuncia effettiva di una parola, non secondo come è scritta.

Prendiamo un caso tipico.

Il nome MARK. In inglese la R di questo nome viene solo accennata. In giapponese di cerca di imitare questa omissione eliminando la R e allungando di conseguenza la A. Il K finale si vocalizza con la solita U, quasi muta. Dunque: MA-A-KU ???

Questa caratteristica della pronuncia inglese si trova anche nella parola “Center”. La C iniziale è in realtà una S, la R finale non viene pronunciata e la E viene fatta sentire dagli inglesi come una specie di A. Per i giapponesi, dunque, sarà: SE-N-TA-A ????

E cosa dire di TAXI? Per i giapponesi, la comparsa di XI si risolve scrivendo KU-SHI (perché SI non esiste, ricordatevelo). Dunque: TA-KU-SHI ???

E se volessimo dire LAST CHANCE? “LA”, come sappiamo, si scrive “RA”. “ST”, secondo la regola delle consonanti, si divide in “SU-TO” (ricordate che per t e d si usa la o).

Per quanto riguarda CHANCE, sappiamo che la sua pronuncia è, più o meno, “chens”: dunque, CHE-N-SU: RA-SU-TO CHE-N-SU ??? ????

Quando si ha una T o una D finale, esse originano una sillaba con doppia:

RED diventa RE-DDO, BED diventa BEDDO. Questa accade, non di rado, per parole che in inglese sono monosillabiche e finiscono in consonante. (SHOCK diventa SHO-KKU).

Bene, questa era la prima vera bestia nera dello studente di giapponese… Esercitatevi nel traslitterare le seguenti parole:

Milk

Restaurant

Guitar

Sweater

Hand

Rock

Team

Power

Metal

Cheese Cake (qui “ke” si scrive “ki”).

Level

Drug

Leader

President

Robert

Luck

Leopold

Mary

Matt

Travis

Ricordate, pensate alla pronuncia! Per svolgere questo esercizio avete due scelte: o lo fate a mano su un foglio e poi mi scrivete in caratteri latini come avete diviso in sillabe, oppure vi scaricate un editor di testo giapponese (NJstar, per esempio, è molto buono… Scaricate la versione free, tanto potrete usarla per sempre… Se vi perdete nelle impostazioni, sappiate che per scrivere in katakana basterà attivare il tasto delle maiuscole…).

Pronomi Personali

Come accennavo, in giapponese esistono molti linguaggi. A seconda della scelta delle parole si da un’idea precisa del rispetto che attribuiamo all’altra persona. I pronomi personali sono una parte importante di questo sistema. Vediamoli. Indicherò i kanji, la traslitterazione dei kanji in hiragana, e la traslitterazione in caratteri latini.

Prima Persona Singolare

? (?? ware) Piuttosto aulico, elevato, ha un che di poetico.

? ( ???? watakushi ) Molto formale, adatto a situazioni ufficiali.

? (??? atashi) Esclusivamente femminile; abbastanza formale, ma piuttosto neutro.

? (??? watashi ) Maschile e Femminile; abbastanza formale, ma piuttosto neutro. Adatto un po’ a tutte le occasioni. Come vedete, il kanji è uguale a quello di Watakushi e Atashi.

? ( ?? boku ) piuttosto maschile; abbastanza informale, ma non maleducato.

? (?? ore ) esclusivamente maschile, anche se le ragazze lo usano per trasgressione; molto informale, tipico del linguaggio maschile e tra amici; ha un che di arrogante. Può usarlo un capoufficio con i suoi dipendenti.

?? (uchi) – femminile, molto usato nel kansai

Seconda persona Singolare

Notare che, quando non si è in confidenza con qualcuno, è preferibile rivolgersi a lui utilizzando il suo nome, seguito da –san. I giapponesi tendono a non usare i pronomi di seconda persona.

??? anata; abbastanza formale, neutro ed educato.

??? Anta: meno formale di anata.

? (?? kimi ): abbastanza confidenziale e leggermente maschile.

?? (??? omae ) è sullo stesso livello di “ore”: maschile, molto diretto, si usa tra amici maschi o nei confronti di dipendenti o sottoposti.

? (??? onore ): offensivo, è praticamente un insulto. Lo vedrei bene durante una rissa.

Terza Persona

I pronomi di terza persona sono pochissimi. Il giapponese è una lingua fortemente ellittica, in cui le frasi molto spesso non hanno un soggetto espresso direttamente: è un modo di parlare molto allusivo, che rende il giapponese così complesso. In generale, per la terza persona singolare si distinguono:

? (?? kare ) Letteralmente, Egli.

?? (???? kanojo ) Ella.

???????? ??? koitsu, aitsu, soitsu: sarebbe a dire “questo, codesto, quel tipo”. E’ considerato piuttosto sgarbato e non è adatto ad una conversazione formale.

?? ano ?(??hito): cioè, “quella persona”. Usato piuttosto spesso, ha un sapore abbastanza neutro.

E ora le persone plurali! Per fare il plurale di un pronome, spesso è sufficiente aggiungere la desinenza “tachi” o “ra”. Vediamo alcune possibilità:

Ovviamente ogni pronome mantiene il registro linguistico del suo corrispondente singolare!

Prima persona

?? (????? watashitachi )

?? (???? bokutachi)

?? (??? bokura )

?? (???? oretachi )

?? (???/ ??? orera/oira)

Seconda persona

??? (????? anatagata)

???? (???? antara )

?? (???? kimitachi )

??? (????? omaetachi )

??? (???? omaera )

Terza persona

?? (??? karera )

Aggettivi e pronomi dimostrativi

Mentre ci avviciniamo alla costruzione della nostra prima frase, eccovi anche pronomi e aggettivi dimostrativi. Essi si scrivono ormai solo in hiragana. Come vedete, in giapponese esiste la distinzione – tipica del toscano – tra “questo, codesto e quello”. Cerchiamo di capire meglio.

Mentre in italiano aggettivi e pronomi dimostrativi sono uguali ( “questo fiore è bello”, “questo è un bel fiore”), in giapponese essi sono diversi.

Chiaramente, come accade sempre nel giapponese, non c’è distinzione di numero, genere, e non c’è declinazione. La distinzione tra plurale e singolare, maschile e femminile non esiste!

Pronomi dimostrativi

?? kore = questo, una cosa vicina a chi parla.

?? sore = codesto, una cosa vicina a chi ascolta ma lontana da chi parla.

?? are = quello, una cosa lontana da entrambe le persone.

Aggettivi dimostrativi

Se eliminato il suffisso “re” e mettete “no”, ottenete gli aggettivi dimostrativi:

?? kono…

?? sono…

?? ano…

Lascio i puntini perché, essendo aggettivi, sono sempre usati uniti ad un sostantivo.

Un eccezione può essere ??, che spesso è usato nella parlata come intercalare per prendere tempo (un po’ come “uhm, dunque…”).

Bene, è abbastanza carne al fuoco per la seconda lezione! Ormai stiamo per costruire la nostra prima frase in giapponese. Studiate!

Commenti (1)

  1. ciao ragazzi innanzi tutto un ringraziamento per queste nozioni di giapponese GRATUITE….. avrei un paio di domande su alcuni punti che nn mi sono chiari… ad esempio quando fai l’esempio per scrivere Diana dici di scrivere il suono DE seguito da una piccola I spiegando che in giapponese il suono DI non esiste per� se guardi sulla tabella che � linkata sopra c’� il suono DI che si scrive quasi come il suono DE…Poi per scrivere Valerio dici di scrivere i suoni U ed A e va bene… per� nell’esempio c’� scritto BA-RE-RI-O quindi perch� nn usare direttamente il suono BA??…. ti ringrazio gi� da adesso un saluto e complimenti per tutto!!!!!

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