Dylan Dog: I Personaggi – La Morte

di shishimaru 2

 Un altro personaggio interessante che in Dylan Dog ha fatto più di una semplice apparizione rimanendo fra i nomi più ricordati è La Morte, intesa non come l’evento che mette la parola “fine” all’esistenza di un essere vivente ma come una vera e propria entità soprannaturale in non-carne e tutta-ossa sebbene delle volte prenda anche forme differenti dalla solita figura incappucciata come vuole la tradizione. In “Attraverso Lo Specchio“, storia di Sclavi e Casertano, numero 10, vede la Morte comportarsi nel modo più distaccato e semplice possibile dal protagonista, agendo solo per puro divertimento data la sua vita poco divertente («Semplicemente, ho voluto divertirmi un po’… Sapessi com’è monotona la mia vita! […]»). Ogni volta che porta un’anima all’oltretomba si fa preannunciare da strofe di ballate macabre o comunque tristemente divertenti, passatemi il termine. In questo vecchio decimo numero usa uno specchio per prendersi gioco di Rowena, una vecchia fiamma di Dylan, e porre fine ad alcune vite che si trovavano alla sua festa prendendosi gioco anche di Dylan in quanto tutte le uccisioni risultano essere sì coincidenti con le altre ma anche realmente spiegabili. Alla fine vediamo ovviamente Rowena perire per mano della Morte che annuncia di voler tornare presto e così è. Si ritrova infatti protagonista del numero 66 della serie regolare del fumetto, in “Partita Con La Morte“, giocando una partita a scacchi contro un uomo pronto a passare all’aldilà essendo in stato di coma. Vincendo la partita, Harvey Burton ha diritto alla sopravvivenza ma a una condizione: ogni scacco perduto significa la perdita di una persona a lui cara. Così sua moglie, il suo migliore amico, il suo socio e altri perdono la vita come premeditato da Burton, ovvero vendicarsi di tutte le persone che gli hanno procurato problemi e contemporaneamente togliersi la vita, imbrogliando la Morte. In tutte la sua ironia e potenza, questa rivela che se essa si ritrova imbrogliata può a sua volta imbrogliare costringendo Harvey Burton a sopravvivere, ma nel momento in cui torna in vita Dylan stacca la spina del macchinario che consente all’imbroglione di vivere. In un altro episodio la Morte interagisce direttamente con l’indagatore dell’incubo, e mi riferisco al numero 88 che ho già citato tempo fa, la storia strappalacrime in cui Dylan chiede di salvare la vita di Bree in cambio di un’altra ma come sappiamo l’epilogo è tutt’altro che felicissimo. Talvolta, la Morte viene ritratta come un semplice impiegato dell’altro mondo. Ultimo appunto: sappiamo dal numero 123 che non può guidare i camion perché ha la sola patente B e la sua musica preferita è il jazz. I miei complimenti.

Commenti (2)

  1. Quella in Dylan Dog � una delle personificazioni della morte meglio riuscite in assoluto.

  2. E non dimentichiamoci la comparsa della Morte nella ballata “Totentanz” sotto le spoglie di Hope (la morte � l’unica speranza degli uomini)!

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