Siamo dunque arrivati alla fine della mia guida in quattro parti… si, so benissimo che questa è la quinta ma se le ciambelle uscissero sempre col buco non ci sarebbe bisogno di studiare pasticceria!
Ora, prima di lanciarmi nelle analisi degli ultimi tre punti c’è una precisazione che devo fare: tutto la mia trattazione andrebbe arricchita con informazioni riguardanti i modi di parlare e gli intercalari più frequentemente usati dai personaggi femminili (oni-tan invece di oni-chan per apparire ancora più infantili, per intenderci) ma la mia conoscenza della lingua e fonetica giapponese non sono così adeguate da poter trattare questo aspetto: non è colpa mia se non ce lo fanno studiare nella mia università! Credo di dovervi anticipare anche che a causa della visione della seconda serie di Haiyore! Nyarko-san il mio contatto con la realtà si è ulteriormente ridotto…
Visual novel: esorcizziamo una volta per tutte questo termine da preconcetti e confusione. Si tratta nè più nè meno che l’equivalente videoludico dei libri-game che andavano molto di moda dalle nostre parti negli anni ’80, e non necessariamente un gioco con contenuti sessuali, poichè il genere è molto ampio ed esistono visual novel di vari generi: l’elemento che accomuna tutte è quello di raccontare una storia in cui il lettore è partecipe, venendo chiamato di tanto in tanto a operare un scelta. Quello che poi viene adattato per l’animazione è spesso il percorso ideale della storia, che i giocatori devono sforzarsi di individuare e sbloccare in un gioco a strutturato a crocevia: anime in origine visual novel che tutti potete conoscere sono Steins;Gate e Robotics;Notes, ma ritengo che per farsi un’idea ben precisa di come queste funzionino bisogna necessariamente citare Higurashi no Naku Koro ni, che con la sua struttura ad archi narrativi da un ottimo esempio di quello che possa essere una visual novel. Per quanto riguarda i simulatori di appuntamenti possono essere differenziati in galge ed eroge, laddove solo i secondi hanno contenuti sessuali espliciti; il termine hentai per definire questi giochi è usato solo in occidente. Fino a qualche anno fa io stesso non consideravo significativo l’apporto di questi prodotti all’animazione, soprattutto quella a sfondo romantico, ma ho dovuto poi ricredermi non solo per la presenza continua di riferimenti a eroge presenti in molti anime, ma anche per la stabilizzazione di tanti stereotipi e luoghi comuni di cui vi ho parlato nelle precedenti parti della guida. Oramai termini come route e flag sono abbastanza comuni: il primo intende il percorso da seguire per entrare nelle grazie di uno specifico personaggio femminile, il secondo indica gli eventi chiave, o le scelte da operare, che permettono di intraprendere la route… e non solo, spesso gli eroge vengono parodiati in moltissimi anime e manga! Un esempio geniale può essere la scelta della Type-Moon di lasciar decidere al pubblico, attraverso una votazione sul loro sito, quale route avrebbero dovuto seguire Emiya e Shiki negli OAV di Carnival Phantasm. Un esempio animato dei migliori di un galge è sicuramente Clannad (due serie da 22 episodi): soprattutto la prima, in cui viene ricostruita una storia lineare mostrando comunque le route dei personaggi femminili principali; senza contare gli OAV della serie che mostrano i cosiddetti finali alternativi.
N.B.: io non ho mai giocato a un simulatore di appuntamenti, ma tra riferimenti nell’animazione e le informazioni che si possono facilmente recuperare è possibile farsi un’idea abbastanza verosimile.


Una delle domande che potrebbero sorgere è: perchè creare storie harem?
La risposta più ovvia è per aumentare l’attrattiva del prodotto: esistono tante preferenze personali quanti sono i lettori/spettatori, e quindi si tende ad inserire e armonizzare in una singola storia quanti più personaggi femminili per accontentare il maggior numero di clienti possibili. Perchè se andiamo ad osservare attentamente le varie storie shonen harem citate fin’ora si nota facilmente che sebbene l’enorme quantitativo di personaggi femminili quelli che hanno effettivamente la possibilità di avere il protagonista maschile tutto per se sono poche, spesso gli harem si riducono a un triangolo amoroso, o a una complessa situazione in cui ne uscirà vittoriosa la protagonista femminile nel 99% dei casi. Quando dico che un “harem è ben bilanciato” intendo che nonostante si sappia benissimo chi “vincerà” per come sono gestiti storia e personaggi le probabilità apparenti di successo son ben distribuite: è il caso di Oreshura della scorsa stagione, che consiglio di visionare qualora siate interessati a capire cosa intendo per bilanciamento. Mi è capitato di leggere storie con protagonisti libertini che tengono spudoratamente un piede in due o più scarpe (Kissxsis per esempio): è più comune laddove il prodotto è incentrato sui contenuti sessuali, quando invece contano i sentimenti (ovvero nelle opere che principalmente seguo) vige l’harem ma i protagonisti sono spesso più ingenui, impacciati e come alcuni direbbero, stupidi. Presto o tardi però l’harem deve sciogliersi e il protagonista deve scegliere: questo, ahinoi, spesso non accade e le storie terminano con un finale definito “aperto”, poichè è difficile agli autori dare un finale chiaro e preciso che corrisponderà spesso nel mettere in discussione le preferenze di tantissimi dei loro lettori. In un harem come Ranma 1/2 per esempio, sebbene sia ovvio quale sia la coppia che spunterà fuori, ufficializzarla significa anche togliere speranze e attrattiva a gli altri personaggi femminili (Shanpu, Ukyo, Kodachi…) cosa che tuttavia non accade nelle visual novel, e quindi in caso di un adattamento completo, non accade neppure nell’anime. Inoltre non bisogna mai dimenticare che si tratta di storie che spesso hanno elementi umoristici, e alcuni sviluppi potrebbero essere troppo tristi. Sarò banale e scontato, ma se volete vedere la fine di un harem ben bilanciato e l’inizio di una storia d’amore guardatevi la prima serie di Clannad.


Il cosiddetto finale harem non è un il tentativo di suggerire la poligamia, bensì il raggiungimento di un punto della storia dove tutti sono felici.

Doveroso chiudere dedicando qualche parola ai protagonisti maschili. Sono tutti uguali, spesso privi di qualunque caratteristica che li renda degni di nota tanto da risultare a volte anonimi, questo perchè il lettore (o lo spettatore, o il videogiocatore) devono necessariamente proiettare se stessi sulla sua figura in modo che la storia non venga percepita solo come una sequenza logicamente ordinata di enunciati sensati. I protagonisti dei shonen romantici raramente hanno superpoteri, o qualche talento specifico che sia realmente utile ai fini della trama, non sono coraggiosi, sono sbadati… se iniziassi ad elencare i loro difetti non finirei più e dovrei scrivere una sesta parte della guida! Eppure hanno tutti quanti una caratteristica in comune che li rende innanzitutto protagonisti e successivamente “popolari”, qualità che non mi sento di sminuire, anzi, che considero di grande valore: sono presenti nel momento del bisogno. Non risolvono i problemi, non hanno una bacchetta magica o la capacità di esaudire desideri, ma quando è necessario riescono in maniera spontanea a tendere la mano in aiuto verso gli altri personaggi, senza fare alcuna distinzione o preferenza. Scusate se è poco.
Ringrazio tutti coloro che settimana dopo settimana hanno seguito questo mio lavoro fatto di ricerca e recupero di materiale sepolto nella mia confusa memoria, colorato qualche volta di consigli a volte generici, a volte legati proprio a preferenze personali. Se ci sono alcuni titoli su cui ho insistito è stato sia per la loro importanza, sia perchè li conosco meglio di altri. Una guida che è stata il frutto di una passione coltivata per oltre vent’anni che non si ferma qui, sono sempre attento alle nuove serie e pronto ad aggiornare le mie informazioni, cambiare le mie preferenze e sconvolgere le mie classifiche personali. Ho letto e visto tanto, ma non sono nemmeno a metà dell’opera. Vi saluto pertanto, preannunciandovi una sorpresa in tema di shonen romantici nelle prossime settimane, ma tranquilli, la mia guida termina qui.

