Free! Episodio 04 – il commento

di Regola 1

 

Ora che siamo arrivati al quarto episodio, e a un terzo della nostra avventura penso sia possibile, e anche il caso, cominciare a tirare le somme, e dare qualche giudizio globale che esuli da quello dei singoli episodi. Siamo di fronte alla Kyoto Animation, una casa di produzione che negli ultimi anni ha concentrato tutte le sue energie nella produzione di opere che fossero, in qualche modo, tutti dei piccoli gioielli, e mai paragonabili ai lavori di altri studi. Le scelte stilistiche e la decisione di limitare al minimo indispensabile i fanservice, puntando tutto su personaggi femminili caratterizzati più da uno stereotipo che da un ridondante colore della biancheria intima, senza dimenticare poi la cura e la ricercatezza dei fondali e degli ambienti, esterni e interni, molto spesso ispirati da località realmente esistenti che diventano meta di molti turisti ogni anno. Per non parlare poi delle animazioni che mai deludono, e di introduzione di tecniche di linguaggio “innovative” e poco note (come l’uso degli spazi liminali in Chuunibyou). Dopo quattro episodi posso dire che, nonostante la KyoAni si sia piegata alle necessità di un pubblico diverso, da quello solito, è comunque rimasta se stessa in questo prodotto, che emana chiaramante la volontà di produrre qualcosa che tutti possono guardare senza sentirsi troppo esclusi da etichette di genere. Così come quando la KyoAni abbracciò la filosofia della Key iniziando a lanciare sul mercato prodotti senza alcuna limitazione di età, oggi con Free! azzardano il lancio sul mercato mainstream di una tipologia di prodotto che fino a ieri era praticamente di nicchia. Gli emulatori, infatti, si sono già messi in movimento.

Trova le differenze.

Free! è un anime che si lascia vedere senza troppi problemi. Non è ossessivo in nessuna delle sue componenti, viene lasciato ai personaggi e agli elementi che compongono la trama il giusto spazio. C’è spazio per gli sguardi tra i personaggi maschili, per il nuoto, per una sottile ironia e un umorismo che non guasta per niente, e rende gli episodi ancor più leggeri da vedere, il tutto condito da una colonna sonora che per ora non mi riesce di definire come “adatta“, quindi funzionale. Intrecci, sport, manager a cui piacciono i bei ragazzi e professoresse che presto o tardi appariranno in costume da bagno, mi aspetto di vedere molto altro, difficoltà, incomprensioni e discussioni, fino alla sfida e il verdetto finale… eppure, in tutta sincerità devo ammettere che, se non fosse per questo impegno di recensire la serie, al quarto episodio avrei probabilmente deciso di interrompere la visione: non perchè sia bella o brutta, intendiamoci, perchè personalmente non m’interessa. Ma essere dall’altro lato della barricata, essere un recensore, vuol dire a volte aver a che fare con qualcosa che non interessa. Il mio entusiasmo come commentatore non verrà meno solo per questo mio calo d’interesse, posso garantirvelo.

Prevedibile che Haruka si lanciasse in acqua in fretta e furia, ma quel dettaglio mi ha costretto a mettere pausa e ridere.

Inizio dicendo una cosa: personalmente ritengo che in questa prima parte della serie Hazuki abbia avuto troppo spazio rispetto a Makoto; penso che dipenda dal fatto che siamo nelle prime battute. Laddove Hazuki è l’animatore, il personaggio che promuove il divertimento, Makoto ha già dimostrato di essere più portato nel ruolo di mediatore, e promotore della risoluzione di quelli che sono i problemi “reali” che il gruppo di amici dovrà affrontare: ovviamente tutti questi problemi sono causati dallo squalo Rin. Mi aspetto, quindi, di vedere Makoto più attivo nella seconda metà della serie. A parte questo, credo che la parte centrale dell’episodio sia l’incontro e la breve discussione tra Haruka e Rin: certo, hanno indugiato molto più sugli sguardi che sulle parole, ma il senso di quell’incontro è abbastanza chiaro ai fini della trama. I due si sono infine lanciati la sfida, quella vera, quella senza appello che decreterà una volta per tutte chi dei due è il migliore: il merito mi è parso essere di Haruka. Il protagonista è cresciuto, si è reso conto, da solo trall’altro, che è necessario fare un passo nei confronti degli altri perchè le cose cambino, quindi, quasi ponendosi nei panni di Rin, accetta la sfida e si mette sullo stesso piano competitivo/agonistico, perchè per ora è il solo che lo squalo riesce a concepire. È una dinamica abbastanza classica nei manga e negli anime di genere sportivo; se mi permettete una metafora, la differenza fra i due è la stessa che vige tra due persone in viaggio, dove una pensa solo alla destinazione e l’altra si gode il tragitto che stanno percorrendo. Rin non è ancora arrivato a questo passo, punta diritto al suo obiettivo (le Olimpiadi) ma nel frattempo si sta decisamente perdendo tante cose sulla sua strada. Eppure, rispetto alla prima impressione che avevo dopo i primi episodi, col quarto ho iniziato a considerarlo un pochino più maturo, anche in seguito al scambio di battute con il suo uke Nitori: dalle sue parole sembra abbastanza chiaro che Rin misura la passione per il nuoto in impegno nell’allenamento. È come se la sua ostilità nei confronti di Haruka dipendesse anche dalla quantità di talento sprecato che Rin vede in questi.

Attimi di disperazione all’ennesimo fallimento di Rei.

Il resto dell’episodio è dedicato al nuovo acquisto del club di nuoto, Rei. Che si conferma un personaggio esilarante, un’aggiunta veramente azzeccata al quartetto Haruka/Hazuki/Makoto/Kou… inoltre penso sia proprio uno tsukkomi mancato (nella commedia giapponese, lo tsukkomi è il personaggio serio che riprende, spesso anche con percosse, il personaggio idiotico di turno, chiamato boke… in questo caso Hazuki?). C’è serietà nel suo approccio alle cose, metodicità e passione per il perfezionismo… eppure tutto quello che fa sembra essere sempre la parodia di quello che farebbe una persona veramente capace. Il fatto che poi ogni tentativo di insegnargli a nuotare fallisca miseramente fino alla fine dell’episodio, aggiunge un ulteriore tocco di colore a questo personaggio. Discutibile per certi versi la sua teoria che la capacità di nuotare dipenda dal costume da bagno che si indossa, ma sono perlomeno contento che nei prossimi episodi non dovremo più vedere il suo deretano coperto da quel coso lì… ovviamente, per quanto riguarda il nuoto, la chiave di svolta è l’intervento di Haruka, che discutendo con Rin riesce a sbloccarlo e permettergli di raggiungere il suo obiettivo prima del tempo limite: credo che Haruka abbia spiegato a Rin perchè nuota solo in stile libero, e credo che il motivo, a questo punto, possa essere “perchè è questo il modo in cui riesco a muovermi ed essere me stesso, non solo nell’acqua ma anche nel mondo“. Il “non sono libero” a fine episodio è secondo me un’altra prova della sensibilità di Haruka: non è da tutti riconoscere che non si può essere se stessi sempre e comunque, e bisogna trovare un modo di essere che sa di compromesso per permettere a se stessi e agli altri di avere punti di contatto. E la risposta di Rei, è lo stile a farfalla, indubbiamente si addice al suo personaggio.

Passabili le scene al negozio di articoli sportivi, dove i personaggi provano svariati costumi da bagno, anche se alcuni non mi sono sembrati così adatti al nuoto. Ci sarebbe da capire con quali criteri Haruka sceglie i suoi costumi da bagno, perchè all’occhio dello spettatore, di Makoto e di Hazuki sono tutti uguali… non a quelli di Kou, comunque, che diventa l’unico elemento “maschio” di quest’episodio trovandosi a vivere una situazione che tanti uomini conoscono e temono: lo shopping. Anche per questa settimana è tutto, ci ritroveremo qui giovedì prossimo per il quinto episodio!

Parole sante.

 

Commenti (1)

  1. Ma a quanto pare non sei l’unico del forum che ha pensato di non vederlo. Comunque, episodio carino, con le risate che provoca sembra che duri pochissimo. Splendido il pezzo della prova dei costumi, l� si vede che il massimo del buon gusto si materializza nel costume di Nanase. Il mio omonimo Rei che fallisce ma alla fine riesce poi, mi fa pensare che invece stia abbandonando la sua natura dedita al puro calcolo e alla pura fisica, anche se nella scelta del costume fa riferimento al numero di Reynolds, fondamentale nell’idraulica. I doppi sensi mi piacciono.

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